13 marzo, 2019

La Notte dei Desideri

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Non lo so perchè, stasera vale tutto. E' primavera, non la è, e chi può dirlo, chi lo sa, chi si arroga il diritto di decidere, giro senza calze da settimane, è un classico ormai, e dal senzacalze non si torna indietro, no. 
Come da molte altre cose.
Stasera che niente è bello in tv, nè film nè serie degne, nè libri, in realtà, sere che si ha solo voglia di frivolo e di leggero, financo un pò cretino, ho riso con un'amica nel telefono, Non Ti Ho Insegnato Niente, forse no.

Avrei voglia di un ballo e di una festa. Non per forza tutt'e due, E un abito di tulle e dei sandali pieni di brilli e tutti tempestati di pietre preziose, d'oro e d'argento, che valgon cinquecento.
Ho voglia di una musica bella, non importa nemmeno se non c'è, la faccio io, a bocca chiusa, senza sapere le parole, na na na, za za za, viene ben uguale.

Girerei su me stessa fino a veder tutto intorno a me girare, girare forte, e ridere, anche, che bello è ridere forte e senza motivo, un pò da sbronza, per una cosa che hai detto o fatto e qualcuno che dice Che Cretina, ma te lo dice con dolcezza, e allora si autorizza.

E poi vorrei un mazzolino di viole, di quelle che avevo nel Pratino e nell'aiuola delle rose, devo andarle a cercare anche qui, chi l'ha detto che le viole non crescono in città, le cercherò, sono sicura di trovarle, da qualche parte. 

Regina del Nulla, dei Castelli senza Senso, Principessa delle Sciocchezze e dell'Ansia Stupida, Dea del Vento ma non quello teso del mare, quel vento gramo che rovina tutto, che sradica gli alberi e fa cadere i cartelloni e riempie le strade  di cartacce e polvere.

Stasera volo fuori da questa finestra senza tende, ancora, perchè ancora non ho deciso se le voglio oppure no, è bello guardare fuori, puoi avere il cielo sempre lì, se ti sporgi un pochino puoi perfino toccarlo. Stasera volo via, raggiungo un posto incantato su una collina, e no che non è un castello ma un casolare abbandonato, dove qualcuno ha acceso tre candele, spazzato il salone, messo una rosa in una brocca sbeccata e mi canta una canzone.

Io scendo dalla bici,l'appoggio a un albero senza combinazione, mi liscio l'abito di tulle con le mani e faccio attenzione a non scivolare coi sandali che brillano nella semioscurità del sentiero. Non ho paura, non ho mai paura a entrare nelle case abbandonate e stasera qui c'è una festa.

Ho una coroncina di viole e gli occhi che ridono, ballerò fino a tardi, finchè mi girerà la testa, e mi sentirò felice e perfetta, fino a quando nella vita avrò voglia di inventarmi feste per non pensare, di immaginare abiti di tulle soffice che danzano con me, sandali che luccicano e coroncine di viole,  quelle viole, dell'aiuola in città, che domani vado a cercare e sarà l'unica cosa che di questo sogno, mi resterà.





08 marzo, 2019

Otto Marzo

Mi piace scrivere. 
Metto in fila le parole, i pensieri, le questioni, e vederle scritte, a volte mi sembrano diverse.
Non migliori, non peggiori, diverse.
Stasera, mi scrivo.
Scrivo a me, con una penna bella e un foglio spesso, magari senza righe, tanto, so andare dritta anche senza.

Cara me,
volevo scriverti una lettera oggi che è una festa strana, dove tutti un pò sorridono alle donne, ti fanno passare sulle strisce, dove vendono le mimose agli incroci, dove alla posta hanno tutti i mazzolini nella plastica e il nastrino rosso, che seccheranno e finiranno nel cestino fra qualche settimana.
Ho avuto anche io la mia mimosa, oggi. e tanti messaggi dalle amiche, e un abbraccio bello in corso Roma, da un'amica che non vedevo da un pò.

Cara me, 
scrivo per dirti che mi piaci.
Mi piaci come passi dal fuoco al fango, come ti nascondi nel niente quando stai male, come non esci di casa per mesi quando devi asciugarti gli sputi dal viso col dorso della mano. Sputi di donne, come te.

Mi piace come sai chiudere gli occhi senza dormire, quando invece dormi e sogni  Parigi, il mare, un bosco incantato.
Mi piace come ti inventi storie nuove da raccontare e raccontarti, quando ti senti dentro a un film che non vorresti finisse mai, mi piace come studi, cambi, canti, leggi, come ti guardi allo specchio, le occhiaie blu e gli occhi pesti dei giorni scorsi, e l'unica cosa che pensi è che forse devi spuntare un pò i capelli.
Mi piaci col rossetto, CheTiStaCosìBene, mi piaci quando porti il cane in giro vestita a caso, quando sei in tirissimo coi tacchi che non vedi l'ora di togliere sotto al tavolo, quando cammini scalza per casa e balli e ridi anche se magari è l'ultima cosa che avresti voglia di fare.

Mi piace come guardi fuori dalla finestra, da quando hai un balcone ci stai spesso e guardi giù e tutto intorno e hai scoperto un albero con le gemme a ridosso della scuola davanti a te  e lo sorvegli e pensi, fiorisci, albero, fiorisci in fretta, un pò mi manca la collina e i suoi fiori, fiorisci, fallo per me.

E' l'8 marzo e festeggio così, mi scrivo una lettera, la scrivo a quella me che sono diventata nell'ultimo anno, che sono cambiata e sono sempre la stessa, che ho pianto così tanto che mi faceva male il cuore e avevo l'anima spaccata in dieci milioni di pezzi finissimi, che ho perso e che non riesco a riattaccare, e allora di anima me ne sono costruita un'altra, che fatica, che sforzo immane, ma se ti scrivo stasera è perchè ce l'hai fatta e sei tornata quasi quella di prima, prima che il mondo ti schiacciasse, prima che ti seppellissero mentre ancora respiravi, e fango e sabbia in bocca e dentro agli occhi e ovunque che nemmeno a urlare ti riusciva più, ma non vedete, sono io, e  invece mani a soffocarti, mani a schiacciarti e pugni e calci, calci di donne, come te.

Cara me, raccogli ora  piccole felicità fatte di niente, quelle preziose, quelle semplici, un biglietto, un pallino di mimosa, una telefonata, ComeStai. E ama, ama come sai, ama come hai fatto sempre e forse anche di più e più forte, ama e sorridi, e affronta tutto quello che verrà con una forza profumata e impara tutto, e ascolta tutto, e studia, studia ancora cos'è la vita, la gioia e il cielo, le mappe e  le stelle, le scie degli aerei che ti piacciono tanto e leggi le carte, i sortilegi svaniscono e le favole non finiscono mai.

Che bizzarre sono le donne, certe volte.

Che sanno scrivere anche senza righe, un foglio bianco e una penna bella, la sera dell'8 marzo, una lettera a se stesse per farsi un regalo.








Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...