
07 maggio, 2007
Funziona.

06 maggio, 2007
Il cestino.

Possiedo un cestino. Non è vero, ne possiedo almeno una decina: per la frutta, per la lana, per il cotone, il cestino del ricamo, quello da pic nic, anzi quelli, che un cestino da pic nic da 8 viene difficile da trasportare. No, un cestino virtuale. Un cestino dove ripongo le cose, non troppo belle in realtà. Ci metto le offese. Le parole dure. Le battute gratuite e le cattiverie. Le malignità e le invidie. Sono tutte lì, come nastrini. Non le butto via. Ogni tanto mi vengono in mente, così, senza un motivo vero, e allora le ritrovo, come quando si cerca in un cassetto una ricevuta e salta fuori una fotografia, ma guarda un pò dov'è finita, credevo di averla persa nei traslochi. Non dimentico. Rimuovo, ma non cancello del tutto. Non so bene la differenza tra erase e delete, e forse nemmeno c'è, ma che m'importa, in fondo. Tengo lì. Non per vendicarmi, non sono mica brava nelle vendette e poi non va bene, non si fa. Le cose che mi hanno fatto male preferisco tenerle sempre ben presenti, invece di eliminarle, è una piccola conquista che mi fa sentire un pò più forte. Una specie di cura omeopatica. Curo col veleno. Che non so se ne ho avuto di più, di veleno o indifferenza. E sinceramente, non so che cosa è meglio. E, ancora più sinceramente, signori cari, non è che la vicenda mi tolga il sonno. Ad ogni buon conto, è tutto lì, nel cestino. Sono nastrini arruffati, attorcigliati, un groviglio di pensieri e situazioni e tristezze e pianti, aggrovigliati fra di loro, ma che si sciolgono subito, appena li sfiori. E allora sono lì, di nuovo, ogni tanto. Solo una cosa, però. Non è che a stare nel cestino facciano meno male. Basta soltanto non aprirlo troppo spesso.
04 maggio, 2007
Ma il paterazzo...

E' da qualche tempo in qua che non si parla d'altro, dalle parti mie. Vengo rintronata già di buon mattino con deliranti progetti, itinerari impossibili, venti e vele, ma secondo te, faccio bene a prendere l'epirb ? Mah, prendine due chili , purchè lo faccia di nascosto dai bambini. Mi si regalano testi del tipo Cucinare In Barca, oppure, Come Fare il Pesce Nel Bel Mezzo di Una Burrasca e Vivere Felici. Io, per amore, sopporto. Sorrido e sopporto. Ma la notizia dii stamattina mi ha lasciato, come si dice, di stucco. Come, Mascalzone ha usato il paterazzo e così deve rifare la regata con la barca spagnola, Desafìo, che secondo me a Roma già si sprecano le battute? Vàtti a fidare di uno che fa Mascalzone di nome e Latino di cognome. Certo, le regate sono avvincenti, sarà che me le sciroppo tutte, ma proprio tutte, inutile che ci giri intorno, mi sto appassionando anche io. Non solo sorrido e sopporto, non è tanto vero, mi piace, ecco. Sarà che il mare è un luogo che mi affascina, sarà che ho sposato l'uomo più convincente del mondo, non so. E per dividere con lui un altro sogno, di nascosto, leggo i suoi sacri testi, ripasso mentalmente i termini tangone, gavone, strallo e sentina, che cazza e lasca lo sanno anche i sassi e no che non è una parolaccia, signora mia, gliel'ho già spiegato venti volte. E poi, giusto così, a dirla tutta, un pochino mi sono portata avanti. Perchè, quel cazza e lasca, quel rimbambimento di prima mattina, quel Shosholoza e quell'Oracle, a qualcosina mi serviranno ben!
02 maggio, 2007
Volare.

29 aprile, 2007
Dite a Jo che l'adoro.
Grazie, Johann.
27 aprile, 2007
La scatola dei bottoni.

25 aprile, 2007
Liberi di.

Ma dove sta scritto che i regali debbano per forza avere carta, scatola e nastrino? Un giorno di vacanza, così, a metà settimana, è quanto di più celeste si possa immaginare. Certo, io non amo granchè questa giornata, per motivi miei, ma in fondo, basta fare un piccolo sforzo mentale e considerare che oggi, che so, sia il 26 o il 27 e, bando alle tristerie, si potrà beneficiare in tutta scioltezza di una bella giornata di assoluto...di assoluto...nulla, ecco, di assoluto nulla. Che si potrà stare in sottoveste fino all'ora di pranzo, che ci si potrà fare un bagno profumato al gelsomino e concludere i progetti di ricamo, di lettura e giardinaggio. E con assoluta noncuranza dimenticare che ci sono i piumini da sistemare, e i cappotti da far migrare dall'armadio di sotto a quello di sopra. Un lavoro ingrato, certo, molto più piacevole del suo contrario: che meraviglia è riporre il piumino e riesumare un pareo, un pantaloncino di tela, un jeans a fiorellini che è una meraviglia del Creato! Comunque, oggi nulla di tutto questo. Forse un impacco alle chiome, presto sottoposte a uno stress di vento e sole, forse una merenda in giardino, se una chiassosa famigliola ci farà dono di venirci a trovare. C'è un pane che cuoce, uno sposo che legge,una bimba che suona, due figlioli dormienti. Un regalo perfetto, signora mia. Anche senza scatola, carta e nastrino.
22 aprile, 2007
Si deve.

Si deve. Si deve passare qualche giorno in silenzio, con la testa ferma, in standby, più o meno. Si deve avere tempo di fare un pò di ordine nei pensieri, spolverare qua e là, piegare per bene le cose che ci sono in giro, lavare i vetri, magari, ma i vetri, in testa, ma mi vuoi dire dove diavolo sono? Sono stati giorni strani. C'è stata la tristezza e l'incapacità di spiegare a un ragazzo di diciassette anni, come un suo coetaneo può morire in moto, una sera di aprile, sbattendo la testa sul selciato. C'è stato il lavoro, le cose, le questioni di tutti i giorni che ti portano via tempo e mente e cuore, anche, quello sempre, ce lo metti in ogni cosa che fai, sia scaldare il latte che parlare ai tuoi figli. Giorni scoloriti. Giorni indaffarati. Giorni e basta. Ma qualche volta serve davvero dirsi, ok, ho girato come una trottola, ho fatto tutto e il contrario di tutto, disfatto, qualche volta, bisticciato, baciato, discusso, consolato, comprato, apparecchiato, creato e gestito. Adesso, ferma così. C'è una nuova settimana lucida che aspetta dietro la porta di ingresso, ci sono giorni nuovi e nuove mattine e nuove sere e nuovo tutto. Si riparte, un pò meglio, magari. Forse, si deve cercare di fare un pò meno cose contemporaneamente, attiva va bene, ma bionica non è proprio possibile. Fuori, una bella mattina. I fiori, il cucù, la salvia ad asciugare e il lillà. Dentro, un pò di confusione. E dentro-dentro, anche. Ma si inizierà, con calma, si farà una cosa alla volta senza farsi prendere dall'ansia, dalla fretta, dal tutto e subito. Si può. Si deve.
19 aprile, 2007
Porcellane, chiacchiere e knit.
Siamo anche riuscite ad insegnare ad Eugenia, garbata e perfetta padrona di casa, i misteri del punto diritto. Così, tra un thè freddo, una maglia rasata, una chiacchiera e una confessione, ci siamo regalate due ore di scialo, così, per gioco, un regalo di Pasqua arrivato in ritardo. Una delizia. Certo, c'era anche un'infiltrata con il punto croce, ma noi, signora mia, mica ci formalizziamo, sa? E perdoniamola, questa magica Patti!
Da rifare appena si può, appena si vuole, appena ce ne torna la voglia. E, in assoluto, un giro da Blanc. A mani vuote, da lì, non si esce di sicuro.
Blanc - Alessandria
Via San Giovanni Bosco, 14
tel.0131 251213
17 aprile, 2007
L'amore che guarda.

Di alzarsi non ne avevano voglia. Ci credo, hanno assaggiato l'estate, la spiaggia e le onde e il vento, e adesso, di libri e compiti e di esami, anche, proprio non ne vorrebbero sentir parlare più. Li sveglio a baci, e poi con la musica, e loro lì, a coprirsi col lenzuolo, la testa sotto il cuscino, a masticare assonnati Ancora Cinque Minuti. E quando, miracolo, li vedo scendere dalle scale, pinti e tratti, non tanto pronti per un giorno nuovo, li guardo. Li guardo perchè al mattino hanno una luce chiara e indifesa, l'espressione imbronciata e dolcissima di chi ha ancora il sogno della notte appiccicato, lo sguardo implorante a dire Non Ne Ho Voglia. Escono, uno per volta, e io lì, incantata a guardarli. A vedere che, forse, sì, si dovrebbe tagliare un pò quei riccioli, ma gli danno un'aria così mascalzona e affascinante, e poi, l'altro ha la maglia stropicciata, ma era in ritardo, suo padre già fuori ad aspettarli, che la Princi ha preso 2 cerchietti al volo, deciderà in macchina quale mettere, per oggi. Li guardo e sorrido. Un sorriso dalla finestra, che loro non possono vedere, un sorriso che li accompagni per oggi, un sorriso che è pieno di fai attenzione e non metterti nei guai, un sorriso che li vorrebbe scaldare e proteggere e scortare e sollevare e coprire e difendere. Il sorriso del cuore. Perchè è il cuore a sorridere, se è l'amore che guarda.
16 aprile, 2007
Troppo polline.

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Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

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