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27 gennaio, 2010

L'Inutile Aggeggio.


Qualcosa mi dice che, sul globo terracqueo, siamo stati in 5 a comprare tale inutile, assurdo, delizioso oggettino. Me ne sono accorta da subito, quando ho fatto un mini sondaggio sugli abitanti della Casa In Collina. Guardate Cosa Ho Comprato e Indovinate Cos'è. E' uscito di tutto. Tutto, tranne la risposta esatta. E' un "tagliameleaspicchi-con levatorsolo incorporato-e già che c'è anche i semini". Non credo che sia questa la dicitura esatta, e sull'involucro era scritto in tedesco e ahimè, Ursula, la mia Amica Teutonica, non era accanto a me per farmi la simultanea. Insomma, è un bell'oggettino. Esso consta di una parte di plastica, color lavanda, eh già, a forma di mela, dalla quale partono a raggiera una serie di mini lame, affilatissime. procedimento. Si acchiappa la mela, si lava e si asciuga con cura, anche se a me la frutta lavata non piace perchè sa di acqua, e allora la lavo e la lascio lì e la mangio il giorno dopo, ma questa è una mia complicazione personale intrinseca e si legge con chiarezza nel mio libretto di istruzioni accluso. Ma torniamo alla mela. Acchiappata che si è, e posata su un piattino di colore contrastante, si poggia con grazia il tagliaemeleaspicchiconlevatorsoloincorporato e si esercita una pressione decisa sulla mela medesima. Gli ooooooohhhhhhh di meraviglia e stupore non si conteranno, fra gli astanti. La vostra bella mela verde Granny Smith sarà lì, succosa e croccante, bell'e pronta, senza semini e senza torsolo, per essere consumata. Si sa, una mela al giorno eccetera, e io che oculata son, ho anche comprato l'aggeggino per rendere più cool anche il rito banale di mangiare una mela. In casa scuotono la testa, l'Isoscele Sposo ha sibilato Uhm, Utilissimo, i ragazzi hanno fatto una smorfia di sufficienza. Solo la Princi, che è mia alleata in questo covo di maschiacci, mi ha guardato adorante e mi ha detto, Mamma, Ma Non Ce l'Ha Nessuno! E' vero bambina. Ci sarà un motivo.

19 gennaio, 2010

...frivolafrivolafrivola...

Direi che ci vuole, anzi ci vorrà. Come ho ripetuto fino alla nausea, non è stato un inizio d'anno così luminoso e meraviglioso, direi ombroso e noioso e direi anche merdoso, chi viene, l'Accademia della Crusca a farmi sciacquar la bocca col sapone? Devo avere anche letto da qualche parte che ieri , credo il secondo lunedì di ogni gennaio, è il giorno in cui per forza di cose l'umanità tutta si sente depressa, triste, angosciata e malinconica. Una mera questione di bioritmi, le feste passate, il clima, la primavera lontana, malanni e cose così. Insomma, un giorno da cancellare dal calendario, potendo. Ma c'è altro di molto più semplice, che si può fare, voilà, con uno schiocco di dita. In realtà, un 'Anima Pia m'è venuta in soccorso e mi ha testè proposto, Deh, Che sei Tristanzuola, perchemmai Non Ti Rechi Meco a Saccheggiar Leggiadra Qualche Negozio Della Mia Città Natia? E che, me lo faccio ripetere due volte? Stufa, stufa, arcistufa di magoni, lacrimucce e affini, ne ho fin qui di pensieri pesanti e bui, di tachicardie e di zero sonno. Domani, eccheccavolo, mi regalo una giornata di libertà non ci sono per nessuno, porto i figlioli a scuola e via, non mi troverete mai, o almeno non prima di sera, m’incontro con la mia Amica della Moda, che lei di queste cose ne capisce, spengo tutto, anche il cervello, laddove necessita, e mi beo di questo giorno di frivolitudine maxima, di beato niente, di superfluo, effimero e assolutamente irresistibile. Prometto di essere più che morigerata. Un gonnino smilzo, un abitino bon ton, un tailleurino bcbg, un maglioncino a collo alto. Il Sommo Sposo, ignaro di tutto, sarà messo al corrente solo a fatto compiuto, anche se temo per la mia incolumità. “ E tutta questa roba, da dove arriva?” La sventurata non rispose.

millecentoundici cioè 1111 post. M'è presa secca la mania dei numeri?
.tumblr.la douleur exquise.

28 ottobre, 2009

Arresa.


Avviso ai naviganti: non è un post a sfondo fetish, nemmeno per sogno. La realtà è che mi sono arresa. Tutti a dirmi ti ammalerai, lo vedi, hai già un pò di tosse, per forza, fa un freddo polare e tu giri ancora senza calze. Vero. Fino a due giorni fa. Poi, alla fine, un briciolo di buon senso e a malincuore ho capitolato. Non che le calze non mi piacciano, anzi, a pizzi, trine, righine e fiorellini, monastiche o da Grande Raccordo Anulare, coprentissime o velatissime, mi piacciono eccome. Solo, rimetterle dopo l'estate, con ancora un accenno di abbronzatura, mi sembra un delitto, ecco. E con la gonna e il cappottino, chi ti vede in ballerine e gamba nuda, potrebbe anche chiamare il 118. Ben perciò, ecco che ieri mi sono vestita di tutto punto, calze comprese. La cosa che più mi disturba, però, è l'avere imprigionato sotto un velo di filanca nera, quel portafortuna greco, che ho da mesi legato alla caviglia, quello coi campanellini, che non potrei fare un colpo al museo in stile Eva Kant, perchè appena mi muovo sono tutto uno scampanellio. Ma non lo tolgo, no che non lo tolgo, sono esperta di queste cose e i portafortuna acquistati per euro 2 nelle isole greche non si strappano per tirarli via, ma si aspetta pazienti che si sfilaccino e si tolgano da soli, sennò i tre desideri mica si avverano, lo sanno anche i sassi. Perciò, e va bene le calze, però quel cordino viola stinto, con l'occhio del mare e le perline di legno, nonostante la calza, rimane al posto suo. la campanellina non si sente quasi, ma l'effetto desiderio è assicurato. Mica posso andare contro il volere degli déi.

24 settembre, 2009

Meraviglia.

Il mio regalo dura ancora qualche giorno. Alla fine, dopo anni, credo che sia la prima, unica vacanza da sola, e dove sola intendo sola sola, non sola con. A volte mi sono trovata sola col mio Sposo, con la Princi, e prima ancora sola con i maschi piccolissimi: qui, sono io e basta. E mi beo di queste passeggiate nel bosco, sù sù, fino a vedere il mare dall'alto, e il porticciolo e le case. E di tutte le coccole che ho, la colazione in camera, che è un lusso vero e il guardare l'orologio alle 6 e dire, massì, dormo ancora un pochino, tanto nessuna sveglia mi sveglierà, tra poco. E' un regalo speciale, questo qui. Staccata dalla mia vita di sempre, che è così piena di Sposo e figlioli e casa e cose, e, diciamolo, nei mesi scorsi scossoni e notti insonni ce ne sono stati un bel pò, e allora sì che se ne sono accorti, mi sa che stavolta è la volta buona, mandiamola a riposarsi un pò, prima che scleri del tutto. Così, ecco che ho accolto questo regalo anticipato come ambrosia, e mi godo ogni istante, e ancora qualche giorno qui. A casa è tutto perfetto, si dice, si sentono anche loro un pò in vacanza dai miei urli, cucinano insieme, sparecchiano a turno, e da qui mi fanno una tenerezza infinita. Mi ricarico di coccole e massaggi e corbellerie e yoga e niente fare, faccio la maglia sulla panchina che guarda il mare, leggo, chiacchiero e sto in silenzio e penso e penso, ma i pensieri che ho sono d'oro e d'argento, soffici come nuvole, bellissimi e semplici, colorati di rosa e d'arancio come il tramonto che si vede dal bosco, se arrivi fin là.

21 settembre, 2009

Un regalo.

In anticipo di un pò sulla data del mio compleanno. Lo volevo da un pò. E adesso eccolo qui. In valigia, 3 libri, un lavoro a maglia e pochissimo altro. Perchè nient'altro mi servirà. Peccato il tempo schifido, ma sarò troppo impegnata a farmi pasticciare per avere il tempo di guardare fuori dalla finestra. Tornerò bell'e riposata, liscissima, come nuova. La Direzione ringrazia il Regio Isoscele Sommo Altissimo Profeta per cotanta benevolenza. E che adesso, con tutto l'amore e l'ossequio e la deferenza, giri lui come una trottola. Illustrissima e Regia, s'intende.

04 aprile, 2009

Beata innocenza.

Villa Villacolle, cucina, verso sera.
Suo Fratello Liceale: "Sai, domani alla partita di beneficenza, ci sarà anche Versace"
La Sua Mamma: "Sì, ma Santo Versace. Gianni Versace è morto anni fa."
Lei: "E lo hanno fatto santo?"
Abbiamo riso tutti, finalmente.

17 marzo, 2009

Le amiche.

Ne ho qualcuna. più d'una. Non le conoscenti, di quelle ne ho un migliaio. Di amiche vere, quelle del cuore, quelle che ti chiamano e ti dicono, Ma Dove Sei, che vengono a cena con la torta nella stagnola, quelle che ti dicono Questa Gonna Non Ti sta Bene e hanno ragione, quelle che hanno sempre tempo e voglia di ascoltarti, quelle che ti rispondono anche se mescolano il sugo, quelle che ti aiutano, quelle che ti accompagnano, quelle che ti seguono, ti danno torto se ce l'hai, ti vogliono bene sul serio, e non per finta, quelle che ci sono sempre. Ne ho qualcuna, ho detto. E che siano Afef o Biancaneve, delle Perle o delle Provette, le amiche quelle vere ti chiamano anche per dirti Guarda alla Tv, che c'è un Ballerino Quasi Nudo, così Ti Passa Il Raffreddore. Ne ho qualcuna, ho detto. Le scelgo con cura, è ovvio.

06 marzo, 2009

Sdilinquita.

Bell'e andata. Come mi è capitato a 8 anni con l'Allegro Chirurgo. E a mio fratello col meccano. Da perderci la testa, la ragione e un'infinità di tempo. Però, è una bellezza. La straordinaria comodità di trovare all'istante la ricetta di Sigrid per la tajine di pollo e vaniglia. Avere lì a portata di clic tutta la musica che di solito ascolto nell'iPod quando mi travesto da desperate housewife intollerante al rumore dell'aspirapolvere. Serve uno schema, una traduzione, un indirizzo? Voilà, c'è lui, Josè il Blackberry Che Fa Per Te. C'ho smanettato tutto ieri, a parte l'intervallo del knit cafè, ci smanetto appena ho cinque minuti, insomma, mi piace, mi diverte, mi gasa, ho cambiato già mille suonerie e mille sfondi, a seconda del mood del momento, tramonti, scimmie, Vincent Cassel, miei figli che spengono candeline, tuareg del deserto seminudi, l'ultimo modello di Christian Louboutin tacco 12, insomma, sto rimbecillendo per questo aggeggino. Dicono che succeda quando in fondo si resta un pò adolescenti, e ci si entusiasma ancora per le cose da nulla come questa, e non si prenda tutto con la solita smorfia tra il disgustato e l'annoiato, e l'indifferente e il dire MaCheScemaSaràMai. Non sono tecnologica per niente, non sono informatica e nemmeno elettronica, ma questo vanesiissimo Josè, BlackBerry più Bello che C'è, a me MI piace proprio tanto. E poi, ho le Fragole sempre in tasca. Il che è già, di per se stessa medesima, una grande, grandissima cosa.

27 gennaio, 2009

Noi, si va.

Ebben, si và. Abbiamo avuto i biglietti un pò a sorpresa, noi ci si fa una gita fin laggiù, sarà divertente, non sono mai stata ad uno spettacolo del genere. E' curioso. Una cosa strana. La Princi è felice, io l'accompagno volentieri e tutto sommato, considerando che, alla sua tenera età ha già visto la Cappella Sistina, il Louvre e il Castello di Schoembrunn, e che fischia Mozart mentre si lava i capelli, beh, di certo, male non le può fare. Abbiamo anche un fucsia cartello, con una viola scritta, EMMA C'E'. E ci sono anche io.

09 ottobre, 2008

Ode al rossetto.

E mica quello rosellino, pastelloso, appena appena, che si vede e non si vede, e nemmeno il burrocacao, quello che ci si può mettere anche senza guardare. E neppure il gloss , quello coi brilli che ti metti al semaforo. No, no, intendo proprio il rossetto-rossetto, quello acceso, rosso, lo dice la parola medesima, rosso fuoco, rosso peccato, rosso Ferrari, rosso e basta. Acquistato ieri mattina, così, senza una ragione ben precisa, in una mattinata autunnale che prometteva così bene e che invece poi, ha persino pioggerellinato, che non si dice ma non importa. Un rossetto rosso passione, quindi, di quelli che anche la Monica Bellucci e scusate se è così poco. Da mettere in occasioni speciali, e perchè no, anche al super per la spesa grossa. L'importante è come lo porti, non lo diceva anche Coco? Così, ho annunciato via sms alla mia Amica delle Perle l'efferato delitto: Acquistato Rossetto Da Viale. In effetti proprio da viale non è, direi da centro massaggi, o da casa privata Citofonare Samanta, senza nemmeno l'h. Un rossetto rosso ci salverà. Dalla crisi finanziaria, dall'abbronzatura che va via, dall'umor nerissimo di questi primi giorni d'autunno pieno, e persino dall'isola dei Famosi. Dato con grazia, abbinato a un look pressochè monacale, total black, mi aiuti a dire, nessun tacco perlamordidio, ciglia spazzolate e poco altro. Tirerà sù, un color trota diffuso, quel noioso sternutire, il maglioncino che sa di armadio e nessuna voglia delle calze. Iscrivetevi testè presso l'amica saputella a un corso di RossettoRossissimo. Si passa lentamente, prima sotto e poi sopra, e dopo, e SOLO dopo, la matita per sistemarlo un pò. E' la Sorbona bellezza. Si sembrerà un pò più a posto, un pò più cool, un pò più in ordine, come diceva mia nonna, un pò più carine. Effetto BoccaDiRosa? E che sarà mai!

28 giugno, 2008

Regali.

Càpita, qualche volta, che la mia Amica delle Stoffe mi regali preziosi avanzi di preziosissime stoffe per tendaggi. Càpita che le suddette siano anche di metraggi consistenti, inservibili per fare tende ma che làscino spazio alla creativa e all'inventiva. Non di certo la mia. Io non sono capace di cucire. Nonostante ricami splendidamente (!) riesco a malapena ad attaccare un bottone, con un quantità di giri del filo intorno al bottone medesimo, che, nel giro di quattro/cinque ore, si stacca, e siamo daccapo. Ma mi è venuta in soccorso la mia Amica Teutonica del Knit. Ella, infatti non solo è un mito da queste parti per l'uso magistrale che fa dei famigerati ferri circolari, non solo è una vestale del vetro in tutte le sue forme, ma ha anche una straordinaria capacità nell'uso della macchina da cucire. Detto, fatto. Affidati a lei i preziosi avanzi, ecco che li ha trasformati in bellissime borse dall' uso poliedrico. Versione spiaggia, magari, oppure per trasportare con classe un lavoro a maglia, o versione città, lucide e setose, assolutamente uniche nel loro genere. Mi ha fatto felice. E non me sola. La Princess ha già posato i suoi occhioni su quella di destra, con l'elefantino. Vedremo. Per il momento, mille e mille grazie all'Amica Artista. E che abbia il ceruleo occhio ben attento alla casella postale.

02 aprile, 2008

Ode alla camicia bianca.

Bella scoperta. Certo, non la scopro io questa mattina, ma la vera essenza di un simile capo di abbigliamento non la si esalta in inverno e neppure in estate piena. E' in queste stagioni di transizione, non troppo calde e non troppo gelide, che la camicia candida dà il meglio di sè. Non sacrificata sotto un maglioncino accollato, ma portata con disinvoltura senza niente, magari un golfino morbido coi bottoncini ma da tenere così, impertinente e sbottonato. Molto bon ton. La camicia bianca illumina e risolve. Profumatissima di appretto, impeccabile in una stiratura piuccheperfetta, vi fornirà un'immagine di voi medesime così lucida, dallo specchio, da farvi sentire magnifiche, nonostante l'umore grigiolino, la tosse o la nessunavoglia. Versatile, trasformista, può essere all'occorenza maliarda e innocente, vacanziera e professionale. Chicchissima con una gonnina nera al ginocchio e tacchi importanti o pronte per un traghetto o una passeggiata sul pontile, con sandali ultraflat e pantaloni Vichy. La candida camicia è un jolly da giocare, un terno secco sulla ruota di Napoli, una tombola. Unico accorgimento. I bottoni. Essi vanno abbottonati con cura nella parte centrale, lasciati sbottonati l'ultimo e i primi...vediamo, tre, quattro? A seconda di quanto maliarde si vuole essere, un balconcino che occhieggia con elegante innocenza farà con grande dignità la sua bella figura, sia esso rosso bordello, nero misterioso o lilla ammiccante. Perchè camicia candida sì, ma perdiana, le educande, signora mia carissima, hanno fatto il loro tempo.

08 gennaio, 2008

Il diavolo.

Ma no che non veste Prada, nossignore, non adesso, almeno. Che io non ami i primi giorni dell'anno non è del tutto vero, nutro per essi dei sentimenti alternati, di noia e sbadigli o di premonizioni di disastri di immani proporzioni, o di sfavillante, compulsa e convulsa iperattività, fiducia nel futuro e nel prossimo mio, o voglia irrefrenabile, qualche volta, di allestire un falò e di sistemarci, accuratamente s'intende, qualche personaggino non proprio adorabile. Gennaio và così. Stamattina mi sono presa un paio d'ore, la figliolanza allargata, oh yes, signora mia, qui i figli crescono come funghi, come dice? no, no, non scruti i miei vestiti in cerca di rotondità sospette, non sono mica Nicole Kidman, ho vinto un figlio nuovo, cresciutello e già svezzato, fanno cinque, madame, sì grazie, l'unica cosa che non mi deve dire è proprio Auguri e Figli Maschi. Sgrunt! Così, stamattina, regina incontrastata del focolare domestico, profumi e balocchi per meeeeeeeee! A Natale, qualche Anima Diabolica ha pensato bene di regalarmi un orpello che ancora non non aveva trovato posto nella mia collezione di trucchi: un eye liner e, per giunta, viola melanzana. La libidine. Ben si sa, io son maldestra, non sono usa a pasticciarmi gli occhi, se non con il divino, che non lascia traccia o quasi. Così, stamattina, presa da raptus, indecisa se rifare i letti o darmi un'aria glamour, non si sa mai, può arrivare una sventola di postino da un momento all'altro, certo, lo riconoscerei, suona sempre due volte, ma che ci vuoi fare....ho compiuto l'insano gesto. Autodidatta. Ho scoperto in me doti nascoste. E posso con candore affermare che niente, niente, nientissimo al mondo tira più sù il morale di questo coso qui. Modalità d'uso: tenere la mano ben ferma, allungare verso l'esterno la palpebra e tracciare con tenerezza una righina sottile, avendo cura di sgnàccare un pò di più (do you need translation?) quando ci si trova a metà del percorso, e poi di nuovo assottigliare. Più facile a dirsi che a farsi. Occhio da pantera, sguardo languiderrimo, un pò tangenziale, ma appena appena. Così, in questa immensità, in questo delirio di ansie e squinternamenti, ho rifatto i letti che sembravo Carla Bruni. Beh, quasi. Mancava solo Sarkozy. E le piramidi, ovvio.

03 gennaio, 2008

Frivolezze nella tormenta.

Da avere. E subito, anche. Un must per il 2008. Assolutamente irrinunciabile. Prima però, bisogna ben capirne il funzionamento e l'utilità. Grande spolvero ed enfasi ha dato Shu Uemura a questo aggeggino, anche nel film, o meglio nel gigantesco spot pubblicitario, che è stato Il Diavolo Veste Prada. Ho idee confuse a riguardo, sarà che sono in vacanzissima, sarà che siamo piacevolmente blindati a Villa Villacolle da una tempesta di neve che turbina e vola e imbianca e ci fa guardar fuori rabbirividendo e uscire sul terrazzo solo per sfamare Federico, sarà che si è tutti ancora in pigiama, qualcuno dormiente e che la scrivente nessuna voglia ha di cose serie. Tornando a lui, sfidate la tormenta e recatevi alla profumeria più vicina, se Milano in Via Brera, se Londra in Covent Garden, signora cara e scusate se è poco, da questo omino giapponese che ha appunto reinventato questo orpello: Il piegaciglia. Sissignora. Ora, il piegaciglia era assolutamente indispensabile negli anni diciamo 60, i tempi del Piper, insomma. Poi, è finito nel cestino, in fondo al cassetto, e nessuno se l'è più filato. Inutile dirlo, con rispetto parlando, io lo posseggo. Ma, ahimè, mi vedo costretta a confessare, qualcuno mi spieghi con precisione...a cosa serve? Io ho provato, davanti allo specchio, confrontando il prima e il dopo, ma le ciglia sono assolutamente identiche, sia senza che con. Con ciò non voglio asserire con noncuranza che la natura mi ha dotato di ciglia già di per se stesse curvate alla perfezione ma sono forse impedita e non faccio un uso proprio dell'aggeggio in questione. Si sa, son problemi da togliere il sonno. E in un giorno così, con la neve sulle lucine di Natale appese alle finestre, col camino che scoppietta e una certa buona dose di compiti di vacanze da imporre alla figliolanza, una minuscola sciocchezza ci voleva proprio. Senza contare che magari nel pomeriggio mi verrà proposta una passeggiata in collina, con piumino e berrettone di lana, per improvvisare una battaglia di palle di neve. Ci andrò eccome. Ma prima, avrò cura di piegarmi per benissimo le ciglia. Devo forse farmi insegnare da un giapponese come si ottiene uno sguardo da gattona?

08 dicembre, 2007

E alla fine arrivò Zara.

Le ragazze lo aspettavano da tanto. Le signore, anche, in un certo senso. Curiose e attirate da tutto quello sfavillare, da tutto quel gran parlare, dalle favole metropolitane che ne hanno accompagnato l'apertura. Gli unici che non la volevano proprio erano loro, i negozianti. Dicono di aver visto qualcuno aggirarsi tra gli scaffali nuovi di zecca con le lacrime agli occhi. Zara impaurisce. Ma solo un certo tipo di negozi ha da temere. Quelli dalle commesse simpatiche come un herpes, simplex o zoster non fa differenza, quelle che continuano a piegare maglie e non ti degnano di uno sguardo o al limite ti apostrofano, Se Ha Bisogno Chieda Pure (ma nella nuvoletta sulle loro teste leggi, sì, va bene, ma meglio se non chiedi che stamattina c'ho i mazzi miei da pensare e non ne ho voglia). Quelli che appena entri e chiedi una cosa cominciano a scuotere la testa e fare di no, e nemmeno ti dicono Mi Dispiace, che dovrebbe dispiacergli molto, in fondo mandano via un cliente scontento, e invece ti fanno sentire una demente, ma come mi è venuto in mente di chiedere quella roba lì? certo che mi è venuto in mente, è fotografata su mille giornali, possibile che proprio loro non ne abbiano mai sentito parlare. Zara è la giustizia. Farà giustizia, nel mondo delle commesse dagli occhi bistrati e poco altro, di nero vestite e con lo sguardo interessante quanto un cacciavite, è vero che non c'entrano, ma chi le ha assunte, se non il proprietario, chi le ha addestrate se non il Capo Supremo, a sua immagine e somiglianza? Se è scorbutico il capo, sarà scorbutico il collaboratore, è una legge di natura. Granitici resisteranno egregiamente i negozi più caldi, dove si può entrare, provare mille cose e uscire con un sorriso, magari a prendere un caffè con le ancelle, amiche tue, che ti hanno dato una mano, venduto settimane orsono due scarpe da viale che sono un amore. Resisteranno con grazia quelli dalle commesse che sorridono, che non ti dicono Ciaodimmi, che anche se non ne hanno più voglia, sei sempre per loro un cliente speciale. Zara è lì. Ancora non l'ho visto, ma dicono sia luccicante e pieno all'inverosimile. Mi piacciono le cose di Zara così come quelle di Gucci, e pazienza se il cappotto ha perso tutti i bottoni e ha già le tasche bucate, che si pretende per 49,90? Fa pur sempre la sua bella figura. Zara equipara. Le Snob e le Squattrinate, le une per posa, le altre per necessità, Zara calmiera, le Dive e le Semplici, le Dame di Carità e le Donne Normali, le Impostate e le SenzaOgm, le RadicalChic e le Special Guest, le Equosolidali e le Griffatissime. Zara mi piace. Diventerà come spesso accade, non solo un enorme negozio ma un luogo dove riflettere, aggirandosi tra le gonne, accarezzando i cappotti, spostando le camicie per vederne bene il collo. Ci si troverà al mattino, prima di un caffè o di un appuntamento, nella pausa pranzo o mentre si aspettano i figlioli a danza, a musica, a calcio. Sarà una meta d'obbligo e poichè si mischieranno stili e marche, durata e qualità, fuori di lì, dentro di là, proprio di fronte e magari un pò più in là. E nel nostro armadio, accanto alla gonna a palloncino che abbiamo preso per vedere di nascosto l'effetto che fa, ci sarà sempre posto per un pantalone più serio e un golfino che proprio non potevamo lasciare lì. E che con le scarpe da viale, cara la mia signora, fa proprio un figurone.

28 novembre, 2007

Nel blu.


Ben presto arriverà. Tra dicembre e gennaio, dicono. Uno smalto blu, blu, bluissimo come il cielo, come la notte, come il mare quando è quasi nero, insomma blu. Certo, ci vorrà coraggio, ma sarà solo questione di abitudine, non ci siamo forse in men che non si dica abituate in tutta scioltezza al ciliegioso Rouge Noir? Bene, faremo lo stesso col blu. Leggo qui, mica me lo sono inventato. Sarà bellissimo, e anche se non lo sarà, pazienza, sarà bello andarlo a provare in profumeria, in un solo dito, com'è ovvio, mica si sta lì a spennellarsi tutta la mano. Così, un pò Maga Maghella, un pò fata Turchina, la mano bluissima incontrerà eccome, un pò di mare e di cielo sulla punta delle dita. Si vedrà. E lei, signora cara, la smetta con quel rosa perlato accecante, lo vuol capire sì o no che non è più cool? Va beh, fa lo stesso, come dare Golia a un asino. Continuiamo così, facciamoci ancora del male.

25 ottobre, 2007

Un'autoreggente ci salverà.


Nel senso di calza, com'è ovvio che sia. Eccheccavolo, vogliamo tirarci un pò sù, in maniera del tutto innocente e casta e pura? Chi l'ha mai detto che le autoreggenti siano sinonimo di postribolo, storie torbide e donne di malaffare? So di donnine con l'espressione di Bernadette che indossano intimo da urlo, ogni mattina, senza per questo aver annotato in agenda Dentista quando invece si recano al motel più vicino. E' una pratica del tutto consentita. In realtà non sono una grande estimatrice di siffatto articolo. La gommina degli elastici mi dà allergia, ho sempre la sensazione che mi scivolino giù, e, diciamolo, non è proprio una bella esperienza. Però piacciono, eccome. E lei, signora mia dalla faccia stupita e scandalizzata, sappia che, se si fa un giro da Calzedonia, le fantasie più belle e più cool sono proprio del genere autoreggente, con un pizzo alto e fascinoso, sexissime, coprenti il giusto e dai colori più eleganti. E quindi? E quindi si rechi. Acquisti a man bassa la fantasia a piccoli pois, oppure quelle righine lì che sotto al tailleur traslucido stanno che è un amore, le abbini unicamente a ballerine ultraflat per scongiurare l'effetto Raccordo Anulare e via. E cosa importa se così apparecchiata stile Mamma dello Sposo si spinge solo fino al mercato a comprare i mandarini di Sicilia. Sotto sotto si sentirà irresistibile, una specie di Michela Brambilla di noialtri. Come dice? teme un raffreddore? Ohibò. Ma come devo fare io, con lei?

18 ottobre, 2007

Potevo sottrarmi?

Ma certo che no. Io ero lì, loro erano lì, splendenti, violissime e fintissime, che sono così in voga, signora cara, e poi una signora non è mica una signora se non ha un giro di perle, sì, anche per andare a far la spesa o portare a spasso il cane. Che io le adori, non v'è dubbio alcuno. Le perle hanno su di me un effetto speciale, soprattutto in autunno, che il sole c'è e non c'è, e allora sì, un bel tocco di luce sul vestito nerissimo, a occhieggiare discreto da sotto la maglia, anche dalla felpa, perchè no, quando esco di casa così come mi trovo, coi calzettoni, magari, le maglie coi fumetti, i jeans di 20 anni fa, che dovrei buttare, invero, ma come si fa. Non ho proprio resistito. Le perle in questione, di vetro che tintinnano e fanno quel bel rumore che amo, rigorosamente made in China, e dove se no, facevano la loro bella figura in un banco del famoso mercato di Corso Palestro. E' da sempre la meta obbligata delle segretarie in pausa pranzo, delle dame torinesi in controtendenza, di chi è a spasso in via Cernaia e passa di qui per comprare la frutta. L'ho frequentato piuttosto, qulcosa come , vediamo, ventiquattro? (brrrrr) anni fa, segretaria al primissimo impiego. Ieri, invece, col mio sposo, attendendo l'arrivo dalla facoltà del giovane Holden. Le perle erano lì. di ogni colore, a un prezzo ridicolo. Come non accaparrarsene una bella manciata? Serviranno per regali estemporanei alle Amiche del Cuore, pensieri carini in mattine di gelo. Scalderanno, come i guanti di lana e le magliette delle salute. E se costano solo 2 euro, in fondo, ma cosa importa. Sono finte, cinesi e viola. Non si era detto che bastava il pensiero?

06 ottobre, 2007

Il tesoretto.


Non c'è proprio niente di male. Ad avere voglia di nuovo, voglia di sentirsi a posto, in ordine, quasi perfette. Perciò, in questi giorni, m'è punta vaghezza di cominciare dalle mani. Non sono una fanatica dello smalto o almeno, non fisso appuntamenti settimanali per limare o accorciare o lucidare. D'altra parte, non è che conduca una vita tutta fotoromanzi e telenovelas, e mi viene difficile mantenere uno smalto immacolato per più di giorni due, quando va bene. Così, ho ripreso una tattica prettamente autunnale. Sulle mie povere mani, provatissime da un'estate tutta cazzate e lascate ( e che bisogna stare attenti con questi termini, un'estate piena di cazzate può avere più d'una interpretazione letterale), ho deciso di regalarmi una manicure piuccheperfetta e che piuccheperfetta resterà per settimane tre. Niente di fuori dal normale, nessun uovo fuori dal cesto, è vero, nasco barocca, ma su di me sono in genere molto rigorosa, nessun fronzolo, nessuna french manicure, nessuna decalcomania, niente o quasi. Mi aveva un pò stufata, ma in realtà è l'unico modo per avere mani da regina. Mani perfette, luciderrime, lunghezza giusta che non mi impedisca di scrivere, ricamare, dare carezze e arruffare riccioli, fare a maglia e lavare i piatti. Già, i piatti. L'ancella autrice dell'opera che porto alle mani mi ha assolutamente sconsigliato di usare detersivi senza guanti. Santissima donna. Non sa che, nel silenzio della mia umile cucina, spesso la lavastoviglie è ingombra, il tavolo pure e l'acquaio anch'esso. Così, mi tocca andare di Svelto. Lo farò con assoluta eleganza, indossando non già i volgarissimi guanti usa e getta, ma quelli di gomma, lilla e rosa, così cool al momento. La mia manicure piuccheperfetta lo resterà per molto. In effetti, và salvaguardata. Assicurata. Protetta. Dichiarata patrimonio dell'umanità. Come dire, un piccolo capitale sulla punta della dita. Massì, signora mia, la vita è così breve!

14 giugno, 2007

E a smalto?


Ne discutevo ieri con la mia Maiuscola Vicina. E oggi, l'ho buttata lì, alla mia Amica della Riviera: a smalto, come sei messa? Son domande, signora mia, che tolgono il sonno in questo periodo dell'anno, quando le cose sono ancora tante, ma con la fine della scuola ci si sente un pò in vacanza, di cocco e di granite, anche se in vacanza ancora non ci siamo, ma già abbiamo comprato solari e shampoo riparatori e balsami e doposole, e la Profumeria ti ha regalato una stuoia che è un amore e un pareo con scritto, ma guarda un pò, il tuo nome di battesimo. Ma, si diceva, lo smalto. Appartengo a quel plotone di donne che non ama lo smalto rosso sulle mani, finita è ormai l'epoca della french manicure e delle unghie ricostruite che davano per una ventina di giorni un aspetto impeccabile ad ogni manina del Pianeta Terra. Al massimo, una passata di Beige Naturel, ma devo essere proprio in vena. Son manine laboriose, e quante cose sanno far. Ma ultimamente, un nuovo Fornitore della Real Casa, leggi, l'Estetista, mi ha ben consigliato sullo smalto da apporre alle estremità. La mano, resti pure candida e lucida, se proprio si vuole, ma nell'estate che andiamo ad inaugurare non facciamoci cogliere impreparate. Rouge Noir, signora mia, Rouge Noir! Orsù, non fate le timide, se anche voi avete sempre messo basi trasparenti o al massimo glitterate, la parole d'ordine di questo giugno inquieto è O-SA-RE!!!! E quindi, su una pedicure perfetta, và apposto senza tema di esagerare un bello smalto scurissimo, ciliegia, amaranto (!), tendente al nero e simpatizzante per il viola scuro, che occhieggerà con stile dal sandalo piatto portato con pantalone capri e maglietta aderentissima. Jackie Kennedy docet. Lo smalto scuro avrà la sua parte, farà del suo meglio a dare di voi l'immagine, graffiante ed elegante ad un tempo, che mai avreste sognato di avere. Coraggio, allora. Come recita un antico adagio If you go black...Ma, adesso che ben ci penso, questa, è tutt'altra vicenda. Raffaella, mi hai compreso?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...