22 novembre, 2007

Il camino.

Non riesco tanto bene a capire che razza di odore sia. Certo non è uno soltanto. E' legno bruciato, acre e forte, è odore di mandarino sbucciato, di arance spremute, ne faccio tonnellate in questi giorni. E poi, il profumo del pane, in sottofondo, si sente appena ma c'è. E l'olio essenziale dell'umidificatore, quello che profuma l'aria e fa dire ai ragazzi che sa di inverno. E' l'odore di casa mia, un pò cannella e un pò vaniglia, sono un pò fissata coi profumi per la casa, ho sempre voluto averne uno che la identificasse, che facesse dire ad occhi chiusi, appena varcato l'ingresso, ecco, sono a casa, appena prima di lanciare le scarpe, il cappotto, mollare la borsa e salire le scale, magari, o buttarsi sul divano a baciare il primo che c'è, forse un figlio o il mio Sposo, come, sei già a casa? Prima di andare in cucina, cucinare o scongelare, prima di sedersi al tavolo e realizzare Mi Serve Un Caffè, Un Thè, una Tisana. Mi piace l'odore di casa mia. Mi fa sentire arrivata, protetta e custode, non so come spiegare. Questi giorni lenti, di qualche figlio malato e di pioggia battente, che ti fan sedere davanti al camino, ipnotica, tirandoti la felpa fino sulle ginocchia, che mi importa, con la felpa di Topolino uno può fare quel che vuole, non è mica un abito di Gattinoni. Guardi il fuoco e pensi e pensi, rifletti sulle cose, che razza di calamita è un fuoco che scoppietta, le lumachine che salgono sù sù, proprio lì da dove scenderà Babbo Natale, ancora per pochissimo, mi sa, la Princi ha capito qualcosa e secondo me fa finta di crederci per non deludermi, per giustificare tutto quel teatrino che facciamo, noi e i suoi fratelli grandi, la tovaglia stropicciata, le lasagne mangiucchiate...forse non vuole smettere di crederci, come me. Giorni immobili e ovattati, che hanno riempito questa casa di termometri e fermenti lattici, di pensieri e di qualche scazzo, siano noiose questioni o qualcosa di più, momenti che non si vorrebbero, e dei quali sì, si vorrebbe fare un grosso mucchio, affastellandoli tutti per bene e sarebbe proprio arrivato il momento, le grane, i dispiaceri, le ansie e le questioni di bruciarle tutte quante nel camino.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Accidenti, cara amica virtuale ( e virtuosa :-) . come scrivi!!

thecatisonthetable ha detto...

Il profuno degli oleandri, e quello del porto.
L'odore di quella specie di pino, e quello della sua pelle. Il profumo che esce dal forno, e quello del mandarino che stai sbucciando. L'odore della crema solare, e quello della sciolina.
Un milione di scene, una valanga di emozioni...

santin ha detto...

Mi fa sentire arrivata, protetta e custode..dammi la ricetta per conquistare quello che se riuscita ad ottenere con il tuo amore...Vorrei essere parte della tua famiglia..che dici, puoi prensentarmi come un lontano cugino di Roma???

a presto
Santin
ps.seguirti mette il buon umore

Anonimo ha detto...

Sei veramente una mamma vera, che cucina le torte e rende una casa un piccolo regno. Ti ammiro, sei davvero un apersona accogliente.

Anonimo ha detto...

Ci vuole pazienza, costanza,fermezza
ci vuole coraggio , o forse un frappè.
Ogni tanto ci vuole qualcosa di buono,
che abbia un bel suono , "Amore" , "bignè"....
E per un momento, soltanto un momento
la mamma , la moglie , la figlia non c'è;
e nella tua casa , e lì solamente , ti senti
Regina del regno di Te.

Manu.

Odore di dicembre.

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