29 febbraio, 2008
Domanda.
21 novembre, 2007
La marachella.
01 febbraio, 2007
E vissero felici e contenti.
Caro Silvio.
Mi sembra davvero che ti sia un pochino lasciato andare. Lo so, lo so, stè due sventolone ti avevano fatto perdere la testa, e tu ci hai dato giù di limoncello alla festa dei Telegatti, però, dai, un po’ di contegno. Io non mi sono mica arrabbiata, sai, solo, avrei preferito che ieri sera, rientrato a casa, mi avessi mandato un messaggino, con scritto Buonanotte o una carineria del genere. Io, ci sarei passata sopra. Dai, adesso non facciamola tanto lunga, tu hai un sacco da lavorare e io devo badare ai figli che guarda, mi mandano fuori dai gangheri. E quando torni, ricordati di passare all’Esselunga a comprare le uova, che ieri sera PierSilvio ha voluto la frittata e se le è spazzolate tutte.
Baci.
Tua Veronica.
Cara Veronica,
In effetti mi hai fatto una bella sorpresa. Stamattina quando sono andato dal giornalaio e ho comprato Repubblica, miseria, ancora un attimo e mi veniva un infarto. Non mi sono nemmeno fermato a parlare del Milan come faccio sempre. Forse hai ragione, ho un pochino esagerato, ma non te la devi mica prendere così ogni volta. Io avrei dovuto stare buonino con quelle ragazze, ma sai, sono così scosciate e scollate, che l’occhio casca sempre proprio lì, sono un uomo, cribbio. Vero, non facciamola tanto lunga. L’amore non è bello se non è litigarello. Ci farò una canzone con l’Apicella. O l’hanno già fatta? Dai, non tenermi il muso, però. Vuoi un'altra collana come quella che ti ho portato a Marrakech? Dimmi come ti piace. Stasera però lasciami qualcosa nel microonde, che arrivo tardi. E ricordati di stirarmi la camicia celeste. Domani mi serve.
Baci.
Tuo Silvio.
21 dicembre, 2006
L'ha fatto per me.
13 settembre, 2006
Uno spargizucchero per Afef.
29 giugno, 2006
Il piccolo Principe.
E così, eccoci qua. In giorni in cui il popolo gossipparo nulla si fa sfuggire della saga del suo illustre, blasonato, cifrato, sabaudo, reale paparino, eccoci qua a spendere due paroline su di Lui. Il principino. Tanto per dirne una, è belloccio. Un pò CiccioBello, ma belloccio, dai. Forse perchè ha 7 cognomi ed è principe Diqua e Duca Dilà, però, come dire, fa la sua figura. Del tipo, se mio figlio mi dicesse, "Studio filosofia con il Fili, oggi pomeriggio", diciamo che mi passerei almeno il lucidalabbra per portare loro la merenda in camera. E forse, chi sa, permetterei anche mia figlia di fare loro una visitina, e lì per lì, recitargli una poesiola. Dopotutto, è sempre un principe, no? Dovere di ospitalità. Ma, alla luce dei fatti, considero che forse il Nostro Principe, che, non scordiamolo, è figlio del Nostro Re e di quel donnino di Marina Tutankamon Doria, non ha la minimerrima (!) idea di cosa sia la filosofia, e quindi sono felice che il 7 del mio figliolo liceale venga da qualche pomeriggio insieme al suo compagno Francesco, delizioso ed educatissimo fanciullo, ma molto più plebeo. E fin qui, ci siamo. Ma, una domanda mi ottenebra. Sarà per caso la maledizione delle felpa? Avevo giust'appunto notato, tempo fa, il lancio di una linea di felpe riportanti lo stemma di casa Savoia. Marca Hydrogen. Ohibò. A parte che non avevo ben chiaro il target. Chi poteva ricavarne gusto ad andare in giro travestito da Palio di Siena? In effetti l'illustre stemma gentilizio è piuttosto, come dire, impegnativo. Ma soprattutto. Chi era quel tale che aveva affidato il rilancio della sua Azienda ad una linea di felpe, tra l'altro molto carine, molto care e molto contraffatte? Così, non dormendoci la notte, mi sono detta. Continuate, figlioli miei a studiare per benino, se anche avete un debito, e pazienza, chessaramai. Ma che mai, mai, mai, vi venga in mente di lanciare una linea di felpe. Esse portano rovina e sfacelo, per non dire una sfiga, ma una sfiga, signora mia! Una maledizione. Che sia colpa di Tutankamon?
09 giugno, 2006
Laifisnau.
Ma quanto ci avrà messo la Creatura, ad impararlo? L’accento certo non è dei migliori, ma col suo faccino borgataro, belloccio ma a bocca chiusa, e la parlata country, Francesco Totti riesce persino ad essere simpatico. Ormai in televisione vuoi per i Mondiali, vuoi per gli spot, lo si vede ogni 5 minuti. Mi ha intenerito giorni fa quando alla radio ho sentito che il desiderio segreto del Nostro sarebbe quello di passeggiare in Via del Corso, senza essere assaltato dai tifosi e dai fotografi. Si ode il coro, Sì, Ma Ha Cinque Fantastiliardi In Banca, ohi, ma come siete venali, orsù! Insomma, un desiderio legittimo. Beh, in fondo ad esaudirlo non ci vorrebbe molto. Basterebbe avere una mogliettina meno appariscente, con una french manicure un po’ più discreta (Ilary, tesoro, ma lo sia che la french così ce l’hanno solo le domatrici oramai?), un bimbetto con un nome più consono, che so, Fabio Massimo, o Caligola, ma Cristian, accidenti, e senza nemmeno la h, per cortesia. Potrebbero rifarsi e la prossima pupina chiamarla Flaminia, o Appia Antica, anche Casilina male non sarebbe. E infine, Lui, forse, dovrebbe azzeccare un congiuntivo ogni tanto, dovrebbe essere meno presente nelle barzellette e fare meno cucchiai. Qui si fermano le mie nozioni calcistiche. E non si può neppure pretendere un inglese fluently da chi ha idee confuse anche sulle sua lingua madre. Vabbè. Però Francesco Totti mi sta così simpatico che magari qualche lezioncina di inglese, grammatica e fonetica, gliela darei io. Dopotutto, sono stata al Trinity College di Oxford, mica alla Scuola Radio Elettra. E sarei onesta con Lui, non gli chiederei autografi e applicherei una tariffa moderata per il Pupone, facciamo 50 euro. “ Ahò, sò cento sacchi!!!!”
Lapo 2, il ritorno.
E’ tornato. Non già a Portofino come qualche settimana fa, ma proprio lì, al lavoro, in ufficio, al Consiglio di Amministrazione, insomma, al suo posto. Lo hanno trovato in forma, bello non lo è e quindi si dice che è un tipo, arrivato con la sua Alfa 156 Sport Wagon, con un bel completino azzurro cielo, e una splendida cravatta tricot. Mi ha fatto felice. Tanto per cominciare, le cravatte all’uncinetto le facevo alle medie nell’ora di applicazioni tecniche e quindi mi sono già portata avanti. E poi perché, in assoluto, ha una bella macchina. Bella scoperta, ma com’è che fa la sua mamma di cognome, Agnelli, per caso? E cosa fanno gli Agnelli, formaggio? Vabbè, eravamo rimasti alla macchina. Mi piace e molto. Sono una donna anomala, che è già una bella dichiarazione, nel senso che le automobili mi piacciono. Non proprio come agli uomini ma quasi, e che ci posso fare, sarà mica peccato, no? E se adesso, in questo periodo di Suv, probabilmente, dovendo scegliere una nuova automobile, sceglierei proprio quella del Lapo. Magari di un bel rosso lacca, che so, un Pirate di Chanel lo vedrei bene, ma si è mai visto qualcuno che si reca ad acquistare un’automobile con una boccettina di smalto? In controtendenza, italianissima, non di moda, non riconoscibile. Grazie Lapo di questa grande idea sul mio prossimo acquisto. Felice che tu sia tornato, il tuo completo celeste spiccava e di molto su tutta quella grisaglia. Ti ho già palesato la mia stima, mi diverte quel tuo modo di fare, giullare fra le mummie, l'occhio spiritato anche in tempi non sospetti, il basettone, l'aria trasognata. Si sbaglia tutti, tesoro, chi un po’ di più, chi un po’ di meno. La cosa importante è non ricascarci, me lo prometti? Ah, una precisazione. Sul fatto che gli Agnelli non facciano il formaggio, beh, ho sottomano un indirizzo: Caseificio Agnelli, Località San Pasquale, Palau, Sassari. E t’ho detto tutto.
26 aprile, 2006
Il curriculum, mandalo a me.
No, anche lui. Dopo Mentana, anche lui se ne va da Mediaset. Ben vi sta, mi vien da dire, ve lo siete meritati. Mi dispiace. Sposini mi piaceva. Cioè, mi piace. Perchè ha sempre le gambe incrociate e le braccia conserte, da professore un pò scazzato, si può dire?.Che dice le notizie più atroci con innata classe e segue i servizi sul monitor come se fosse il filmino di nozze del cugino Mario. E un ghigno beffardissimo, e una faccia simpatica e signorile, austera e un pò da vicino di casa che preghi ogni sera che gli manchi un limone per la bresaola. Oppure che so, da incontrare al parco mentre porti a spasso il cane, è un labrador anche il suo, ma che carino e via così. Che roba. Sembra che sia disoccupato, alla data. E che mandi i curriculum a destra e manca. Ebbene, mi propongo. Non so bene che tipo di lavoro, ma ci posso pensare. Diciamo una mezzoretta. Potrebbe fare i temi ai miei figlioli, provare le tabelline all'Infanta, accompagnarmi a fare la spesa. Forse, il mio sposo proprio contentissimo non sarebbe, ma vuoi mettere, il figurone all'Esselunga?
25 aprile, 2006
Il Lapo cattivo.
Eccolo, il Lapo. Avvistato questo week end a Portofino, in lino stropicciato ed immancabile basettone da rockstar. Intendiamoci, Lapo mi sta simpatico. Non lo trovo nè bello nè affascinante, non è il tipo mio, direbbe mio marito, ma mi è simpatico. Mi è dispiaciuto dell'incidente occorsogli, e che tanto ci si abbia ricamato sopra, con particolari che il buon gusto e la buona educazione forse avrebbero dovuto far tacere, ma si sa, l'Italia è un paese di santi, poeti e di gossippari e allora via ai dettagli, era in guepière, c'era questo e c'era quello. Il rampollo Agnelli sembra, in questo week end, che abbia una buona cera. Accompagnato da due amiche, femmine di razza bianca, ha fatto un giretto a Portofino. Prima uscita pubblica italiana, mi sa, dato che tutti ma proprio tutti hanno notato che, alle Olimpiadi nella sua città proprio non si era fatto vedere nemmeno per sbaglio. La Famiglia, forse, ha pensato bene che non era cosa. Dopotutto era (l'imperfetto è d'obbligo, purtroppo) l'Uomo Immagine del Gruppo Fiat. Che poi abbia fatto uno scivolone, annusato troppo, frequentato personcine che forse l'illustre Zio e neppure l'imbalsamato Fratello condividerebbero, beh, questa è storia nota. Ma un appello vorrei fare al piccolo Lapo. Torna. Torna, guarito, coi tuoi cravattoni da una piazza e mezza e le tue basette con l'extension, la camicia fuori dai pantaloni e quella tua aria gigiona, i congiuntivi a casaccio e quel sorriso sornione da sette in condotta. Torna, fatti una fidanzata come si conviene, daranno i numerini come alla posta per questo incarico vacante, fatica certo non farai. E torna a produrre, Lapo Elkann. Senza di te, non si sa proprio che felpa comprare, la prossima estate. E va bene così, senza parole.
24 aprile, 2006
Ubi maior.
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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C'era un libro, una volta, così intitolato. Mi pare fosse di Luca Goldoni, indagherò. Colgo l'occasione per spiegare. In realtà da s...
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La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...