12 settembre, 2009

Non sono pronta.


E' vero, mica ci vado io. E poi, su quattro, solo gli ultimi due vanno a scuola, gli altri due stanno studiando per gli esami. Rettifico. Uno sta studiando per gli esami, l'altro fa finta di studiare per gli esami. Ma non è questo il punto. No, non sono pronta, non sono pronta affatto. Ad alzarmi all'alba, per esempio. A cominciare la sinfonia, la menata, lo sbattimento. Non sono pronta e non ne ho voglia. DI libri e lezioni e di orari, nooooooo, gli orari no, alle tre devo essere e per le cinque devo andare, e poi alle sei meno un quarto mi devo trovare, nooooooooo, vi prego no. Io ho ancora il fuso orario dell'estate, profumo ancora di cocco e di gelato sulla spiaggia, giro scalza, scollacciata, e abbronzatina, ho ancora i campanellini di Folegandròs alla caviglia, io non ce la posso fare a mettere l'orologio, a far la lista delle cose, a foderare i libri, i compiti, le udienze, la sola parola mi fa venire i puntini rossi. Sono giorni frenetici, sembra che tutto proprio tutto si sia concentrato qui e adesso, e non mi ha trovata pronta. Sarà che mi sento il cervello come risciacquato, messo in candeggina e scolorito, come si faceva coi jeans una volta. La verità è che non ne ho voglia e basta, che pagherei per avere ancora una decina di giorni di niente assoluto, di baloccamenti, di zero pensieri, di zero appuntamenti, di zero di tutto. E adesso, scusate tantissimo ma vado di fretta, la Princi è a una festa e và ripresa alle 21. Come, non è ancora lunedì 14!!! Certo che no, bellezza, ma Giostra ha già iniziato a girare. E pronta o non pronta, ben meglio sarà che che inizi girare anche tu.

11 settembre, 2009

Solinga.


Non càpita mai. Non ricordo a memoria di essere mai stata sola solissima di venerdì sera, nella casa sulla collina. Fa effetto, niente da dire. Questa in verità non è che sia una casa di quelle normali, c'è sempre un gran traffico di arrivi e partenze e stazionamenti e passavo di qua, e campanelli e telefonini e bip bip di messaggi e urla e risate e voci di sottofondo e pianoforti e chitarre e sedie spostate e rumori di doccia e spruzzi di deodoranti e ticchettii di tastiere e passi sulle scale e parolacce, esclamazioni, imprecazioni, risse, ogni tanto, litigi, canzoni, palline che rimbalzano, phon, rasoi, e cose così. Stasera, un bel niente. I figlioli sparsi, il Capitano salpato, persino la Princi ospite da un'amica per quel rito complice che è così in voga fra le ragazzine, StaseraPossoDormireDa. E' l'ultimo week end prima della buriana della scuola, e lasciamo che sia. Quassù, nel silenzio inusuale di queste pareti, mi organizzo. Avrei ben potuto uscire, un cinema magari, come suggerito dalla mia Amica con la Toga, perchè non esci? No che non esco. Mi impossesso di questa divano sterminato e ci sto io ed io soltanto. E posso permettermi di scegliere tutti i film in bianco e nero che voglio, senza sentirmi dire MaCosaGuardi? con aria schifata. E fare la maglia con tutte le luci accese, se mi va. E leggere fino alle due quel libro che ho comprato questo pomeriggio. E magari finirlo, come mi capita spesso. E che ne so, farmi un bagno di due ore, scioglierci ogni genere di corbelleria, le palle frizzanti coi brilli di Lush, per esempio, e lì scialacquarmi senza che nessuno bussi o chieda udienza o che mi racconti di aver preso una multa parlandomi da dietro la porta, è già successo. Potrei mettermi uno smalto fiammeggiante, farmi un impacco di hennè ai capelli, accendere gli incensi che non piacciono a nessuno, mettere la musica del Buddha Bar a palla, guardare vecchie fotografie, fare un dolce per domani, riordinare qualche cassetto. Deciderò man mano. E' una strana pace, quella di stasera, gradevole, certo, forse un pò malinconica, appena appena. Domani arriverà in fretta, e tutti i figli riederanno alla casa sulla collina, per l'ora di pranzo. Fino ad allora la casa è tutta per me. Qualcosa mi inventerò, ma, e lo dico sottovoce, a questo silenzio preferisco il caos. Son fatta male. Lo so.

08 settembre, 2009

Matrimonio di settembre.

Ripresa dai festeggiamenti per il millesimo post, ubriaca persa da tutti quelle parole così belle, e grazie grazie, mazzi di fiori, vassoi di tartine e flute di bollicine, e fette di torta, grazie, grazie, infinite come le Fragole, grazie altrettanto. Finita la festa, ora ci si smuove un pò, cose e cose da fare, manco a dirlo, anche se ancora si respira un'aria vacanziera che mette allegria, anche se ancora non si è a pieno regime, la PrinciMusicista riede domani da una mini vacanza dove si nutre di pane e spartiti e note e Bach. Settembre è un mese frizzante, gradevolissimo per certi aspetti, anche in una casa chiassosa e faticosa come Villa Villacolle. Ci si organizzerà per bene, come al solito, come sempre, come tutte quelle volte in cui una minuziosa e chirurgica organizzazione scongiura il pericolo incipiente di uscire definitivamente di senno. Già, perchè non è mica tutto un rosolio, tutto biscottini e centrini candidi, e ciccì e coccò. Si fa con calma, si ordinano i pensieri insieme alle camicie stirate, si individuano calzini spaiati e soluzioni a questioni che sembravano così complicate, si puliscono tonnellate di fagiolini, lo sguardo vacuo e intento mentre si allontanano, insieme agli scarti, anche le cose che non vuoi più sentire, le menate, si chiamano così, le cose da nulla. Settembre è foriero di grandi progetti e grandi, grandissime aspettative, di un clima di giorni intatti prima della Grandissima Buriana rappresentata dall'inizio delle scuole. C'è già un sole tiepido che ha sposato stamattina in giardino un'aria dolcissima e fresca, testimoni il basilico e l'ibisco, celebrante il ciliegio verdissimo, invitati la talpa e il Candido Gatto, grande assente il pettirosso ma ha mandato un telegramma. Noi qui di settembre ricacciamo i magoni in fondo alle scale, li nascondiamo sotto alla terra umida, compreremo dell'erica per quel vaso senza nulla, cucineremo un pochino, ascolteremo con grazia questa fine di un'estate che è ancora lì sulla porta e che non sa se restare o andare via, portiamo con noi un golfino leggero, ai matrimoni, ben lo si sa, non si va mai a braccia nude.

05 settembre, 2009

Mille mille mille mille mille mille........

Ti ho fatto una torta.
Come , per me?
Certo, per chi se no?
E per qual motivo?
Come, non lo sai? Dai, non far la furba, sono mille.
No, non sono mille, son quarantasei, fra un mese circa.
Ma và, che cosa hai capito. Mille. Mille. Mille i post di questo blog.
Ma dai...davvero?
Seeee, dimmi che non lo sapevi.
Sì, beh, certo che lo sapevo, lo vedo sempre quanti post faccio, son mica scema. Ho cominciato a contarli all'indietro, circa cento post, e dicevo ne mancano venti e poi dieci, e poi due, così...
Allora?
Allora che?
Come si sta dopo mille post?
Si sta così. Bene, direi. Benissimo, anzi. Sono quasi tre anni che scrivoscrivoscrivo e ancora non mi sono stancata. E mi piace, mi piace da morire scrivere di me, scrivo per me, anche se so che mi leggono tanti, ma tanti , ma così tanti che davvero non credevo.E le cose che scrivono loro a me, poi, da brivido, lo sai?
Beh, sì, ne ho letto qualcuno, di commenti intendo, qualcuno è davvero pesante.
Sì, è vero, ma non ci bado, in tre anni ne ho cancellato solo due davvero brutti, malvagi, non so come dire ma gli altri li lascio, fanno parte del gioco.
E che gioco è?
E' il gioco che mi piace fare di più. Scrivo da quando ho dieci anni, avevo un quadernino con Gatto SIlvestro, un quaderno a quadretti smesso da mio fratello, di quelli con poche pagine usate, che era un peccato buttare via, aveva la copertina di quelle a righine, di quelle figurine che se le muovi cambiano l'immagine, capito come?
No, ma fa niente.
Ecco, il quaderno di Gatto Silvestro era il mio rifugio segreto, lo tenevo nascosto dietro al mobile dell'ingresso, e quando ero triste o l'avevo combinata grossa, lo prendevo e scrivevo.
Cosa scrivevi?
Tutto quello che mi veniva in mente, così, non molto diverso da quallo che faccio ora.
Beh, ne è passato di tempo.
Sì, e non ho mai smesso. Credo di essere un pò dipendente, in fondo. Scrivere mi fa sentire bene, mi calma e mi esalta, mi tranquillizza e mi elettrizza, non so, è così difficile da spiegare. Metto in fila le parole, mi vengono così, di getto, non rileggo mai, così come non ho mai fatto le brutte dei temi a scuola. Inizio a scrivere che ho un peso sul cuore, che magari ho un nodo proprio qui che non scende giù, e allora mi siedo un attimo, faccio un respiro, e le mie mani scorrono veloci sui tasti, così veloci che non so se sono davvero io a muoverle, o se vanno da sole. E la mia mente vola con loro, in automatico, non importa che io parli di rossetti o di malinconia, di drittoerovescio o di lacrime disperate, quel che c'è è che rimagno solo io, con il rumore delizioso dei tasti, magari la lavatrice che centrifuga di sottofondo, ma per quei dieci minuti, e solo dieci, te lo giuro, non ci metto mai di più per scrivere le mie cose qui sopra, dieci minuti in cui io rimango sola, sola in questo mondo incantato che è mio e mio soltanto e mi sento in pace, sospesa, protetta, avvolta, e forte, anche, brava, che me lo dico da sola, e che ogni tanto ci vuole. E alla fine, mi sento leggera e trasparente e il peso sul cuore è andato via, volato lontano, così. Ho scritto di tutto qui, di quanto ami questa famiglia, e questa vita che ho, e questa casa e le mie più piccole cose, i cani, il basilico, il pettirosso, i miei gomitoli, le mie amiche, l'amore della mia vita, i miei figli, mio padre lassù, i giorni disperati, le sciocchezze, mia madre lontana, la paura, questo mio essere così come sono, l'ansia, la tristezza, la gioia vera, il gossip, il lucidalabbra, che odio stirare, i ragni, i topi, le tende nuove, il mio divano strappato, che non so stendere, del libro che voglio scrivere da un secolo, che non so far di conto, che so a memoria un milione di canzoni e di poesie, il disordine, la mia cucina, mio fratello, le rose, i libri,i giorni che gira e quelli che no, i tacchi, il pigiama, il mare, la collina, i biscotti. E le torte.
Eccone allora, una per te. E' del colore giusto, mi pare.
Sì, è bellissima,
Sì, mi è venuta bene.
E' bello ricevere regali, e davvero non so come dirti grazie...
Di niente.
Anzi, lo so, te lo scrivo. Dopotutto, è la cosa che so fare meglio.
Dai, scrivi.
Mille grazie per mille post.
Col cuore.
A tutti quelli che li hanno letti, che non si stancano di leggere, che un pò si riconoscono, che un pò mi vogliono bene, che un pò mi fanno felice, così felice che mille ne ho scritti e ancora mille ne scriverò.

02 settembre, 2009

New season.

Inizia qui. Che non è caldo e non è freddo ancora, e tanti progetti si possono fare, non necessariamente legati alla stagione in corso, è questa la magia, si può finire un bikini o una gonnina di cotone, mentre si sbircia con impazienza un pacco di lana nuovo di zecca, pronto per essere trasformato in whatever you want. Uno scialle, dice Emma dal suo blog, ci salverà dalla noia, dai ragni, dalla tristezza dell'autunno, dalla tosse e dalla monotonia. Ben perciò, oggi ci si rechi senza indugio, come al solito, come sempre al BioCafè, quello del vicolo, per il primo KnitCafè della stagione. E, di grazia, si consulti con solerzia il calendario a lato, ci si apppunti per bene giorno e ora, per non dire poi con la faccia contrita, gli occhi da cocker e i lucciconi, MaIoNonLoSapevo!! Fuori c'è un cielo senza colore, ci sono cose e cose da fare, ma due chiacchiere tranquille, un pò di gossip innocente e due giri di maglia sono il meglio che c'è.
Bio Cafè
Vicolo dell'Erba
Alessandria
dalle 15 alle 18

Colà vi si attende, e che ve lo dico a fare.


Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...