16 ottobre, 2009

L'equilibrista.

Che sarebbe stato facile non è mai venuto in mente a nessuno, nè di pensarlo, nè tantomeno, di dirlo. Non è che si cambiano le cose così, come la luce, accendi, spegni, non c'è un interruttore, non è che chiudi la porta e buonanotte ai suonatori. Ci sono delle volte che ti viene un pò da pensare, e di solito succede quando ti fermi un attimo, finchè vai, vai e basta, non ti sogni nemmeno di, e poi all'improvviso, ecco che le certezze un pò si sbriciolano, appena appena, e si procede sì, ma un pò si ha paura. Passa. Passerà. Si fa con calma, un passo dopo l'altro, si va avanti con metodo e sapienza, ci vuole mestiere e quello c'è, e allora dove sta il problema, noi qui siamo abituati a mangiarne, di problemi e questioni e pasticci e vicende, corazzati che siamo. Passa. Passerà. L'equilibrista del circo sulla piazza, quello coi carrozzoni scrostati e un leone triste nel recinto che non fa più paura a nessuno, quello con la cassiera finta bionda con lo smalto rosa, che legge un romanzo di Liala quando non c'è nessuno, lui, l'equilibrista fa così, l'ho visto io. Passa sulla fune ben tesa, con l'asticella che sembra leggerissima tra le sue mani bianche di gesso, e scivola elegante, sui nasi della gente e sulla pista polverosa dove prima giravano i cavalli stanchi col pennacchio e il domatore infilava la testa nelle fauci della tigre spelacchiata. Lui procede, sicuro e concentrato e l'ho visto bene come fa, se hai una corda te lo faccio vedere anche io, lui cammina anzi scivola e non muove un muscolo, attento e invincibile, scivola e scivola finchè non è arrivato di là, e allora sorride e tutti applaudono ma se ci hai fatto caso, non guarda mai giù.

15 ottobre, 2009

Ogni mattina una gazzella.

Eccetera. Non vado pazza per gli aforismi, le frasi da cioccolatino, quelle che dicono quelli che parlano bene. Ma è la mattina presto, quando la giornata è ancora tutta da inventare, che si sta lì, a mescolare il latte e a guardar fuori, ne ho parlato di già, è uno dei miei momenti più perfetti, non saprei dirlo meglio. Che belli che sono i pensieri del primissimo mattino, brillanti, trasparenti, lucidi come la targa d'ottone sulla porta d'ingresso, ancora impiastricciati di sogni e di coperte, e di caldo del letto, che sei ancora in camicia da notte, una specie di limbo, al confine, tra quel che eri un minuto fa e quel che sarai per le prossime, vediamo, quanto dura la mia giornata, la giornata di ognuno, tredici ore, forse, anche di più, se mi rimbambisco davanti alla tv, con una parte di famiglia, a finire finalmente la copertina a righe e a sentire come un belloccio fa a pezzi una canzone di David Bowie che adoro. Son pensieri bellissimi e crudeli, quelli del mattino prestopresto. Ti senti così potente, carica, sul pezzo, come dicono invece quelli che parlano male, ci stai dentro, come dicono i ggggiovani, e ti attardi e cincischi, e sei lì che pensi e pensi ma i numerini rossi sull'orologio del forno vanno così veloci e lo Sposo e i figlioli sono usciti da un bel dieci minuti e di cose e di idee e di pensieri ne hai avuti già un centinaio, e allora e perciò, come si dice, non importa che tu sia leone o gazzella eccetera, meglio sarà che ti dia una scossa e che barcolli fin sotto la doccia. Pensieri bagnati, pensieri fortunati. Come dicono quelli che parlano e basta.


13 ottobre, 2009

E fuori, l'azzurro.


Chi si aspettava il vento freddogelato dalla Siberia, ne ha avuto slo un pochino ieri sera. Già ci si immaginava in colbacco e pellicciona sulla slitta del dottor Zivago, e invece un bel niente del tutto. Domani sì ci sarà freddo ma per oggi ci si gusta in grazia di Dio ancora un pò di questo cielo. Anche nella casa in collina tutto procede con un'insperata beatitudine, almeno nelle ultimissime ore. Beninteso, la casa in collina certo non è una casa tutta zucchero e miele, amorecuorefiore, attenzione. Qui si urla e si strepita, si mettono musi qualche volta, si grida dalle scale E' Prontooooooo!!!!, si fanno discussioni e discussioni e si perorano cause e si litiga, com'è ovvio che sia, io con lo Sposo, lo Sposo con me, io coi figli, i figli con me, i figli con lo Sposo, lo Sposo coi figli, e tu avevi detto che, chi? Io? Ma mai nella vita, e allora vedi che sei bugiardo, no sei tu che non capisci, che non capisco cosa? son mica deficiente? insomma, così. Solo, oggi è una beata giornata, almeno fino ad ora. Qualche bella notizia che fa bene al cuore, un esperimento di torta, di quelle dei pacchetti che però vengono una delizia, e una teglia di mele al forno per le quali la Princi va pazza (ingredienti: mele, teglia e forno) la casa tirata a lucido, in ordine per le prossime due ore scarse, lo Sposo mansueto, ciarliero, felice. Il Giurisprudente che si è offerto volontario di ritirare i fratelli a scuola, cosa non da poco, ma da qualche tempo è uno zucchero di fanciullo, sarà la Biondina, sempre lei, che me lo sta addomesticando? In questi cinque beati minuti appena prima di pranzo, che è tutto pronto e si attende, meglio non c'è che sedersi un istante, bearsi di questo momento piuccheperfetto, i panni che asciugano fuori, un silenzio che è una carezza, una sottile, balsamica felicità. Magari, alle quattro e un quarto in questa casa si scatenerà il delirio, ma per adesso, lasciamo tutto così, la pace qui dentro e fuori l'azzurro.

12 ottobre, 2009

Vento dalla Siberia.




Meglio prepararsi con musica adeguata.

Ottobre, d'estate.

Che bell'aria che c'era. Forse non è proprio il modo giusto per dirlo, ma è stato proprio così, un'aria bella di sole caldo, inusuale, strano, forse nemmeno tanto giusto ma chissenefrega, noi col sole si sta già meglio a prescindere, e tutto sembra più lucido e luminoso, anche quello che non lo è. Invece, di un week end luminosissssssssimo si è trattato, sabato a conoscere un pò i cugini, i miei nipoti, suppongo, che anche io ce li ho, come tutti, e sono anche belli e quel che è magnifico hanno una casa tutta viola e due bambini così belli da farmi venir voglia di farne un altro, ma insomma. E poi ieri, la prima vera domenica tutti insieme, come noi si fa d'inverno, di solito, ma quale inverno se siamo in maglietta stravaccati sul prato, a far le foto con l'autoscatto, mentre il Regio Architetto, inforcati gli occhiali da architetto, ovvio, comincia ad immaginare quel progetto che diventerà una figata, sarà così, lo so che non si dice ma oggi vale tutto. Si attendono riunioni su riunioni, anche con l'Alter Ego, che mi sgrideranno, lo so, perchè io parto dai lampadari e loro pensano prima ai pavimenti, ma si sa, nasco barocca, me lo dicono da sempre, e allora, che farne di me? Un sole bello così da molto non si vedeva, o forse sì, ma che bei giorni di sole perfetto sono stati questi qui, perchè il sole va bene, è lassù, va bene che scalda e abbronza e secca i fiori se non li annaffi e ingiallisce il pratino e asciuga le lenzuola in un secondo, ma il sole, quello vero, lo fanno le persone che hai intorno, quelle che ami e che vorresti sempre con te, e che ci sono sempre in effetti, al pranzo della domenica con la tovaglia candida e i fiori, e alla merenda, quando la casa è tutta un tramestio di tazze e dolcetti e nutelle home made e chiacchiere. Mercoledì, si dice, perturbazione dalla Siberia. Che arrivi pure, se vuole, che di sole, noi qui, c'abbiamo il nostro privato. E scalda anche di più.

08 ottobre, 2009

Calma.

Un giorno quieto, di quelli che scivolano via piano piano, la mattina che erano le 8 e dopo un attimo già quasi mezzogiorno, ma come, non doveva essere lenta questa mattina qui? Si è rovesciato tutto così, come la bottiglia dello shampoo quando ti cade nella doccia, lento eppure veloce, quieto ma acceso, che bella frase questa qui, mi piace così tanto. Così, ho mischiato fusilli e penne, imbastito un pranzo veloce, riordinato magliette e pensieri, stirato camicie e progetti, idee e quelle dannate tende della cucina, che non ne voglion sapere. Ho la tastiera che non mi fa la o, devo premere forte e qualcuna la perdo, come l'orchidea sul tavolo che perde i fiori, un profumo di buono per tutta la casa, l'orecchino non l'ho trovato,e tre libri da leggere sul comodino. E' un giorno lento e meraviglioso, non si fa niente di speciale, che cosa avrà mai di speciale un giovedì qualunque, c'è un sole tiepido che scalda ancora e asciuga le lenzuola stese fuori, oggi si va in centro, si è trottato con grazia tutta la mattina per riuscire a ritagliare un pomeriggio così, in un bar del centro coi tavolini ancora fuori, più tardi forse, appena prima di cena, una passeggiata nelle clline rosse di foglie di vite e profumate di mosto e di umido, e che caldo strano che fa, nessuno lo dica che è già autunno o l'incantesimo svanirà.

07 ottobre, 2009

Pizzi e briciole.

Contro la malinconia. E' una giornata particolare questa qui, per me. I dolori, quelli grandi, quelli veri, non è che scompaiano col passare del tempo. Solo, ed è brutto a dirsi, un pò ti ci abitui, come una convivenza forzata, a dire, c'è, me lo tengo. A volte di più a volte di meno, ci sono giorni in cui nemmeno lo senti, altri invece che te lo trovi seduto lì, e fino a sera non và via, un ospite sgradito ma conosciuto, sai bene com'è fatto. E ogni anno è un anno in più, li conti, accidenti, ventinove, ventinove, è più di una vita, quanta ne è passata e passerà, ho avuto gli anni suoi quando è andato via, e spesso mi trovo ad immaginare come sarebbe stata la mia vita se quel giorno non fosse arrivato mai, dove sarei, che farei, se le cose che ho sarebbero uguali, e se e se. Non posso dire di essere triste, oggi, non è la parola giusta. Un pò vuota, forse, come senza corrente, come se rivivessi un pò quel giorno, come se avessi ancora la gonna blù a pieghe e quel nastrino, e allora, per darmi forza, ho iniziato subito una sciarpa leggerissima, di un color malva che adoro, è un filo sottile e un punto difficile, bisogna stare concentrati, non ho neppure tolto la tovaglia della colazione, e il gomitolo si è riempito di briciole, ma ho voluto la mia mente impegnata per un pò a contare, prima di cominciare una giornata così, coi fiori freschi e il camposanto, nel pomeriggio. E' un giorno come tanti, ce ne son stati ventinove da allora, e quel dolore è seduto lì, in cucina, con le briciole e il thè che si è raffreddato nella tazza con le ortensie, e quel pizzo leggero che devi stare concentrata e contare, e lo so fare, l'ho fatto mille volte di già, eppure, stamattina non mi viene.

06 ottobre, 2009

Maleficio.


Si preannunciava una sera così tranquilla, di quelle come da molto tempo non, non so come dire, di cene così amene come stasera, tutti rilassati e ridanciani e anche allegri, và, che in questa casa si è allegri senza un motivo vero, che è l'allegria più bella se ci pensi bene. Già immaginavo quel bel divano un pò sfilacciato, in realtà, ma ha un'aria csì vissuta e pestata, e stropicciata e un pò trasandata che lo fa più bello di quello che è, a rifoderarlo ci sarà tempo. Immaginavo me e qualche abitante la casa in collina, forse la Princi se avesse finito in tempo di ripassare geografia, e forse il Giurisprudente, perchè no, sono giorni di grazia, sorride molto, non si imbizzarrisce come fa di solito, non massacra neppure tanto il Liceale, bah!, è così strano. Pensavo e immaginavo di iniziare qualcosa con la lana nuova di zecca arrivata da Stoccolma. Un bel niente. Ho guardato sul tavolo, ho perso una cosa, cioè, non che proprio l'ho persa, stamattina era lì e mi sono detta, ok, devo ritirarli, inutile che li lasci lì, e stasera, al loro posto, cioè al posto di due cose ce n'era una soltanto e l'altra, puff! sparita, polverizzata. Preziosa, certo, un pò. E mi piaceva anche tanto, accidenti. E adersso ne ho una sola, non che non la si possa portare anche così, certo che no, ma dove diavolo è finita l'altra, ho cercato sotto il tavolo, spostato tutto, non c'è mica Mago Merlino in questa casa e nemmeno il mago Silvan, Mistero Magia, Apparizioni e Sparizioni. Niente, perso, sparito, dissolto nel nulla. E adesso mi dico che ben mi sta, che non posso continuare ad essere così disordinata e dire, sì, le cose sono lì, le ritiro tra un momento, ma una punizione così mi sembra davvero troppo, insomma, vorrei ritrovare quel dannato coso che mi piaceva tanto, e allora e perciò, continuerò a cercare e cercare e rovinarmi questa bella sera che bella non è, stramaledettissimo orecchino ma dove diavolo sei accidenti a te.

05 ottobre, 2009

Thanks to.


Come si dice? Stanca ma felice? O forse, felice e basta. La maratona di Manualmente, anche quest'anno, ha tirato giù la serranda, si sono fatti scatoloni e scatolini, raccolto ferri, uncinetti, aghi, vezzose forbicine, presiosissimi ferri circolari di cristallo di Boemia, arrivati direttamente dagli States sotto forma di regalo di compleann per la scrivente. Si son radunati gomitoli e avanzi e ripiegato copertine e imbottito cappellini con la carta velina, pronti per l'operazione smistamento dei prossimi giorni: come al solito, il luogo deputato per tale delicatissima riunione è il nuziale talamo di Knitaly. Che dire, anche quest'anno è stato bello, forse più bello dello scorso anno, non so, perchè forse sapevamo tante cose in più e tante ne abbiamo ancora imparate. Divertente, anche, stimolante, emozionante. Cuore di Maglia piace, e tanto anche. E questo non può che renderci un pò più felici ogni volta. Perciò, ringrazio tutti quelli che sono passati da noi, a farci un saluto, a vedere un pò che faccia che avevamo, a toccare le cose che avevano visto solo in fotografia. Perciò, grazie. Alle fanciulle dei Gomitoli Rossi, perchè so che non le perderemo per strada. A Manuela che mi ha detto Sei proprio Tu, insieme a Simona, perchè sono certa che la conoscevo di già. A Tiziana che ha imparato i dishcloths, a Cristina, con gli occhi lucidi, Conoscete Una Certa Che Scrive? A Francesca, che ha lasciato un pò di figli a casa e un pò se li è portati, a Nadia, amica persa e spero ritrovata, a Lella lontana ma vicinissima, a Erre e Gemma, che mi hanno portato la torta e la loro allegria, a Cristina che ha imparato il "KillerLoop", alla delegazione di Albenga, nata lì e subito, ai curiosi, ai meravigliati, alle nonne con le nipoti, a chi c'era e anche a chi non c'era, grazie. E poi, di noi, grazie alle mie Amiche Galline che da qui sono venute fin a là a darci prezioso supporto, a Maya, Ewa, SilviaElisaTypesetter da Milano, Emma Stylist con deliziose bambine al seguito, Francesca e i treni di Matteo, insomma, a tutte proprio tutte. E alla fine, a lei, preziosa compagna d'avventure, Precisa Ingegnera, grazie mica lo dico,. Tanto sa già tutto.

02 ottobre, 2009

E grazie.

Quanti baci, quanti pacchettini, quanti abbracci, quanti tantiauguriateeee, quanti sms, quanti messaggi su Facebook, quante mail, quante telefonate. Rispondo a tutti, lo giuro, appena finito Manualmente.
Io vi aspetto lì, Stand F5, fino a domenica compresa...la festa, continua. E io, vi adoro.

01 ottobre, 2009

Che bello.

Come mi piace quando c'è la luna e ancora non è buio. E' una lampadina dimenticata accesa, non serve ad illuminare, solo, si fa guardare, vanitosa com'è. E che bella l'autostrada stasera, non c'era nessuno o quasi. E' stato così un bel pomeriggio, oggi a Manualmente, tante amiche ritrovate, tante nuove e curiose, che ci hanno dato del loro, insegnandoci a fare dei fermacapelli meravigliosi, con perline ed uncinetto, il loro personalissimo contributo a Cuore di Maglia. Che bello stasera, la Princi che suona con la finestra aperta, va bene, è ottobre, ma è un ottobre così bello che di castagne di polenta non ne parliamo ancora, tempo ci sarà, è ancora un pò estate, se la guardi bene, si è ancora leggerini, senza calze, coi golfini che portiamo appresso per pudore ma che non infiliamo mai. Che bello stasera, che bella sera, che bel buio che è arrivato in un momento, e che belle le rose sul tavolo, fioritissime, con qualche petalo caduto ma ancora così profumato che è quasi un peccato buttarlo via. Domani compio gli anni. Con un sera così, la festa è praticamente già iniziata.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...