
30 agosto, 2007
Lo chignon.

26 agosto, 2007
Si crea.
E invece, per gli ospiti di Amaranta, autori di mucchi inverecondi di panni da lavare, ho ricamato con le mie santissime manine questo sacchetto. Lo schema è un delirio, tratto da un libriccino francese di rara bellezza. I giorni di pioggia sono forieri di grandissime idee. Per esempio, è in via di ultimazione un insolito orpello per ricoverare, con grazia, eleganza ed inusuale beltà, le collane di casa. E la PrinciSirena mi ha già commissionato una mezza dozzina di astuccini e cuscinetti da mandare in visibilio le appassionate di questo bel modo di impegnare mente e cuore. E' il punto croce, bellezza. Umile quanto basta, semplice, un pò d'antan, così fuori moda da essere snob, affascinante e intrigante da non credersi. Provare, fanciulle, provare, provare, provare...
25 agosto, 2007
Che ne sarà.

Di questa fine estate. Burlona, freddina, autunnale, di già. La pioggia, il freddo, i lampi e il temporale. Che ne sarà, di questa estate che è passata, dei discorsi sul niente fatti sulla battigia, sotto l'ombrellone o in giro per il mare. In vacanza ci si sente protetti, in un certo senso, da quel che succede nel resto del mondo. Le notizie arrivano di rimbalzo, un pò in sordina, gli incendi, come sempre, un bimbetto dagli occhi spersi lasciato in un supermercato. E i delitti. Stragi di mafia e stragi di cosa. Aveva un bel sorriso, incontaminato, non so, semplice, da prima della classe, da ragazza normale. I capelli raccolti, uno sguardo tranquillo. Forse non le piacerebbe tutto questo clamore. Non le piacerebbero i fiori finti sul cancello, non tutto questo gran parlare che si fa di lei, o meglio, che non si fa. Si parla d'altro, non della mamma o del papà, si parla di tutti gli altri, quelli che forse, le hanno fatto così male e l'hanno portata via da questo mondo. E si mettono in vetrina, grazie a lei. Di questa storia che ne sarà, se troveranno chi è stato a cosa servirà. Ma prego per te, Chiara, perchè da lì dove sei volata possa non sentire tutto il rumore che si fa, le foto e le bugie. E' una strana, beffarda estate. Ma tu, vola e sorridi, così come fai in quella assurda fotografia, vola e non guardare, Chiara, non guardare giù.
21 agosto, 2007
Lascialo andare.

19 agosto, 2007
Pioverà.

Non è che si sia stati proprio a pettinare le bambole. Si è andati sù e giù per il mare di Dentro e anche per il mare di Fuori, si son preparati aperitivi in mezzo al mare e paste per reggimenti, si è anche avuto il tempo di aver raptus omicidi per il Liceale, sconquassarsi il dito indice destro ma non per questo non aver voglia si scrivere e ricamare, si è avuto il buon gusto di cadere con eleganza dalle scale e di sbucciarsi un gomito come a 13 anni in Ciao. Nel frattempo, una quantità di lavatrici no-stiro, com'è noto, l'accoglienza di nuovi ospiti e il congedo da altri, si è sostenuta una prova di coraggio a tuffarsi da uno scoglio altissimo, e altre lussuriose, semplicissime amenità. Il mio Capitano mi avverte testè che nei prossimi giorni la musica dovrà cambiare: tempo brutto in arrivo, pioggerelle notturne e nebbioline, vento manco a parlarne. Ci si ferma per un pò e neppure mi dispiace. Finirò finalmente quel libro che ho iniziato prigramente, con 30 nodi la lettura non è l'operazione più semplice del mondo, senza contare che il libro si bagna e gli occhiali pure. Ricamerò e mi intratterò bellamente, a fare molto o fare niente, chi può dirlo. Stanotte, forse, una copertina non guasterà in fondo al letto. Non si uscirà, si starà a guardare lontano, scrutando le nuvole e le stelle che ci giocano. Pioverà, forse, chissà. Ma chi oserebbe mai contraddire il mio Capitano...
10 agosto, 2007
E invece, no.
02 agosto, 2007
La battaglia delle pere.

Complice un giorno di vento, due o tre fa, che di spiaggia proprio non se ne è parlato. Complice un pomeriggio regalato, a scorribandare (!) per i giardini del villaggio, con palloni, frisbee e altre corbellerie, a giocare scalzi sull'erba, a stanare le lucertole dalle roccie. Protagonisti, un'orda di fanciulli dai 10 ai 14 anni, capitanata dal mio Quasi Liceale e altri suoi compagni di merende, intesi, che il Cielo mi ascolti, nel senso letterale del termine: ho spesso ospiti, in questi pomeriggi casalinghi, una dozzina di ragazzini, consumatori di biscotti e torte fatte in casa e panini alla Nutella come le locuste che hanno invaso l'Arizona nel '56. Il giardiniere non sapeva come dirmelo: è un uomo di grande, semplice spessore, di un'educazione antica e candida, come lo sono certi uomini dell'Isola. I malfattori avevano sì giocato a pallone nel prato, e va bene, signora, sono ragazzi, ma usare come munizioni di una battaglia improvvisata nel parcheggio le pere dell'albero che io accudisco con cura e devozione tutto l'anno, davvero non lo dovevano fare. Non li sgridi, signora, ma faccia capire loro che quelle pere io le raccoglievo in autunno e che adesso invece. Ho campato lì parole di scusa, dei Mi Dispiace sinceri, conditi da un'ira sorda che mi saliva veloce. E' dunque questa l'educazione che ho impartito ai miei figlioli? Chi ha figli sa: li ami teneramente e sconvolgentemente dal primo istante, poi, nel corso della vita hai almeno una quindicina di occasioni in cui torceresti loro il collo, li prenderesti a ceffoni sonori, a piene mani, di quelli che fanno sciaf! e nemmeno gli occhioni da cucciolo che si inventa il Bandito Quasi Liceale, sbattendo le ciglia e cercando di corromperti con un sorriso da arcangelo, riescono a farti cambiare idea. E' vero che erano tanti, ma degli altri che mi importa, sei tu, Fedifrago, che devi sapere che non si stacca la frutta acerba dall'albero per il solo gusto di spararla nel didietro del tuo amico fiorentino, sei tu, Terrorista dei Giardini, che devi avere rispetto del lavoro degli altri. Parole al vento? Non so. Nel frattempo, suo padre gli fa innaffiare ogni sera e ogni mattina il limone e tutti gli altri vasi. Io, a parte un tentativo di sberla incompiuta e una predica di diciotto minuti, quasi nulla. Ma, come si dice, i figli sono pezzi di cuore. Tranci di pizza. Fette di crostata. Alle pere? Magari.
31 luglio, 2007
Ode all'Amaca.

Nella vita di ognuno di noi arriva, prima o dopo, il momento degli acquisti scellerati. Non v'è una vera ragione. Complice l'orario dell'aperitivo, ma in grazia di Dio ho sposato un uomo che rifugge sistematicamente il rito pubblico dell'Aperitivo in senso stretto, preferendo ai luoghi affollati e modaioli che in Costa pùllulano, il raccoglimento e l'eleganza e la semplicità e il numero esiguo di partecipanti che viene fornito dall'aperitivo casalingo, ove per casa si intenda il prato, il patio, la terrazza di questa casa di vacanza. Ben perciò, l'efferato rito dell'acquisto scellerato si è compiuto nella giornata di ieri, all'incirca verso le sette di sera. Un'amaca. Non ne possediamo nessuna, nè mai ne possedemmo, perciò anche alla scrivente, regina incontrastata dell'acquisto inutile, l'idea appariva balzana. ma docilmente mi sono lasciata convincere. Dal suo colore naturale, un corda pallido, dalla balza tricot che fa sempre il suo bell'effetto su di me, e dalla sua forma strana ed esotica. Perciò, vada per l'amaca. C'è stata una specie di riunione di famiglia sul dove e sul come, e anche sul con cosa. Alla fine, la scelta è caduta su due piante di corbezzoli al limitare del pratino. Lì, uno studio accurato ha decretato che ci fosse la giusta luce per leggere e dormicchiare, la giusta temperatura, con un sapiente intreccio di correnti e venticelli e, perdiana! anche un posto letto in più che, viste le transumanze di figlioli che avremo nei prossimi giorni, capita giust'appunto a fagiuolo. L'amaca, che celestiale scoperta. Non è letto e non è divano, si può dondolare o stare fermi, si può dormire o leggere, guardare in sù in santa pace, seguendo i propri pensieri più segreti, siano essi la lista della spesa o l'essenza intrinseca della vita. Si può persino scrivere, con penna e blocco, però, giacchè nessuno al mondo mai possa offuscare tanta selvaggia beatitudine con un qualsivoglia orpello telematico, che lo riconduca così nel mondo reale. Sull'amaca è consigliabile non fare assolutamente nulla. Disponibile anche nel modello a due piazze, totalmente inutile, dacchè il suo assetto molliccio e semovibile non consente alcun tipo di approccio amoroso, pena il caracollare rovinosamente al suolo, che non è mai consigliabile. Totalmente stregati da questo nuovo oggetto, abbiamo istituito dei turni per il collaudo della stessa. Peccato che siamo tutti qui, a gambe incrociate sul prato, con il nostro numerino in mano, ad aspettare che termini il collaudo del nostro Capitano. Il mondo intero lo sa, son questioni lunghe, queste con l'amaca!
29 luglio, 2007
Mah!

25 luglio, 2007
A tempo perso.
23 luglio, 2007
Relax.

In fondo, un regalo nemmeno costoso. Non si tratta proprio di stanchezza, certo che no, mica ci si stanca in vacanza, anche se si fanno lavatrici da colonia elioterapica, oggi si è persino tentato di stirare un pò. Ma chi l'ha detto che le magliette vanno indossate stirate? E i miei strofinacci, non sono forse più affascinanti un pò stropicciatini? E le 9 bocche per cui cucino in questi giorni, mica avranno un trauma irreversibile se per una volta o due o tre si dice loro, Ragazzi, stasera si mangia quel che c'è? Un regalo da niente, in fondo, una sera tutta per me. Chi mi conosce sa molto bene che trovarmi da sola è impresa rarissima, e infatti sola non sono, nemmeno stasera, che ho saltato con abile mossa il cinema all'aperto dove proiettavano Una Notte Al Museo, il mio sposo intenerito si è offerto di accompagnare lui l'Infanta e un fratello. Mi sono rimasti tutti gli altri, gli amici di tutti gli altri, che il Liceale e il Giovane Holden fan scorribande in Costa, questa sera, o meglio, o Giovane tenta di trascinarsi il Liceale, un pò preso da pane, amore e gelosia che di andare in Costa nemmeno ne aveva voglia, in verità, ma hanno così insistito che si è arreso. Che sospiro di sollievo quando la porta si è chiusa, due ore di calma o quasi, i ragazzi più piccoli che chiacchierano sulle rocce qui davanti, la luna che guarda, domani sono previsti 40 nodi di vento. Si sta, in accappatoio e coi capelli bagnati a guardare il cono di Maddalena, a pensare, a cose belle, per piacere, che di pensieri brutti e tristi davvero non ne abbiamo voglia e abbiamo quasi imparato a tenerli lontani. C'è silenzio, in questa sera di velluto, nemmeno le rane hanno voglia di gracidare, ci credo bene, ci sono le cicale che rubano la scena. Si ha voglia di guardare lontano, di pensare a mille cose e a nessuna, di spruzzarsi un profumo di anice e di stare così, in un buio illuminato da mille mondi di stelle, in una sera vellutata che aspetta il vento di domani, con questa luna che guarda giù.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...

-
La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
-
Nasce nei muri Esplode di foglie tondeggianti e vellutate, belle alla vista e alle carezze. Nasce nei muri. Al sole, senza terra, ...