26 febbraio, 2013

Invisibile.

Io non so cucire.
Attacco a malapena i bottoni che scappano dalle camicie, dacchè si sa, in questa casa se c'è qualcosa che non manca, ecco, appunto, sono le camicie. Ma a cucire, sono un disastro. 
Certo, faccio la maglia discretamente e ricamo magistralmente, oggi si ha voglia di certezze e autocelebrazioni lassù, nella Casa in Collina.
Zero voglia, quantunque. Nonostante il sole, il cielo bello, ma quant'è che non lo si vedeva, un cielo bello così, anzi, proprio non si vedeva il cielo.
Malaticcia, inconcludente, giro e giro su me stessa come la scema del villaggio, non finisco, lascio a metà, senza forze, senza sentimento.
Mi piacerebbe saper cucire. farei una quantità di cose belle, piccoli astucci, sacchettini, porta cose, di quelle che fanno le mie Amiche che invece a cucire ci mettono un secondo, Cosa ti Serve, mi dicono, e in un giorno o due me lo fanno, esattamente come volevo, come la foto che ho mandato, come quel cartamodello comprato a Parigi, perchè lo compri se non sai cucire, così, per averlo, ci sarà qualcuno poi che lo cucirà per me.
Quel che mi piacerebbe oggi è un vestitino a fiori piccolissimi, di una cotonina leggera, coi bottoni dietro, senza maniche, da metterci un golfino e le ballerine celesti, e un cestino di paglia, di quelli piccoli, come quello che aveva mia mamma per andare al mercato, con il foulard legato a un manico.
Oggi vorrei essere invisibile, avere un mantello magico che mi fa sparire, vedo e sento tutto, ma nessuno vede e sente me, sentire non importa, tanto non parlo, ma a vedermi, ecco, nessuno mi vede, proprio.
Osserverei tutto, guarderei tutto, anche da vicino, ma nessuno si accorgerebbe che ci sono, nessuno vedrebbe l'espressione della mia faccia, sono invisibile, dev'essere una sensazione bellissima e tremenda, non saprei. Invisibile per guardare meglio le cose che non capisco, invisibile per non farmi notare, invisibile per vedere l'effetto che fa.
Oggi, mi cucio da sola un mantello che mi nasconde, che fa di me un niente, non ho voglia di andare là fuori, non ho voglia del mondo e dei suoi tranelli, non ho voglia nemmeno del sole, che scioglierà la neve e lascerà fanghiglia e pantano un pò dovunque.
Invisibile sì, per stare tranquilla, per non farmi trovare da nessuno, ho la tosse e mi sento a pezzi, vuoi vedere che stavolta mi son beccata l'influenza, dovrei stare al letto al caldo e bere piano una tisana bollente e leggere fino a svenire e invece ho mille cose da fare e giro giro su me stessa e non concludo niente, e non ho voglia di niente, forse vitamine, forse una spremuta di mille arance, o forse quel mantello magico, quello che rende invisibili e invincibili e forti e coraggiosi e pronti, chissà se le mie Amiche che cuciono ne han pronto uno per me.

24 febbraio, 2013

Home is.

Come amo questa casa, certe domeniche mattina.
E' la mia casa, è casa mia, che non è la stessa cosa. E' il posto dei miei affetti, di tutto l'amore che ho, di tutta la mia vita, di tutta me, di tutto. E' il posto che amo più al mondo, perchè c'è il mondo chiuso qui dentro. Il mio.

E' una domenica di quelle che ne capitano raramente, da qualche mese in qua. Ci siamo tutti.
E sono quelle volte in cui si prendono decisioni importanti, qualche volta dolorose qualche volta meravigliose, si progettano viaggi, vacanze, si sognano futuri colorati, si pensa Quando Sarete Grandi.

Grandi lo sono già, invece.
Sono uomini fatti, lavorano e vivono la loro vita, studiano in altre città, perfino la piccina di casa copirà sedici anni tra qualche giorno. Sedici?? Come Sedici? Ma non è nata l'altroieri, i palloncini e i confetti rosa?

Amo i miei figli di un amore totale, che bella scoperta, li amo quando sono in giro per il mondo, quando camminano nei loro giorni lucidi, pieni di grandi pensieri e grandi avventure, e progetti complicati che il loro padre ascolta sorridendo ma mai disilludendoli. Mai.
Amo i miei figli quando sono lontani, quando penso che il mio amore per loro possa in qualche modo arrivare loro sopra, come a coprirli, come a scaldarli nel freddo che c'è, a proteggerli, a stringerli come quando cadevano dalla bici a rotelle.
Amo i miei figli quando sono qui, quando vengono a respirare l'aria di casa, i sapori di questo posto, che sono sì le torte e il ragù, ma sono soprattutto star seduti intorno al tavolo, la tovaglia lunghissima, apparecchiano con soddisfazione Quanti Siamo, ma vogliono che qualcuno dica loro che siamo tutti, stavolta sì. I miei figli sono una specie di brigata, una ciurma scomposta  e bellissima, un equipaggio perfetto, una compagnia teatrale per quanto mi fanno ridere qualche volta, una banda di delinquenti per come mi fanno preoccupare certe altre, adorabili, affascinanti, bellissimi delinquenti, eleganti e irresistibili anche con la felpa e i capelli lunghi, le barbe sfatte, e i pantaloni un pò strappati e quei visi così uguali fra di loro, solo declinati al femminile per la piccola di casa, ancora coccolata e chiamata come quando piccola lo era davvero.

Questa casa oggi racchiude tutto l'amore della mia vita, i miei figli e l'uomo col quale di figli ne avrei fatti una decina, è il caldo che c'è qui che ti fa scordare le fatiche degli anni difficili attutisce i dolori e li avvolge, li allontana soltanto un pò, i dolori visti da lontano sembrano meno pungenti e ti danno forse la forza di trovare un modo, una soluzione, che forse non c'è, ma almeno ci si pensa.

Se ci si pensa insieme, viene meglio.




20 febbraio, 2013

I miei passi.

Si pensa tanto, a camminare. Molto più che in macchina, forse come in treno, i pensieri del treno sono pensieri che sfuggono, che corrono attraverso le campagne e le case. I pensieri di quando cammini invece, restano lì.
I miei passi mi portano lontano, camminare mi piace, ho un passo veloce, militare quasi, non mi piace ciondolare. Invece, mi piace ascoltarli. Sul selciato, sull'asfalto bagnato, sulla sabbia. Sono passi decisi con le  Superga, passi impertinenti  da ballerine, passi incerti ma regali sui tacchi, passi sprofondati nella neve fresca, a vedere fin dove arriva. I miei passi li ascolto davvero, bucano il silenzio della strada buia che porta fino a casa mia, è illuminata solo per metà e la parte scura è quella che preferisco, soprattutto d'inverno,  l'unico posto dove il buio è un regalo, dove puoi stare sola con i pensieri che vuoi, niente disturba il buio di una strada di collina, nelle sere d'inverno. Non sempre i miei passi mi hanno portato dove volevo, e fatalmente la meta imprevista è stata migliore di quella pensata, succede sempre così. I miei passi mi hanno portato nella vita che mi piace, un'ottovolante di sensazioni e ragioni, di idee e pensieri ammucchiati, prima, e poi disposti per bene, in un ordine improbabile ma rassicurante. Sento i miei passi e penso a quelle volte in cui mi sono sentita sola, sono state poche ma le ricordo tutte con una lucidità che mi impressiona ogni volta, passi di corsa nel viale impossibile di un ospedale a scappare da me e da quello che di impossibile mi stava succedendo, passi nella neve un dicembre freddissimo, passi sulla sabbia, cancellati dalle onde dolci al tramonto, è fatica camminare svelti sulla sabbia, il mare poi rende inutile il tuo camminare, una passata e sembra che il tuo cammino non sia mai iniziato, e invece, cammini da un'ora. Vorrei che i miei passi mi portassero sempre verso le cose che amo, le città che non smetto di sognare, i posti speciali che ognuno ha nel cuore. Vorrei che mi portassero lontano dalle pesantezze e dalla malinconia, dalle persone inutili e saccenti, da chi ha il segreto del mondo chiuso nell'armadio. So per certo che i  miei passi mi porteranno sempre verso cose nuove e colorate, ho rispetto per i passi che mi hanno portato fino a qui, mi hanno insegnato tanto, le lezioni che impari camminando sono sempre le più preziose, quelle da imparare a memoria e, per quanto dure, difficili e faticose, da non scordare mai. Avrò cura dei miei passi, li ascolterò attenta lungo il pezzo di strada buia che porta verso casa, imparerò da loro, se ascolti i tuoi passi difficilmente ti perderai.

18 febbraio, 2013

La vita è una frolla.

Il sole di stamattina presto sbucava appena dalle nuvole, una specie di polenta tondissima, non so nemmeno se fossero nuvole o solo nebbia o tutt'e due insieme, ma non fa differenza, alla fine. E' un giorno pesante, di quelli che non sai da che parte cominciare, ma che hai in te una scorta di buonumore, di cose belle che hai fatto e visto, di sciallamento totale che chissà quando ricapiterà, ogni tanto scappare un pochino fa bene, ci si organizza, la città che ami tanto non è poi così lontana, e quella fiera che volevi tanto vedere alla fine è stata ancora più grande e più bella di come l'avevi immaginata tante volte. La casa è immacolata, hanno persino cambiato le lampadine dell'ingresso, fulminate da tempo immemore. Ora tocca a me. E' un lunedì tranquillo e un pò felice, ci sono tante cose da fare ma si mettono in fila e si faranno una per una, senza troppo sbattimento, in fondo non ci sono scadenze o altre menate, si inizierà con qualche piccola pulizia, una lavatrice di sicuro, forse due, magari le tende a cominciare le pulizie di primavera che speriamo arrivi in fretta, le notizie meteo non sono rassicuranti per nulla, di neve basta, ma di freddo ne arriverà ancora e un sacco, e allora non è che si possa fare molto. C'è in programma perfino un'infornata di biscotti, che ieri si è fallita miseramente la ricetta e si è stati pubblicamente fustigati da chi di biscotti se ne intende un sacco. Pazienza. Non smetteranno di volermi bene per aver cannato la quantità di zucchero e di aver fatto palle invece di panetti, qui si è alla Sorbona del Biscotto, basta un nulla e sei fuori. 
Un bel lunedì a chi passa di qua, a chi sorride fra sè e sè, a chi di sorridere non ne ha proprio voglia, a chi ha dimenticato come si fa. 
Il segreto della vita non lo conosce nessuno, ma c'è chi giura che forse sorridere un pochino aiuta a non affondare, a non perdersi di vista, a non smarrirsi per la strada.
Il segreto della vita io non lo so, oggi sorrido e sorrido molto, non conosco quello della pasta frolla, figuriamoci quello dell'universo. 
Ma quel che di certo so è  che è tutta una questione di equilibri, di miscele perfette, come lo zucchero e la farina, di piccoli regali per l'anima.
Oggi, riprovo la ricetta. Se ancora non viene, farò un'altra crostata. E mi farò un sorriso.
Il segreto dell'universo, forse, è tutto qui.

14 febbraio, 2013

Voilà.




Après 5 ans mon rève se réalise.
Vous pouvez me trouver ici pour les prochains 3 jours.
J'ai hate d'etre là.

Dopo 5 anni, il mio sogno si avvera.
Mi troverete qui per i prossimi 4 giorni.
Non vedo l'ora di esserci.

12 febbraio, 2013

Cronaca di una neve annunciata.

L'hanno chiamata Big Snow.
Ci si aspettava una metrata, roba da sprofondare fino al ginocchio, giorni e giorni chiusi in casa, quassù siamo sempre gli ultimi ad avere la strada libera e meno male.
Ci si aspettava tutto il bianco del mondo, la bellezza perfetta del bianco totale, quello che ti mette in pace col mondo intero.
e' solo l'inverno, bellezza.
Quello dei maglioni spessi, del naso rosso, degli occhiali appannati. L'inverno del gelo, quello vero, quello che viene ogni anno e che ogni anno fa finta di stupirci, di farci un'improvvisata, nessuno mi aspettava ed eccomi qui, non fare il furbo, ti aspettavamo eccome, non sei capace a far le sorprese.
Così Big Snow è arrivata e se ne è andata, tanto rumore per nulla, come accade quasi sempre, ho già detto mille volte che la neve mi piace, mi mette allegria, e pace, che non è vero che una è il contrario dell'altra, una pacifica allegria, oppure un'allegra pace, ecco, una cosa del genere.

Sono stati due giorni bianchi di neve allegra, di metà dei figlioli a casa, di pane ai cereali, di stiraggi nemmeno tanto forzati, di bei pensieri.

Di neve ne è venuta un sacco ma ne avrei voluta di più.
Mi auguro dei bianchi giorni anche senza neve, ho un biglietto aereo che sonnecchia beato sul muretto dell'ingresso, una guida, la piantina di una metropolitana.

Ogni tanto, piccolissime fughe come questa fanno di tre giorni normali, tre giorni molto, molto speciali, soprattutto se li desideri da tanto e in un posto che ami.

La neve andrà via, ci sarà un bel sole lucido e un freddo pungente.
Forse, la sorpresa dell'inverno è questa qui.




07 febbraio, 2013

Le cose quadrate.

Stirare non è pratica affascinante, questo si sa.
Ma qualche volta, aiuta.
Una specie di esercizio di meditazione zen, una specie di yoga, gesti ripetuti e sempre uguali, un sapiente gioco di spruzzini, appretti e tasto del vapore fissato su High.
Le cose quadrate fanno il resto.
Le cose quadrate sono quelle che stiri quando non c'hai sbatti, quando devi stirare ma non hai voglia di impegnarti, e allora scegli con cura le tovaglie, le lenzuola, i fazzoletti, gli asciugapiatti e vai di ferro, senza troppo pensare a qual che fai, tanto, a stirar cose quadrate mica ci vuole mestiere, solo pazienza e metodo.
Nel frattempo, puoi fare ciò che vuoi, Buttare un occhio a una replica di Masterchef, per esempio, che a Cracco, si sa, una stiratina gliela darebbero in molte, con o senza appretto, non fa differenza. Le cose quadrate ti danno la possibilità di avere il massimo risultato con il minimo impegno, mentre puoi pensare a centomila cose insieme ma anche a nessuna, non importerà se il lenzuolo immacolato avrà una piegolina, non è una tragedia. I pensieri che vengono stirando le cose quadrate sono quadrati anch'essi, semplici, gradevoli, quasi  piacevoli, in verità. I pensieri quadrati sono quelli che pensi volentieri, quelli che ti fanno perfino un pò sorridere, non vista, mentre sei all'undicesimo tovagliolo e il dodicesimo chissà che fine ha fatto, ma come, non erano solo i calzini a sparire? I pensieri quadrati sono quelli che si appianano anche solo a pensarli, non sono grane, non sono guai, non sono dolori o malinconie. Sono piuttosto cose belle che farai o ti piacerebbe fare, un piccolo viaggio, quel fine settimana, e quella volta che, sono quelle piccolissime frivolezze che non fanno male a nessuno, che smalto andrà questa primavera, che colore farò il prossimo maglione e a quale figlio, che giro in collina farò domani, se non c'è il gelo più gelo. I pensieri quadrati fanno bene al cuore, di solito arrivano dopo giorni di pensieri triangolari, trapezoidali e ottagonali, di quelli che non sai da che parte prendere, di quelli che ti pesano sull'anima come scogli appuntiti, come sassolini fastidiosi, come la scheggia che hai preso mettendo la legna nel camino. Auguro a tutti una giornata di pensieri quadrati e morbidi, lineari e graditi, semplici da stirare, piegare e mettere via, come i fazzoletti coi pnguini, come gli strofinacci con le frasi, come le lenzuola col glicine. E se nei pensieri quadrati rientrano anche pensieri torbidi su Cracco, mentre sfiletta magistralmente un salmone, beh, non è un problema. Che male si fa, alla fine? 


04 febbraio, 2013

RosaPensieri.

Le albe rosa esistono.
Spuntano piano da dietro le montagne, stamattina si vedono così bene, c'è un sole sfacciato che ti mette di un'allegria timida, sommessa, di quelle che nemmeno osi confessare. Un'allegria sorridente, non sguaiata, appena appena. Le albe rosa passano sopra a tutto, sorvolano l'asfalto della tangenziale, travalicano i fili dell'altra tensione, giocano con le scie candide degli aerei, lasciate lì quando, un'ora fa, mezz'ora, chi può dirlo. Il rosa del cielo si fonde con il verde verdissimo delle colline intorno alla mia casa, quelle che si vedono dalla finestra e quelle che si vedono invece solo dal parto grande più dietro. Le albe rosa tingono di rosa anche i pensieri, i più nascosti e quelli invece più immediati. I RosaPensieri sanno di pasta di zucchero, la stessa che mani sapienti hanno lavorato  per fare una quantità di biscotti senza senso, di una bellezza che va altre il fiorellino e il cuoricino. Si vede che non sono mani qualsiasi, che dietro le mani ci sono pensieri e affetto e vicinanza e condivisione, che persone speciali incontro qualche volta, persone che ti chiedi come hai fatto a restarne senza, prima. I sorrisi delle donne sono la cosa che dà più forza in assoluto, sono il motore del mondo, sono sorrisi che hanno dietro storie pesanti e questioni e cose, per questo sono più belli e più lucidi. I sorrisi delle donne, la loro voglia di fare insieme dei progetti, star sveglie fino a tardi ad impastare la frolla, per finire una scarpina, per provare ancora una volta quei dannati ferri circolari, sono le cose che in questi ultimi anni mi hanno dato forza e idee, energia ed entusiasmo, forse una vera e propria felicità.

Le albe rosa colorano i RosaPensieri, aiutano le GentiStrane a non buttarsi a terra, a non pensarci troppo, a dire, Andrà Meglio.

Tutti i miei pensieri di oggi sono alle persone che ho incontrato, Regine dei Biscotti che han fatto di questi due giorni un'occasione unica per stare insieme, le cose belle e semplici che prendono valore ogni giorno che passa, i loro abbracci stretti, le storie che mi hanno raccontato, quei magoni un pò nascosti ma nemmeno tanto, le loro vite intrecciate ad altre vite, anche alla mia. 

L'alba rosa di stamattina era tutta per loro, forse non lo sapevano, o forse sì, le albe rosa fanno fatica a stare dentro un pacco, ma idealmente stamattina ognuna di loro ne riceverà un pezzetto, ne cattureranno la sfumatura e  ne faranno una pasta di zucchero di un rosa perfetto, ci ricopriranno hanno i biscotti fatti a cuore che hanno già nel forno e le loro case sapranno di vaniglia e di buono. Proprio come loro.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...