03 marzo, 2012

Mezzo Limone.

Ci sono lucidità peggiori dei peggiori accecamenti. E' una di quelle frasi che uno legge una sola volta nella vita e per la vita se la ricorda. Ci ho messo un pò a capirla, ma alla fine ok. La mia lucidità di ieri, è stata la pulizia del frigorifero. Ora. Non è che pulire il frigorifero sia in sè e per sè un'impresa difficile. In un frigorifero normale, forse no. Ma considerata la densità degli abitanti di questa casa, se tanto mi dà tanto, so che non verrò tacciata di fighismo se dico, con una certa cognizione di causa, che il frigorifero anzi, i frigoriferi della mia cucina hanno più o meno le dimensioni di una cabina telefonica, dove si stava schiacciate in due col sacchettino dei gettoni per telefonare all'amato di turno, anni 15 più o meno, anno 1978 d.c.Ieri, come dicevo, ho dato una rassettata al frigorifero. Esso conosce stagioni alterne. In condizioni normali e/o in vista di cene e feste è strapieno di cartocci e barattoli e incarti e contenitori e buste di prosciutto e uova e sacchetti di insalata e verdure scelte, formaggi ben disposti, buste di mozzarelle e vasetti di yogurt tutti in bell'ordine. Vengono i giorni in cui le derrate vengono velocemente consumate e non sostituite, considerato il fatto che l'Addetta Spesa in questa casa sono io e io soltanto, e che se io per puro caso non mi reco all'Esselunga, credo che i miei famigliari possano andare avanti settimane a crackers e maionese. Ci sono giorni in cui il mio frigorifero dà uno spettacolo di sè veramente triste alla vista, non già il tripudio di colori che è solitamente. Ma c'è una cosa che non manca mai. Il Mezzo Limone. La questione va esaminata. Ieri ho rinvenuto nel mio frigorifero una quantità invereconda di Mezzi Limoni, sparsi un pò dovunque, nella celletta delle uova, accanto al sedano, nella cassetta delle arance, perfino camuffato dentro uno scodellino della ricotta riciclato. In tutto 6. E non è vero affatto che 6 mezzi limoni facciano 3 limoni. Non uno che combaciasse con l'altro, giuro. Resta da capire: a) che fine abbiano fatto gli altri mezzi limoni. b) perchemmai uno debba tagliare in due un limone e dimenticarsi dell'altra metà. c) nel momento in cui serva mezzo limone perchè non utilizzare un mezzo già esistente invece di crearne un altro. So che gran parte della colpa è mia, e, a parte qualche thè nel pomeriggio e qualche dopocena particolarmente pesante, sono io a mettere limoni sul pesce, a grattuggiarne la scorza nella torta e via così. Ci sono lucidità peggiori dei peggiori accecamenti. Avrei preferito vivere nell'ignoranza e non giungere alla conclusione di essere una creatrice di Mezzi Limoni. 
Ma sapendo che 6 mezzi limoni non fanno 3 limoni interi, beh, una certezza ce l'ho. E son soddisfazioni.

01 marzo, 2012

Marzo ne sa.

 
Ne sa, e ne sa tante. Perchè la luce di mattina è già diversa, ed è diverso svegliarsi con le luce chiara, è in quei cinque secondi che decidi come sarà il giorno che viene e se fuori vedi chiaro e sole e azzurro, il più è già fatto. Marzo ne sa, perchè ti permette di uscire finalmente leggerina, le calze ormai sono da tempo arrotolate alla rinfusa nel cassetto che si chiude male, pieno di cose com'è, io non riesco a tenere in ordine il cassetto delle calze, io non riesco a tenere in ordine nessun cassetto, io non riesco a tenere in ordine un bel niente, ecco, questa è la verità. Marzo arriva col suo carico di cose belle e luminose, si pensa già ai fiori da piantare quest'anno, se comprare altre rose, stamattina si guardava critici il pratino, provato dall'inverno, la siepe disordinata e i rami spezzati e lo si è immaginato già fiorito, già a posto, l'erba nuova, le gemme, magari già i fiori, le ortensie ancora verdi  e le erbe aromatiche piantate di fresco.Succederà presto, si farà colazione in terrazza qualche domenica, si parlerà pianissimo perchè le finestre dei figlioli sono proprio sopra le nostre teste, magari si avrà un quotidiano, che fa proprio domenica mattina perchè di solito i giornali si leggono on line ogni mattina, ma è molto più bello sfogliarli, in pigiama, nel sole. Marzo ne sa, si riprenderà a correre agli argini, con calma, la mattina presto, ci si incontrerà sul corso e ci si fermerà in qualche bar, il caffè delle 11 riprende ad essere un rito cui non si rinuncia, sancisce con precisione l'arrivo dei giorni tiepidi, di quelle piccole cose che ti fanno sentire bene, che lasciano i sentimenti più semplici scivolar fuori da strati di sciarpe e scialli, col freddo si fa fatica anche a parlare, si cammina svelto per scaldarsi un pò, e basta un pò di sole a farti rallentare, fermarsi un attimo a guardare una vetrina, a chiacchierare dieci minuti a un tavolino, a fare le cose che ti mettono in pace. Marzo racconta storie lievi e leggere, di fiori e di segreti, di giardini addormentati che si rianimano con le sue carezze tiepide, di vestitini colorati e di smalti accesi, perfino anelli impossibili comprati per pochi euro che si danno arie da gioielli della corona. Sorridersi allo specchio, scendere le scale saltellando e cantando piano è buona norma per iniziare in armonia un bel giorno nuovo. Succede sempre così, se è un giorno di marzo.

28 febbraio, 2012

La Strada del Mare.

La Strada del Mare non è lontano da casa. Forse perchè è il mare, a non essere lontano da me. Il Mare Vicino, che non è il Mare dell'Isola, ma è quello che appare così, dietro una curva, improvvisamente il mare.
Non la conosco abbastanza questa città, ma la amo senza saperla, indovinandola,  senza impararne i nomi delle vie,  non so, mi affascina come mi affascinano tutte le città che hanno un porto, dove si stende ai balconi, dove apri la finestra ed eccolo lì, tutto quel blù, le barche, il profumo, il vento, la salsedine, dove i fiori arrivano molto prima che da me, dove quando da me c'è la nebbia qui c'è un sole che spacca, dove mi meraviglio ogni volta delle case belle che ha, della storia che ha, degli orti arrampicati, gli alberi di mimosa, i numeri rossi, le palme.

Ecco, io Genova non la so, ma ieri la strada del mare ieri mi ha portato fin qui, me e il mio passo di pianura.
Nel corso della vita si incontrano mille persone, di più? di meno? non saprei.
Ma quelle che incontro alla fine della Strada del Mare, quelle che la Strada del Mare porta fino a me, chi lo sa, le amo da subito, di un bene speciale.

La Strada del Mare porta al Basilico, al sorriso che ti aspettavi, alla scoperta che le persone raramente sono diverse da come te le immaginavi.
Grazie Anna, per quel tuo abbraccio di ieri.




27 febbraio, 2012

Voglia d'azzurro.

Beh, si fa presto a dire azzurro. Non mi ha mai fatto impazzire, l'azzurro, ad essere sincera. Non che non mi piacesse, ma se dovessi trovare qualcosa nel mio armadio di azzurro farei fatica. Però, ho sempre comprato ghiaccioli all'anice, quelli che nel frigo dei bar sono sempre al fondo della scatola, quelli che il barista deve ravanare per ore (do you know ravanare?) e ti guarda di sbieco, Ma Come, Non Andava Bene Menta o Fragola?
A pensarci bene, stamattina ho guardato fuori e mi è venuta voglia d'azzurro, una maglia, un vestitino leggero, di una parete, perfino, di scarpe, beh di quelle ne ho voglia sempre, di mare, anche di quello. 
E che strano, mi son detta, da quand'è che ti pace l'azzurro. 
Poi, ho capito.
Azzurro non è un colore, è una condizione, uno stato d'animo, un modo di essere. Come Stai? Azzurra, Grazie. Forse non si dice, anzi, non si dice di sicuro, ma è un bel dire. Azzurro è la calma e la pace, il mare quando è azzurro è uno spettacolo che dà una carezza all'anima, e non è vero che il mare è sempre azzurro, qualche volta è verde e qualche volta è viola e nero e anche grigio. Azzurro è il cuore quando si sente a posto, quando se ne sta bello sciallo e non batte troppo veloce, e non sembra che si fermi da un momento all'altro, e non rimane lì, imbambolato sotto al maglione, ma quasi balla e ti fa compagnia, non come quelle volte che cammini e vorresti trovare un cestino per buttarcelo, il tuo cuore.
Azzurra è la mattina di oggi, di quelle mattine che ci faresti la firma, sembra tutto in ordine e pulito, la neve sporca si è quasi sciolta tutta, è uno spettacolo irriverente, a vederla a piccoli mucchi dove ancora il sole non è arrivato, quasi ci si dimentica di tutto quel candore e di quel soffice e di quel bel paesaggio che c'era.
Azzurra, sì, mi piace pensare che sarà una giornata azzurra, semplice, forse farò una torta, non ho coloranti azzurri ma fa niente, magari vado a comprarli, però c'ho questi, e vanno bene uguale, un pò d'azzurro c'è lo stesso.
Che sia per tutti un bell'azzurro cielo, un bell'azzurro mare, un bell'azzurro vento, che il vento non ha colore ma glielo si può dare a piacer nostro, che si abbia da oggi una scatola di pastelli speciali, per fare azzurre le cose nere e grigie, che ce ne sono state tante, è stato un inverno lungo e faticoso per tutti, ma l'album è finito, ne abbiamo iniziato un altro stamattina, a quadretti, per fare meglio i disegni e per colorare bene, senza uscire dai bordi, con la punta appena fatta, azzurro, ovvio.
A chi mi chiede come sto, oggi risponderò Azzurra, Grazie. La primavera duemiladodici comincia così.

23 febbraio, 2012

Certe volte.

Certe volte ho paura. Certe altre volte invece no. Certe volte mi sento così forte che potrei scaricare un camion di mattoni e poi andare a ballare, e poi. Certe volte mi sento così scema che il camion di mattoni sembra che me lo abbiano rovesciato addosso, e poi non contenti mi siano passati sopra col camion medesimo e che poi abbiano lanciato dal finestrino l'ultimo mattone rimasto e proprio quel mattone me lo prendo sulla testa. Non saprei dire in quale giorno sono oggi, se capra o fata, se stella o sasso, se seta o fango. Quel che so è che son confusa, ma và? , che non trovo il capo di questo gomitolo, e che è tutto lì, arruffato e aggrovigliato in un angolo, in attesa che lo si dipani per bene e che se ne facciano tanti gomitolini piccini, di quelli con la forma bella, a farli tondi son capaci tutti, ma nemmeno questo è vero, a fare i gomitoli ci vuole mestiere, ci vuole sapienza. Io sapienza non ce n'ho, mestiere men che meno, forse a far gomitoli di lana quello sì, ma a dipanare le mille cose della mia vita, che non è che sia una vita speciale che di gomitoli da smazzarsi ce ne abbiamo tutti, non è vero signora cara?, le genti tutti c'hanno le proprie, l'ho sentito una volta alla posta. Farò mia questa filosofia spicciola, qualche volta mi sorprendo a sentire i discorsi degli altri, ti annoi a morte se no, sei lì con le tue cose in mano alla posta, il tuo numerino e ascoltare le genti è il minimo che si possa fare. Deciderò man mano che modalità dare a questo giorno, che di per sè sembra un giorno perfetto,stamattina al Bar del Ciliegio una combriccola di pettirossi si era data appuntamento per la colazione, ed è una giornata senza troppe incombenze invero, la figliolanza è sparsa e nemmeno riederà per pranzo, quest'oggi un solo figliolo al desco, che farà il figlio unico, un vero lusso da queste parti e lo Sposo che, miracolo, sarà presente anch'esso medesimo stesso. E poi, non è forse giovedì quest'oggi e si sa da sempre che il giovedì non ci sono per nessuno al mondo e che con me non ci sono per nessuno al mondo le mie Amiche del Cuore in tutti i sensi e allora e perciò questa volta è una volta è speciale perchè vengono da Torino Cristiana e anche Rosy e allora, quale occasione migliore per fare una cosa bella, non sono stati giorni semplici per Biancaneve, e allora dai, dai che le si fa una festicciola, è già tutto organizzato, l'Amica delle Perle ha provveduto già, quella delle Provette lo saprà ora, con rapida mossa sfilerà il camice e arriverà puntualissima, Afef, beh, Afef lo saprà all'ultimo, come al solito. A far gomitoli ci vuol sapienza e mestiere. A cambiare il corso di una giornata, lo stesso. So per certo che nessuno, oggi, mi tirerà mattoni sulla testa. Son soddisfazioni.

20 febbraio, 2012

La Pioggia Scordata.

Pioverà per giorni. Settimane, forse. Alla fine, ci si era un pò dimenticati della pioggia, il cielo sembrava averne finito le scorte. Solo Neve, Mi Dispiace. E invece no. Piove e piove d qualche ora, e forse è un bene, la neve del pratino si scioglierà più in fretta, dal tetto cadono  cumuli di neve ghiacciata che è lì da chissà quanto, c'è da stare attenti. Il cibo dei pettirossi, attaccato al ramo con una reticella delle arance è quasi finito, inzuppato perlopiù.  E' un lunedì come tanti, anzi non proprio, nessuno è andato a scuola per le vacanze di carnevale, carnevale? ma noi si andava a scuola sempre, altro che giorni e giorni di vacanza, e poi il carnevale a me non è mai piaciuto, o forse anni fa, ma da un pò i carri, le feste a tema, i travestimenti in genere mi mettono una tristezza infinita. Chissà. Pioverà e pioverà, e non resta che organizzarsi per bene, fare le cose con calma, metterle in fila su un foglio e cancellarle una ad una, quelle gradevoli e quelle meno, farsi un bel foglio colorato e dire ok, comincio da qui. Io ho cominciato da sabato sera, una festa a sorpresa per il compleanno di una delle mie Amiche Storiche, e che bello è stato incontrarsi tutti, proprio tutti, quelli di quei giorni là, il primo lavoro vero, un amore a settimana, non importa se corrisposto o meno, anche la mia amica di scuola, l'unica che avesse detto a quella nuova, che ero io, di andare a sedersi nel banco accanto a lei. Che bella festa, che bei sorrisi, che belle facce, cambiate sì, ma nemmeno tanto, il cuore non trova differenze mai, e le  persone che hanno fatto con te un pezzo di strada le riconosci dall'odore di buono, da quel loro guardarti, dal loro parlare che credevi di aver perso e invece eccolo lì, ancora intatto, la risata uguale come quella volta che, le complicità non svaniscono, rimangono lì, nascoste per anni e poi, proprio quando credevi di non averle più, eccole qui, eccoci qui a raccontarsi delle cose e a ridere di quegli amori là e di quei giorni e di quel viaggio e di quella volta. Che bello ritrovare le cose, che bel sentire, che straordinaria ricchezza ti fa capire di avere, se ritrovi affetto, calore e vicinanza anche dopo tanto tempo, che a sentirti così ti fa sembrare bella anche la pioggia, che credevi di aver scordato e invece, invece no.

14 febbraio, 2012

Be my Valentine.

E' un bel giorno per fare festa. Non tanto, il giusto. E' un bel giorno per fare una torta, io l'ho fatta ieri, per esempio, e anche i dolcetti, con gli stampini ricevuti in dono da Piperita Patti a Natale. E' un bel giorno per stare bene, per stare meglio, c'è anche il sole, e questo rende tutto più gradevole, non la nebbia come ieri, che neve per terra e nebbia intorno, signora mia, lei non può capire. E' un bel giorno e basta, si è recuperato in fretta epperforza, ci si è dopati di vitamine e cose, stamattina ci si è detti Sto Bene, e via, archiviata la pratica influenza, che porta con sè una serie di menate e di clima cupo in casa, cui nessuno è abituato, fine, sto bene, perfetto, voilà. Un bel giorno di metà febbraio, ma come, di già? non era Natale solo ieri? e con lui una voglia di sottile di leggerezza, come una svolta, come a dire, ok, hai fatto il freddo che hai voluto? Bene. Hai messo tutta la neve di questo mondo? Bene. Mi hai fatto pure ammalare un pochino? Bene. Adesso Basta. Fine. Ora, si legge tutto in una chiave diversa, si sgombrano le stanze dalla polvere e dai pensieri e dalle cose sgradevoli, si portano alla discarica municipale, quella degli oggetti, non quella dell'umido, ci mancherebbe ancora, quella dove si portano i vecchi computer, i salotti sfondati, le vernici, gli scatoloni enormi, le pile. E' così bello andarci perchè spesso trovo delle cose che mi porterei via, una volta avevo visto un lampadario in fondo alla benna, ma non si riusciva più a recuperarlo e l'omino era così dispiaciuto, e ormai mi salutano, alla discarica municipale, perchè ogni tanto porto lì le cose ingombranti che non mi servono più, è tutto suddiviso e ordinato, i computer di qua, le lavatrici di là, ma è tutta una scusa e guardo le cose che hanno buttato via gli altri e un pò mi ci immedesimo, e insomma, è davvero così depravato andare alla discarica, sì, forse un pò lo è. Oggi, nel giorno di San Valentino non andrò alla discarica municipale, no, ma mi farò un bel giro per il corso che è un pò che non faccio, la mia Amica delle Perle è in trasferta nel Regno Sabaudo, sopravviverò e troverò qualcuno che mi affianchi nello scellerato rito del caffè delle 10 e trenta o giù di lì, qualcuno troverò, alla fine, forse Afef, o chi lo sa. So per certo che Biancaneve mi raggiungerà nel pomeriggio a Cuore di Maglia, perciò sono bell'e contenta. Così, in questa immensità in questa semplicità di un giorno dove finalmente non ti aggiri febbricitante e noiosa, si annega il pensier mio. Alla discarica ci andrò un'altra volta. A San Valentino, signora! alla discarica non si va. Eppure, trovassi  una poltroncina...

13 febbraio, 2012

Malaticcia.

Ho visto la luna stamattina, attraverso i rami degli alberi, oltre la finestra. Che strano, mi sono detta, non ti avevo mai vista lì, luna dorata di un gelato inverno. Non sono stati giorni belli, questi qui e forse, la luna fra gli alberi voleva essere un piccolo regalo per me, a ricompensa di un fine settimana non proprio lucente. Ho avuto l'influenza, forse un pò ce l'ho ancora, a giudicare dalla mia povera testa vuota, più vuota del solito, che mi sembra a tratti leggerissima e a tratti così pesante che mi ritrovo lunga e tirata sul pavimento. Non è una bella sensazione. Ma agli astanti devo dire che sto bene, che sto benissimo, che non ho proprio niente, qui non mi si sopporta se appena sto un pò male, forse perchè insopportabile la sono per davvero, noiosa come la pioggia, lo so da me, lo vedo. Io non sono abituata a stare male, perciò se ci sto mi sembra strano, ma qualche volta forse mi piacerebbe avere intorno a me uno stuolo di persone che di me si occupano, che facciano insomma come faccio io con loro, la spremuta alle ore giuste, le fette biscottate, le tachipirine e le enterogermine ben dosate, allineate sul vassoio viola dell'Ikea, il cuscino sistemato, anche solo uno sguardo ogni tanto, Hai Bisogno di Qualcosa. Qui non funziona così. Qui se stai bene, bene. Se stai male, ebbè, figliola, non è che dobbiamo stare a perder tempo con te, che in fondo non è nemmeno che stai tanto male, sù. Consideravo questa mattina che ho troppo ben abituato gli abitanti di questa casa, e che forse davvero meriterebbero una madre lagnosa, ma non solo 2 giorni ogni 3 o 4 anni, lagnosa proprio sempre, che si corica nel letto se si brucia col forno, che chiama il medico per un raffreddore o che per un mal di pancia si trasferisce da mammà. Io, stoica, resisto e combatto, e preparo pure il ragù, salvo poi stramazzare nauseata sul divano. Gli abitanti della Casa in Collina non abbiano a temere, si è decisa a tavolino la mia perfetta guarigione, fine della storia. Ma che nessuno si ammali nei prossimi giorni. La vendetta, si sa, è un piatto da servire sul vassoio viola dell'Ikea. Dove allineerò con grazia mai vista una serie di mini vasetti di cactus che sono un amore. Diabolica donna.
tumblr.la douleur exquise.

08 febbraio, 2012

Odio le gazze.


Insopportabili. Sgraziate, impacciate, brutte a vedersi. Volgari, con la faccia da false, prepotenti, odiose. Che rubano le briciole dei pettirossi, che schiamazzano la mattina presto, che zampettano nella neve e sono le uniche a stare in giro con questo gelo, gli uccellini più piccoli fanno una rapidissima apparizione, giusto per cercare i pop corn sul terrazzo, le briciole della tovaglia, i crackers disintegrati. Antipatiche e casiniste, non mi sono mai piaciute, già dal nome non ispirano una grande simpatia, gazze ladre, perchè dovrebbero piacermi. E' un mattino così, fa un freddo che si vede dalla finestra, oramai nessuno parla d'altro, la morsa del gelo, temperature polari, ebbasta, non se ne può più, è inverno, fine. E' un giorno di mezzo, come lo è sempre il mercoledì, che è un giorno sfigato, nemmeno il mercoledì mi piace, come le gazze, come certe parole, come certe me che trovo qualche volta sullo specchio, la faccia da sogliola, gli occhi pesti, l'espressione di chi si trova a passare per caso, sono qui ma me ne vado subito, dovevo essere da un'altra parte. E da un'alta parte vorrei essere, o forse no, basterebbe soltanto una faccia diversa, un mood diverso, esiste una pillola che ti faccia sentire in pace col resto dell'universo invece che così? Mi sa che l'invento. Ci metto le cose più frivole, un bel pò di cretinate sulle quali ho scritto diversi volumi, trattati, postulati ed è allo studio una raccolta multimediale. E poi ci metto il sole. E il mare. E già che ci sono, una manciata di brilli, glitter a secchiate, le cose che brillano mi attirano, ma come, forse sono anche io una gazza ladra? Ecco, oggi sono lì, nello scaffale delle cose odiose, fra le gazze ladre e il mercoledì. Andiamo bene.

06 febbraio, 2012

Colpa del gelo.

E' il gelo, sì. Meno non so quanto, le temperature non le quantifico dai numeri, ma dai maglioni, dalla sciarpa che non basta, dalla faccia intirizzita, dalla cuffia calata fin sugli occhi, dalle mani gelide nonostante i guanti, epperforza, hanno i buchi. Questo gelo mi ha scocciata, per un pò va bene, poi non mi piace più, d'improvviso avrei voglia di vedere l'erba e le foglie, e le cose intorno con la loro giusta forma, i campi dei colori giusti e non tutto questo bianco, che è magico sì, ma che oggi mi stufa, mi innervosisce, mi fa essere come odio essere, petulante e insopportabile, non gradevole a nessuno, come se il gelo avesse gelato anche me, in un certo senso. Mi verrà l'influenza, si dice quando uno non è in forma, incriccatissimo, un malessere diffuso che non individui, e forse nemmeno sai se è fisico o no, se passa con la tachipirina o no, se basta un pò di caldo e le coperte e un bel libro oppure se non serve nulla e devi solo aspettare che passi, contando poi i danni che ha fatto su di te, lasciandoti così, come fa sempre. Lo stato delle cose è questo qua, ci si ritrova a iniziare una settimana impegnativa e si è impreparate a tutto ciò, non si trova il modo, ci si sente inadeguate perfino a sciacquare un bicchiere. Fuori il paesaggio non aiuta certo, ho messo briciole di Macine sul cumulo di neve che si è formato nel vaso grande del timo e della menta, ho guardato il mio giardino perso e nemmeno l'ho riconosciuto, si è rotto perfino un ramo del ciliegio, ha giocato con la neve e la neve ha vinto e lo ha lasciato lì, spezzato e triste in mezzo al pratino scomparso. Il gelo ha un brutto effetto su di me, mi ci vorrebbe un amuleto per combatterlo, sono stufa di questo silenzio e questo bianco, vorrei chiasso e vento e colori, vorrei musica e fiori dentro ai vasi. Il freddo, la zerda, come la chiamano qui, ha gelato i miei pensieri, li ha fatti pesanti e appuntiti, come i ghiaccioli fuori dalla finestra, li ha resi insopportabili, scivolosi come i marciapiedi, sporchi come il pavimento macchiato di sale, non è giornata, non è il momento, non è niente al mondo, oggi cercherò un talismano contro il mio stare, troverò un antidoto in qualche modo, non si va da nessuna parte se una sta così, anche io in tilt come il traffico di Roma, farò piccole cose, tirerò a lucido questa casa silenziosa, spalerò la neve che è rimasta sul terrazzo, preparerò cibo vero per gli uccellini, mi sa che le Macine ai pettirossi non piacciono, inconcludente, inadeguata, nemmeno a dar  briciole agli uccellini sei capace, oggi.

01 febbraio, 2012

Scegli.

Non c'è un metodo, nè una formula magica, nè un calcolo complicato: e meno male, in ogni caso non lo sapresti fare, il calcolo. Non sei brava coi numeri, forse nemmeno con le parole, ma sei abile a metterle in fila, a metterle bene in ordine, in modo che riescano a dire il più possibile quello che vuoi, quello che sai, anche quello che non sai, certe volte. A parlare sei brava. A raccontare. A dire, dire, dire. Un pò meno  a mettere in pratica. E c'è un momento, infinitesimale, impercettibile, sottilissimo, cipria lucente, in cui ti piace provare a scegliere, chiedersi Vediamo Chi Sarò Oggi. E' un gioco che fai spesso, quando la mente è sgombra e lucida, quando hai spinto via i pensieri, scatoloni ingombranti sul pavimento, li hai nascosti o sotterrati, affidati al camion della spazzatura, o forse, solo a quello dei traslochi e prima o poi li ritroverai, in qualche modo, da qualche parte. Scegli chi vuoi essere oggi. Se neve soffice come quella fuori, quante ce n'è, o sole a picco su una spiaggia deserta, nemmeno tanto lontana. Scegli, se candela pallida o luce accecante, se rosso vivo o beige chiarissimo. E' un altro giorno vinto, dove tutti i ritmi di casa vengono un pò stravolti, rallentati, fermati, addirittura, ed è un privilegio che va sorseggiato piano, la vita rallentata è un lusso da apprezzare, ci si sente un pò liberi, anche se chiusi in casa, anche se infreddoliti a scrutare oltre i vetri, nevica ancora, di quella neve finissima che è polvere dal cielo, meraviglia della natura, del freddo, delle nuvole, polvere magica che cambia, paesaggi, pensieri, ritmi e giornate. Scegli, dunque. Chi vuoi essere nelle prossime ore, se donna già grande che sbuffa per la neve o ragazza impertinente che esce a giocarci, scegli se misurare scarpe davanti allo specchio, con una figlia che ti è uguale, che ride dei tuoi sandali improbabili arrivati ieri da oltreoceano. I giorni bianchi sono quelli che portano calma e silenzio, e coprono coi fiocchi i cuori che battono troppo forte contro il lenzuolo, i pensieri difficili che non fanno respirare, i magoni che schiacciano e gli occhi fissi oltre la finestra a guardare nel niente. E' un qualunque giorno speciale, la neve intatta aspetta solo di essere calpestata, scelgo di essere un pò incosciente e festaiola, farò a palle di neve nel prato grande scriverò qualcosa che mi piace, e lascio i pensieri pesanti a guardarmi con livore da lontano.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...