08 maggio, 2011

Domenica, verso sera.

Una volta mi faceva tristezza, la domenica sera. Anzi, non proprio sera, verso quest'ora, le sette, le sette e mezza, non si può dire che è sera, sera è dopo le nove, mi sembra. Credo però sia solo questione di clima e di stagione, mi fa tristezza se piove o se c'è la nebbia, anche se la nebbia mi piace, ma non so, la domenica verso sera non è che mi piaccia proprio sempre, ecco, sono giunta a questa conclusione, dipende da una serie di fattori, non ancora individuati, forse, facciamo così. E' domenica verso sera, lassù, nella Casa in Collina. I figlioli sono sparsi un pò dovunque, solo la Princi suona e suona, ecco un altro degli aspetti, se sei sciallo ed è verso sera e la Princi suona, significa che è domenica perchè ogni  lunedì ha lezione di pianoforte e allora ripassa.  E' domenica verso sera se nessuno scende a curiosare fra le pentole o nel frigo. Di solito, in questa casa, la domenica sera nessuno ha fame. Eccerto, i maschi di sabato  rientrano a giorno fatto, la colazione è all'ora di pranzo e tutto si sposta con un fuso orario tutto speciale. Il beato niente di questa domenica verso sera sono i 3 BiciCestini che ho fatto in questo fine settimana, che me ne chiedono una marea e credo che al negozio dove li compro nudi e crudi,  mi abbiano scambiato per una spacciatrice di cestini da bicicletta, e in un certo senso la sono anche, ma i miei cestini hanno tutti un vestitino, un nome e un'etichetta. Dopo il BurroCestino, Ecco il CieloCestino e il PratoCestino. Pura meraviglia. In più, l'Aiuola delle Rose ha finalmente dato il suo primo fiore e una rosa fra le mie preferite è finalmente sbocciata. Le domeniche verso sera di inizio maggio hanno un fascino tutto speciale, forse un'insalata di pomodori per cena, o una pizza qua vicino, già che è la festa della Mamma e nessun festeggiamento speciale, solo baci pungenti e coccole profumate di hennè, un pò limone e un pò aceto, le ho insegnato bene, l'hennè si fa così, ci vuol mestiere. La domenica verso sera, in queste sere belle di maggio, mi fa pensare sì che domani frizzi e lazzi e acrobazie, ma adesso c'è una bella calma e un bel profumo, il caprifoglio ancora non si è svegliato, lo farà presto e unirà il suo aroma a quello delle rose che sono arrivate prima e per l'invidia fiorirà il doppio e profumerà di più. Le cose care, le persone che sono la mia vita stessa, il mio sentimento e tutta la mia storia, le ho qui vicino, una rosa nuova  e mia figlia che suona, a domani c'è tempo, che questo verso sera duri ancora per un pò.

05 maggio, 2011

Indecisa.

Se chiamarlo BurroCestino.
O PerlaCestino.
O CatenaCestino.
O CampanellinoCestino.
Già perchè questo è un cestino da bici, in kitchen cotton color burro, con perle, catena e campanellino.
Creato già da un pò, non aspettava altro che di essere accasato al suo cestino ed essere tempestato di pietre preziose. L'occasione si è presentata oggi nel dopopranzo, che lassù nella Casa in Collina si urlava ma si urlava, e io, bella scialla, infilavo perle e non fiatavo, anzi, ADR, come dai carabinieri, come quella volta che sono venuti i ladri e il maresciallo era tutto uno scrivere ADR, ADR che in teoria significa A Domanda Risponde, ma che in pratica vuol dire, respira appena, non fiatare e parla solo se sei interrogata, che quando il tuo Illustrissimo e Integerrimo e Isoscele e Uno e Trino Sposo sbraita e lancia strali  contro uno dei figlioli, ancorchè maschi e grandi, ben meglio è che tu stia zitta, che non dica nemmeno bah e che continui ad  infilare perle nei cestini e fai finta di nulla. Anzi, ho un'idea ancora migliore. Procurati non vista la tua sacca con la maglia e i ferri e recati di soppiatto al knit cafè. Nessuno si accorgerà della tua sparizione. E quando succederà tu, beata, sarai già lontana. Furbissima donna, ti stimo.

04 maggio, 2011

Piastrelle, ecco cosa.

Mai piastrelle furono più desiderate di queste. Recuperate con grazia dalla deliziosa Elisa che me le ha fatte scegliere da un cassetto di legno, in un negozio dove sono stata, vediamo, quindici anni fa, a scegliere un lavandino di terracotta con le papere. Che ancora ci penso, a quella cucina viola, quindici anni fa una cucina viola era da ricovero immediata nel Reparto Infettivi, non so se mi spiego. Piastrelle, stamattina. Caricate sulla mia automobile trasformata per l'occasione in furgonato/telonato e scaricate dalla Medesima Scrivente Stessa,    che son pesanti i pacchi di piastrelle, oh, se son pesanti. Mai piastrelle furono trattate con più cura, disposte con precisa amorevolissima delicatezza nel luogo dove nessuno le può urtare. Di due colori che adoro, Lavanda e Mare, oggi nessun dono mai avrebbe potuto farmi più felice di così. In questo progetto, ogni giorno imparo qualcosa: che cosa è il massetto, che la guaina non è necessariamente quella che si mette dopo un parto, che prima si mette l'intonaco e poi il lavandino, giammai il contrario. E infine, che il preziosissssssssimo Chanel Riva resiste anche allo scarico di piastrelle. Però, non l'avrei mai detto.

02 maggio, 2011

Cuor di Fragola.

Chi ce l'ha messa. Questa fragola nel mio pacchetto. Nel pacchetto di fragole che ho comprato io. Nello scaffale del mio supermercato. Quale addetto ce l'ha sistemata, quale invece l'ha scaricata dal camion. Com'è che proprio lei è arrivata proprio a me. Ho trovato una fragola fatta a cuore, proprio io, che di Fragole e di Cuori ci ho lastricato la mia strada, da un pò di anni in qua. Avrei voluto congelarla, tenerla lì, la PrinciDolcezza non voleva che nessuno se la mangiasse, E' Solo Tua, Mamma. Fragole e cuori. Che vita avrei senza. Che cosa farei, invece. Di cosa mi occuperei, al posto. Dove verrei quando sono troppo felice o troppo scontenta o troppo presa o troppo ferma. Dove instraderei l'energia, quella bella e quella meno, ma non ce n'è una meno, quando sei senza forze di energia non ce n'è per nessuno, nè buona nè non, nè positiva nè non. (chi ha inventato che due negazioni non vanno insieme, stanno così bene, invece). E cosa inventerei coi miei gomitoli e i miei ferri circolari, e quella volta che ho sbagliato quella scarpina ed è venuta così piccola e ho detto, E Adesso? poi da lì, in pochissime ore,  è nato tutto. Cuore e Fragola. La meraviglia assoluta. Le Fragole fermano i miei pensieri più belli e quelli più tremendi, le sciocchezze, le frivolitudini. Il Cuore invece, li porta via, li fa volare in alto, li porta dove c'è bisogno di caldo e di buono, li porta con sè e mi fa migliore. O almeno credo. Una fragola fatta a cuore. Nulla potevo trovare di bello e più dolce e infatti, obbedendo alla Princi, la CuoreFragola l'ho mangiata io. E chi, se no?

Già maggio.

Troppo in fretta, troppo improvviso, troppo tutto. Già maggio, eh già. Maggio, le rose e le spose, e il sole e le fragoline selvatiche in fondo al pratino, che sono pochissime ma così buone, il ribes, che è verde ancora ma che fra poche settimane sarà già pronto per la raccolta, ci si prepara, una scodella basterà per il raccolto, mica un cestino. Stamattina è mattina di aria fresca e di cose, di finestre spalancate per far entrare il sole, peccato che ci sia polvere dovunque e formiche, pure loro arrivano di maggio, accidenti. Mattina di panni profumati a stendere sul filo che dal ciliegio va al cancelletto, ben nascosto ieri alla vista del Regio Arredatore, mi avrebbe tolto il saluto mi sa. E si sarebbe portato via la bolla, minimo. Mattina di scartoffie e di menate e di file, sicuro, e poi un caffè al volo con l'Amica delle Perle, Amica Risanata, per giunta. Perciò, buon maggio. E' un mese fiorito e profumato e pieno di promesse e cose belle, e frutta deliziosa, e desideri da esprimere, sottovoce, anzi, in silenzio, lo sanno anche i sassi che se i desideri li dici ad alta voce, non c'è niente da fare, non funzionano nemmeno se piangi cinese. Non so che desideri avere stamattina, forse che mi passi il mal di testa feroce che ho da questa notte, che il mal di testa di notte fa più male di quello di giorno, perchè ci pensi di più e non riesci a dormire e ti chiedi ma come mai, e poi sei sversa per tutto il giorno, ma come, per un banale mal di testa, e invece è così. Ma è maggio, fiori e rose e tutto il resto, sandalini con camelie di stoffa grossi come pagnotte, la borsa di paglia come per la spiaggia, il golfino slacciato, il profumo che sa già d'estate. A maggio, nessuno può prendersi la libertà di stare male, per il mal di testa ci sono le bustine rosa o le pastiglie buone da prendere senz'acqua, innaffierò le  surfinie e mi darò una mossa, a maggio, si sa, ogni minuto sprecato è un minuto perso per sempre, c'è un sole buono e un cielo pallido, un cielo che sa, che forse racconta, è un cielo un pò magico, in giro si dice  che fa passare anche il mal di testa, è maggio, eh già.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...