13 marzo, 2015

Il Prato Verdissimo.



E' incredibile come non ci si accorga delle cose, qualche volta.
Ho trovato un posto.
un posto che non conoscevo.
Su una stradina di campagna che faccio ogni giorno, anche 3 volte al giorno, da anni.

Sarà stato il sole sfacciatissimo di oggi, un accenno di sentiero appena disegnato in mezzo ai rovi, subito dopo il canneto.
Non è stato semplicissimo, chissà da quanto tempo nessuno passava di lì.

Così.eccolo.
Un prato verdissimo, appena un pò scosceso, recintato da nastri leggeri, ma apparentemente non più frequentato. A terra, l'erba nuova, i fiorini azzurri piccolissimi che sussurrano che è quasi primavera, le margheritine. Da un lato i rovi, dall'altro solo colline. Solo in fondo, laggiù laggiù, la guglia del Duomo e la città.

Che bella scoperta sei,  prato verdissimo di erba nuova.

Ci passo da sempre da qui, a piedi e di corsa, ma mai mi sono chiesta cosa  avrebbe potuto esserci mai, dietro al canneto.
Ho trovato te.

Verrò qui spesso, mi piace questo posto dove nessuno può trovarti, se non vuole.
Mi piace perchè tu vedi tutto intorno e nessuno vede te.

Verrò qui a leggere, a prendere il sole, a riposarmi quando mi sfianco di corsa per scacciare i pensieri, verrò qui  a pensare, seduta in mezzo alle brattee e ai fiorini piccoli, starò attenta a non graffiarmi coi rami delle more, arrivandoci, perchè sono more, secondo me.

Verrò qui quando vorrò stare sola, anche se sola la sono spesso ultimamente, ma mi piacerà sentirmici di meno perchè appena si alza un pò il vento,  le canne bisbigliano delle belle storie e tutto a un tratto sola non lo sei più.
Ci potrei fare una merenda con le mie amiche, venirci a chiacchierare con mia figlia, portare un telo e stendermi a guardare in sù, magari mi vengono delle idee bellissime, o magari, tutto questo cielo sopra mi annulla del tutto e di pensare nemmeno mi riesce. Non sempre è un male. 

E poi, lo spettacolo imperdibile di questa distesissima di verde, di erba perfetta, come di velluto, smeraldi e velluto, velluto smeraldo,  solo per me.

Il Prato Verdissimo è la bella scoperta di oggi, di questo venerdì silenzioso, di questi ultimi giorni pieni di cose, alcune belle e alcune meno.

Molto lieta, Prato Verdissimo.
Spero che nella tua piccola discesa, i pensieri ròtolino giù, giù, fino in fondo alla collina.
O si nascondano per sempre dietro i rovi.
Che sono more, secondo me.




06 marzo, 2015

E dopo il vento.

E dopo il vento arriva cosa.
e dopo il vento cosa c'è.

Era vento da nord.
Il vento da nord è  tramontana, lo sanno anche i sassi.
Lo so perfino  io,  che non li ho mai imparati per bene.

Ha spazzato tutto.
Ha fischiato, sibilato,sbattuto finestre lasciate mezze aperte..
è passato sotto  la porta d'ingresso, ha portato rametti e foglioline, asciugato in mezz'ora le lenzuola a fiori.
e fatto cadere lo stendino.

Ha giocato con le tende, da quanto non lo faceva, da quando queste tende bianche erano in un'altra casa, e con lui ci giocavano ogni giorno o quasi.
da lì si capiva, si decideva in quale isola andare, erano lì davanti, non c'era che da scegliere.

Il vento di ieri sera ha lucidato tutto, arruffato il gatto, disperso le briciole per gli uccellini, ammucchiandole sotto le sedie, sul terrazzo.

che distratto, il vento. Passando veloce, incurante e sfacciato, gli è scivolata di tasca una luna perfetta, tondissima, enorme e dorata, che guardava dalle colline.
Una luna da regalare.

è un bel venerdì.
dimmi cosa ti piacerebbe fare
Se correre in collina, andare a vedere se quell'albero secco è caduto o è rimasto lì, o andare a guardare il mare, sarà mossissimo, così dicono.

Cosa mi piacerebbe fare, oggi, non lo so.
ho i pensieri spettinati, arruffati da un brutto sogno, che mi ha fatto svegliare agitata e strana. Come fosse vero.
Oggi al mare ci andrei sul serio, facevo un gioco una volta,  Pensa a Una Cosa Normale e a Una Cosa Speciale, una cosa che puoi fare e una cosa no.
é la differenza fra normale e speciale che devi sapere a memoria.
Non succede quasi mai.

Mi sa che  al mare non potrò andarci.
 mi metto a stirare.
E mentre, invento la storia di quella volta che il vento perse la luna.

Chissà chi l'ha trovata.







04 marzo, 2015

Dei miei passi invisibili.

Le volte che ti ho camminato davanti.

Saltando sugli scogli, Metti Il piedino Lì
 a schivare il fango, o nella neve, Così Non Ti Bagni.  O sulla sabbia, Così Non Ti Scotti.

Vicino a te con la paura delle giostre, e che coraggio hai avuto e che fiera eri, quel pomeriggio a Gardaland.

E quella volta che ti ho perso nell’erba alta, se chiudo gli occhi ti rivedo, la gonna provenzale e i sandaletti rossi, due anni nemmeno di occhi sbarrati sul mondo. Alta come l’erba alta, bionda come il grano, non hai pianto quando ti ho abbracciato così stretta che nemmeno respiravi,  ma quelle manine a stringermi, se chiudo gli occhi, le sento ancora.

Oggi hai diciott’anni.

Sei la piccola di casa, l’unica, la Princi sempre, il diamante purissimo, per tuo padre e i tuoi fratelli una specie di tesoro da custodire, nascondere un pochino, proteggere, quella che non si sgrida, quella che conquista tutti a sorrisi e dolcezza, a occhioni verdi e baci piccoli.

Che dirti figlia, in questo oggi che diventi grande, ma grande la sei diventata già, in questi giorni che sono scivolati via, che nemmeno mi hanno dato il tempo di vederli bene.

Io che con le parole ci gioco sempre, oggi, faccio fatica a metterle in fila.
Tanto da dirti,
Poco che mi venga.

Se non di fare tutto, tutto  quello che puoi, che sai che è bene, tutto.
Divertiti e gioca e balla e salta sul letto,  e ridi e piangi, anche, perchè è il solo modo che hai per prenderti davvero cura dei tuoi sbagli, tienili in serbo, non dimenticarli mai, tienili lì, accanto ai tuoi sogni, che qualche volta sogni e sbagli sono la stessa cosa. Ma non farli sarebbe un peccato.

Non perdere mai un’alba da una spiaggia, una lotta coi cuscini,  il mare di notte, l’emozione di aspettare qualcuno e di farsi aspettare, il primo gelato della stagione, una corsa sotto il temporale, l'emozione di un concerto, l'abbraccio di un amico, la magia della notte di Natale.

 Regala fiori, e baci, e disegni, e scrivi lettere d’amore, sii una buona amica, quella che sai ci sarà sempre, che abbraccia, sgrida e consola e sta zitta quando serve. E fa ridere, o piangere, a seconda. 

  Lascia bigliettini nei cassetti,  chiedi perdono se sai di aver sbagliato, difendi i tuoi pensieri e le tue debolezze, pretendi rispetto per te e per la tua anima, scrivi sui vetri appannati, chiacchiera ore sulle panchine, leggi tanto, canta sempre, suona ancora.

E ama, figlia, ama più che puoi, ama tutti come sai, come si deve, come ti ho insegnato,  come forse hai imparato da sola, ad amare un pò si impara e un pò si sa, e di amare c’è un solo modo, uno soltanto.

Ama il mondo, la vita, le cose che hai, le persone che incontri, ama davvero, senza filtri, ama tanto,  ama anche gli uomini sbagliati,  perchè è  attraverso di loro che saprai riconoscere il vero e solo custode del tuo cuore.

Vivi questa età intatta, a metà fra la bambina che eri e la donna che sei, ma  non crescere mai del tutto.
Lascia sempre una te scellerata e vanesia, che gioca con la te ragionevole e seria. E’ il segreto della felicità più perfetta. Le scommesse della testa con il cuore, è sempre il cuore a vincerle, lo sai.

 Ora, non cammini più dietro di me. Ora, le mie orme nella neve non ti servono più.
Ora, sono io a seguirti.
E i miei passi invisibili, leggeri che non li senti, trasparenti che non li vedi, sono sempre lì.
Se ti volterai, in qualunque posto al mondo ti troverai,  mi troverai.


Ai tuoi diciott'anni lucenti, alla mia Emma con le trecce e lo zainetto, tutto l'amore che ho,  il mio amore che sa, il mio amore infinito, invisibile come i miei passi.



25 febbraio, 2015

Prestissimo.


Prestissimo lo è davvero, stamattina.
Prestissimo è prima di presto, è un'ora indefinita, prestissimo, prima di tutto, prestissimo e basta.

Che bello vedere il cielo che diventa chiaro.
Il vento di ieri sera ha apparecchiato per me un cielo di un azzurro incerto, di cirri scuri ma lontani, per fortuna. Per me, certo. Come no. Il cielo si scomoda solo per me. Credici proprio.

Fa freddo, farà freddo, non lo farà più.E chi lo sa.  E' come se la primavera stesse per arrivare, ma non trovasse più la strada, non sapesse da che parte passare, ma come, l'alta volta sono passata di qua, e adesso invece.

Preparo cose, scrivo elenchi, fare questo, fare quello passare di là, pagare la luce, comprare lo yogurt, il vetril, anche, che non è che a scriverlo sulla lavagna i vetri si puliscano da soli, Certo che no.

I vetri della cucina hanno una storia scritta sopra.
Ci sono le goccioline delle piogge fini, le gocce grosse degli acquazzoni prepotenti che mi piacciono così tanto, ci sono i miei pensieri, quelli che faccio quando ci appoggio la fronte, appena sveglia, il vetro freddo mi dice che giornata sarà.

I vetri di questa finestra la sanno lunga. E' da lì che devono passare i miei occhi per perdersi appena oltre la collina, è da lì che guardo le nuvole, le scie degli aerei, è da lì che controllo se il cibo degli uccellini è finito, è da lì che scruto il ciliegio, la salvia, il pratino.

Sui vetri appannati ci disegno e scrivo di tutto, poi me ne dimentico, e stamattina, in controluce, TiVa Un'AltraGreyGoose è quello che ci ho letto. 

I vetri di questa stanza raccontano e custodiscono, è da lì che vedo passare le cose, passano di lì i miei stati d'animo, le cose che penso e quelle che non vorrei pensare più, i pensieri belli e quelli meno, quando raccolgo le forze, quando mi sembra di non farcela proprio e quando invece mi dico CheSSaràMai. 

Stamattina partirei con un circo bulgaro, senza meta. Assistente illusionista, domatrice di leoni o bersaglio girevole per il lanciatore di coltelli, non fa differenza.

Salirei su un GreyHound come nei film, sprofonderei sui sedili e mi leggerei un libro intero, e quando lo avrò finito vorrà dire che sono arrivata.

Salirei sulla metropolitana di Parigi e scenderei alle fermate col nome più bello, Hotel de Ville, Chatelet Les Halles, Notre Dame des Champs.

Forse, però, meglio che salga su una scala e lavi i vetri.
Perchè tanta poesia, sono solo vetri sporchi.

Non imparerò mai.










17 febbraio, 2015

Decido.

                                ph. La Douleur Exquise

Decido che è festa.
Decido che oggi è così.
Oggi e domani.
Soprattutto domani.
E quindi, oggi è un pò vacanza, un pò sabato, la Princi senza scuola, la Princi che nemmeno è a casa, nessuna sveglia e cose belle da fare.

In realtà cose da fare ce ne sarebbero mille e nemmeno tanto belle, stirare, stendere, fare la spesa, ma cercherò di farle con il mood giusto, con l'umore bello di chi ha vinto qualcosa, di chi ha un segreto, di chi ha trovato qualcosa che credeva perso, ho ritrovato la mia spilla nel parcheggio e l'avevo cercata ovunque, era lì, protetta forse dalla neve e qualcuno l'ha posata accanto alle cassette delle lettere.
Questo, è già un motivo per essere contenti.

Io perdo molte cose e quelle che non perdo me le rubano, per questo sono contenta quando le ritrovo.
Più contenta.
Però, mi tengo stretta quelle che ho.
O che fingo di avere.

Perciò, coraggio.
Insieme alle tovaglie e alle millemila cose, stiro il mio sorriso più bello, constaterò che non mi viene più la treccia ma non fa niente, mi guardo e mi dico che no, non c'è motivo di aver paura, ho un magone soffuso e impercettibile, ma so che è per domani, sono i magoni belli che fa la felicità, l'orgoglio, i figli, gli eventi importanti, le cose giganti che succedono in una famiglia come questa qui, che è esercito e gregge, abbracci caldi ed esplosioni, uno di qui, l'altro di là.

Perciò, coraggio.
E' una mattina che promette bene, una di quelle che vorresti a manciate, una mattina come dovrebbero essere tutte le mattine al mondo.
Ho già parlato di un progettone con Valentina, mi faccio un altro caffè nel silenzio della cucina, metto in fila pensieri, supposizioni, sorrido da sola guardando il ciliegio che forse ha già qualche gemmina minuscola, mi canto qualcosa, mi faccio carina, vuoi vedere che se tiro un pò la treccia mi viene.




Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...