
05 novembre, 2009
Tiberio, il coniglio.

03 novembre, 2009
La luna a cena.

02 novembre, 2009
Ne cambi più tu...

Vero è ben, ho cambiato numero di cellulare e fede abbiate, perciò, chi aveva il mio vecchio presto avrà quello nuovo. Sono solo alla C. Abbiate pietà.
Perchè, Barack, l' affascinantisssssimo Barack, quanti numeri cambierà? Dovrò chiedercelo, a quella del 12.
Perchè, Barack, l' affascinantisssssimo Barack, quanti numeri cambierà? Dovrò chiedercelo, a quella del 12.
E' così che piove.
Piove così e basta. E' un giorno strano di un pò festa e un pò no, Commemorazione dei Defunti, come è scritto sul calendario, il giorno dei morti, si dice così. La Princi a casa da scuola, il Liceale invece no, il Giurisprudente e la Biondina da qualche parte per casa, il JuniorIng già tornato al Politecnico. Si comincia così una settimana che sarà più corta del solito, lo vedi, lunedì è già quasi passato, a colazione si è guardato fuori e si è detto Che Meraviglia per darsi un tono, un bel mix di pioggia e nebbia sul pratino e sui fiori dell'ibisco che non ne vogliono sapere di smettere di sbocciare. Millemilioni di cose da fare, come sempre, e più di sempre, non se ne ha granchè voglia, se ne avrebbe invece di un libro e di una tazza di latte, o di quel thè prezioso che arriva da chissà dove, da bere, certo, soprattutto da annusare, come le rose, come la Coccoina, come i profumi che ti spruzzi in profumeria, questo che buono, questo sa di mela, ma che t'importa, hai sempre il tuo appiccicato addosso, persino sul telefono ne rimane un pò, non avrai esagerato? Piove e piove e basta, nulla c'è da dire, c'è disordine su questo tavolo, e quando lo noto io vuol proprio dire che non è in disordine, di più, ma in questo groviglio di gomitolipennefogliappuntipostitevidenziatoricd
burrocacao pastelli monetine una stringa
matitepile bigliettidellametro libri uncucchiaino l'iPod
ci trovo tutto il mio universo, e ho zero voglia di mettere a posto e allora e perciò senti le gocce sul vetro che rumore che fanno, come che cosa, non senti che piove.
burrocacao pastelli monetine una stringa
matitepile bigliettidellametro libri uncucchiaino l'iPod
ci trovo tutto il mio universo, e ho zero voglia di mettere a posto e allora e perciò senti le gocce sul vetro che rumore che fanno, come che cosa, non senti che piove.
Senza titolo.
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Alda Merini
Alda Merini
31 ottobre, 2009
Il cielo che cade.

29 ottobre, 2009
Pace fatta.
28 ottobre, 2009
Senza titolo.

Arresa.

Avviso ai naviganti: non è un post a sfondo fetish, nemmeno per sogno. La realtà è che mi sono arresa. Tutti a dirmi ti ammalerai, lo vedi, hai già un pò di tosse, per forza, fa un freddo polare e tu giri ancora senza calze. Vero. Fino a due giorni fa. Poi, alla fine, un briciolo di buon senso e a malincuore ho capitolato. Non che le calze non mi piacciano, anzi, a pizzi, trine, righine e fiorellini, monastiche o da Grande Raccordo Anulare, coprentissime o velatissime, mi piacciono eccome. Solo, rimetterle dopo l'estate, con ancora un accenno di abbronzatura, mi sembra un delitto, ecco. E con la gonna e il cappottino, chi ti vede in ballerine e gamba nuda, potrebbe anche chiamare il 118. Ben perciò, ecco che ieri mi sono vestita di tutto punto, calze comprese. La cosa che più mi disturba, però, è l'avere imprigionato sotto un velo di filanca nera, quel portafortuna greco, che ho da mesi legato alla caviglia, quello coi campanellini, che non potrei fare un colpo al museo in stile Eva Kant, perchè appena mi muovo sono tutto uno scampanellio. Ma non lo tolgo, no che non lo tolgo, sono esperta di queste cose e i portafortuna acquistati per euro 2 nelle isole greche non si strappano per tirarli via, ma si aspetta pazienti che si sfilaccino e si tolgano da soli, sennò i tre desideri mica si avverano, lo sanno anche i sassi. Perciò, e va bene le calze, però quel cordino viola stinto, con l'occhio del mare e le perline di legno, nonostante la calza, rimane al posto suo. la campanellina non si sente quasi, ma l'effetto desiderio è assicurato. Mica posso andare contro il volere degli déi.
27 ottobre, 2009
Di nebbia, mercurio e stelline.

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Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

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La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
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