
23 maggio, 2008
Cielo d'ostrica.

22 maggio, 2008
21 maggio, 2008
La leggenda del caprifoglio.
Lo aspettava da tempo. In un certo periodo dell'anno, l' assetto olfattivo della piccola aiuola cambiava. Beh, certo, c'erano le rose inglesi, con il loro profumo di limone, misto vaniglia, misto rugiada, misto caramella mou. Ma poi, a questo, si aggiungeva un altro aroma, pungente, insistente e inebriante, tanto da farti dire, qualora fossi arrivata bendata davanti alla porta, Ok, Questa è Casa Mia. Quell'anno, invece, nulla. La pioggia battente e le giornate novembrine, benchè fosse maggio inoltrato, avevano in qualche modo rallentato l'arrivo di codesto fiore. Anzi, di codesti, qualcuno giallino, qualcuno bianco, perchè si sa, un vero caprifoglio ha sempre due fiori diversi, due gusti, due baci. Ma la siepe non ne voleva sapere. Qualcuno aveva azzardato pronostici catastrofici, Quest'anno Non FIorirà.
Qualcun altro scrutava non visto tra le foglie, per vedere se per caso ci fosse qualche bocciolino timido e nascosto, o magari scoprire un'infestazione di rarissimi parassiti transoceanici, arrivati fin lì chissà come. Nulla. Nulla di nulla.
Solo foglie e foglie.
Così, quale non fu lo stupore generale, quando, un bel mattino, aprendo la finestra appena dopo le 6 e 30, ella avvertì che, alla sinfonia di vaniglia, caramella eccetera si era unito anche il profumo tanto atteso di sapone e limoncello.
Fece i gradini quattro a quattro, scapicollandosi giù dale scale, e corse fuori, all'aiuola. Il caprifoglio era lì, esploso, rigoglioso, profumatissimo, perfetto. Come se qualcuno, nottetempo, avesse incollato per bene i fiorellini col vinavil, che, giuro, ieri non c'erano, e spruzzato una generosa di dose di profumo dell'Erbolario, nel genere. Morale: inutile sbattersi tanto, dannarsi e preoccuparsi, sorvegliare e controllare. Il mondo che ruota intorno a te fa lo stesso quello che vuole. Esattamente come il caprifoglio.
20 maggio, 2008
Senti.

19 maggio, 2008
Panna e pioggia.
16 maggio, 2008
Private garden.
15 maggio, 2008
Ci siamo. Quasi.

Ci sono i piumini dei pioppi, il sole, i ragazzi a scuola coi bermuda, le foto di classe, i giochi della gioventù o cose del genere. Tutto lì a dirti che anche questo anno scolastico ce lo stiamo togliendo di torno. Passato in un soffio, direi. In questa casa, quest'anno, la fine della scuola ha un sapore diverso, più malinconico di sempre, non saprei, un pò più sofferto. La PrinciFanciulla che conclude la beatitudine delle scuole elementari, il Liceale che arriva arrancando e sbuffando e SonoStanco con la s sibilante alla fine della PrimaEffeLiceoScientificoStataleGalileoGalilei. E poi, Lui. Un pò sciupato, in questi ultimi giorni, Non Ho Fame. Ha i riccioli più riccioli del solito e uno sguardo liquido, sconfinato, che non so descrivere. Ride. Ride di una risata che non suona, fa lo scemo come sempre, ma per meno tempo, non so. E studia studia. Esce pochissimo, nessun allenamento, solo qualche partitella di calcetto nel campo del villaggio, Non Vado In Città, Mamma, Sto Qui Fuori. E a cena, parlaparlaparla. Non tace. Di qualsiasi argomento, calciomercato, Travaglio, cose, amici, persone. Non tace. Non Sono Agitato, Davvero. Non so se credergli. Prima dell'esame di maturità, è proprio normale avere paura, ce l'abbiamo avuta tutti, no? Nessun esame mai sarà più come questo, nella vita. Ma lui, non tace. Ed è più grave di qualsiasi silenzio, di qualsiasi muso, di qualsiasi mugugno o borbottio. Era così grande, stamattina prima di uscire, così smarrito, un pochino, di quegli smarrimenti che solo le mamme sanno sentire, di quelle vibrazioni sottilissime che ti trasmette quando si avvicina, sa di sapone e di buono, Ciao Mà, e sembra dire, Sapessi, Mà. Ma io non so. Cioè so, immagino, credo, penso, ma sto così zitta, io. No che non è la scuola, o forse anche, ma i suoi pensieri, le sue ore sui libri e questo parlare, parlare, tradiscono qualcosa che mi sfugge, una specie di segreto, lui sa che io so, e vorrei dirgli coraggio, si cresce anche attraverso queste cose, questi dolori freschi e questi nodi nello stomaco, è un regalo dei tuoi anni, che sono da vivere così come sono, ti faranno bene anche se ti sembrano così pesanti, adesso, una valigia piena di mattoni. Vorrei dirgli che capisco, che so così bene come si sente che lo potrei disegnare, perchè lui è la mia copia esatta, fuori e dentro, lui è la mia anima più maschia, lui è il mio cuore leggero, lui è come me. So i suoi respiri e la sua sfacciataggine che nasconde una dolcezza sconfinata, so i suoi sguardi spavaldi a celare una timidezza impalpabile, so il suo sentirsi perso e far finta che no. So. So e sto zitta mentre lui parla e parla.
14 maggio, 2008
Ode al Labello.

13 maggio, 2008
Un assaggio.
Tutto quello che sono riuscita a registrare ieri sera.
Manca tutta la parte più importante, manco a dirlo, di Cuore di Maglia.
Comunque, eccomi qui.
Per quella completa, bisognerà aspettare un pò.
Per il momento, ma sì che ci accontentiamo.
Eccome.
Manca tutta la parte più importante, manco a dirlo, di Cuore di Maglia.
Comunque, eccomi qui.
Per quella completa, bisognerà aspettare un pò.
Per il momento, ma sì che ci accontentiamo.
Eccome.
The day after.

12 maggio, 2008
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La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
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