03 gennaio, 2014

Oro.

Diciamo che non ne ho avuto il tempo.
I regali da scartare, le briciole del panettone, c'è sempre qualcuno che scarta l'uvetta e i canditi.
E poi abbracci e baci e divani pieni zeppi di persone, quelle tue, quelle che hai dentro, appiccicate addosso.
E poi bigliettini e candele e neve, quanta neve, soffice, intatta e bellissima e menootto e menosette, l'annocheverrà, e gli amici di sempre, quelli veri, quelli belli, quelli che ci cucini insieme e gli rifai il letto, mentre ci sei, e ci ridi così tanto che ti vengono le lacrime ogni volta. 

Non ho avuto tempo.
Di pensare a quello che si pensa di solito, i primi giorni di gennaio, che cosa farò, che cosa faremo, che cosa vorrei, chissà.
Non ne ho avuto il tempo, lo trovo ora.

Non ho grandi desideri, in effetti, e forse è la prima volta.
Duemilaquattordici cosa voglio da te.
un bel niente, mi vien da dire.
Niente che non siano le cose che ho qui, le persone che amo, niente che non siano le mie passioni, le mie idee i cinquecento progetti che ho.
Voglio il tempo.
per fare le cose che mi piace fare, per scrivere, leggere, imparare tutte le cose che mi piace imparare e sono così tante.
Voglio la forza.
per altri dodici mesi di cose, che non sono sempre di pizzi e trine, anzi, non lo sono quasi mai, ma che ho imparato a gestire al meglio, a farmi un pò scivolare addosso le cose, con una filosofia fatta in casa, tirata a mano come la sfoglia, al mattarello. Le cose della vita pizzi e trine lo sono raramente, ma ci vuole un attimo a trasformarle. Ecco.
Voglio la ragione.
Non averla, ma usarla. Qualche volta, non sempre.
Voglio la leggerezza e la melodia, voglio pomeriggi pieni di cose normali, voglio la radio bassa la mattina presto in cucina, le finestre spalancate sul pratino sfatto dall'inverno, voglio un cestino di profumi di casa, le mele, la cannella, la legna bruciata,  la lavanda dentro al gufo, il thè che sa di bosco.

E voglio il cuore, il sentimento, i pensieri che penso prima di dormire, le poesie di Fosca sul comodino, voglio chiacchiere leggere, voglio vicino le persone che scelgo, che piacciono a me, che sono come me, vicine, simili, non proprio uguali ma quasi.. E' il segreto della felicità.
 voglio un anno pieno di cose semplici e bianche, non ho bisogno d'altro, non voglio altro, solo questo.

Preziose per me son le cose che voglio.
Voglio il bianco della neve, bianco come il tavolo grande, bianco come il litro di latte che scaldo al mattino quando siamo tutti, bianco come l'anima quando l'anima è bianca, bianco come il cielo certe mattine di gelo, bianco come la nebbia che mi ostino ad amare, bianco come un foglio vuoto, da riempire, un disegno, una faccia o mille parole, per inventare una storia, ne invento una adesso, subito, così, La Storia del Bianco Diventato Oro.
Voilà.
Buon anno.
Bianco, oro, o tutt'e due.








4 commenti:

Anonimo ha detto...

buon anno cara Laura che scrivi sempre bei pensieri,semplici pensieri che tanto spesso trovo anche in fondo al mio cuore!
L'amicadelvillaggio

Roberta ha detto...

Felice duemilaquattordici Laura.
Un abbraccio
Roberta (Rupi68)

Fosca ha detto...

Ti auguro un anno pieno di tempo, forza, cuore e melodie struggenti e perfette come le racconti qui. E come ti meriti, se riesci a pensarle e a scriverle proprio così.
Magari sul comodino poi aggiungiamo un libro nuovo di poesie...

alda ha detto...

Buon anno amica cara e che sia proprio come lo vuoi tu,soprattutto con le persone che ami e che ti amano perchè solo con loro tutto è d'oro puro!Baci Alda.

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