12 novembre, 2012

Le mattine che non so.

Ci sono mattine che so e mattine che non so. Questa qui non la so. Non l'ho studiata, non l'ho imparata, non la so. Non so nemmeno da che parte cominciare, da quale parte stare, da quale stanza prendere a piegare, riporre, mettere a lavare, rifare il letto. Rifare il letto per me, qualche volta è una perdita di tempo. Stamattina non so nemmeno quello. Vien male a fare tutto, stamattina. A guardare fuori, a guardar dentro, a leggere le notizie. E' una di quelle mattine fatte apposta per non fare niente, per mettersi lì e decidere, allora, vediamo, ma con calma, vediamo cosa posso farne di una mattina così. E invece non è che si possa, alle mattine che non si sanno meglio non dare troppa confidenza, bisogna prenderle per il verso giusto, con un minimo di energica autorità, se no prendono il sopravvento e tu ti ritrovi a pasticciare tutto il tempo senza peraltro concludere un bel niente. Le mattine che non sai càpitano quando meno te le aspetti, quando hai tremila cose da fare e ti senti male ad elencarle tutte, quando l'unica cosa di cui avresti veramente voglia sarebbe rimanere così, a finire il caffelatte constatando che ogni giorno le foglie di fuori hanno un colore diverso. E l'unica cosa che avresti voglia di sistemare sarebbero i gomitoli, che ti è venuta l'idea di metterli in un vaso di vetro così sii vedono da fuori, hanno dei colori così belli che è un peccato nasconderli nelle scatole. Invece. Invece non si può bellezza, e forse nemmeno si deve, le mattine che non sai non te la faranno passare liscia e ti si rivolteranno contro, in qualche modo, perciò meglio agire, meglio smetterla con quel caffelatte e quello sguardo vacuo e svogliato fuori dalla finestra, orsù dunque, il mondo gira da un bel pò, comincia a chiederti davvero se sia meglio iniziare da qui o da là, ma inizia, coraggio, è l'unico modo, fatti un pieno di vitamine e buonavoglia, di buoni propositi e spruzzini e via! I gomitoli li sistemerai poi, non è male l'idea del vaso, forse ci sono ancora rose da mettere sul tavolo  quando avrai finito, sono ancora così belle ed è un peccato lasciarle fuori, è una mattina che non sai e che non ne hai voglia di sapere, ma come tutte le cose, le strade, le poesie e le tabelline anche le mattine che non sai, alla fine, si imparano.

2 commenti:

marzipan_28 ha detto...

Io non ho ancora imparato, ho passato un we che doveva essere frenetico a guardare la pioggia e raggomitolarmi sul divano. Le cose da fare, loro, sono ancora tutte lì.

Anonimo ha detto...

io, invece, sta mattina temo di sapere. forse so che non è cambiato nulla, che i miei propositi di non permettere mai più a nessuno di trattarmi male a poco a poco sono evaporati al calore di un fuoco fasullo, si sono sgretolati e i brandelli sono stati portati via dalla pioggia torrenziale di questi giorni. mi ritrovo a rabbrividire in una palude che mi intrappola i piedi, di nuovo. adesso che avevo ricominciato altrove e mi ero illusa che in questo meraviglioso posto le cose sarebbero cambiate, adesso che stavo riassaporando la vita, che mi stavo riempiendo i polmoni di profumi nuovi, e gli occhi di nuovi orizzonti. invece, il buio, di nuovo. v.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...