08 giugno, 2006

Egli.


Il consiglio è vecchio come il mondo. Vuoi tirarti sù? Fatti un giro dal parrucchiere. Risaputo, scontato, trito e ritrito ma sempre efficace. In linea di massima un giro dal parrucchiere, una, se deve proprio farlo, che lo faccia in grande stile. E che sia, in assoluto IL PARRUCCHIERE. Nella città che è stata la tua, e che ancora smodatamente ami, che hai girato questa mattina un pò da turista, le Olimpiadi lontane, regalandoti il privilegio sottile di fare anche qualche fotografia, a questa città intatta, pulitissima, un pò svizzera, anche. ma veniamo a Lui. Lui non taglia. Crea. Vuoi il caschetto così, la sfumatura così, la lunghezza così? Ma starai mica scherzando, vero? Sarai mica tu a decidere, cocca. Decide la moda, la tendenza, il tuo viso tondo che non si intona a caschetti Valentina style, ma come, se lo porto da mille anni? Appunto. Più che un salone di bellezza un opificio. Sono in tanti. Fanno pensare a un esercito napoleonico e il celere ubbidir qui proprio uno scherzo non è. Anche se ancora la differenza tra chi ha la Tshirt bianca e chi invece ce l'ha nera ancora non l'ho capita. La vera essenza di un parrucchiere di grido si vede già al lavatesta. Non scappa uno schizzo che sia uno, il massaggio per lo shampoo è a metà tra uno shiatsu e una terapia intensiva. La goduria vera. In più, alla fine, la signorina ti flauta sommessa, Facciamo Un Risciacquo ad Acqua Fredda? e lì è il delirio vero. Si passa poi nelle sue mani. Che muove peraltro con una grazia tutta sua, un pò Barnard un pò Michelangelo, che dire di più? Un taglio qua, accorciamo qui, alleggeriamo di là, la frangia và così, voilà, in cinque e tre otto l'Artista ha creato la sua opera. Sono uno schianto. Non importa se domani l'incanto svanirà, mi basta oggi. Un taglio ottimale devo essere splendido anche dopo mesi. E questo, che secondo i miei calcoli dovrebbe arrivare intonso fono ad ottobre inoltrato, modestamente lo sarà. Certi trattamenti, a ben pensarci, dovrebbe passarli la mutua.

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