12 luglio, 2006

Stavolta, Tahiti.

La vera bellezza. Ingredienti. Si prende un'isola, meglio se di un nome affascinante e misterioso, tipo Caprera. Si sceglie una spiaggia, di quelle con la sabbia bianca e il mare turchese, che ancora ti chiedi perchè mai uno debba farsi quattordici ore di aereo per recarsi ai Caraibi o dove diavolo. Meglio se selvaggia, che mai rastrello o ruspa ci sia passato neppure per sbaglio. Con le alghe, quindi, i tronchi arrivati con le mareggiate, magari qualche bottiglia vuota, ma fa parte del pacchetto. Lì vicino, una boscaglia discreta, gli scogli piatti dove stendersi a leggere, a pensare, a dormire, magari, di quel sonno leggero ed improvviso che prende quando tutto lì intorno non potrebbe essere diverso da come è. La spiaggia si chiamerà, manco a dirlo, Tahiti. Garibaldi, ben lo si sa, era un tour operator. E di quelli coi fiocchi.

10 luglio, 2006

09 luglio, 2006

Era l'anno dei Mondiali...


...quelli dell'82, però. L'anno del mio esame di maturità. Non un grande momento, per me. In una città che ancora non amavo e che vedevo troppo grande ed ostile, con compagni che non mi amavano e che non mi avrebbero amato mai. Per loro, ero soltanto una sciocca provinciale, con tutte le E larghe, tranne quella di verde. Non ne ricordo nessuno o quasi e sono certa che nessuno di loro si ricorda di me. Avevo troppa confusione, troppa solitudine e troppo dolore da mangiare. A diciannove anni, non è un granchè. Ma ricordo, lucida quella sera di luglio. Venticinquemila lire per il biglietto dei Rolling Stones. Ho gli orali il giorno dopo, ma posso mancare? Ho i capelli legati con un nastrino tricolore che ho preso dal fioraio, ho sempre avuto la mania dei nastrini. Ci vado con la mia compagna di banco e due amici del mare. Saremo lì dalle 3 del pomeriggio, farà un caldo infernale e ci bagneranno con gli elicotteri. Mi porto gli appunti di economia, e provo anche a ripassare. Non servirà. Avrò 5 di economia e 9 di italiano. Forse, ho sbagliato qualcosa nella scegliere un istituto tecnico, lo dicevo io, ma non l'ho scelto, purtroppo. Forse, una secondogenita senza papà ha mai fatto un liceo? Alle 9 arriva Mick Jagger, ha la maglia degli azzurri e lo stadio insorge. E'stata una sera speciale, di confusione e di bandiere, di quelle sere che non scordi, e che ancora racconti, dopo anni, ventiquattro, appena ieri. Quell'anno, abbiamo vinto i Mondiali. Dopodomani i Rolling Stones saranno a Milano. Non dico nulla. Non ho mai imparato l'economia, cito Dante a memoria e ho sempre la mania dei nastrini. Mia figlia sta infilando da stamattina braccialettini tricolori per tutti. Per una sera che sarà speciale. Forse, un pò di più.

08 luglio, 2006

Infida ma splendida.


Una vera invasione. Silenziosa e trasparente, urticante, suppergiù. Misteriosa ed elegante, eterea e un pò bastarda, la medusa ha letteralmente invaso i nostri mari. Compreso il mio. Certo, a vederla, tutto sembra fuorchè una piantagrane, una rovina pomeriggi, un flagello vero. E' bellissima, tonda, con mille riflessi violacei, con quel suo incedere docile e morbido che ti verrebbe voglia di farle una carezzina. Ma la carezzina te la farà lei, accidenti, lasciandoti una scia di affetto che brucia per una buona mezz'ora, nonostante la sabbia calda e l'ammoniaca. Beffardo animale. In realtà, il suo comportamento non è poi così diverso da quello di certi umani. E loro, gli umani che incantano e poi pizzicano, non si possono nemmeno tenere nel secchiello o far sciogliere lentamente sulla sabbia. Però, qualche volta, sarebbe bello.

07 luglio, 2006

Mai più senza.


Credo che a tutti, dalla casalinga plurimamma ai single impenitenti, sarà almeno una volta nella vita, capitato di stilare una lista della spesa. Personalmente, la trovo rassicurante. Mi annoto infatti con precisione cosmica ogni cosa: latte, uova, ammorbidente. Magari su un bel cartoncino semirigido che non si sgualcisca, e con un bella penna ad inchiostro glitterato.. Magari, viola. Vediamo allora di stilare, in una mattinata di vento profumato, quel che serve per un'estate, per una piccola vacanza, anche solo per una cena su un terrazzo di città. Tralasciando un costumino grazioso, una ciabattina gioiello, un caftano, si aggiunga, senza tema di smentita, il Fluide de Beautè Paillette. Carita, ovvio. Ne avevamo già parlato, ma questo, care le mie signorine, è con i brilli. Lusso e scelleratezza. Abbronzante, doposole, nutriente, sui capelli, profumatissimo, per illuminarsi d'immenso dopo una giornata di sale e di vento. Che sa d'agrumi, già si sa. ma la vera magia è rappresentata dal fatto che i brilli, impalpabili e delicatissimi, non scivolano via con un crawl impeccabile o con un semplice sguazzo che sia. RImangono miracolosamente avvinghiate alla pelle già biscottata, donando riflessi lunari, stile Zeudi Araya, tanto per capirci. E gridolini di giubilo in chi vi annusa. Luminose e deliziose, sarete pronte per la cena all'agriturismo fra le rocce, rifuggendo, snobbissime, il clangore caciarone della vicinissima Costa Smeralda, il look tutto bianco, il sandalo a stiletto, la gonnina inguinale molto dopo il diciottesimo anno, il tettame gommoso, il gioiello vistoso. Luminose e deliziose, praticamente, perfette. Basterà una canottierina, jeans discreto, zeppa da viale e niente smalto. Il brillio incontrerà. Sconsigliato in caso di storie torbide e/o amorazzi estivi da nascondere. Il brillo, s'aggrappa. Dont' forget.

05 luglio, 2006

Dell'elmo di Scipio.



Non sono una tifosa. O meglio, non nel senso letterale del termine. Subisco mio malgrado dozzine di partite, partitelle, amichevoli, campionati, tornei, partite ammogliati/scapoli (già, ma i separati, conviventi, plurimaritati, dove giocheranno mai?) e cose del genere. Non ho dimestichezza con 4.4.2, fuorigioco, punizioni e calci d’angolo. Quest’ultimo, no, invece, sì che lo so, è quando tirano da quella bella bandierina di un bel giallo acceso. Devo aver già avuto modo di spiegare che allo stadio o alla tv, guardo il folklore, i tatuaggi, gli striscioni, le smorfie, le proteste, e, lasciatemelo dire,il sedere dei calciatori. Faccio parte di quel plotone di femmine che ieri sera ha urlato, sbraitato, con grazia, per carità, detto qualche parolaccia, abbracciato saltando mio marito dopo il gol di Del Piero. E’ stata una bella partita, una bella serata. Amici, bambini, in una deliziosa confusione familiare, sembrava uno squarcio di vita anni 60, quando ci si ritrovava a casa di qualcuno a vedere la televisione. Il Caressa Incipit, mantra e poesia, recitava che, essere italiani, ieri sera contava di più. Che peccato però. Che non insegnino più a scuola l’Educazione Civica, il senso del Paese, l’appartenenza. Ricordo che la mia maestra delle elementari spolverava ogni lunedì mattina la foto di Giovanni Leone appesa lì, accanto a quella di Paolo VI. E che ci aveva insegnato l’Inno di Mameli scrivendolo alla lavagna. E i segnali stradali, e a non buttare la carta per strada. Già, ma allora alla maestra (una soltanto) si dava del lei, avevamo il grembiule nero e il fiocco rosa, lo scudetto con la classe a numeri romani sul braccio, i calzettoni e la cartella. Ora, io non so bene quanto anni abbia Marcello Lippi. Qualcuno più di me, mi sa. Lui, l’Educazione Civica l’ha studiata di sicuro. E’ sempre stato campione di diplomazia, autocontrollo ed educazione, riuscendo persino ad essere spesso molto antipatico. Ma quel vaffan in mondovisione, dopo la traversa o il palo di non so chi, ce l’ha, in qualche modo restituito. Umano. Rimandato in Educazione Civica ma promossissimo, a pieni voti, nel cuore di ogni italiano che stamattina si sveglierà con la voce rauca dal tanto urlare. L’Italia, chiamò.

03 luglio, 2006

Ode al Pan di Stelle.



E’ un biscotto che significa vacanza. Secondo una strana e immotivata regola di casa mia, lo compro solo d’estate, chissà perché. A vederlo così, il Pan Di Stelle evoca, nella sua rotondità, con tutte le stelline glassate sopra, la volta celeste, per l’appunto. Ma la vera caratteristica che fa di Lui un’eccezione nell’affollato mondo nei biscotti da colazione, è il Modus Intingendi. Sacrilego intingerlo per metà, potremmo riassumere la sua filosofia di vita in Tutto o Niente. Il Pan Di Stelle, infatti, si tuffa intero. E di piatto. Questa semplice manovra consentirà al commensale di osservare lo splendido spettacolo cromatico dato dal contrasto fra i candore del latte e l’elegante color cacao. Un abbinamento perfetto. Il tempo di immersione nel Bianco Universo sarà facilmente individuabile e avrà il suo compimento soltanto quando il Pan Di Stelle dolcemente imbevuto e le candide stelline (undici, lo sapevate?) si mimetizzeranno perfettamente con la superficie lattea. Osservare il galleggiare di un Pan Di Stelle è terapia consigliata anche nei più ostici casi di ansia e/o depressione e/o nervosismo diffuso. Un farmaco, praticamente. E già liberalizzato. Dovrò informare Prodi.

01 luglio, 2006

Parliamone.

Potrebbero scriverci sopra "Il prodotto crea dipendenza". Non avrebbero affatto torto. La Salsa al Curry Devos Lemmens è paragonabile, secondo il mio modestissimo parere all'Ambrosia Pura. L'ho scoperta per caso, un giorno d'inverno, che mi era presa secca di fare un Vero Bollito Coi Controfiocchi, e mi rifornivo, all'uopo medesimo, di salsine varie da servire ai miei commensali. Esigentissimi, non paghi della solita ketchup e maionese. Io il bollito lo faccio così, lo servo con le patate bollite esse pure, se no bisticciano, gli spinaci saltati e le salsine. Fine. La salsa verde, quella col prezzemolo la faccio io, secondo la preziosa ricetta di mia nonna. Ma Lei, regna sovrana. E' LA salsa principesca che serve per valorizzare ogni tipo di sapore. Movimenta uno scialbo toast sottiletta e prosciutto, enfatizza un pomodorino insulso, elettrizza le Avulse Zucchine Grigliate. O le Assurde Melanzane Scongelate. Rabbrividite, non fa niente. Ieri, però, le ho sperimentate in un piatto, anzi, un contenitore, nientissimo male. Seguite di pari passo la mia ricetta filmata. Antonella Clerici e compagnia, partite pure per un villaggio vacanze all inclusive.
Allora.
Si lessa il riso, facciamo 500 grammi.
Lo si scola al dente e lo si lascia raffreddare.
Poscia, si schiaffa al suo interno una confezione di piselli in scatola.
E 2 scatole di tonno sgocciolatissimo.
Poi, arriva Lei. Un cucchiaione generoso concederà all'insieme ottenuto, non solo un tocco di colore che non guasta affatto, ma un aroma esotico, un pizzicore gradevolissimo, un certo non so che, insomma. Buono.
Ieri è stato il battesimo del mio cestino da pic nic sulla spiaggia.
Potevo forse inventarmi una ricetta migliore?
P.s. Sigrid!!!!!!!!! Non sapevo che una tale delizia arrivasse, nientemeno, che dalle parti tue!
Semplice, veloce, e di grande effetto. La mia cucina di questi giorni, in pratica. La delizia, anzichenò.

Confessions in group of five.


Sono da pochi mesi in questa che viene chiamata "blogosfera".
Direi che ne sono rimasta, non so come dire, affascinata, e che un pochino me ne sono come innamorata, ecco. La mia voglia di scrivere, raccontare e di essere letta premia in assoluto anche le mie vanità letterarie più nascoste. Sono contenta. Certo, tanti rimangono i misteri. Per esempio, cos'è che fa sì che un altro blogger citi il tuo blog nel suo. Oppure cosa spinge a leggere e a fare commentini sarcastici : la fatica è doppia, leggere e scrivere cose sgradevoli. Ma non è importante. La cosa della blogosfera che più mi elettrizza sono i giochini. Il Purple Meme, per esempio (tranquilla, Alemu, il pacco alla fine, mi arriverà). Oppure, questo, ideato da Kjaretta, che fa cose speciali e adora i miei asciugamani scritti.
Orbene, si va.
Cinque cose nella mia borsa.
Considerando che mi trovo sull'isola, la mia borsa dicesi la cesta della spiaggia. Chiesto Kja, dice va bene, perciò.
- l'iPod.
- Un tubo di crema Nivea Blu.
- Un campioncino della Creme de la Mer per quando c'è troppo vento.
- Un libro "Io sono Charlotte Simmons", non mi entusiasma, ma vado avanti.
- Sabbia, conchigline, legnetti di ghiacciolo, monetine, nòccioli di pesca. (più reale di così).
Cinque cose nel mio frigo.
- Pecorino sardo
- Pomodorini, sardi anch'essi.
- Yogurt al melone Sveltesse (non il massimo, gli yogurt dovrebbero essere come i profumi, dovrebbero avere il tester lì vicino)
- Salsa al Curry Devos Lemmens, la metto praticamente su ogni cosa, ma ne riparlerò, promesso.
- Succhi di frutta ACE.
Adesso che ci penso, forse il Meme era "5 cose nel mio Freezer", ma il freezer di questo strabiliante frigorifero che ho, consta solo di fettine di pollo surgelate e molti, molti ghiaccini per la borsa frigo. Non arrivavo a cinque, so sorry.
Cinque cose nel mio armadio.
- Pantaloni capri.
- Zeppe e Hawaianas.
- Canottiere.
- Una felpa Hydrogen con la scritta BALI
- Costumi e parei, parei e costumi.
Cinque cose nella mia macchina
- Una Golia. E' lì da un anno, da quando le ho comprate e non credevo esistessero più.
- Uno specchietto lilla di perline.
- Una forcina di metallo con una corona in cima.
- Un Labello alla ciliegia liquefatto.
- Un ombrellone a rigoni bianco e blù. Moooooolto chic.
Beh, carino, direi.
Grazie, Kja.

Senza parole.


"C'è un limite nella vita di uno sportivo.
Quello che divide la normalità dall'eccellenza.
Quando hai la forza di superarlo, puoi alzare gli occhi, guardare la luce e pensare di non avere più confini".

Fabio Caressa.

Potevo esimermi?

No che non potevo. La produzione dei miei strofinacci non si arresta neppure sull'Isola. Anzi. Questo è il primo della serie marina. Mi sembra di buonissimo auspicio per cominciare al meglio questo lucido luglio. Il primo del mese di solito è la giornata dei buoni propositi. Che so, niente dolci per 1 mese, oppure vado a correre ogni giorno, oppure ancora, che so, mi iscrivo ad un corso di windsurf. Niente di tutto ciò. Mi regalo questi giorni intatti, pieni di semplicissima tranquillità, ieri sera la partita, domani sera una cena sulla spiaggia. Per il resto, si vedrà. Il vero programma è di non averne, di schemi, di binari, e inventarsi le cose lì per lì, quando ci è concesso, quando si può decidere da un minuto all'altro che cosa fare. Gli amici arriveranno dopodomani, anzi no, dopo-dopodomani, e con loro uno dei figlioli che è rimasto in città a condurre una vita sregolata e strabiliante. Saranno giorni lenti e meravigliosi. In tutto questo, Lui. Azzurissimo e trasparente, tropicale, quasi. Fresco, caldino verso sera, rasserenante, il vero rimedio a tutti i guai, il vero antidepressivo. E anche questo strofinaccio, in fondo, la dice lunga. Perchè nelle conchiglie, bella scoperta, si sente il mare.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...