
Sù, sù, che non è che si sta qui a guardar per aria. Alle spalle la giornata simil-letargica di ieri, un giorno vinto alla fine, con tutti qui fiocchi e quel guardar fuori ogni dieci minuti, e anche stanotte, alle 2,22 ero lì che giravo per casa, a vedere se tutti respiravano, se tutti dormivano, se tutti erano lì nei loro letti, animali compresi, e dove dovevano essere se no, lo so, un giro di notte ogni tanto lo faccio, non sono insonne, proprio no, solo, mi sveglio e faccio un giro, così, mi dà sicurezza, mi fa sentire protetta e protettrice, riparata e al sicuro, chi me lo spiega. Oggi, hop! hop! che non è più inverno e non lo sarà più per i prossimi, vediamo, sei mesi, ma chi lo ha detto, poi, ma è bello sperarlo, di vedere finalmente quei fiorini gialli nella curva e un pò dovunque, il ciliegio fiorito o almeno con qualche gemma, accidenti, non ne ha nessuna, povero, ho già controllato, e vedere le viole spuntare tra le foglie secche. Sarà così. E' stato un lungo inverno, è stato freddo e gelo, ma alla fine, il bello e il caldo e il sole esploderanno tutti insieme e ci sarà da strizzare gli occhi per tutta quella luce, improvvisa, e tutti quei colori, abituati come siamo alla gamma dei grigi e dei bianchi e dei niente. Sarà tutto un fiorire e un cambiare e uno sbocciare e un crescere, colorare, profumare, l'azzurro del cielo e chi se lo ricorda, ma arriverà, arriverà, è una promessa, e di questi giorni pesanti e soffocati, di questi vetri sporchi e di queste orme sulla neve, e questi brividi e queste lacrime gelate, di freddo e non, nessuno ci farà più caso, nessuno ci penserà più, nessuno se ne ricorderà più, anche volendo.