Domani che?Domani, beh, una sorpresa.
Sorpresa per chi?
Per tutti quelli che vorranno, che scoperta.
Domani a che ora?
Dalla mezzanotte di stasera, bestiuccia, che è ancora oggi ma già domani.
Ok, allora sto incollata al pc.
Ecco, brava.
Ho avuto paura. Tanta, anche. E' raro che mi succeda, io non vado fortissimo in macchina, anzi, proprio vado piano e poi mi piace guidare e lo faccio spessissimo, abito fuori e avanti e indietro e sù e giù, coi figlioli e le cose. E ieri sera, la seratona della pizza dopo il KnitCafè del giovedì, che abbiamo riso fino alle lacrime, noi 5, e che abbiamo fatto, come al solito, le 21e37, roba da non riprendersi, non so se mi spiego. Ma è stato al ritorno, che è successo. Ho sbandato, non so, nella strada di casa che conosco a memoria, a memorissima, ciascuno di noi sa la strada di casa, potrebbe farla davvero bendato, girato al contrario, così. Improvviso, ho visto il bordo della strada davanti ai miei occhi, non ricordo come, ho cominciato a ballare sulla strada deserta, per fortuna, col fischio delle gomme come nei film, come le sgomme degli scemi il sabato pomeriggio, con la radio a palla e i catenoni. La macchina ha perso il controllo, ha perso me, la mia attenzione, o sono io che ho perso lei, perso la nozione della strada, della prospettiva, dell'andare dritto. Ho avuto paura. Sono finita nell'altra corsia, e poi di nuovo di qui e poi di nuovo di là, un zigzagare disordinato, durato quanto? un secondo? due? mille? Non lo so. Non c'era nessuno, non ho sbattuto da nessuna parte, ho avuto il controllo della situazione, del volante, non di me. Che non ricordo, che non so, se qualcosa ha attraversato, o abbagliato, e non ricordo, come se il mio cervello fosse diventato un lago fermo, il niente, fosse mancata la corrente per un pò. Ora meglio, bene anzi. A casa ho tremato per un pò, tutti intorno preoccupati, ma è passata., adesso è passata. Mi sforzo di ricordare e non mi viene niente, e non ho bevuto, giuro, a parte l'acqua gasata. Oggi mi darò una calmata, riordinerò per bene i pensieri e cercherò di ricordare. E la prossima volta, acqua naturale. Mi sa che è quello. La CO2, ogni tanto, fa brutti scherzi.
Mi piace il treno, l'ho già detto. E lo dico di nuovo, perchè mi viene in mente solo quando ci vado, e di solito d'inverno, più spesso, fra nebbia e gelo, che è molto meglio. Non importa quanto lungo è il viaggio, anche un'ora o poco meno può bastare, è il tempo giusto. Andare in treno mi piace perchè si può leggere. E pensare, pensare, pensare. Credo che del treno più di tutto mi piaccia il dondolio. Mi piace, il vagone si muove impercettibile o meno, culla piano ad ogni scambio ed è bello quando rallenta e poi riprende. Setaccia, in un certo senso, i pensieri che vuoi avere e quelli che no, le cose cui vuoi pensare e quelle che invece , magari dopo. Difficilmente si hanno tristi pensieri, in treno, almeno, io non ne ho avuti mai, e sembra impossibile, ho viaggiato e viaggiato, da poco più che ragazzina, da una vita a un'altra vita, da un paese a una grande città, ogni fine settimana, con la stessa voglia di partire e tornare, sia da che per. Sono stati bei viaggi, ho letto centinaia di libri, è capitato che finissi un libro in un week end, buona parte in treno. Non ho mai chiacchierato, però. Io, che parlo anche coi sassi, in treno invece no. Non attacco bottone, come si dice, sto come si sta in chiesa, in silenzio, guardo fuori, e ascolto. Non le chiacchiere degli altri, ma c'è sempre meno gente che parla in treno, ognuno perso nei suoi pensieri, nei fatti suoi, come me. Io, zitta. Ascolto il rumore delle rotaie, i fischi e i sibili, e mi piace da morire quando un treno incontra un altro treno e si sommano così le storie di chi và di qua con quelle di chi và di là. E quel sussulto di un secondo, che fa un pò paura, che scuote dai pensieri, distoglie per un pò e poi torna tutto quieto come prima, a dondolare, veloce o più piano, a setacciare con cura i pensieri, questo sì, questo no.
Gli swap mi piacciono tanto, mi sono sempre piaciuti tantissimo. Strani incontri si fanno a girare sul web, divertentissimi, perlopiù. Come questo. La Madame in questione è bi-mamma da pochissimo. Eppure, non si sa come, è riuscita ad organizzare in cinque e tre otto una cosa non proprio semplicissima. Il principio è testè spiegato: lei ha messo in un bel calderone molto chic una serie di indirizzi mail, in numero pari, ovvio, di tutti quelli che volevano partecipare. Eppoi ha fatto gli abbinamenti, a caso, credo. Eppoi, ha comunicato a ciascuno un indirizzo cui spedire una scatola. Con dentro cosa? Sorpresa. Così, io spedirò una scatola a qualcuno e qualcuno la spedirà a me. Fine dello spiegometro. Il bello della vicenda è la sorpresa, la cura che ci metti a preparare una scatola per qualcuno che non conosci. E' divertente. In realtà io ho qualche indizio sulla mia Compagna di Scatola, perchè ha un blog. Ma giuro, mano sul cuore, che non dirò nulla, almeno fino a quando la scatola non sarà già in viaggio. Begli incontri si fanno sul web. E a te Daniela, ancora grazie di quella polvere di liquirizia che mi hai spedito tre anni fa..."Certe cose, sul web, nascono così". 

Che buffi esserini, le coccinelle. Strano poi che vengano in mente in una stagione come questa, non è che di coccinelle è pieno in giro, chissà cosa ho sognato questa notte per svegliarmi pensando alle coccinelle. Strana filosofia, la loro. Scelgono un posto e ci stanno un pò, con piccoli passi precisi fanno pure un giretto. Poi, sall'improvviso, come se fosse loro squillato il telefono, senza un motivo apparente, puff! volano via. E' una mattina tranquilla, per una mezz'ora scarsa, in realtà, ma ci si può concentrare un pochino e fare le cose con calma, di schizzare fuori dalla porta, coi capelli bagnati e mille cose da fare, già in ritardo prima ancora di cominciare, oggi non se ne ha voglia. Così, ci si bea di questi minuti regalati, si leggono i giornali, e ogni tanto si guarda fuori dalla finestra, il pino dell'aiuola grande, che se si vede, vuol dire che non c'è la nebbia e se non si vede, invece, vuol dire che c'è. E' una mattina lenta, centellinata, di solito il giovedì è un giorno così, ci si prende un attimo di respiro, di quiete, ci si dedica alle cose semplici, di quelle che non si deve necessarimente correre di qua e di là, o se proprio si deve, si cerca di correre piano, una cosa alla volta, in pace, come i passi precisi e minuscoli delle coccinelle. Le mattine come questa sono gemme preziose, brillantini trovati per terra, da rigirare piano tra le dita, con calma. Si pensa meglio, si fanno le cose meglio, e anche le decisioni prese in mattine così hanno un altro sapore, un altro significato, una specie di valore aggiunto. Non che non corro questa mattina, mi regalo il lusso di fare le cose che piacciono a me, una volta ogni tanto, che male c'è. Così, la giornata già da subito sembra più luminosa, cosa importa se poi le cose che dovevano essere 3 saranno millecinquecento. Farò mia la filosofia della coccinella. Calma e tranquillità. Se poi si deve volar via, beh, sarà un attimo.Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...