07 gennaio, 2011

Ciurlare nel manico.

O meglio, del non ciurlare nel manico. Che tradotto vuol dire non stare lì a cinquantarla. A menare il torrone. Insomma, v'è più d'un'interpretazione per la stessa espressione, o per espressioni similari. Un venerdì che sembra sabato, ma anche un pò lunedì, quel che non sembra di sicuro è appunto venerdì. Si fa pulizia. Non nel senso biblico del termine, ovvero sì, un pochino, ma si tenta di spazzare via tutto il superfluo, le cose che non servono, i cassetti ingombri, perfino le vecchie radiografie, quando mai mi serviranno più le fratture dei miei figlioli, una la tengo, non si sa mai, se non altro per vedere l'eclissi, ma per quella c'ho gli occhialini appositi, quelli del 1999, era giugno, credo o forse luglio, non ricordo, so solo che era estate e so anche dov'ero. Vabbè. Si è semi saccheggiata Feltrinelli, stamattina, finalmente un calendario, di Klimt, coloratissimo e un pò inquietante, ma almeno le decisioni che si prendono si scrivono lì e nessuno le sposta, che nessuno osi discuterle o chessoio. Nel frattempo, si studia un piano d'attacco per il mucchio delle cose da stirare, che faccio, inizio dai quadrati o dalle cose complicate? si ricacciano in fondo le lenzuola con l'elastico, a quelli ci penserà la donna a ore che avrà la bontà di concederci la sua presenza, e che piega le lenzuola con gli angoli con una grazia e precisione che mi fa un'invidia, ma un'invidia. CI sono due  libri che non vedo l'ora di iniziare, stamattina  a colazione ho comunicato al mio Sposo che non sono pronta per questo duemilaespingi, per tutta risposta mi ha illustrato la sua teoria sulla lettura dell'iride, che entro pochi anni spariranno password, codici e robe così, ma io sbadigliavo e tossicchiavo e anche sternutivo, coi calzettoni a righe e la tazza in mano, ma come, dico io, io son qui che rifletto su quel che farò tra un quarto d'ora e tu sei già lì, proiettato nell'universo? A ognuno il suo, la mia teoria di oggi è che non si ciurla nel manico, o almeno si cerca, non si trovano scuse, non si rimpallano le decisioni, non si sta lì con la faccia da aragosta, ma si prende e si và, dove non è chiaro, ma se non sai bene dove andare ci sono un sacco di strade che ti ci porteranno, lo sanno anche le aragoste. E poi, 'sta faccendo dell'iride, non  che proprio l'ho capita benebenebene. 

3 commenti:

✿Lilly❀ ha detto...

è inquietante sta storia dell'iride.ma secondo me un giorno sarà vera :-o

marzipan ha detto...

Ho sempre sperato che chi di dovere ci ripensasse, sono stufa di film splatter in cui per aprire si usa un occhio cavato allo sventurato di turno e non mi piacerebbe vederli trasposti nella realtà.

Anonimo ha detto...

No no la storia dell'iride la rifiuto categoricamente!!! Non fa per chi come me sogna la macchina nel tempo per nascondersi nel passato.

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