12 marzo, 2009

Stremata.

Dopotutto, ha solo cinque mesi! E non è mica abituata agli impegni mondani, certo che no. E poi, non ha il permesso di uscire dopo una cert'ora e al pomeriggio deve fare il sonnellino, per forza di cose. Ma oggi era una giornata speciale. Sì, perchè oggi, verso l'ora di pranzo o poco più, la piccola Tiffany ha avuto in dono, meraviglia, un collare! Di ottima fattura, manco a dirlo, di grande eleganza, un rosa fiordipesco, mi aiuti a dire, con una piccolissima charms a forma di osso, e tutto intorno una fila di ossicini tuttitempestati di pietre preziose. Idem dicasi per il guinzaglio, rosa anch'esso, ma tuttotempestato di perle di fiume e diamanti purissimi. Non credo che abbia capito bene lo scopo di tali aggeggi: tanto per cominciare non ha gradito il collare, si strofinava contro le poltrone e si strusciava sul pavimento, pensando, ma che diavolo di roba è questa qua. Per le lezioni di guinzaglio, poi, servirà un addestratore pluridiplomato: non le sta in testa che il guinzaglio si deve lasciare dov'è e non tenerlo in bocca durante la passeggiata, mordicchiarlo e tirandolo di qua e di là, sennò tutte stè pietre preziose mi si staccano e si perdono e allora, l'effeto glamour va a farsi friggere. La piccola Tiffany ora dorme beata, stremata dalla cerimonia di consegna del primo collare della sua vita. D'altronde, con un nome così, mica potevo continuare a fargli i collarini all'uncinetto! Quelli, si fanno al gatto!

11 marzo, 2009

Ma chi ha voglia.

Verrebbe voglia di fare tutt'altro. Prendere la strada del mare, per esempio, di qua si fa in un attimo, e dietro la curva, improvvisamente il mare, proprio come la canzone. O di fare un giro per qua, in collina, con due felpe una sull'altra, il piumino mica serve più, non vedi?, si sta bene anche così. E magari, sbirciare nei rami, le gemme che ci sono, minuscole, certo, ma un pò di pazienza ed esploderanno, non manca molto, mi sa. Oppure, sedersi al sole in un bar del centro, una chiacchiera tranquilla, che fretta c'è, un caffè con un'amica, si sta così bene, la spesa l'abbiamo già fatta, i ragazzi escono alla una, dobbiamo solo ancora passare dal fornaio del vicolo, quello che fa il pane così buono, ma così buono che i ragazzi lo sbranano già dal sacchetto di carta, tornando da scuola. Verrebbe voglia di ciondolare un pò sul corso, le vetrine coloratissime, le scarpe leggere, i sandali, i vestiti da comunione nelle vetrine per bambini, i fiori di pesco finti, qualcuno azzarda un costume da bagno. Calma, tempo ci sarà. Niente è più affascinante di un inizio di primavera, dopo un inverno così cattivo, niente rende così gradevole questo caldino che c'è, l'impermeabile, il foulard, una borsa colorata. Con un mattino così, di sole e di nuvole sottili, ma chi ha voglia di fare le cose da fare, ma chi ha voglia di andare alla posta, di pagare di qui e pagare di là, e trovare un parcheggio e fare una fila, e telefonare e andare in farmacia e comprare la colla e fare, fare, fare e girare come trottole e alla fine, accidenti, va bene c'è il sole, ma insomma, un attimo, che mi fermo a guardarlo se no nemmeno mi accorgo che c'è.

09 marzo, 2009

Chemmeraviglia!

Avrei scelto questo qui. Il servizio non è nemmeno completo, si sa, la servitù è così sbadata, e una tazzina oggi e un piatto domani, e una lattiera dopodomani, in trecento anni, ben si sa, il servizio va a farsi friggere. Però, questo qui c'ha la zuppiera, che mi piace tanto, ed è tutto un delirio di fiorini e roselline e ramages e foglioline, tutto sul color malva, violetto pallido, fucsia appena appena. Queste madame reali, accidenti, avevano proprio tanto buon gusto. Bellabellissima la giornata di ieri, su e giù per Torino, prima a Palazzo Madama per knittare fra stucchi e velluti e broccati e cose belle, poi alla Gran Madre e al risotto di Tamir, e poi, vuoi non fare un giretto a CioccolaTò, senza un bel niente comprare nè assaggiare, signora mia, che giugno sarà qui alla svelta e quel costumino, me lo vuol mettere sì o no o mi vuole andare al mare con lo scafandro della NASA? E poi di nuovo un bagno di cultura, ancora il museo e le dame reali e le cose e questi piatti, che la Princi proprio non ne poteva più Basta Piatti, Mamma, e io mi beavo , di avere lì anche la mia, di mamma, per una volta, e finalmente e allora ma che bella giornata, che bella domenica, e che bel sole e che bella gente e che bel clima e che bello. ora, altro non attendo che il recapito del servizio a fiorellucci. Di certo so che non va in lavastoviglie, ma pazienza. Potrò fare lo sforzo di lavarlo a mano.

07 marzo, 2009

Orsù, la crinolina.

E poi dicono che è roba da vecchie, da nonne, da ospizio, da zitelle, da zie coi baffi, da noiose. Si guardi un pò ben la prossima sede del Knit Cafè torinese. Domani, per giunta. Ci si reca, sciamando festose, a Torino, per l'appunto, a Palazzo Madama, manco a dirlo. Si rispolvererà dall'armadio il vestito più adatto, quello da damina del carnevale del sessantasei, e che non ci si dimentichi per nulla ,nulla al mondo la parruccona bianca con la trecce, che se no la giornata è rovinata. E peraltro, nemmen i ferri del mestiere, del numero che si vuole e a nostra guisa, dacchè un progetto misterioso ci attende colà. La carrozza è pronta, le ancelle hanno risposto in massa a questo stranissimo invito e là ci si recherà, diman al dì di festa, a sferruzzare e a curiosare in una cornice che, mi si lasci ben dire, è troppo una figata.
Il programma è qui sotto. E dato che la mia fama di imprecisa e pasticciona vola al di là dell' Alpi e delle piramidi, per non parlare del Manzanarre e del Reno e ci mettiamo pure Scilla e il Tanai, dall'uno all'altro mar, che famosissimi son i miei schemi di scarpine distribuiti in pompa magna, ma ahimè, sbagliati (sigh, perdòno), niente paura. Il programma che è qui sotto l'ho copiato. Dalla mia compagna d'avventura, Ingegnera dei Balconi e Cugina della Zimmermann, perciò, è giusto di sicuro.
Colà vi si attende, per forza di cose.

Al mattino dalle 10 i partecipanti al Knit Cafè saranno accolti nel salone che ospitò il Senato Subalpino nel 1848.
L'Iniziativa del Knit Cafè a palazzo Madama proseguirà dall'8 marzo ogni primo sabato del mese e fino a dicembre.
I patecipanti potranno lavorare ai propri progetti o dedicarsi a sviluppare un lavoro comune che resterà a disposizione del Museo. I filati per la realizzazione di quest'opera collettiva verranno messi a disposizioni dalle Passamanerie Massia di Torino. Per maggiori informazioni e chiarimenti seguire il blog Madama Knit.

Al pomeriggio dalle 15 alle 17, quattro vite a confronto. Caterina, Cristina, Maria Giovanna e Louise, percorso guidato che offre l'occasione di conoscere le Madame Reali e di confrontare la condizione ed il ruolo della donna di ieri e di oggi.
E' una grande occasione per ritornare o per conoscere per la prima volta le grandi collezioni d'arte e la magnifica architettura di Palazzo Madama.



Voto: 3. Hai copiato. Non è farina del tuo sacco.






06 marzo, 2009

Sdilinquita.

Bell'e andata. Come mi è capitato a 8 anni con l'Allegro Chirurgo. E a mio fratello col meccano. Da perderci la testa, la ragione e un'infinità di tempo. Però, è una bellezza. La straordinaria comodità di trovare all'istante la ricetta di Sigrid per la tajine di pollo e vaniglia. Avere lì a portata di clic tutta la musica che di solito ascolto nell'iPod quando mi travesto da desperate housewife intollerante al rumore dell'aspirapolvere. Serve uno schema, una traduzione, un indirizzo? Voilà, c'è lui, Josè il Blackberry Che Fa Per Te. C'ho smanettato tutto ieri, a parte l'intervallo del knit cafè, ci smanetto appena ho cinque minuti, insomma, mi piace, mi diverte, mi gasa, ho cambiato già mille suonerie e mille sfondi, a seconda del mood del momento, tramonti, scimmie, Vincent Cassel, miei figli che spengono candeline, tuareg del deserto seminudi, l'ultimo modello di Christian Louboutin tacco 12, insomma, sto rimbecillendo per questo aggeggino. Dicono che succeda quando in fondo si resta un pò adolescenti, e ci si entusiasma ancora per le cose da nulla come questa, e non si prenda tutto con la solita smorfia tra il disgustato e l'annoiato, e l'indifferente e il dire MaCheScemaSaràMai. Non sono tecnologica per niente, non sono informatica e nemmeno elettronica, ma questo vanesiissimo Josè, BlackBerry più Bello che C'è, a me MI piace proprio tanto. E poi, ho le Fragole sempre in tasca. Il che è già, di per se stessa medesima, una grande, grandissima cosa.

05 marzo, 2009

Hip Hop.

Sopravvissuta.

Alla festa della Princi, intendo. Ai baffi di Nutella sul muro color ciliegia. A quattordici ragazzini che giocavano a nascondino in salone, creature, fuori pioveva a dirotto, qualcosa dovevan pure fare, no? A quattordici ragazzini che sciamavano a rotta di collo sù e giù per le scale. Qualche urlo al momento giusto, e direi che è andata strabene. Oggi, però, il meritato silenzio. Il nulla. I bisbigli. La solitudine. La pace. L'oblio. L'assenzio. Il niente. L'orizzonte. Il rumore della pioggia.


Ma qualo oblio, ma quale assenzio! Signora mia, che è da un pò che non ci parliamo eppure lei che sbircia sempre al di qua del pianerottolo, quando stende coi bigodini in testa e la vestaglia a rose, e le pantofole col cigno, la vedo, sa? Oggi un bel niente di tutto ciò. Muova le chiappe e si rechi, non lo vede che è proprio oggi, cinque marzo, il giorno segnato col cerchiolino rosso, lì, sul calendario? E no che non è oggi che deve portare la cocorita dal veterinario e nemmeno il compleanno di quella serpe di sua cognata, oggi, signora mia bella, SI KNITTA AL BIO! Perciò, si dia una sistemata, si tolga i bigodini e si avvolga in una nuvola di lacca e di Coty, si metta la sua spilla a cammeo sulla camica con gli sbuffi, le sue belle calze contenitive, il tacco medio, la gonna di vigogna e il collo di astrakan, e si rechi, testè, vieppiù, affinchè, in

Via Dell'Erba
Bio Cafè
dalle 3 alle 6


Col suo bel lavoro a maglia nella borsa, lì ci si tratterà per un pochino, a dirsi cose, a fare progetti, a contare quante siamo per domenica. Come non lo sa, COME NON LO SA? Non ce la posso fare con lei, il mio fisico non ce la può fare, forse, erano ben meglio assenzio e oblio. Sarò ancora in tempo?


04 marzo, 2009

Dodici.

Alla mia Principessa degli Gnomi, dei Fiori e dei Folletti, al mio cuore più piccolo, a un pezzo di me, buon compleanno.

03 marzo, 2009

Voglia di viole.

Sì che ho sbirciato nel pratino, tra le foglie secche, come quella volta. Niente di niente. Erbacce, rametti, ma di violette non v'è traccia. Così, mi son portata avanti. Ho comprato al mercato del lunedì una camionata (unità di misura, una camionata, due camionate ecc.) di violette. Molto belle. Molto viola. Molto finte. Sono mazzini di plastica di un bel verde smeraldo, con applicate delle violette di stoffa morbida, col loro bel bottoncino giallo al centro, certo non è seta pregiata, ma insomma, hanno il loro perchè. Ho tolto dai vasi del davanzale i rametti bianchi che facevano inverno, Natale, neve, gelo, tuscendidallestelle, brina e zampogne. Ho lasciato i sassi candidi. Ci ho piantato con grazia le violette, stamattina alle 7,40, in camicia da notte, piumino e ballerine argentate. Molto chic. ora, c'è un pò di colore alla mia finestra, un pò di primavera anticipata, un pò di bello che fa bello il cuore di chi le guarda. E chi dice che i fiori finti fanno tristezza, forse, non è mai stato al mercato del lunedì.

01 marzo, 2009

Dritto Rovescio.

Domenica di marzo.

E' così difficile. Si mescolano insieme, il dolore degli altri e il tuo. Due giorni di fiori, di singhiozzi, di incenso, di preghiere, di ricordi. E' così difficile consolare, te ne stai lì come una scema senza dire niente, abbracci, stringi, accarezzi piano, ma non serve, non serve mai. Se il dolore non è tuo più prossimo, anche se c'è, hai il privilegio e la lucidità di essere più forte, di poter dire faccio un caffè, di portare un torta che nessuno ci pensa mai a queste cose, andiamo un pò sul terrazzo, dai, a guardare il traffico che c'è di sotto, che ne so, qualunque cosa. E' così difficile. E si torna alle cose di sempre, la messa è finita e si va in pace. Si dormirà di un sonno di sasso, di sogni frastagliati e coloratissimi, con l'evidenziatore, quasi. E' la prima domenica di marzo, pioviggina, la tavola della colazione è ben apparecchiata, con le rose un pò passate ma ancora così belle che è peccato mortale buttarle via. Lo Sposo già sul pezzo, i figlioli dormienti, la Bruna Fidanzata essa pure, avvinghiata al Junior Ing., che s'ha da fare, le coppie moderne son fatte così. E' una domenica che ci si sente un pò convalescenti, un pò ammaccati, la tristezza pian piano evapora, diventerà malinconia sottile e poi se ne andrà del tutto, sovrastata dalle cose di ognuno. E' così che funziona, e meno male. E' una domenica in cui non si farà assolutamente nulla, si seguirannno ritmi oziosi e lentissimi, si farà un arrosto, forse, si sparecchierà, non è detto, una lavastoviglie, massì. Sarò tutt'uno col divano, mi sfonderò con mille pagine di Almudena Grandés, mi lambiccherò il cervello con Norah Gaughan, riordinerò per bene i miei gomitoli e il mio cassetto. E' scritto anche nelle istruzioni, dopo tutto quel che è stato, la prima domenica di marzo si vive così.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...