09 settembre, 2014
E' la luce della luna.
12 maggio, 2014
Con la Luna e le Rose.
16 marzo, 2014
C'è la luna che mi guarda.
23 ottobre, 2012
La luna mi guarda.
10 gennaio, 2012
Bellaluna.
13 agosto, 2011
Luna profumata.
19 marzo, 2011
Aspetto la luna.
19 maggio, 2010
Vuoi la luna?
18 gennaio, 2010
La luna è una ciglia.

Che strano viaggio, nebbia sì e nebbia no, l’autostrada e le sue luci incerte, e poi brillanti, e poi di nuovo nascoste e poi ancora lucide. Nebbia e sereno, diavolo e acquasanta, cotone e inchiostro. E quella luna lì, una ciglia nel cielo, una virgola, un apostrofo, mezzo bordo di un bicchiere, un anellino spezzato, così, di malavoglia. Che luna sarai mai se nemmeno ti si può guardare, ci sei o fai finta, ci sei o ci fai, che stupida sei se nemmeno sei tutta intera, e ti nascondi nella nebbia, e anche quando la nebbia non c’è più si fa fatica a trovarti, ma come, era lì un secondo fa, ma è così sottile, così incerta, così fine e appena nata. Che strani i viaggi così, passi dal niente alle cose, dal nebuloso al chiaro, dall’indefinito al sicuro, dal mistero alla certezza. E non sai quale condizione ti piace di più, cosa ti affascina e cosa ti fa paura, dove ti piace di più stare, cosa vorresti non finisse mai, se una bolla di nebbia e di niente o se il buio lucido e brillante, il sereno perfetto di una sera d’inverno, dove puoi vedere le stelle dal finestrino e quella stupida luna così sottile e assurda che nemmeno sembra una luna.
01 dicembre, 2009
Luna di farina.
03 novembre, 2009
La luna a cena.
Si era già vista da subito, che quella non sarebbe stata una luna qualunque. Quando si hanno di queste sorprese, quando uno, una cosa non se l'aspetta proprio, è ancora più bello, come è più bello e luminoso il sorriso di chi sorride poco, magguarda, non ci avevo mai pensato. La luna di stasera è una luna speciale, ed è bella, così bella che a guardarla ti ci perdi. E' stata lì per tutto il tempo della cena, noi che la cucina dà di là e non di qua, che di là è più bello e guardi fuori anche a colazione, e la giornata inizia meglio se mentre sbadigli guardi fuori, non importa se il pratino vicino o la collina lontana, l'importante è avere del verde da guardare, e non ti stanchi, non ti stanchi mai anche se il paesaggio è sempre il solito, ma che cambia con le stagioni, così. La luna di stasera guardava il passato di verdura nei nostri piatti a fiori e frutti, la tovaglia bordeaux, i bicchieri diversi perchè così mi piace. E ascoltava, ascoltava. Le cose qualunque che si dicono in una casa qualunque in cima alla collina. Stasera, nessun urlo ha scosso la tavola, càpita sempre più di rado, in realtà, ma anche qui, quando càpita, càpita che merita, ed è lo stesso discorso del sorriso, se ci pensi bene. La luna ha sorriso, per le solite cose dei ragazzi, le battute e le scemenze che mi fanno ridere fino alle lacrime, qualche volta, a dire Che Figli Scemi ma a non volerli mai diversi da quello che sono. La luna era lì, sempre lì, e la vedevo anche da seduta, e alla fine ho dovuto abbassarmi a sfiorare il piatto, Cosa Fai, Guardo la Luna e lei guardava me. Aveva cose da dirmi, cose da luna, pensieri dorati, luminosi come lei. Lei racconta fantastiche storie di stelle comete, di missili e navicelle, di astronauti e satelliti. E storie torbide e desideri, preghiere e sospiri, segreti e magie. E sa che l'adoro e che la guardo sempre, ovunque io sia, e sa che sono contenta stasera, perchè è stato così bello averla accanto per cena. La inviterò, un giorno o l'altro. Ma mi toccherà cambiare menù: il triste e avulso passato di verdura non piace a nessuno, figuriamoci alla luna.18 luglio, 2008
Luna di Luglio.
Non ti acccorgi quando arriva. Ti giri un attimo e poi, voilà, la Regina. Già salita al suo posto, e salirà ancora tra un pò, ma è così bello vederla lì, che se ti alzi in punta di piedi e tendi la mano, forse riesci anche a toccarla, bambina. Tonda e perfetta, luminosa e altera. Ho spesso parlato di lei. Mi piace guardarla. Dà un senso di infinito, di speciale, di lontano, di set cinematografico, così bella, magari qualcuno l'ha dipinta su un pannello e messa lì. E' una luna tranquilla, in queste sere. Tranquilla, come i giorni che passano sull'Isola. Di una serenità calda e sicura, di niente, in fondo, e di tutte le cose che ci piacciono di più, a noi di casa. Amici, per cominciare, cene per mille e chiacchiere discrete. E mare a mille per finire, posti deserti e semisconosciuti, vicinissimi alla Costa eppure così lontani, col silenzio, le cicale il mare di cristallo che ti sembra di toccare il fondo e invece no. E la sera, questa luna magica sorveglia, dal suo posto in balconata. Che tutto sia calmo e regolare, che non si abbiano scosse di pensieri, che le ansie siano lontane miliardi di miliardi di, e che si viva in pace, una lettura, qualche ricamo qua e là, una vacanza semplice di semplici cose. La luna sparirà, con la luce del giorno, col vento del mattino che lucida il cielo turchese: riapparirà stasera, un'impercettibile fettina già mancante, regale e maestosa. Misteriosa e affascinante. All'improvviso, come sua abitudine.23 gennaio, 2008
Luna accesa.
Ma come, ancora lì? Eppure è già mattina fatta, sono le 7 e 34 e lei è ancora lì, tondissima e luminosa, affascinante, come sempre, ho scritto così tanto della luna che nemmeno me lo ricordo, forse dovrei cercare bene in tutte le Fragole, di quante cose le ho detto, di quanti pensieri le ho regalato, poca cosa, in confronto a tutti quelli che si sono alternati a scriverle odi, poesie, canzoni d'amore. Stamattina era lì, ancora lì. E' stato un regalo. Nonostante avessi i capelli bagnati e fossi schizzata fuori come al solito, le cose in mano, le chiavi trovate all'ultimo momento e un libro perso, e un 3 da firmare, stamattina tutti miei i figlioli da condurre a scuola. Mi è bastato guardare in sù, un cielo lucidissimo come di vetro, è stato il venticello di questa notte, lo sentivo, con gli occhi semichiusi, che sussurrava alle finestre, Coraggio, Domani Ci sarà Il Sole, niente nebbia e niente freddo e niente caligine sulla città, niente grigio che ti stende e ti fa sentire pesante e insopportabile. E col sole, Lei. Una palla di luce lattiginosa, è luna piena, questa volta, la luna dei desideri e delle storie d'amore, dei lupi solitari, la luna nel pozzo, la luna delle fate e degli gnomi, degli incantesimi e delle follie. Un gioiello del mattino, a strappare un sorriso leggero leggero, i capelli asciugheranno in fretta e pazienza se saranno elettrici e ballerini. Sarà un bel giorno, lo so già. Merito e magia di quella luce nel cielo, di quel sofficino, di quella lampada da notte sul comodino che Qualcuno stamattina ha dimenticato di spegnere. 10 gennaio, 2007
Non si è vista.

Che peccato, ce la siamo persa. Doveva farsi vedere questo pomeriggio alle 5, l'ho sentito alla radio, e già mi ero in un certo senso preparata e un pò emozionata, anche, come tutte le volte che succede qualcosa di straordinario che riguarda la Volta Celeste, che mi attira e mi affascina e un pò mi spaventa, come tutti, credo, per la magia e il mistero e per la nostra totale, completa, assoluta impotenza e ignoranza, anche un pochino, in una materia così...così...celestiale, appunto. Insomma, le questioni delle stelle, delle eclissi e delle comete mi piacciono un sacco, che male c'è? Forse perchè ad Hale Bopp, nella foto, ho legato la nascita della mia picci, anzi, le abbiamo ricamato una storia che nemmeno Asimov, raccontando a Emma che l'aveva portata la cometa, con la sua scia luminosa e bellissima, che vedevamo ogni sera dalla finestra di Pila, a fine febbraio di quel millenovecentonovantasette e le dicevamo, ma quando ci lasci quella bimba che hai lì, seduta a cavalcioni sulla tua coda d'argento? Alla fine, il 4 marzo, la cometa si è decisa e prima di sparire ci ha portato questa bimba burrosa con gli occhi di lago. Beh, insomma, la cometa di oggi invece, non si è proprio vista. Non già perchè fossimo fuori portata, ma Lei, la Cometa, si deve essere un pò scoraggiata. Ma come, si è detta, vivo a due passi dalla Via Lattea, da casa mia posso vedere con facilità Saturno e i suoi anelli, Marte e il suo lago, e pure quella smorfiosa di Venere, e dovrei andare proprio lì, a vegliare per un pò quella distesa di cotone, anzi no, forse si tratta di panna montata scaduta, o meglio, quell'abito da sposa lavato male in tintoria? La nebbia e la pioggia e il buio di questo pomeriggio le hanno fatto cambiare idea, alla Cometa. Ma io, io che con le Comete, come dire, c'ho feeling, io che quando non so cosa dire, un pò balbetto e un pò tossicchio ma alla fine me la sfango sempre, a Lei, vorrei dire una cosina. Spero, Cometa che passando sulle nostre teste e decidendo di non farti vedre, abbia almeno lasciato cadere un pò di quella polverina argentata che ci piace tanto. E' vero, la vendono in barattolini all'Ikea, ma non è mica la stessa cosa. La tua polverina ci serve, sai? Ci serve a fermarci un pò, e a pensare. A non vivere le nostre vite di corsa, a non sprecare giorni e cose, a sorridere un pò di più, a parlarci di più, accontentarci di quel tutto che c'è. Ci serve un pò di giudizio, serve per fermarci un secondo a pensare prima di ferire, serve a non essere privi di contenuti e di traguardi. E di sogni, anche. Spero che mi ascolti. Domani, cercherò la sua polverina nell'aiuola delle rose, guarderò per bene dietro al vaso della miseria e tutt'intorno al rosmarino. L a troverò, lo so già. La conserverò in un barattolino che terrò sul davanzale, e che luccicherà, da lontano, per mille giorni ancora, fino al prossimo inverno, fino alla prossima favola, fino alla prossima Cometa.
11 dicembre, 2006
La luna è un sofficino.

Che strana forma, la luna, ieri sera. Ci ha seguito in autostrada, fino a casa, in una sera spazzata da un vento discreto, le stelle d'inverno, i paesini illuminati come manciate di porporina sul velluto nero. Che bella la luna, ieri sera. Un sofficino gigante, sembrava stesse per cadere, a pancia in giù, e ti veniva voglia di raccoglierla, fare una conca con le mani come quando si beve nei ruscelli, per non farla cascare. Amo la luna, lo sanno tutti, oramai. Mi incanto spesso, la fisso, la studio, ci parlo, qualche volta. E' bella ed elegante, furba e maliziosa. Guarda, luna, i miei giorni di adesso che vorrei fermare. Ascolta, luna, i miei segreti e le mie preghiere, le filastrocche a memoria e le canzoni sbagliate. Raccontami, luna, le cose che sai, i misteri del mondo e le cose che vedi. Farò lo stesso io. Guarderò la tua forma cambiare, mi mancherai quando non ci sarai e ti accoglierò felice, quando ti vedrò spuntare, di nuovo, una lunetta d'oro che si vede appena. Ascolterò, le parole che sai dire anche stando ferma lì, non so se hai dei segreti ma certamente ne custodisci molti e allora tienili e non dirli a nessuno, nemmeno a me. Ti terrò vicina nei viaggi come ieri sera, servirà a illuminare la strada troppo buia, a sentirsi più al sicuro, più sereni e meno soli. Che bella luna, ieri sera. Una luna perfetta e a metà, di una forma strana e di un colore dorato e magnifico, una luna così carina e buona che nemmeno si offende se le dico che somiglia a un sofficino.
31 agosto, 2006
Mezza luna.

E mille cose a metà. Mezza torta nel frigo, con ancora le gocce di cera delle candeline e la panna un po’ squacciata, come si dice, mezza bottiglia di vino, quello un po’ sgasato che si tiene lì per cucinare. Il bicchiere, mezzo vuoto o mezzo pieno? E mezza vita ancora da fare e mezza baguette per favore, che sacrilegio tagliarla a metà, e mezzo vasetto di Nutella, così, tanto per tirarsi un po’ su. Mezze stagioni , e cara la mia signora, lo so bene che non ci sono più, mezzogiorno di fuoco e mezzo cuore, un pezzo a te e un pezzo a me. Mezzosangue come il principe di Harry Potter, mezza gomma Brooklyn, di quelle lunghe che non si comprano quasi più, solo confetti che non mi sono mai piaciuti. Mezzo panino per la dieta, mezza mela grattugiata per il picci di pochi mesi, mezza pastiglia per dormire, mezze maniche perché è già primavera, mezzo flacone di profumo per una sera che è LA sera, quella che deciderà per te, quella che ricorderai per tutta la vita. Ricami a metà e libri, corsi, e anche storie a metà, mezze situazioni che non sai bene dove cominciano e dove finiscono, mezzo riassunto, mezza poesia da studiare a memoria perché tutta è troppo lunga e la studieremo più in là. Personalmente, non sono per i mezzi. Sono del genere tutto o niente, lo si è ben capito, mi sa. Ma questa fettina che mi guarda, e che in foto sembra un puntino di pennarello, in questo ultimo di agosto, mi ha dato un’emozione sottile, una specie di mezzo brivido, perchè quando sarà piena andrò via di qua e vi racconterei tutto per bene se non fosse che, disdetta, si fa tardi devo andare, sarei nei pasticci se no, la mia carrozza si trasforma in una zucca. A mezzanotte, appunto..
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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Sarà il periodo. O la mia proverbiale e assoluta frivolezza cosmica. Ma a me, scartare i pacchi, galvanizza. Elettrizza. Mi piace, insomma....
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Da poco, abito accanto a una palestra. Alla palestra di una scuola. Ho spesso la finestra aperta, non mi arrendo ai temporali alle piog...






