07 ottobre, 2014

Zolle e rose.


Ci sono delle zolle così belle nel campo, all'inizio della strada.
Non ho capito che cosa hanno fatto, non conosco i processi dell'agricoltura, so che mi piace vedere quello che fanno, anche se è solo terra smossa, la pioggia di stanotte l'ha lucidata e alla fine sembra una scultura perfetta.

Ti porterò delle rose.
Le ultime dell'aiuola, sono profumatissime, più di quelle dell'estate, le avvolgerò nella stagnola e te le porterò.
Ti piaceranno.

Ci sono dolori che non si incollano, che credi passati e invece sono lì, sotto al tappeto, dietro gli armadi, seduti vicino a te, sempre. E non le candeline, le uova di cioccolata, i natali e i battesimi, il matrimonio.  E' l'assenza che c'è che diventa abitudine aspra, consuetudine che schiaccia, eppure.

Ricordo di quel giorno ogni singolo dettaglio, ogni frammento, ogni fotogramma, tutto.
E' rimasto tutto lì come in una scatola impolverata, la mia gonna a pieghe, gli occhi persi di mia madre, la gente, ricordo l'odore dei fiori e della mia vita cambiata in un secondo, la radio da non accendere, gli avanzi della mia torta di compleanno ancora nel frigo. 
Nessuno la mangerà più.
Finiranno buttati.

Ricordo me, perchè mia figlia ha adesso la mia età di allora e capisco la catastrofe senza fine, l'urgano attraverso il quale sono passata, e mi stupisco di essere ancora tutta intera.
Chi l'ha detto che la sia, poi.

Ho fatto del mio meglio, lo abbiamo fatto tutti, in questa enormità di anni che sono passati, perchè passano lo stesso, ma magari sarebbero passati meglio, chi può dirlo, chi lo sa.

Così, mi porto in giro questa scatola impolverata, con dentro le immagini di una vita fa, il passaggio dalla vita di prima a quella che sarebbe venuta dopo, io a diciassette anni, la treccia lunga e la gonna blu a pieghe che ho buttato via di nascosto, tanto mi faceva orrore vederla ancora nell'armadio.

Ti porterò le rose dell'aiuola, so che sai tutte le cose che devi sapere di me, di noi tutti qui, e so che forse sei stato tu a non permettermi di andare in frantumi, di cadere sotto tutto quel dolore, che non passa, non passa mai.

Piove.
Le zolle del campo saranno ancora più lucide, appena prima di sciogliersi e diventare fango.
Ti porterò le rose.

mi manchi sempre, papà.






5 commenti:

Knitaly ha detto...

<3
così anche per me

Mena ha detto...

Mi sono ritrovata nelle tue parole......TVB <3

syssa ha detto...

io ho oggi ho la sua età di "quel giorno".
e quel giorno di anni ne avevo 10.
non passa mai, non lo si accetta mai. non ci si rassegna mai.
mi ritrovo nel tuo dolore.
un sincero abbraccio.
sonia.

alda ha detto...

Questo il mio post su fb del 2 febbraio :Oggi 30 anni fa perdevo il mio papà. Aveva 54 anni e io che ora sono più vecchia di lui allora ,in questo momento mi rendo pienamente conto di quanto fosse giovane. Tante cose non ha potuto vedere: la mia laurea (ne sarebbe stato così orgoglioso),crescere e diventare la bella persona che è mio figlio Mattia,nascere e diventare la preziosa ragazza che è mia figlia Arianna. E insegnare loro i posti segreti dove raccogliere i funghi più spettacolari,portarli allo stadio,a pescare e al cinema.....Ma guardandoli vivere penso che tanto di lui è passato loro attraverso me: la sua passione per la vita,l'amore per tutti gli animali,il piacere di godere delle piccole cose con riconoscenza,l'allegria ,l'impegno nel lavoro e naturalmente anche qualche piccolo e grande difetto.Sono anche certa che gli sarebbe piaciuto molto fb ,proprio per il suo buonumore e perchè amava la gente! E allora mi viene da pensare che ...non so dove tu sia papà,mi piacerebbe essere certa che ci stai vedendo e che ti piace quasi tutto quello che sono diventata oggi pur con tutti i miei limiti,che sei fiero della tua bambina e che mi vuoi sempre tanto bene come quando per farmi addormentare mi cantavi: "la più bella del mondo". Mi manchi tanto Alda.

Anonimo ha detto...

E' la stessa sensazione che provo io ogni giorno, solo che di scatole impolverate ne ho due!!!
Ti abbraccio.
Renata - Trento

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