29 aprile, 2016

Risvegli.




Non è solo aprire gli occhi.
non il muoversi, nel letto, il girarsi, dal fianco, al sotto, o da dove.
E' quell'attimo infinitesimale, impercettibile, insondabile.
La perfezione.

Si aprono gli occhi, a volte si strofinano, ci si stira un pò, giusto per controllare che tutto sia a posto, che tutti i muscoli siano pronti a un nuovo giorno.
Per il cervello, c'è tempo.

Piccoli riti preziosi, guardo fuori  il cielo che c'è, non che me ne importi, ci si bea di quegli istanti luminosi e ancora così pieni delle ombre della notte, mai provare a ricordare che cosa si è sognato e se, in questi momenti non viene in mente, non si è concentrati abbastanza, non ancora.

Si è in una specie di giardino segreto, un cartello indica Sono Sveglia Ma Non Del Tutto, e non c'è tempo di pensare a niente, nemmeno alla giornata che verrà, che di solito non è che sia tutta sta passeggiata fra le rose, ma almeno ci si tenta.
Si cerca con cura fra i  pensieri, quelli più belli da pensare. E ci si fa abbracciare per un pò.

Ci si culla, ancora 5 minuti, tempo ci sarà per correre e correre, non penso a niente, non sono niente, sono tutt'uno col mio letto e la finestra, col piumone che ancora non ho tolto, tutt'uno con i miei pensieri più lucidi, intatti, se chiudo gli occhi non c'è rischio di addormentarmi di nuovo, uhm, sicura?  Il cuore dice di sì, che forse c'è, la testa sta facendo due flessioni e dice E' Ora, ma il cuore no, il cuore è testardo e cocciutissimo, sta ancora così bene lì dov'è.

Perchè non accontentarlo, in fondo.

La testa può darsi tutte le arie che vuole e dire Si fa Così, Si fa cosà.
E' il cuore che vince, sempre.
Sempre.
Sopratutto la mattina presto.





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