17 febbraio, 2014

Aspetto.

Perfino le orchidee stanno ferme.
Ne ho una quantità sparsa per tutta la casa, alla ricerca di luoghi strategici. Nemmeno Brigida, che tante soddisfazioni mi ha dato in questi due anni, sembra ne voglia sapere di fiorire.
Bocciòli, un sacco. Fiori, nessuno.
Si dice che si debba aver pazienza, che le orchidee son delle tipe strane, non devi dar loro troppa attenzione, nè troppo poca.
Mi adeguerò.

E' un lunedì banale, da sei meno, indeciso, come i bocciòli delle ortensie.

Fuori, il clima senza slancio di una stagione che non sai, che non ami e non ti ama, che non hai decifrato ancora.
Dentro, il disordine compunto di una domenica già passata, delle Olimpiadi alla tv, ci si scopre un pò tutti esperti di curling e  pattinaggio su ghiaccio, per una mezz'ora almeno.
 E poi, progetti, alcuni davvero grandiosi, in primavera.

Più dentro, la sensazione di essere un pò in bilico, come a camminare su una fune, come appesi a un elicottero che vola e vola, come a guardar giù da una cascata, con la voglia di buttarsi dentro e la paura di caderci. 
Aspetto il sole, quello vero, non questo sciocco lumino che ogni tanto si fa vedere da dietro le nuvole, e illumina solo ma non scalda. Aspetto giorni lucidi con l'erba nuova, le viole, i pantaloni a fiori, le ballerine senza calze, la vespa. Aspetto, non so cosa e non so chi, sono come sospesa su un mare azzurrissimo, arrivo a sfiorarlo ma non mi ci tuffo, è pieno di pescecani là sotto, pieno di meduse magnifiche, trasparenti ed infide, le meduse sanno bene come incantarti, son come le sirene più o meno. Là sotto è pieno di scogli, e pezzi di legno e relitti affascinanti, anfore romane e tesori nascosti, uno scrigno di monete d'oro e tanti destini.

Aspetto, chissà, il tempo che passa, i giorni migliori, la prossima puntata, raccolgo piccole cose come i bollini dell'esselunga, e chissà quale sarà il mio premio, questa volta, raccolgo e metto lì, i momenti che rido e quelli che invece no, i giorni con la pioggia e quelli col sole, le cose belle e quelle meno, le volte che ho sbagliato e quelle che invece sono stata perfetta, già ma quando, che non mi ricordo.

Sul mio tavolo c'è una tazza di thè quasi gelato, una stilografica e tanti pensieri. Li annaffio come annaffio le orchidee, fioriranno prima loro, la prossima volta mi compro dei giacinti, sono quelli che fioriscono sempre, e nella sezione Delusioni non attaccherò nessun bollino.
Staremo a vedere.

1 commento:

alda ha detto...

Mmmmmmmmm diamo la colpa al tempo va!Che è meglio ,diceva Puffo Quattrocchi nell'infanzia dei miei figli! Complimentoni per il premio,quello almeno non lo devi più aspettare!! E ...hai ragione segni particolari:bellissima!!Baci Alda.

Odore di dicembre.

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