
Una bella abitudine. O forse, solo voglia di qualcosa di diverso. Un rito, che so, un momento di pace, senza pensare a niente, apparentemente, soltanto, si guarda fuori dalla finestra, la collina un pò di panna un pò di farina. Si ha una serie di tè da scegliere, aromatici, classici, tradizionali ed esotici, verdi, bianchi e rossi. Proprio non si è resistito a comprare anche quello alla menta, ha un aroma forte, ma che ci fa.E il calore, poi, quello che senti abbracciando la tazza con le mani. Puoi stare lì, a guardare lo zucchero che si scioglie piano, mescolando per dieci minuti, anche, mentre la mente và fuori, si rotola nella neve, si inzàcchera nel prato fradicio di foglie, si alza a guardare in sù, il tempo basso, la nebbia fina. E poi, c'è la musica. Il cucchiaino sulle pareti, e il rumore della tazza sul piattino, sdling!, uno nota leggera ed elegante, complice, in un certo senso. Inebriante. Si può fare di tutto, davanti a una tazza di tè. Si può dire che freddo, e saremmo bugiardi, il freddo passa se bevi un tè, passa la tristezza e la tosse, e l'influenza, nel caso in cui. Si può leggere e chiacchierare, interrompendosi soltanto per un sorso, un sorso e un soffio, che bello è soffiare sul tè bollente, e un altro, ad ascoltare. Si possono fare progetti, litigare in qualche caso, spiegare una regola di inglese e ricamare. Sono giorni di casa, giorni un pò difficili, dove conti fino a diecicentomille, dove a volte ti sembra di farcela e altre volte invece no, ti ritagli via da tutto e inventi e scrivi, e cucini e ti concentri e ti dici, ma sì, ma sì che ce la faccio, chi ha mai detto che era facile. Così, ci si premia di cose, ci si fanno regali che prima non sapevi, e preziosi, davvero, si accudisce un pò di più questa casa in collina, ci si sentirà forti, più forti di prima, zucchero viola, please, e affidi i tuoi pensieri al tintinnare compunto e scivoloso che fa sul piattino la tazza del servizio buono.