10 dicembre, 2008

L'altra vita.

Sono passata a salutarti, così, perchè ti ho visto dalla vetrina, che avevi lo sguardo perso di fuori, a guardare i passi della gente, la strada gelata, le cose di fuori, il niente. Ti ho abbracciata e ti ho stretta, non si chiede come stai a chi come te non ha più cuore per rispondere, che sorride e sorride, ma senza occhi a luccicare, come una stanchezza opaca, filtrata da un dolore sordo e così grande che si fa fatica a trasportare di qua e di là, e si cerca e si prova, come a spostare uno scoglio, ci hai mai provato? o a spingere la macchina con la marcia, che non si sposta, è ovvio. E' un dolore che conosco e che so, so perchè l'ho mescolato anche io, ci ho abitato anche io, mi ci sono addormentata e svegliata e lavata e vestita, accanto a lui. Per questo forse, questa cosa mi ha così stordito, e ci penso così spesso. Leggi Ancora le mie Fragole? No, mi dici smarrita, come a scusarti, Appartengono a Un'altra Vita. Che vita vivi adesso, che vuoto mescoli a colazione e fino a sera, che persa che sei, che cosa ti racconti e racconti alle tue figlie, che risposte trovi e dove. Il Cielo non ha ragione, qualche volta, e spara a caso, e sceglie senza una logica chi far piangere di più. sulla terra. Io non ho le parole giuste per te, anche se me ne sono raccontate tante, ero una ragazzina e mi ci vedo così tanto nella tua più grande. L'altra vita forse è giusto lasciarla Là, dov'è. E vivere questa, fino in fondo, a mangiare questa malinconia devastante fino all'ultima briciola, fino a quando a passare le mani sulla tovaglia non ne troverai più nemmeno una. Il dolore non si rimanda, si sbriga come una pratica pesante, subito. Durerà. Ma mi conforta quel tuo sorriso stanco, so che lo sai e che sei pronta. Non passerà, se passare vuol dire mandarlo via. Solo, non ti devasterà così come fa ora, non ti schiaccierà, ma ti sarà vicino, accanto, di lato. Non ci si abitua, ma ci si allena per farlo, per sempre, per tutta la vita. Io non avrei il coraggio che hai tu, la forza che hai tu, il rigore, la compostezza, la dignità. E non riesco a dirtelo perchè mi sale un magone che mi squassa e non è mai il luogo e il momento. Il Cielo spara a caso, è vero. Ma insieme alle lacrime manda una Luce, uno sguardo che accompagna e scalda, una presenza che senti e vedi solo tu. E allora diglielo, quando puoi, quando la Luce si fa più forte, diglielo che grande moglie che ha, e che grandi figliole. Ma tanto, dal Lì dov'è, ma sì che lo sa.

3 commenti:

Knitaly ha detto...

A volte me lo ripeto, pur conoscendo il dolore e la fatica questa vita merita di essere attraversata.

Quor è ha detto...

Altrochè se non riesci a dirglielo!

Anonimo ha detto...

deve essere una gran fortuna averti come amica.anche soltanto per un pensiero così.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...