07 febbraio, 2007

Grand soirée.


Si era capito da stamattina presto che non sarebbe stata una giornata come le altre. E infatti. Il mio sposo si preparava alla partenza, che ancora di andar per mare si parla, e sarà fuori qualche giorno. E io, novella Penelope, qui ad attenderlo. Che di filare, signora mia, non ne ho mica il tempo, sa? L'ufficio, la casa e i figlioli poi, che quelli di daffare ne danno in quantità. Sono stata di corsa tutto il giorno, gestito una serie di trasporti qua e là, una spesa con la princi, e pregustavo di già una serata niente affatto male. Ha uno strano sapore, la sera, se sono sola coi miei figli. Tutti vogliono fare qualcosa per aiutarmi un pochino, sia sfamare il cane o svuotare la lavapiatti. E io, lascio fare. Ho due bodyguard e una principessa, mica noccioline. e per loro, una sera un pò trasgressiva, che questa formazione scombinata la reggiamo solo per qualche giorno. Grande cena e tutti a nanna? Nemmeno per sogno. Il regale menù comprendeva un succulento pollo arrosto Esselunga e patatine del sacchetto, che una volta all'anno si può fare, eccheddiàmine, non è mica veleno per topi! Cenato velocemente e poi, proiezione di un film non troppo impegnato, il libro l'avevo mollato a pagina 15, cosa che non faccio mai, ma mi incuriosiva di vedere la sfilza di scarpe Manolo Blahnik tanto decantate nei trailers. Seratona in casa mia, perciò. E il mio sposo stia ben sereno. Domani riso in bianco e a letto presto. Anche se sono tentata da bowling e kebab. Ma anche luna park e cinese sarebbe da valutare. Come recitava quel proverbio? Quando il topo non c'è la gatta fa per tre. Mi sa che ho sbagliato qualcosa.

05 febbraio, 2007

Meravigliosa creatura.


Che io l'adori, non è mistero. Ne avevo già parlato qui, e anche qui. Mi è simpatico. Ha un'aria dandy e finto trasandata che mette allegria, ha fatto i suoi ruzzoloni, ma che male c'è, in fondo? Se si fosse chiamato Brambilla, nessuno ci avrebbe fatto caso. Lapo ci riprova, riparte, questa volta, come dice, con un progetto tutto suo. Certo, di idee ne deve avere avute tante, che ne so, un bell'allevamento di procioni, oppure curare le pubbliche relazioni della Premiata Merceria Mariuccia di San Colombano al Lambro. O ancora, una fiorente industria di tappi per le orecchie. Mannò, signora, il Lapo è un tipo intelligente, sa che cosa fa tendenza e che cosa no. Carbonio, signora mia, car-bo-nio, e che non si confonda con quelle pastiglie nere che prende lei quando ha mal di pancia, quello è il carbone ed è un'altra questione. Il Lapo è una specie di Re Mida, non lo sapeva? Tutto quel che tocca diventa prezioso e glamour. Così come le felpe, gli occhiali di carbonio disegnati da lui stesso medesimo, con la sua bella matitina, sono destinati a diventare un vero must. E che cosa importa se costano 1007 euro, che numero bizzarro, suvvia, forse la classe ha un prezzo? Forse il suo nonno, quando ha fatto costruire lo Stealth, ha badato a spese? Certochennò. Insomma, diamo una possibilità al piccolo Lapo. Io, da parte mia, gli auguro tutto il bene possibile. Di vendere tonnellate di occhiali e di fare un successo coi controfiocchi. In barba alle malelingue che lo volevano finito, nipote di tanto nonno e figlio di tanto padre, incapace di camminare per conto suo. Vai, Lapo, sono dalla tua parte. promettimi però di fare attenzione, questa volta. Nonostante il tuo scivolone e tutto il resto, la Fiat, italica e precipua risorsa del nostro Paese, sta volando in alto. Ma se sbagli un'altra volta, ciccio, mi sa che non basteranno Vasco Rossi e la Nannini, a fare degli spot della Fiat Auto, delle vere opere d'arte. Dovresti provare con Pavarotti. Ma che consegni le chiavi direttamente, in concessionaria, e già che c'è, improvvisi un Nessun Dorma all'acquirente. Non sarebbe mica male.

Flower power.


E' piccola cosa. Stamattina il risveglio con l'ansia, inspiegabile e immotivata come tutte le ansie che si rispettino, se no, che ansia è? Ci si è vestiti a caso, ripassato le catene montuose in macchina con la Princi, un pò svogliate tutt'e due, in realtà, ma come potrebbe essere il contrario, il sonno, il freddo e la nebbia, sfido chiunque. Sembrava che nulla potesse risollevare le sorti di una giornata così. Nulla o quasi. Al mercato di Piazza Garibaldi, quello del lunedì che è più grande, è ben vero che non è granchè, ma il fioraio è un omino simpatico con un forte accento genovese e aveva ai suoi piedi una distesa di piantine senza pretese, coloratissime, timide e impacciate a mostrare i loro colori in una mattinata così. Io non son brava con le piante, mi son fatta spiegare per filo e per segno come prendermi cura di queste piantine di viole del pensiero ne abbiamo 12 colori diversi ma a me ne è bastato uno, il mio. Le ho prese tutte uguali e disposte, per ora, ancora nel loro vasetto, negli avulsi vasi vuoti del davanzale. Avrò tempo per loro. Tempo per guardare fuori dalla finestra e vedere questi piccoli petali e queste piccole foglie, e provare una gioia. Piccola, certo, ma impagabile. Consigliata la terapia floreale, in un lunedì di febbraio senza senso alcuno, senza voglia alcuna, senza slancio alcuno. Cinquanta centesimi a piantina. Cinquanta centesimi per una piccola felicità.

01 febbraio, 2007

Occhiali da luna.



No che non sono da sole. O forse anche. Ma questi occhiali, che vanno a impinguare la mia già ben nutrita collezione, sono occhiali speciali. Ricordano Stenmark e Thoeni, la Valanga Azzurra e quella Rosa. Bellissimi. Hanno quest'aria semplice e dimessa, eppure li trovo così esclusivi, sportivissimi eppure così eleganti, da ghiacciaio, forse, da neve, assolutamente. Da luna, ho deciso. Non importa se piena o a metà, se velata o limpidissima. Da luna, e basta. Per guardarla e sentirla più vicina. Per guardarla e dirsi ma che bella è. Per guardarla come si fa sempre, da sempre, che sia inverno e che sia estate. Per guardarla e pensare, anche qui, non importa a che cosa. Lei, intanto, guarda giù. Alberi e case, amori inventati e amori mai finiti, macchine e cose, musiche e poesie, risate e sospiri, fughe e sogni, sorrisi e promesse, baci e sguardi. Occhiali da luna. Assolutamente perfetti per stasera, che è luna piena. Il must, mi sembra ovvio.

E vissero felici e contenti.



Caro Silvio.
Mi sembra davvero che ti sia un pochino lasciato andare. Lo so, lo so, stè due sventolone ti avevano fatto perdere la testa, e tu ci hai dato giù di limoncello alla festa dei Telegatti, però, dai, un po’ di contegno. Io non mi sono mica arrabbiata, sai, solo, avrei preferito che ieri sera, rientrato a casa, mi avessi mandato un messaggino, con scritto Buonanotte o una carineria del genere. Io, ci sarei passata sopra. Dai, adesso non facciamola tanto lunga, tu hai un sacco da lavorare e io devo badare ai figli che guarda, mi mandano fuori dai gangheri. E quando torni, ricordati di passare all’Esselunga a comprare le uova, che ieri sera PierSilvio ha voluto la frittata e se le è spazzolate tutte.
Baci.
Tua Veronica.

Cara Veronica,
In effetti mi hai fatto una bella sorpresa. Stamattina quando sono andato dal giornalaio e ho comprato Repubblica, miseria, ancora un attimo e mi veniva un infarto. Non mi sono nemmeno fermato a parlare del Milan come faccio sempre. Forse hai ragione, ho un pochino esagerato, ma non te la devi mica prendere così ogni volta. Io avrei dovuto stare buonino con quelle ragazze, ma sai, sono così scosciate e scollate, che l’occhio casca sempre proprio lì, sono un uomo, cribbio. Vero, non facciamola tanto lunga. L’amore non è bello se non è litigarello. Ci farò una canzone con l’Apicella. O l’hanno già fatta? Dai, non tenermi il muso, però. Vuoi un'altra collana come quella che ti ho portato a Marrakech? Dimmi come ti piace. Stasera però lasciami qualcosa nel microonde, che arrivo tardi. E ricordati di stirarmi la camicia celeste. Domani mi serve.
Baci.
Tuo Silvio.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...