06 gennaio, 2019

Disfo l'albero.

Lo faccio oggi, subito.
Altrimenti, rimarrebbe lì per giorni, e disfarlo sarebbe un compito gravoso e non mi ricorderei per questo di quanto mi sia piaciuto.
Guardarlo,anche se senza lucine e con le gocce di vecchi lampadari e i nastrini dei regali, guardarlo, dal posto d'angolo del divano candido, è casa nuova anche per lui, in fondo, si è dovuto ambientare.

Lo disfo oggi, subito, l'ultimo giorno di queste vacanze d'inverno, che se ne sono andati tutti, e la casa è silenziosa e un pò vuota. 
Lo disfo, avvolgo tutto con cura e lo sistemo nella scatola, quella che ha ancora scritto Natale Rosso 200004 con la grafia incerta di non so quale bambino.

Si guarda avanti, lontano, si fanno piccoli sogni di neve, in questo mese lieve che è gennaio, si procede lenti verso l'allungarsi delle giornate, ci vorrebbe solo la neve e la sua luce, perchè anche la neve ha la sua luce, tutta bianca com'è..
Si fanno liste di cose, o anche solo a memoria, a volte faccio liste delle parole che mi piacciono, basilico, sorriso, Elelys che era una fabbrica in Val D'Aosta, sillabe, frantoio. Chissà perchè mi piacciono le parole e il suono che hanno, al di là del senso e del significato. Chissà.

E' una domenica più domenica di tutte le domeniche dell'universo creato.
Disfo l'albero con calma olimpica, un pò alla moviola, mi fermo a guardare le cose, e quello che mi piace di più è guardare dentro il boule de neige, dopo averlo scosso un pochino.
Si crea una tempesta perfetta al suo interno e tu puoi decidere dove vorresti essere, se Parigi o in piazza Genova, e osservi tutti i minuscoli fiocchi di neve, e pensi che lì dentro è così bello stare, in quella bolla al riparo da tutto.

Ognuno ha il suo boule de neige personalissimo e privato, il luogo del cuore dove rifugiarsi per non sentire, per non ascoltare, per non vedere altro che fiocchi e brina, e strade bianche e sentire i rumori ovattati, e tutto il bianco intorno che ti fanno male gli occhi dal bianco che c'è, come quando piangi tanto, o pensi tanto a qualcuno, o prendi freddo in bici o in moto, sì, anche gli occhi fanno male, certe volte.

Affido al boule de neige qualche segreto, prima di riporlo nella scatola del Natale, accanto allo gnomo e ai campanellini, gli racconto che è stato un bel Natale e lo ringrazio, di vero cuore, per avermi ospitato al suo interno.

Ho vissuto in una bolla, di calma e di pace, e di cose belle e semplici, e di calore.
E ho cambiato idea.
Disfo l'albero, sì.
Ma questa bolla resta.
Resta.

Di quella volta che un boule de neige salvò la vita a una sognatrice disordinata.



2 commenti:

Verde Nadia Knitting ha detto...

Adoro i tuoi scritti, hanno il potere di farmi sognare insieme a te, adoro la boule de neige.....un abbraccio forte.

alda ha detto...

Buon anno cara Laura ,pieno di tutte le cose belle che desideri e tante come ogni fiocchetto di neve dentro la tua boule! Baci Alda.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...