07 aprile, 2007
Sally, la tartarughina.
05 aprile, 2007
Oh quante belle figlie...

Ormai, è fatta. La Princi ha cominciato a prendere lezioni di pianoforte, giusto così, per non far mancare niente, nè a lei, nè a noi. L'impegno è superlativo, precisina com'è, ma chissà da chi avrà preso, si esercita per ore sui pezzi che porterà al saggio di fine aprile. Non esageriamo, ancora non siamo su Chopin o Mozart, considerando che ha iniziato davvero da poco. Siamo su...autore anonimo, diciamo. La Princi, infatti, ha sul suo bel piano nuovo di zecca, regalo anticipato della Prima Comunione (e sì, signora cara, in questa casa si fa così, ogni regalo deve avere la sua bella ricorrenza, se no mi vuol dire dove andiamo a finire?)lo spartito di Madama Dorè. Così, tutti ci ritroviamo a canticchiarla, preparando la caffettiera o le valigie, accidenti, che domani si parte, al gran completo. Son giorni calmi e sereni, che la calma pasquale si posi quieta anche sulle cose mie, e sul ciliegio del giardino che, se guardi bene, ha già tutti i fiori pronti a sbocciare. Che Cosa Ne Vuoi Fare, Madama Dorè. E vai a spiegare al liceale che non è La Voglio Strangolare. Ma, creatura, alla cinquecentesima replica, abbiamo tutti il diritto di storpiarla un pochino, no?
02 aprile, 2007
L'idea malsana 2. Il ritorno.
01 aprile, 2007
31 marzo, 2007
La tosatura.
Ma anche il pastore l'ha rassicurata. Gli agnellini staranno accanto alle loro mamme, perciò li avevano contrassegnati con un simbolo uguale, in modo che nessun agnellino si smarrisse, o perdesse la sua mamma. Così, andava meglio. Ecco quello che succede in una mattina di fine marzo in un paesino nel Monferrato. La mia bambina, che usa con scioltezza le email, che fa le ricerche su Wikipedia e conosce le operazioni di base di Word, non aveva mai assistitito alla tosatura di una pecora. Certo, non è fondamentale, ma forse quando sarà grande se ne ricorderà.
E dal vostro inviato in Monferrato, per oggi, è tutto.
Indoleeza.

Cheggiornata. Che splendida giornata di nulla. Sarà stato il clima, freddo a onor del vero, sarà che domani è il primo aprile e lo scherzo me lo volevo fare da sola, sarà che il mio sposo è ancora per mare e io coi figlioli a casa mi permetto uno scialo, un disordine accennato, senza regole ed orari, si ha fame, si mangia, si ha sonno, si dorme, la cucina sempre aperta per un thè, una spremuta o una cioccolata. In beatitudine assoluta, il liceale riederà allo scoccare della mezzanotte, giacchè il suo pullman si trasformerà in una zucca, col suo bagaglio di souvenir berlinesi, che per me significa un paio di lavatrici, ma che fa. L'indolenza di quest'oggi mi ha preparato per domani e la domenica lavanderina non mi spaventa affatto. Ho preparato dei toast per pranzo, ognuno poteva chiederli come voleva, e magari prepararseli da sè. Ho letto, guardato fuori, ricamato, letto e dormicchiato, letto e progettato le bomboniere per la Princineve, con la quale ho avuto il mio culmine di mondanità nell'eccezionale evento di questa mattina, di cui parlo qui. Un sabato indolente e meraviglioso, i pensieri tristi e ansiogeni allontanati per un pò, i dolori, signora mia, sono come sassolini, pensi di esserteli tolti scrollando per bene la scarpa e invece no, eccoli lì, di nuovo, a disturbarti improvvisamente, a farsi sentire quando meno te li aspetti. Ma poichè non sono l'Esercito della Salvezza, i sassolini questa volta farò finta di non sentirli. E di chiamarmi Indoleeza Rice, per un sabato pomeriggio, di pioggerellina e di niente fare, per una volta, mi spetta di diritto. Sacrosanto.
29 marzo, 2007
A mille ce n'è.

Avevo un mangiadischi rosso. Una cosa che, una volta che uno dei miei figli ne ha adocchiato uno da un rigattiere, mi ha chiesto se fosse per fare hamburger giganti. Beata innocenza. Ma loro, del mangiadischi, ma che ne sanno. E dei 45 giri, ma che ne sanno. E delle Fiabe Sonore...no, di questo ne sanno, perchè li ho sfiniti fin dalla tenera età con una canzoncina tratta da una di queste fiabe, ripubblicate da non molto da Fratelli Fabbri Editore. Sfortunatamente non mi ricordavo il titolo, per cui non era possibile risalire alla fiaba se non telefonando direttamente alla segretaria dei Fratelli Grimm. Ma il Cielo mi è venuto in soccorso. Chiacchierando amabilmente in piscina giorni fa, mentre i fanciulli je davano di delfino e farfalla ( e signora mia, qualcuno dovrà pure sostituire la Pellegrini, no?) una mia recente amica mi ha candidamente comunicato il nome di tale favola, così, come se mi dicesse che ne so, sono le 6. Lei la possedeva, anzi, la possiede. In 45 giri, ma che importa. Con le moderne tecnologie si fa presto a dire fiaba. Si fa presto a ricordarsi di quei pomeriggi, delle persone che avevo con me, dei miei sandalini rossi, della babbucce di lana che mettevo per dormire, della colazione nella tazzona bianca, della cartella della scuola, terza elementare, del sussidiario e delle palline in fondo alle trecce. E stamattina, portando a scuola la Princineve, l'abbiamo ascoltata. E l'ho riavuta per me, dopo trentotto anni, signora, trentotto, mica pasta e ceci. Si fa presto a dire felicità. Grazie, Meggy, per quel titolo, La Casa Nella Foresta.
28 marzo, 2007
Indiani e cowboy.

Ti eri detta basta. Che non era più affari tuoi e che ognuno aveva la vita che si era scelto, e che ne avevi abbastanza delle tue, di questioni. Avevi detto che non ti importava più, che da questo momento che ognuno andasse per la sua strada, per la sua vita, avete vite così diverse, adesso. Eppure è difficile. Difficile far finta di niente e andare avanti per la tua strada, se si è giocato miliardi di volte agli indiani e ai cowboy, se gli rompevi il meccano e se ti sgozzava le bambole. I pensieri ci sono, eccome. E ti fan prendere sonno a fatica e li accartocci in un angolo, li lasci sul davanzale della finestra o sotto il letto e speri al mattino di non trovarli più. Non servirà. Sono lì, ancora, mentre frughi nella biscottiera cercando cose che non sai, risposte, forse, illuminazioni, anche. E la rabbia di non sapere davvero che cosa fare, di non potere, di non essere in grado. Si è cresciuti e si è lontani, adesso, e nessuno poteva dirlo, avevate un affetto così speciale. Dimenticheresti anche le offese, se riuscissi ad aiutarlo almeno un pò. Ma la sua strada non è più la tua, e le cose che c'erano non ci sono più, ed è così difficile da dire, e anche se ancora ti butteresti nel fuoco per lui, sarebbe tempo perso, e la diligenza dei cowboy è già troppo lontana. e a raggiungerla, non ci riuscirai.
25 marzo, 2007
Illegal.

Poteva andare meglio, decisamente. mai passaggio dall'ora solare a quella legale fu più sfigato di così. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Beh, certo, siamo stati ad una bella festa di compleanno sabato sera, e già questo avrebbe dovuto tirarci sù. Ma il cambio dell'ora di solito è accompagnato da un bel tramonto, dalle finestre aperte, dalle maniche corte, dalla frittata coi pomodori, e via così. Invece un bel niente. Cielo color totano crudo, perchè fritto, lo sanno tutti, è doratino, domenica sera passata ad assistere il liceale che stanotte (!) parte per Berlino, e quindi via di stiraggio. Che di stirare, signora mia, questa volta proprio glielo giuro, non ne avevo voglia alcuna. E lo sa anche lei, che se si stira senza voglia, è più il danno che si fa. Si appiattisce tutto con le mani, si fa finta di non vedere le piegoline che si formano, si spruzzano tonnellate di appretto, quello ecologico, per carità, che io al buco dell'ozono ci penso eccome, mica solo lei che fa tanto la maestrina e non si perde una sola puntata di Superquark. Anzi, glielo dica lei al quel suo amico Piero Angela, che la prossima volta si informi per bene e che l'ora legale si fa in un week end di sole. Se no, di legale, non ha proprio un bel niente. Lo sa anche Shakira.
23 marzo, 2007
Venerdì.

Alla fine, direi. Inizia un fine settimana, stranamente , con la giornata più impegnativa, quella che mi costringerà a sorbirmi il traffico del venerdì sera meneghino in uscita dalla città. Ma fa niente. A casa mi aspetterà una cena improvvisata, del tipo che si infila a turno la testa nel frigo e si guarda che cosa c'è, per poi consumarlo chiacchierando sul divano, a gambe incrociate modello yoga, pensando alla festa di domani sera, e alle passeggiate di domenica. Una settimana, quella passata, all'insegna del gossip più sfrenato. Ridicolo, anche. Insomma, uno non è nemmeno più libero di farsi un giro dove, come e con chi gli aggrada. E chiedere un'informazione a chi passa di lì, a chi lì aspetta l'autobus, a chi lì ci lavora. Ah, signora mia, di questo passo, dove andremo a finire! Glielo dico tosto, andremo a finire che si perderà tutti la trebisonda, e che si confonderanno fresche per frasche, e magari, arriveremo anche a conservare, che ne so, i calendari di Anna Falchi con dei documenti scottantissimi, in una valigia con combinazione, murata, sotterrata, ma ahimè, testè ritrovata. Come dice? E' successo ieri? Maddai!!!!!
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