30 novembre, 2009

Ci siamo quasi.

Cheggiornata, con due g. E che serata. E che nottata sarà mai. Sembra davvero Capodanno. Siamo qui, ad aspettare la mezzanotte. Perchè a mezzanotte succederà qualcosa di straordinario.
Il nostro personalissimo San Silvestro inizia ora. Fra pochi minuti svelato verrà il mistero delle ultime settimane. Coraggio, i fuochi d'artificio da questa parte. Resistere, crollo dal sonno ma resisterò, giuro, mano sul cuore. Che bello, però.

E domani...

Domani che?
Domani, beh, una sorpresa.
Sorpresa per chi?
Per tutti quelli che vorranno, che scoperta.
Domani a che ora?
Dalla mezzanotte di stasera, bestiuccia, che è ancora oggi ma già domani.
Ok, allora sto incollata al pc.
Ecco, brava.

29 novembre, 2009

Oro puro.

Sembra bianca ma non è. E' oro, bellezza, cioè bianca e oro, natalizia il giusto, sberluccicante, mooolto chic. E' una domenica di pioggia, quella fina fina che ti fa venire il nervoso, che lucida l'alsfalto e fa fare shhhhhhalle macchine, ma se guardi fuori, non è che dici, toh guarda, piove. E' pioggia invisibile, degli gnomi, una nebbia un pò più consistente, ecco, inutile che se la tiri tanto da pioggia, alla fine. Si dice che in montagna ci sia già la neve, alla fine l'autunno bello se n'è andato sul serio e ci ha lasciato questa roba qui. Noi qui, nella casa in collina, ci si appresta a vivere questa domenica tranquillissima, si è stirato, bleah, stamattina, o meglio si è data una forma consona al mucchio selvaggio colà stipato e oggi, intorno alle 18, 30 riunione in lavanderia per la Regia Distribuzione di calzemutandemagliettefelpetutemagliedacalciocamicioletshirt. Un arrosto sfrigola beato dentro il forno, si è un pò tutti sparsi per casa, tutti tutti, al gran completo. Grandi progetti usciranno da questa casa nei prossimi giorni, e da questa e da questa. Nel frattempo, si sceglie il da farsi, se incaponirisi col Mitragliato Mormor o scegliere pigre un nuovo filato e un nuovo schema di cui innamorarsi. Ci si stringe intorno al collo questa nuova meraviglia doratina, che importa se si è in casa, ho un accenno di mal di gola, appena appena, e lo sanno tutti che per farlo passare serve l'oro.

28 novembre, 2009

Indovina?

Sorprese, magie, apparizioni e sparizioni.
Tempo di sorprese, da queste parti.
Prossimamente qui sulle Fragole,
ma anche, e soprattutto, qui.
E prossimamente si scrive prossimamente
con la s sibilante, ma si legge
1 dicembre 2009.

Curiosi, curiosi, e ancora curiosi.

E non chiedete a lei e nemmeno a lei. Tanto, non vi diranno nulla.


27 novembre, 2009

La paura.

Ho avuto paura. Tanta, anche. E' raro che mi succeda, io non vado fortissimo in macchina, anzi, proprio vado piano e poi mi piace guidare e lo faccio spessissimo, abito fuori e avanti e indietro e sù e giù, coi figlioli e le cose. E ieri sera, la seratona della pizza dopo il KnitCafè del giovedì, che abbiamo riso fino alle lacrime, noi 5, e che abbiamo fatto, come al solito, le 21e37, roba da non riprendersi, non so se mi spiego. Ma è stato al ritorno, che è successo. Ho sbandato, non so, nella strada di casa che conosco a memoria, a memorissima, ciascuno di noi sa la strada di casa, potrebbe farla davvero bendato, girato al contrario, così. Improvviso, ho visto il bordo della strada davanti ai miei occhi, non ricordo come, ho cominciato a ballare sulla strada deserta, per fortuna, col fischio delle gomme come nei film, come le sgomme degli scemi il sabato pomeriggio, con la radio a palla e i catenoni. La macchina ha perso il controllo, ha perso me, la mia attenzione, o sono io che ho perso lei, perso la nozione della strada, della prospettiva, dell'andare dritto. Ho avuto paura. Sono finita nell'altra corsia, e poi di nuovo di qui e poi di nuovo di là, un zigzagare disordinato, durato quanto? un secondo? due? mille? Non lo so. Non c'era nessuno, non ho sbattuto da nessuna parte, ho avuto il controllo della situazione, del volante, non di me. Che non ricordo, che non so, se qualcosa ha attraversato, o abbagliato, e non ricordo, come se il mio cervello fosse diventato un lago fermo, il niente, fosse mancata la corrente per un pò. Ora meglio, bene anzi. A casa ho tremato per un pò, tutti intorno preoccupati, ma è passata., adesso è passata. Mi sforzo di ricordare e non mi viene niente, e non ho bevuto, giuro, a parte l'acqua gasata. Oggi mi darò una calmata, riordinerò per bene i pensieri e cercherò di ricordare. E la prossima volta, acqua naturale. Mi sa che è quello. La CO2, ogni tanto, fa brutti scherzi.

25 novembre, 2009

Malefico Mormor.

Non si parlava d'altro, da un pò di giorni in qua. O meglio, loro non parlavano d'altro. Hai fatto il Mormor? Io sì, ne ho fatti 2. Come, solo 2? Io ne ho fatti già 6, sai com'è, mi porto avanti coi regali di Natale. Spiegometro. Il Mormor è uno scialle bellissimo e difficilissimo. E loro sono lei, lei e lei, che quest'ultima è la scellerata che l'ha pure inventato, scritto, preparato e disegnato. Io non mi ero neppure messa. Io non ci azzecco con la precisione, e qui, cara la mia bambina, se sbagli anche solo di un punto ti viene tutto sghembo da una parte, storto, insomma, un delirio. Poi, oggi, mi è punta vaghezza di provarci, e chi sarò mai, la scema del villaggio che non riesco a fare il Mormor? E chi saranno mai loro, che se la tirano, ossì che se la tirano, e Mormor di qui, e Mormor di là, che se la danno da Piuccheperfette? E infatti, via. Ho scelto il filato che avevo avuto in dono da lei, e ho iniziato. E quale è stata la mia sorpresa nel vedere che, ma che meraviglia, il Mormor prendeva forma sotto le mie mani, grande, grandissima magia del tricottamento, ti sembra di fare una stupidaggine e invece guarda che bello, sta venendo proprio come quello della fotografia. Perciò, me la tiravo anche io, e dicevo, ossì, ce l'ho fatta, vedete, anche io farò ventisette Mormor, di colori diversi, s'intende, e li farò in una settimana scarsa, ci metto così poco, vado così veloce. Poi. Poi è successo l'inspiegabile. Dovevo contare. E ho contato. ORRORE. Laddove doveva essere 12 era 14, e dove 11, 8 e dove 8, 14. Sob. Sigh. Doppo sigh. Il mio Mormor è inesorabilmente e irrimediabilmente sba-glia-to. Ma io non lo disfo, no che non lo disfo, e non dite a nessuno che è sbagliato, va bene, verrà storto e sghembo ma io dirò fiera, E' una Variante al Modello, con un'aria di sufficienza, ma non gliela darò vinta a Quelle Là, che lo fanno ad occhi chiusi, lo annoderò con grazia e nessuno se ne accorgerà, verrà mica la stilista a controllare...ohi ohi. A questo non avevo pensato.
E comunque, io, Quelle Là, le Piuccheperfette, le adoro. Anche se, scema del villaggio, ho il Mormor storto.

I pensieri del treno.

Mi piace il treno, l'ho già detto. E lo dico di nuovo, perchè mi viene in mente solo quando ci vado, e di solito d'inverno, più spesso, fra nebbia e gelo, che è molto meglio. Non importa quanto lungo è il viaggio, anche un'ora o poco meno può bastare, è il tempo giusto. Andare in treno mi piace perchè si può leggere. E pensare, pensare, pensare. Credo che del treno più di tutto mi piaccia il dondolio. Mi piace, il vagone si muove impercettibile o meno, culla piano ad ogni scambio ed è bello quando rallenta e poi riprende. Setaccia, in un certo senso, i pensieri che vuoi avere e quelli che no, le cose cui vuoi pensare e quelle che invece , magari dopo. Difficilmente si hanno tristi pensieri, in treno, almeno, io non ne ho avuti mai, e sembra impossibile, ho viaggiato e viaggiato, da poco più che ragazzina, da una vita a un'altra vita, da un paese a una grande città, ogni fine settimana, con la stessa voglia di partire e tornare, sia da che per. Sono stati bei viaggi, ho letto centinaia di libri, è capitato che finissi un libro in un week end, buona parte in treno. Non ho mai chiacchierato, però. Io, che parlo anche coi sassi, in treno invece no. Non attacco bottone, come si dice, sto come si sta in chiesa, in silenzio, guardo fuori, e ascolto. Non le chiacchiere degli altri, ma c'è sempre meno gente che parla in treno, ognuno perso nei suoi pensieri, nei fatti suoi, come me. Io, zitta. Ascolto il rumore delle rotaie, i fischi e i sibili, e mi piace da morire quando un treno incontra un altro treno e si sommano così le storie di chi và di qua con quelle di chi và di là. E quel sussulto di un secondo, che fa un pò paura, che scuote dai pensieri, distoglie per un pò e poi torna tutto quieto come prima, a dondolare, veloce o più piano, a setacciare con cura i pensieri, questo sì, questo no.

23 novembre, 2009

La Danza delle Scatole di Latta.

Gli swap mi piacciono tanto, mi sono sempre piaciuti tantissimo. Strani incontri si fanno a girare sul web, divertentissimi, perlopiù. Come questo. La Madame in questione è bi-mamma da pochissimo. Eppure, non si sa come, è riuscita ad organizzare in cinque e tre otto una cosa non proprio semplicissima. Il principio è testè spiegato: lei ha messo in un bel calderone molto chic una serie di indirizzi mail, in numero pari, ovvio, di tutti quelli che volevano partecipare. Eppoi ha fatto gli abbinamenti, a caso, credo. Eppoi, ha comunicato a ciascuno un indirizzo cui spedire una scatola. Con dentro cosa? Sorpresa. Così, io spedirò una scatola a qualcuno e qualcuno la spedirà a me. Fine dello spiegometro. Il bello della vicenda è la sorpresa, la cura che ci metti a preparare una scatola per qualcuno che non conosci. E' divertente. In realtà io ho qualche indizio sulla mia Compagna di Scatola, perchè ha un blog. Ma giuro, mano sul cuore, che non dirò nulla, almeno fino a quando la scatola non sarà già in viaggio. Begli incontri si fanno sul web. E a te Daniela, ancora grazie di quella polvere di liquirizia che mi hai spedito tre anni fa..."Certe cose, sul web, nascono così".

So precious.


Preziosi, sì. Luccicanti, luccicantissimi. E per me che son gazzaladra, di rara, rarissima bellezza. Un regalo, perlopiù. Ma procediamo con ordine. Si dà il caso che io sia in questi giorni di nebbia a setacciare rigattieri, svuotacantine e solai, alla ricerca di un arredamento shabby che nessuno vuole, quelle poltroncione enorme ricoperte di tessuti improbabili, quei tavoloni lunghissimi, quelle sedie da bistrot, come ho imparato che si chiamano. Per quel progetto che mi frulla in mente da un pò e che forse in primavera, in grazia di Dio, sarà finalmente attuato. Così, ho scoperto un luogo. Un luogo non distante da qui, che ci si arriva in fretta, meglio se con un dolcetto. per il caffè delle 11, nel magazzino con la stufa, che ha tutto un altro sapore. E'un luogo che adoro, perchè vanesia e sognatrice come sono, mi piacciono i luoghi dove si intrecciano le storie di mille persone, credenze, armadi, vecchie camere da letto, specchi sontuosi, scatole di latta, lampadari opulenti, zuppiere e piattini sbeccati e spaiati e libri, dischi, copriletti, sedie impagliate, cose. Mi piace l'odore di questi posti, di colla, di legno, di vecchio e di bello. Affascinante, per me. E poi lei, Nicoletta, la regina di questo Parco dei Tesori, che ha avuto da subito per me un trattamento speciale già dall'altra volta, e anche oggi, che sono andata a prendere le sedie, che arrivano da una sala, quella del pranzo della domenica mi sa, che sono un pò sporche ma di una bellezza semplice e giusta per il luogo dove andranno. E poi, quel regalo inaspettato, quella scatola da merceria che sembrava vuota e invece era piena, piena di tesori meravigliosi, vecchi nastri di organza con la carta giallina e il prezzo in lire, vecchie cerniere di metallo di colori impossibili, verdissimo mela, arancione, rosa confetto. E poi questi gioielli. Bottoni bellissimi, mi piacciono i bottoni, non è mistero, ma questi sono gioielli veri, che a cucirli insieme possono fare una collana luminosa, o anche se li tieni lì, nel vaso della marmellata che hai lavato con cura, e con cura hai staccato l'etichetta Confiture de Fraises, e ce li metti dentro e li guardi da lì, anche da lì fanno un bel vedere, bellissimo. E poi dei ferri di metallo, che non si trovano più, indovina, viola e rosa, ma oggi non era nemmeno il mio compleanno, ma Nicoletta sa che tutte queste cose vanno per il Cuore e lei, che di cuore ne ha una tonnellata e sa, lei che è nata nella nebbia come me, lei che è sognatrice e visionaria come me, a lei, Nicoletta, grazie, grazie, e ancora grazie. Col Cuore, s'intende.

21 novembre, 2009

Non piace a nessuno.


E io, invece, ci ho perso la testa, da quando l'ho visto al collo della mia amica parigina, anzi, in realtà dovrei dire sulla pancia della mia amica parigina, ma adesso che la pancia è sparita ed il suo contenuto è lì, tutta da guardare, abbracciata alla sorellina, direi che questo aggeggino è per merito suo che l'ho conosciuto. Suo della piccina, intendo. Concetto confuso e esposto con difficoltà, qualche errore di sintassi, voto: 4. Obnubilata da una giornata, ieri, in cui i miei pianeti, i miei bioritmi, i miei chakra e pure il mio spirito guida, già che ci sono, s'erano tutti ubriacati, secondo me, tanto storta e insignificante essa è stata, e che m'è successa la qualunque, mi accingo in grazia di Dio a vivere un tranquillo week end. Di cosa, non si sa. Voci di corridoio sostengono che ci sarà un bel traffico, in un andirivieni festoso di fidanzate e amici, amiche del cuore in visita la domenica, dacchè la madre, tapina, ha una gara di golf, e quindi proprio non si può prendere cura della sua dodicenne piccina, che non vede l'ora di salire a Villa Villacolle, perchè, dice, c'è sempre un sacco di gente e pure i cani e ci si diverte un mondo. Vero è ben, piccola Matilde, la tua sventurata madre trova in me un sostegno morale in questo momento di difficoltà, ti accudirò come mia, finchè, provata dalle fatiche e dai soprusi, ella vorrà tornare a riprenderti, e accompagnarti nella vostra umile capanna. Ma, tornando al regalino che mi sono fatta giusto ieri, e che mi è arrivato da oltreoceano, io lo trovo geniale. E' un uccellino, minuscolo, che dondola su un trespolo, minuscolo anch'esso, in una gabbietta di metallo, minuscola, e che ve lo dico affare. Mi piace tantissimo. E sono l'unica. I miei figli maschi lo hanno accolto con una smorfia di disgusto, Che Roba E'. Il mio Illustre Sposo mi ha liquidata con un sorridentissimo Carino, che tradotto vuol dire, Sì, bello, ma Sono Sicuro che ne Hanno Venduti 2 in Tutto il Pianeta, a te, e a un'Altra Scellerata Come Te. Persino la Fidanzata Ingegnera, ha detto Bellino, con uno smagliante ed educatissimo sorriso di circostanza. La Biondina ancora non l'ha visto ma dubito, visto il fidanzato che s'è presa. Unica mia speranza la Princi. Illusa. Trionfalmente gliel'ho mostrato, guarda piccina, che cosa bella ha comprato la tua mamma. Ha riso. Di gusto. E non la finiva proprio più. Ma come, bambina, non piace nemmeno a te? Irriverente, ingrata fanciulla, ti sembra questo il modo? Lei, incurante, rideva e rideva, e mi abbracciava e rideva, pensando fra sè e sè, Che Razza di Mamma Mi è Mai Capitata. In senso buono, s'intende. La mia gabbietta de d'oro non piace a nessuno, o forse no, adesso che ci penso, so per certo che a qualcuna piacerà, e mi dirà Bellisssssssssima, con cento esse, sì, ne sono certa, a lei piacerà, mi consolerà all'istante, mi dirà che è un gioiello di rara finezza, e ne vorrà comprare all'istante una anche lei. Ma non posso dirglielo ora. Aspetterò che venga a riprendersi la creatura. Con lei sì, vado sul sicuro. Scellerata, pure lei.

20 novembre, 2009

Il cuore che salta.


Salta eccome. Tintinna, come le charms dei braccialetti, come i campanellini. Rotola, fa strani giri su se stesso, si raggomitola in un angolo, si nasconde, qualche volta. E poi sta lì, seduto, a sonnecchiare, come in castigo, come chiuso in una stanza, è difficile da dire. Al mondo non esistono ammaestratori di cuori, nel senso che non c'è nessuno, ma proprio nessuno che può dire a un cuore, Ecco, Fai Così. E non esistono Manuali per Cuori, ne ristamperebbero milioni di edizioni, Manuale per Cuore Stanco, Manuale per Cuore Triste, Manuale per Cuore Innamorato. Non so che manuale scriverei io, questa mattina. Forse nessuno, forse tutti e tre, magari anche per cuori scemi, preoccupati, insonni. E ridicoli, buffi, smarriti. Il cuore di ciascuno è uno strano, beffardo muscolo, non sai mai che sorprese possa riservarti, in un banalissimo venerdì, che hai dormito poco e nemmeno tanto bene, che ci vorrebbe una gru questa mattina per sollevarti in alto, e non importa se soffri di vertigini e a guardare giù ti senti male e ti vien voglia di buttarti di sotto. Sì, va bene che la vertigine non è paura di cadere eccetera, però, a lui, al cuore, chi glielo spiega che stamattina non ho niente che funzioni a dovere, che il mondo fuori da questa finestra non mi interessa, che ho tanti pensieri confusi e aggrovigliati, che sono così brava a sciogliere i nodi e ho un sacco di pazienza ma che stamattina strapperei giù tutto e butterei via, nell'indifferenziata, tutto, il gomitolo dei pensieri, le cose da fare, gli scontrini che ho in fondo alla borsa, i biglietti dei parcheggi, questa malinconia stupida e leggera, questa non voglia di alcunchè, e questo cuore, sciocco cuore di donna aggrovigliata, arrotolata su se stessa, assurdo cuore che salta e che ride e che solo un attimo dopo è lì in un angolo a guardare nel vuoto, le foglie secche e la tempesta nel bicchiere.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...