06 aprile, 2006

Anche io.


Ora sto meglio. Ce l'ho. Ne possiedo uno, finalmente. E sono soddisfatta.
La diatriba del rigalimoni non occorre capirla fino in fondo, affinchè diverta. C'è e basta. Comprato in un negozio di ferramenta che vende cose inenarrabili, dagli stampi per le uova di Paqua a quelli per biscotti, ma non quelli di metallo che usiamo tutti, no, troppo facile, quegli stampi americani che ricordano i timbri della Posta, tanto per capirci. Ma sa, signora, quest'anno abbiamo venduto un sacco di stampi per la colomba. Ne vuole uno? Gulp. Ho declinato, gentilmente, tutta concentrata sul mio rigalimoni nuovo di zecca. E così, da oggi, la mia cucina ha un nuovo utensile. Lo userò, vediamo, 6 volte in un anno.
Ma, come si dice, doveva essere mio. E lo è, giust'appunto.
Anche se, a ripensarci, era più carino quello di Ikea.

05 aprile, 2006

Blook che cosa???


Ecco, certamente mi addormenterò più acculturata, stasera. Quello che leggete è un blook. Una di quelle parole orrende coniate per fondere 2 cose insieme, cioè blog e book. Un ibrido, insomma. A metà tra il romanzo che voglio scrivere da sempre e il blog che da un mese più o meno mi diverto a tenere. Le Fragole, insomma. In realtà, qualcuno mi ha chiesto "machecos'èunblog?". Ecco, mi sono sentita, per così dire, interrogata. Di matematica, peraltro. Dunque, vediamo. Un blog nessuno sa bene che cosa sia. E' uno spazio, un sito, una vetrina, una specie di quaderno dove scrivi quello che ti va, dove metti le ricette e le foto del tuo gatto, dove parli di fisica e di pizzo al tombolo, di letteratura e di infradito, di alta finanza e crema per le mani. Un caos, insomma. Affascinante, perlopiù. Uno racconta e si racconta, e ho fatto una torta e ho comprato una borsa, ma so di moltissimi che leggono ogni mattina, dopo i quotidiani e l'oroscopo, e questa, lasciatemelo dire, è una gran bella soddisfazione, che mi esalta, mi inorgoglisce e un pò mi gasa, a dirla bene, e tutti, a un certo punto sapranno i fatti miei, ma cosa importa.
Uno scrittore, vero o finto che sia, deve avere la sua bella dose di narcisismo. Che scrittore sarebbe, se no?

Il tunnel.


Forse è impopolare. Forse non sta bene. Ma io, dal tunnel, ancora non sono uscita. Della Coccoina, intendo. Da tempo immemorabile, io, la annuso. E la trovo, sublime. Quel misto di mandorla e di biscotto un pò bruciato, di budino, anche. Così buona che ti vien voglia di assaggiarla, ma, tranquilli, fin lì il mio delirio non è mai arrivato. La usavo a scuola. Prima dell'avvento delle colle in stick, era Lei a farla da padrona. Ineguagliabile lo scodellino argenteo, malleabile, e quel suo pennellino, un miracolo di design anni 70. Aprirla, nuova, immacolata e passarlo pianissimo, per carità, sulla superficie lucida ed intonsa, era un rito vero. Una celebrazione. Adesso, le occasioni di usarla non sono molte in realtà, ma possiedo il mio bel barattolo di Coccoina per ogni evenienza. E, passando dalla corsia della cancelleria al supermercato, la tentazione è sempre troppo forte. Mi fermo e la annuso, circospetta. E la adoro.
Farà male?

04 aprile, 2006

Lost and found.


Lo so, lo so. La fotografia è orrenda. Non gli rende giustizia, come dire. Tutti, io credo, abbiamo degli oggetti di culto, inscindibili da noi, senza un significato particolare, o magari anche. Certo, non l'anello di fidanzamento o la fede. Gli altri oggetti, dico. Un braccialetto, una maglia, una candela. Cose che ci sono piaciute subito, regalate o meno, trovate per caso o cercate per anni. Io ne ho qualcuno. E Lui era uno di questi. Non lo tolgo mai. Ci gioco quando sono in imbarazzo, lo leggo e rileggo, lo lucido, mi piace il rumore che fa, un pò ferraglia un pò campanellino. Sabato mattina non l'avevo più. Ho cercato dovunque. Ho chiamato quasi in lacrime la palestra, ho disfatto il letto, rovesciato la borsa. Era sparito. Perso. E il mio cuore con Lui. Beh, non esageriamo. Molto triste, comunque. Anche se un pò ammaccato, anche se in qualche lettera lo smalto è venuto via. Poi, oggi, la scoperta. Se ne stava lì, seminascosto, sotto il sedile della macchina, era il sole del pomeriggio a farlo luccicare. Meraviglioso.
La felicità, voi lo sapete, è fatta di piccole, piccolissime cose. Anche ritrovare, quando meno ce lo aspettiamo, qualcosa che pensavamo perduto per sempre. Sia esso un amico, un amore, o, nella fattispecie, un braccialetto con inciso l'Infinito di Leopardi.
Bello davvero.

A tonnellate


Uniamo l'utile al dilettante, come ho sentito dire una volta. In una bella mattina grigina il giusto, ma sono certa che si metterà al bello, lo so, lo sento. Una ricetta semplice, e ce ne vorrebbe una tonnellata di mousse au chocolat per tirarsi fuori, per tirarsi sù, per sfangarsela un pò, insomma.
Stufa, direi. Di quelli che fai passare sulle strisce e nemmeno ti guardano, della campagna elettorale (ma sono in corsa per la presidenza del Consiglio o di una scuola materna?), delle multe prese per 5 minuti di distrazione, di quello che sbaglia la corsia del Telepass. Stufa dei call center, dove per chiedere una banale informazione devi digitare e attendere e digitare e attendere per non perdere la priorità acquisita. Stufa delle commesse che "Ma quella borsa costa 730 euro, e tu, bene, allora me ne dia due", stufa di quelli che ti raccontano le loro mirabolanti avventure senza nemmeno chiederti come stai.
Per consolarsi, forse, basta la saggia frase C'è di Peggio, una spazzolata e via, per non pensarci più.

03 aprile, 2006

Daysleepers



Receiving department, 3 a.m.
Staff cuts have socked up the overage
Directives are posted.
No callbacks, complaints
Everywhere is calm.
Hong Kong is presentTaipei awakes
All talk of circadian rhythm
I see today with a newsprint fray
My night is colored headache grey
Daysleeper
The bull and the bear are marking their territories
They're leading the blind with their international glories
I'm the screen, the blinding light
I'm the screen, I work at night.
I see today with a newsprint fray
My night is colored headache grey
Don't wake me with so much.
Daysleeper.
I cried the other night
I can't even say why
Fluorescent flat caffeine lights
Its furious balancing
I'm the screen, the blinding light
I'm the screen, I work at night
I see today with a newsprint fray
My night is colored headache grey
Don't wake me with so much.
The ocean machine is set to nine
I'll squeeze into heaven and valentine
My bed is pulling me,GravityDaysleeper.
Daysleeper.
Daysleeper.
Daysleeper.
Daysleeper.

R.E.M.
Bonjour.

Work in progress.


Le modifiche sono state salvate correttamente. Si dice così, no? In effetti, qualche piccolo aggiustamento a questa creatura, andava fatta. E così, stamattina, mi trovo il mio bel blog un pò più carino, un pò più completo, un pò più e basta. Ci sono i siti dove leggo le ricette, e dove schiatto dall'invidia per non avere qualche volta tempo/voglia/ispirazione/capacità per arrivare a tanto. Ci sono i siti delle Frivolezzen, delle vanità, utilissimi, qualche volta, per tirarsi un pò sù. E molto altro. Ancora di cose ne mancano. Ma andiamo con calma. Qualche altro lampo di genio, qualche altra mezz'ora persa a litigare con il signor Html, qualche mezz'ora rubata al mio Sposo che con pazienza monastica mi assiste, e via. Le mie Fragole saranno sempre più carine.
Un pò di sole che scaldi davvero, quest'oggi. proprio oggi che forse, ne abbiamo tutti un pò più bisogno.

02 aprile, 2006

Stiamo zitti.


In silenzio. Così. Niente c'è da dire. Orrore o tragedia. Esiste un modo che la dica giusta? Non credo, anzi no che non c'è. Ci sono le lacrime. C'è il chiedersi perchè. C'è una preghiera, magari, nel modo che conosciamo, un pensiero, leggero, farlo volare in alto, dove gli angeli, dove le nuvole.Impariamo a soffrire in silenzio, da soli o in mille, senza voler fare anche di uno strazio uno show.Come allo stadio. Che bisogno c'è di applaudire, come a teatro, come a una festa, se festa non c'è. Silenzio, in piedi. E zitti. Se ci riusciamo, senza avere paura dei pensieri che ci prendono. Perchè è paura, lo sappiamo, e non ce lo vogliamo confessare. Un pensiero a quella mamma e a quel papà. E uno per te. Per te, pochi mesi di riccioli e di occhioni celesti che abbiamo visto ai Tg. Per te, i dentini da latte, la nanna da fare, il profumo del borotalco. Per te, un abbraccio caldo, che ti arrivi fino lì dove sei, da una mamma che non è la tua ma che ti abbraccia forte come fossi suo, Tommaso.
"Vola libero e felice
al di là dei compleanni
in un tempo senza fine
nel persempre.
Un giorno noi ci incontreremo
quando ci piacerà
nel mezzo dell'unica festa
che non potrà mai finire."
Richard Bach - Nessun Luogo è Lontano

Serve sempre.



In effetti, ha un suo senso specifico. Può dischiudere per te, in maniera semplice, l'ostico linguaggio html. Può spiegare in men che non si dica anche il più astruso teorema ai figli, tutti compresi, dalla tabellina del 9 alla fisica dello stato solido. Ripara in tutta scioltezza la grata di legno del caprifoglio in giardino e progetta, ristruttura e realizza con rara efficienza. Certo, ha qualche sbavatura. Le camicie nel suo armadio devono avere un certo ordine stabilito, le maglie pure. Il minimo disordine lo manda fuori, ma, col tempo, complice la famiglia, gli animali e , ovvio, la scrivente, si è, come dire, tranquillizzato. Sottomesso, non già. Per il resto, uno zucchero. Un cuore colorato, un'anima bella, l'amore della vita. Di bell'aspetto, un pò fuori, rassicurante, distinto, direbbe mia nonna, fascinosissimo, dico io. Sarò anche di parte, tirerò, per dire un'ovvietà, l'acqua al mio bel mulino, ma, in assoluto, sposare un ingegnere elettronico ha i suoi bei vantaggi.

E io, modestia a parte, lo sposai.

01 aprile, 2006

Il compromesso.


Tutt'altro che storico. Non pretenzioso, non modaiolo. Gradevolissimo. Un pomeriggio da Ikea, ogni tanto, male non fa. Soprattutto se ti servono una quantità di oggettini per una casa nuova nuova, che so, lo spremiagrumi, l'arricciaburro e il famigerato rigalimoni. Io, che cuoca sopraffina non sono, l'ho cercato, individuato e, ahimè, non comprato. Rimedierò a tale scelleratezza, lo prometto. Speso una cifra vergognosa in lenzuola color corda e asciugamani verde acido, cestini totalmente inutili ma di rara bellezza, candele, una piovra di peluche, uno gnomo di terracotta e un'infinità di utensili. Cucchiai per gelato, sbucciapatate, contaminuti, posate per insalata. Senza, non si può fare, si sa. Tutti, rigorosamente viola. Molto chic.

..la gatta non si muove.


Inventiamoci un qualche cosa da fare in un sonnacchioso sabato pomeriggio. Acquerugiola noiosa, figli sparsi, un libro da iniziare ma senza entusiasmo. Di sabato, ho solo voglia del nulla, nulla che implichi un impegno mentale e/o fisico, che non sia comprare qualcosa, cucinare qualcosa, chiacchierare qualcosa...Il nulla e basta. Mi conforta il fatto che sarà chiaro fino a tardi, che in piena notte il Liceale riederà a casa, e che tutti, domani, avremo un compleanno da festeggiare. L'universitario, mica pizza e fichi!

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...