31 marzo, 2007
La tosatura.
Ma anche il pastore l'ha rassicurata. Gli agnellini staranno accanto alle loro mamme, perciò li avevano contrassegnati con un simbolo uguale, in modo che nessun agnellino si smarrisse, o perdesse la sua mamma. Così, andava meglio. Ecco quello che succede in una mattina di fine marzo in un paesino nel Monferrato. La mia bambina, che usa con scioltezza le email, che fa le ricerche su Wikipedia e conosce le operazioni di base di Word, non aveva mai assistitito alla tosatura di una pecora. Certo, non è fondamentale, ma forse quando sarà grande se ne ricorderà.
E dal vostro inviato in Monferrato, per oggi, è tutto.
Indoleeza.
29 marzo, 2007
A mille ce n'è.
28 marzo, 2007
Indiani e cowboy.
25 marzo, 2007
Illegal.
23 marzo, 2007
Venerdì.
22 marzo, 2007
Bello.
Grazie a Laura per le splendide fotografie.
Cambiare l'aria.
21 marzo, 2007
Svegliatevi, bambine!
20 marzo, 2007
Son le sere.
Che si cena presto e si lascia ancora apparecchiato e si resta a chiacchierare per un po’ prima di salire, a ripassare, prima di mettersi a leggere una cosa o a ricamarne un’altra, o a niente fare, semplicemente, stare lì, un film, forse, dipende. Son le sere che fa di nuovo freddo, una specie di inverno ritrovato e mai vissuto, ma che fa, domani è primavera, si sente, c'è un'aria così bella, stasera, e belle le nuvole, sì, per una volta, povere nuvole, che male fanno. Son le sere che si esce, copriti che fa freschino, ma basta una felpa, e si porta il vetro alla campana, col cane vicino e un profumo di erba e di fiori. E' solo mia la convinzione che qualche volta, dalla collina di casa si sente il profumo del mare. Ma dove, il mare è lontano, nemmeno tanto in realtà, ma è bello pensare che sia lì, dietro una curva, improvvisamente il mare. Il vento ha fatto cadere i petali del ciliegio, e c'è un tappetino rosato tutt'intorno, che a camminarci sopra fai peccato. Pioverà, stanotte. ma domattina saranno ancora lì, i fiori gialli delle forsizie, le primule e le prime rose. Son le sere che ci si sente così in pace che a chiederci che vuoi? ci si dovrebbe pensare una mezz’ora prima di parlare, per non dire una cosa che si ha già, come le figurine, per non fare doppioni, ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho. Son le sere che non è inverno e non è niente, son le sere di casa, di semplice e normale, di musica pianissimo, di risate sulle scale. Sere da raccontare, da conservare, da tenere lì. Sere di pensieri e di segreti, di progetti e piccole cose, che farò domani, dopodomani, chissà. E ci si culla un po’, che ancora non è notte e di dormire non se ne parla, non ancora, non è mica tardi, e di tempo ce n’è, è solo sera. Così, solo sera.
L'eco nel frigo.
19 marzo, 2007
...
18 marzo, 2007
Provare, provare, provare e...
15 marzo, 2007
Escape.
13 marzo, 2007
Si knitta, signora mia!!!
M'illumino di brillo.
12 marzo, 2007
Niente.
11 marzo, 2007
Fiori d'arancio?
08 marzo, 2007
La classe, signora mia.
Dolcemente complicate.
07 marzo, 2007
Non li vorrei.
Non li vorrei. Lo so quando arrivano, e ho affinato una tecnica sofisticata per contrastarli, per non farmi prendere, per non farli vincere su di me. Non serve. Non li vorrei. Non necessariamente devo piangere, può anche succedere che me ne resti lì, un po’ rimbambita da un dolore sordo e cieco e muto, una specie di grosso macigno sullo stomaco, un peso, una zavorra che non so, e invece la so così bene che potrei dirla a memoria, ecco, fa così e fa cosà, esattamente, anche in rima, volendo, endecasillabi sciolti. Non li vorrei. Sono i momenti in cui niente e niente mi sembra come deve. E’ la solita storia, la solita menata, come, non lo sapevi? Ma certo che sì, eppure ogni volta uno schiaffo, una sberla in piena faccia. C’è voluta una stupida e insulsa trasmissione televisiva, quelle che si guardano stirando, ci si può concedere il lusso di un paio d’ore trash se questo ti consente di stirare 9 camicie senza battere ciglio, insistendo bene sui polsini e sul colletto, premere il tasto del vapore nel momento stesso in cui una lacrima scema è lì, in equilibrio tra le palpebra e le ciglia, quelle di sotto, quelle che le rarissime volte che ci passo il mascara faccio un pasticcio, ecco, quelle lì. Non per la trasmissione, no, e chissenefrega di quella lì, può anche darsi che non sia vero. Piango per me. Del niente che ho avuto. Dell’essere sempre la ribelle, e alle ribelli niente si dà. La sfacciata, e alle sfacciate, niente si dà. La forte, e a quelle forti, serve forse dare qualcosa? Piango per me. Perché adesso che sono grande e matura e sono cresciuta abbastanza per vedere tutti quanti senza i filtri che ti derivano dall’educazione e dalle convenzioni, adesso " parlare così non sta bene", mi dispiace tanto, ma non vale più. Mi sono educata da sola, in fondo e troppo rigidamente. Ho chiesto tanto e dato, anche, e sono sempre stata sola. Non ho avuto niente, io. E non è commiserarsi, né piangersi addosso. E’ sapere che è così, riconoscerlo e dirselo, serenamente, magari piagnucolando un po’ stirando, in momenti così, che arrivano così e non li vorrei. Niente di niente. Forse per questo ho desiderato e avuto una famiglia numerosa e chiassosa, forse per questo sono ansiosa e appiccicosa e un po’ noiosa, con loro. Non piangerò più stirando. Al massimo, per farmela passare, sarò forte e scriverò una poesia. Sono bravina con le rime, visto? Metto ogni mattina una poesiola nella merenda di mia figlia. Non endecasillabi sciolti. Solo la voglia di non fare gli errori che hanno fatto con me. Chissà se ci riesco.
06 marzo, 2007
Corri.
04 marzo, 2007
Dieci.
03 marzo, 2007
Voglio lui.
01 marzo, 2007
Marzo.
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...
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C'era un libro, una volta, così intitolato. Mi pare fosse di Luca Goldoni, indagherò. Colgo l'occasione per spiegare. In realtà da s...