04 gennaio, 2010

Così bianco.

Io lo sapevo già, l'avevo letto nei giornali di questa notte, domani nevicherà, l'avevo detto a tutti, in casa, ma sei sicura, maccerto, l'ho letto. Stamattina presto poi, ho aperto un occhio, uno soltanto, e ho guardato fuori con una smorfia, io non dormo al buio, non chiudo nulla, le persiane di fuori non le tocco mai, mi piace addormentarmi guardando fuori e svegliarmi con la luce, e quanti pensieri ho fatto guardando i rami degli alberi, le nuvole, il cielo, il fumo dei camini, le scie degli aerei. Così, nevica. Non c'è un umore stellare, stamattina, nella casa in collina, è una sorta di transizione, si è a cavallo tra le feste e le cose di sempre, si attraversa un fiumiciattolo e si è con una gamba di qui e l'altra di là, un pò sospesi, da un lato si vorrebbe che tutto questo luccichio e questi panettoni e questi tantiauguri restassero ancora un pò, dall'altro non si vede l'ora di disfarsene, riporre l'albero zen e le sue palline trasparenti, togliere le luci alle finestre, basta, non se ne può più. Indecisi sul da farsi. Come me, del resto. Indecisa se A) spalmarmi sul divano con due o tre libri da leggere random, così come viene, fino a confondere personaggi e situazioni, coperta fin sugli occhi con quella copertina a ghirigori comprata a Barcellona, che l'ho vista e sono rimasta folgorata mentre la guida mi perdeva dietro di sè proprio davanti alla casa di Picasso, va bene l'arte, ma questa copertina vittoriana sul mio divano ci sta un amore, non crede anche lei? B) Scendere di sotto, armarmi di santa, santissima pazienza, travare da qualche parte l'ispirazione che non ho, cercarla per bene, sotto il letto, dentro la lavatrice, persino dentro al baule con le tovaglie piccole e, orrore, stirare. Che stirare in sè e per sè non è tutta questa grande fatica. Ma è dividere, riordinare, mettere insieme calze e calzine e mutande e maglioncini, tutti i miei figli maschi hanno un maglione blu con scollo a V, che adoro, personalmente, ma mai, mai, mai che indovini la taglia e l'armadio giusto dove riporla e ho anche provato a fare dei segni, ma non funziona, è proprio il gesto in sè che mi dà il delirio, che mi disturba, che proprio non mi riesce di mandare giù. Ho anche provato a scrivere sulla lavagna di cucina, col gesso rosso delle comunicazioni urgenti, Oggi alle 15, Tutti in Lavanderia, ma so già che l'assemblea andrà deserta e mi troverò solinga e mesta, a compiere da sola lo svilente rito, a cantarmela e suonarmela, come si dice. Fuori è tutto di un candore disamante, nevica e nevica a fiocconi grossi come francobolli, di usare l'auto non se ne parla, abbiamo provviste per una settimana, mi ritroveranno così, stremata dopo una giornata di stiraggio e riordino, avvoltolata alla bell'e meglio in una coperta viola a disegnini, tutt'intorno libri, gomitoli e un biglietto con scritto Odiava Stirare. Che storia straziante. Nel frattempo, nevica.

03 gennaio, 2010

Simple Mormor.

Lo so. Questa qui storcerà quel nasino a bignè. Quest'altra, invece, scuoterà la testa e dirà, Così è E Così Dobbiamo Tenercela, nel senso di me medesima. Biancaneve si sentirà sollevata, dal fatto che anche a lei, preciserrima, i buchi del Mormor venivano storti. L'Amica delle Perle ancora non ci si è cimentata, lei va di Zimmerman, altrochè. Quella delle Provette gli ha dato giù di neckwarmer, come che cosa sono, gli scaldacolli, e ne ha regalati a tonnellate per Natale, e anche io, invero. Afef Perduta nel Deserto dei Tartari ancora non ne ha fatto nessuno, ma so per certo che ha infilato nello zaino un paio di circolari e qualche gomitolo, e knitterà anche in jeep, tra le dune e i tuareg. Il nuovo anno porta nella casa in collina una nuova parola. Semplicità. E poichè il mio Mormor Mitragliato ha fatto la gioia di mia madre cui brillavano gli occhi per la felicità, Ma Mamma E' Sbagliato, non importa, mi ha detto, mi piace tantissimo, cosicchè gliel'ho regalato. O solo prestato, magari, per poi sostituirlo con uno uguale uguale ma coi buchi dritti. O almeno, questa era l'intenzione. Poi, l'illuminazione. Se una cosa non ti viene, perchè ti ci devi dannare? Perchè voler trasformare ad ogni costo una noce in un brillante LeoCut? Perchè voler accanirsi a contare, ricontare, sbagliare, disfare, risbagliare e ridisfare? Io, il mio Mormor, alla fine, lo faccio senza i buchi. Ho questa bella lanina sottile e impalpabile, verrà una nuvola variopinta dai colori polverosi, non c'è nemmeno un pò di viola ed è anche questa una specie di rivoluzione. Molto bene, si fregò le mani soddisfatta per aver avuto un altro dei suoi lampi di genio. Però, obnubilerà il manufatto ultimato alla sua inventrice legittima, poichè Ella è un tipo mooooolto vendicativo. La perdòno soltanto per il nome che porta. Quanto al brillante LeoCut, beh, parliamone. Il mio Sposo si chiedeva, anfatti, il perchè della dispensa piena zeppa di noci. Vagli a spiegare.

02 gennaio, 2010

Ancora sveglia.

E' la prima notte dell'anno. Quella per intero, non quella passata. E' gennaio, si sente. Le lenzuola nuove nel letto, la camicia di notte carina, si vede che ci sono ancora briciole di festa e di vacanza e di niente fare, lassù, nella casa in collina. Si fa tardi, ci si sbronza di film e di libri e di knit e di niente, di chiacchiere, non si è avuto voglia di trenini e trombette e di confusione, si è diventati un pò orsi, ma come, proprio io, proprio io sì, sembra strano anche a me. E' notte e si è ancora tutti svegli, di dormire ancora non se ne ha voglia, si raccolgono i pensieri più belli, si ascolta una bella musica e si balla un pochino da seduti, scrivendo e sorridendo, che bel momento questo qui, a vedermi vista mi piaccio perfino, appollaiata sulla sedia a notte fonda a raccontarmi delle cose e a fermarle qui. E' tutto un pò più lento, ci si può permettere il lusso di non dormire, stanotte, c'è una luna così bella là fuori, e anche un bel cielo, la nebbia è sparita e potrebbe essere ancora Capodanno come ieri, chemmimportaammè, se voglio, la festa per me è stasera. Solo mia. Le mie più piccole cose sono in questa stanza che è mia soltanto, dove nessuno trova nulla, dove vi è raccolta una quantità di cose che non so. Anzi, che so, so solo io. Così, mi sorprendo a cantare sottovoce, è una notte che mi piace così com'è, è la prima dell'anno, me la voglio ricordare bene, fermarla, un pochino, perchè è raro che stia sveglia così e che se non ci fosse il gelo là fuori, uscirei nel pratino a saltare e a ballare a fare giravolte sulle foglie e a guardare la luna e a dire Ciao Bel Duemiladieci, Felice di Trovarti Qui. La mia festa di Capodanno, all'una passata del giorno dopo, in camica da notte e calzettoni rosa, è questa. Trenini e trombette, marameo.
Tumblr.la douleur exquise.

01 gennaio, 2010

Una carezza.

Mezzanotte spaccata.

A quelli al cinema, a quelli a casa, in montagna, ai Caraibi, in collina. Ai soli, ai disperati, agli innamorati, ai barboni della stazione, ai cani randagi, agli stupidi e ai furbi, ai medici, ai ragazzi alle feste, a quelli coi botti, a quelli con cappellino e trombetta, ai tristi, ai lasciati, ai dimenticati, a quelli dei sonniferi, a quelli malati. Per tutti i baci che voleranno, per quelli che resteranno lì, per i pensieri che si incontreranno a metà strada, pensavo a te, pensavi a me, per gli abbracci che ci saranno, veri o finti, e chi lo sa, per le aragoste, le lenticchie, le pastealforno, il patè. Per gli auguribuonanno che si sprecheranno, ma cosa vuol dire davvero nessuno al mondo lo sa. Per i bicchieri rotti, lo champagne millesimato, i fuochi d'artificio, le stelle filanti, i tacchi 12, le calze velate, il trucco che cola e sono solo le 10, i brilli, i lustrini, le mutande rosse. A chi non gliene importa, a chi domani è uguale, a chi crede che invece cambierà tutto, a chi sorride e sorride, a chi sceglie, a chi sospira, a chi immagina e sogna, a chi cucina e a chi assaggia, a chi scommette e a chi è certo, a chi si annoia e a chi impreca. Sia per tutti una sera speciale, uno notte normale, un fuoco d'artificio colorato che finisce in un secondo, un lampo nel cielo, un battito d'ali. Sia per tutti un sussurro, un bacio mai dato, una promessa, una lettera ripiegata in quattro e conservata, un biglietto del treno, una foto sgualcita, un ricordo che scalda, una mano da stringere, un abbraccio che dondola, una coperta di lana. Sia una stella nel cielo, una luna rotonda, un augurio di cuore, dal mio cuore che balla, per un mondo che gira se di amore ce n'è.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...