25 febbraio, 2019

I Fogli Bianchi.

Scrivo a penna.
Con la stilo, spesso. O con la Bic Cristal. Blu. Sempre blu. 
Ho anche degli inchiostri, viola, arancio e turchese, ma le boccettine sono così belle che li uso pochissimo.
A volte mi è capitato di rimanere ferma e zitta davanti a un foglio bianco, soprattutto se si trattava di numeri. I numeri hanno una logica che non mi appartiene. 
Mai sono stata ferma davanti a un foglio bianco, se quello che dovevo scrivere erano parole, storie, letteratura, parafrasi, cose. Le parole mi affascinano, mi trascinano, mi avvolgono, mi cullano e mi fanno giocare e ridere e suonare. Tutto insieme. I numeri, no.

Ho fogli bianchi davanti a me, qualche volta.
Quando non so cosa dire, o forse lo saprei anche dire ma ho paura.
Quando non so che cosa fare, e vorrei avere al sicurezza di tanti, quelli che sanno tutto, come funziona il mondo, Marte, il Firmamento. 
Ho fogli che lascio bianchi quando le cose mi sembrano così belle che a toccarle le sgualcisci, e le sgualciresti anche se ne scrivessi, e allora, lascio il foglio così com'è.

E immagino.
Invento.
Che non è come scrivere e cancellare subito dopo, resta il buco nel foglio, e tutta quella gomma cancellata, che orrore, la mia compagna di terza elementare, la Stefania, era la nipote del cartolaio e un giorno arrivò a scuola tutta tronfia, aveva una gomma nuova con una specie di spazzolina per liberare il foglio, una volta cancellato. Chissà cosa c'entra.

Lascio i fogli bianchi nella mia vita di prima, e in quella di adesso, prima perchè ho cancellato, adesso perchè ho tante cose belle da scriverci, appena nate, sofferte, sorprese, soffuse. Che belle, le parole con la S.

lascio i fogli bianchi perchè voglio il privilegio di scriverci ogni giorno a mente quello che mi va, quello che mi piace di più, quello che più mi fa contenta. Se non so, se non sono del tutto certa, o semplicemente perchè mi dico MaNonPuòEsserePossibile, allora, non scrivo niente.
Nè in blu, nè in arancio, nè viola, nè turchese.

I miei fogli bianchi sono la parte di me che preferisco, sono la vita, la bellezza, il sole bello di oggi dopo giorni di letto e di stare male, sono il verde di un posto incredibile, sono la calma accesa di una panchina sotto gli ippocastani, sono le scritte sui muri che mi ostino a fotografare, sono le persone che ti dicono GuardaCheCielo e che fanno di un giorno qualsiasi un giorno da dire MaSìChePuòEsserePossibile.

La felicità non si ferma quasi mai.
La contentezza, quella sì.
Ed è quella che mi trovo in tasca, in giorni normali, stropicciata in fondo alla borsa della spesa, fra i biscotti e la liquirizia, che trovo nei miei passi e che si legge nei miei fogli bianchi, in controluce.

Nei fogli bianchi c'è tutto il mondo, Marte e il Firmamento.
Nei posti al sole, nelle panchine fra gli ippocastani, invece, anche.


18 febbraio, 2019

La Conservazione dei Petali.

Sono una accumulatrice seriale.
Di cose, nastrini, carte, vasetti, stilografiche, quaderni, sentimenti, libri, oh, quanti libri.
E fiori.
Come accumuli i fiori, ancorchè recisi, le chiese.
- Li conservo, li tengo. Secco le ortensie a testa ingiù, a natale le brillo con l'oro o con l'argento,  tengo un fiore di ibisco in almeno una decina di Sellerio, quelli letti d'estate, l'ibisco non c'è dove vivo io, l'ibisco non sopravvive a nebbia e gelo.  Scoperto solo quest'anno il fiore del cappero, in un posto incantato, in un posto del cuore che al mio cuore frantumato ha dato balsamo e ambrosia e che non vedo l'ora di ritrovare, per mare o per terra, chi lo sa.
E i fiori recisi?, quelli del vaso?
- Sono stati i tulipani, gli ultimi. Erano un rosa caramella, dolci come le caramelle dolci, sono i fiori del supermercato che appena a casa diventano di serra olandese, di negozietto sui canali di Amsterdam che sa di muschio e fiori, per forza, di cosa vuoi che sappia un negozio di fiori, se non di fiori, di mazzo adagiato con cura al cestino della bici, olandese anche lei, e pure il cestino.

Li ho messi nel vaso quadrato dell'Ikea, i gambi ben ordinati, e li ho guardati sorridermi nei giorni, dal mio tavolo nuovo di zecca, ancora non conosco così bene questa casa e vado per tentativi, e costruisco ogni volta piccoli angoli da amare, la cornice, la poltrona, i dischi di vinile...
I tulipani stavano lì, sono stati lì un sacco, cambiavo loro l'acqua ogni giorno, accorciavo loro il gambo, appena appena, qualche volta sussurravo qualcosa, CheBelliCheSiete, cose così.
Io ci parlo coi fiori, anche senza tachipirina in dosi massicce, come in questi ultimi giorni.

I tulipani mi osservavano dal tavolo, assistevano alle mie colazioni con lo sguardo perso oltre i palazzi, oltre la scuola che ho di fronte, oltre le scie degli aerei. 
E piano piano, si allargavano, per mostrarsi a me in tutta la loro meravigliosa perfezione, un pò come le persone, quelle che a te si affidano esattamente come tu ti affidi a loro, quando tu racconti pezzi di te, quando lasci incustodito il cancello che porta dritto alla tua anima e quelli invece di girarci intorno entrano piano e si siedono lì, e ti ascoltano, e si raccontano e poi dicono E'Tardi, MiSaCheVado, e a te dispiace che vadano via, ma ti lasciano un pò di loro e tu, a loro, un pò di te. E chiudono piano il cancello per non farlo cigolare.

E'così che si fa con le persone. Quelle belle,intendo.

I Tulipani Rosa sono stati molti giorni qui con me, e stamattina, intorno al vaso, sparsi, era tutto un fiorire di petali e pistilli, i tulipani non sono eterni, come le candele, l'odio, l'amore e la tosse.
Ma non ho avuto cuore di buttarli.

Conservo tutto, soprattutto vasi di vetro, e lì ho adagiato con grazia i petali di quei tulipani rosa dolci, color caramella. E l' staranno, fino a quando vorrò, e niente è scalfito della loro bellezza, di quando facevano corolla e miracolo, mazzo e colore.

Li ho tenuti perchè non voglio dimenticarmi di quanto siano stati belli, quel giorno nel mio carrello, nella mia cucina, sul mio tavolo, per tutte le volte che mi hanno reso più bella una mattina storta per il solo fatto di incontrare il mio sguardo, per il solo motivo di essere lì, rassicuranti, romantici, perfetti.
Conservo ogni singola cosa che mi ha fatto del bene, e se ci penso ho tante cose anche lì, chi accumula sentimenti lo sa, e questi petali sono la prova che nel mondo creato anche una manciata di colore racchiusa in un vaso può dire tanto. 

Il cancello della mia anima cigola sempre, entra meno gente, ma quella che entra mi porta sempre un fiore, un libro, una carezza. E se ne va con fiori, carezze e libri, oh, quanti libri.
In ognuno di essi, un fiore seccato.
I petali dei Tulipani Rosa, quelli no.

E dove li tieni?
- Li tengo sul tavolo, li guardo ogni tanto, e non mi dimentico.




06 febbraio, 2019

Sorvolo.

Che è una bella parola.
Sorvolare è più di volare.
Sembrerebbe volare più in alto, ma so bene che non è così.

 Amo le scie degli aerei.
Amo gli aerei in generale, mi piacerebbe prenderne uno in questi giorni, per andare chissà dove, non lontanissimo. Forse è solo voglia di volare.

Amo il cielo in questa stagione, soprattutto verso le sei di sera, più o meno, che ha colori meravigliosi, un pò blu, un pò rosa, un pò arancio, proprio oggi che ho scoperto che c'è un aggeggio che serve per definire il colore del cielo. Solo il blu, però.

Ho amato il cielo di stasera sulla città, una ciglia di luna minuscola, e una scia lì vicino, e là in fondo un sapiente gioco di colori, la perfezione, la meraviglia, c'è qualcosa di più bello di così?

Mi piacerebbe sorvolare il mondo e guardare giù, in aereo guardo sempre dal finestrino, le nuvole, i paesaggi, le montagne, perfino la pista di atterraggio che ce ne sono alcune che ti sembra di atterrare nel mare proprio. 

E anche il mio aereo lascia la scia, e chissà se quando sono io a sorvolare le campagne e le strade, c'è qualcuno sotto che individua la scia e pensa Chissà Dove Va, Chissà Che Storie Porta Quell'Aereo.

Non si vola solo nel cielo, qualche volta sono i momenti belli a farti volare, a farti camminare leggera e perfetta, sono le notizie, i sorrisi delle persone, gli abbracci, o anche solo gli sguardi, gli occhi, ci sono occhi che dicono tutto senza parlare.

Mi piace volare anche stando ben salda a terra, mi piace indovinare le traiettorie, inventare storie e situazioni e fare viaggi fantastici senza aver nessun bagaglio e nessun biglietto.

Sorvolo così, le cose belle della vita, quelle che decidono di arrivarti quando pensi che sia tutto normale, che sia tutto così e che non cambi più. Sorvolo le sorprese, i piccolissimi traguardi, le piccole gioie di ogni giorno, le scoperte, il mio minimo e il mio massimo, è un gioco che facevo da bambina, lo facevo coi miei figli a  tavola la sera, lo faccio ancora adesso, certe volte.

Avrò sempre la forza di guardare le cose dall'alto, avrò sempre la fantasia per inventare tutte le storie del mondo, è un antidoto contro la malinconia, le persone malinconiche sono vasi da innaffiare di dolcezza e vederle sorridere è un regalo vero.

Avrò sempre storie da raccontare, cieli da guardare, scie da indovinare, aerei da seguire e più di tutto, la voglia di sorvolare.
Perchè così come contento è più di felice, così sorvolare è più di volare.







Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...