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29 febbraio, 2008

Domanda.


Lo so. Banale. Ce li hanno proprosti in tutte le salse, dalle Alpi alle Piramidi, col figliolino sulle Presidenziali spalle e lei con occhialoni griffati e maglioncino. Ma, concedetemi, oggi e oggi soltanto, giorno bisesto, di fare una bieca, bassa, pettegolissima chiacchiera da venerdì sera, da portineria, ma che dico, da osteria, o meglio, da bar sciccoso del centro la mattina alle 11: Ma Lei, l'italiana, la top delle top, Carlà con l'accento, che si è ...si è... conquistata prima il padre e poi il figlio, Lei, che cantava con voce roca, Lei annovera tra i suoi amori Mick Jagger, e scusate se è pochissimo, Lei, bellissima, architettonicamente perfetta, come dice il mio Sposo, Lei, che abbiamo visto fasciata da abiti da delirio e anche fasciata proprio di un bel niente nei paginoni centrali delle riviste for men only, Lei, il buon gusto, l'eleganza e lo stile italiano e bla e bla e bla...
Possibile che se ne debba stare lì, al cospetto di non so quale capo di Stato, lei e il suo ruspante Presidente, lì, imbalsamata con una faccia da trota, vestita come una commessa di Prada Galleria, non un gioiellino, non una passata di Labello, non un'ombra di fard, nemmeno la messimpiega, sciatta fra le sciatte, con l'espressione da sala d'aspetto di ginecologo, Sa Com'è Devo Fare il Pap Test?

21 novembre, 2007

La marachella.


Chi lo ha mai detto che c'è un tempo in cui non si possano più combinare soffici, impalpabili, innocentissimi guai? Chi ha mai decretato, Ecco, da Ora Basta Stupidaggini? Una ogni tanto, diciamo semestralmente, aiuta di sicuro. Vediamo come. Esterno giorno, un mattino come tanti, in una città qualsiasi che sembra sovrastata da una grossa ostrica, tanto è il colore del cielo, cielo? ma siamo sicuri che dopo quel grigio ci sia ancora? Ci si reca dopo alcune noiose incombenze a una seduta antidepressiva, ma quale psicologo, ma quale psichiatra, si và dall'estetista per mettere in ordine di fuori prima di mettere in ordine di dentro, non so se si afferra il concetto, ma quando il Di Fuori è a posto, anche il Di Dentro diciamo che è sulla buona strada. Operazione estremità. Smalto fiammeggiante, un ciliegia elettrico, massì, trattiamoci bene questa mattina, non eravamo noi che soltanto ieri avevamo i malanni dell'umanità tutti concentrati su di noi, che masticavamo sospiri e niente voglie? Bene, vada per il ciliegia. Resta da decidere come farlo asciugare, questo smalto perfetto, questa opera d'arte, questo capolavoro di precisione che la fanciulla ha operato su di me. Nessun problema. A me un sandalo, un infradito, qualcosa che non strusci sullo smalto, che non appiccichi alle calze, che non rovini tutto, insomma. Le ballerine nella borsa, le calze a pois esse pure, il mio bel cappottino damascato con manica a tre quarti, perle a manciate e Kelly di vernice. E la gonna, ovvio, che il candido sandalo si veda benissimo, che male c'è? Le fanciulle alla finestra, non ci credevano che avrei avuto il coraggio, ma il coraggio de che? faccio forse del male a qualcuno a girare di novembre ventuno come se fosse ferragosto? E poi, non ho mica freddo. Il capolavoro è rimasto intatto e intatto rimarrà per giorni, senza sbavature e opacità così noiose e così brutte da vedere. Resta una certa qual piccolissima soddisfazione, l'aver combinato un' inoffensiva marachella, che nessuno punirà, se non con qualche occhiataccia, ho camminato sentendomi buffa e divertita, sorridendo di sottecchi, magari farò tendenza, chi lo sa, piede estivo di fine novembre. Aiuta, qualche volta, il sentirsi ancora capaci di una scena innocua, una specie di sfida, un uovo fuori dal cesto, sono scalza e allora? qualcuno vuol dire la sua? E c'è che sto bene, quest'oggi, nonostante l'ostrica lì nel cielo, nonostante 2 figlioli malaticci e febbricitanti, nonostante pioviggini brodoso da due ore in qua, e se mi verrà la febbre, e pazienza, farò un penso di quattro pagine: NON SI GIRA SCALZE A NOVEMBRE. Ma poi, chi l'ha deciso?

01 febbraio, 2007

E vissero felici e contenti.



Caro Silvio.
Mi sembra davvero che ti sia un pochino lasciato andare. Lo so, lo so, stè due sventolone ti avevano fatto perdere la testa, e tu ci hai dato giù di limoncello alla festa dei Telegatti, però, dai, un po’ di contegno. Io non mi sono mica arrabbiata, sai, solo, avrei preferito che ieri sera, rientrato a casa, mi avessi mandato un messaggino, con scritto Buonanotte o una carineria del genere. Io, ci sarei passata sopra. Dai, adesso non facciamola tanto lunga, tu hai un sacco da lavorare e io devo badare ai figli che guarda, mi mandano fuori dai gangheri. E quando torni, ricordati di passare all’Esselunga a comprare le uova, che ieri sera PierSilvio ha voluto la frittata e se le è spazzolate tutte.
Baci.
Tua Veronica.

Cara Veronica,
In effetti mi hai fatto una bella sorpresa. Stamattina quando sono andato dal giornalaio e ho comprato Repubblica, miseria, ancora un attimo e mi veniva un infarto. Non mi sono nemmeno fermato a parlare del Milan come faccio sempre. Forse hai ragione, ho un pochino esagerato, ma non te la devi mica prendere così ogni volta. Io avrei dovuto stare buonino con quelle ragazze, ma sai, sono così scosciate e scollate, che l’occhio casca sempre proprio lì, sono un uomo, cribbio. Vero, non facciamola tanto lunga. L’amore non è bello se non è litigarello. Ci farò una canzone con l’Apicella. O l’hanno già fatta? Dai, non tenermi il muso, però. Vuoi un'altra collana come quella che ti ho portato a Marrakech? Dimmi come ti piace. Stasera però lasciami qualcosa nel microonde, che arrivo tardi. E ricordati di stirarmi la camicia celeste. Domani mi serve.
Baci.
Tuo Silvio.

21 dicembre, 2006

L'ha fatto per me.

Non c'è altra spiegazione. E' stato il suo modo per dirmi Buon Natale, io lo so, ne sono certa, vero è così? Non è mistero per nessuno: abbiamo una storia torbida. E che mio marito non lo sappia mai, per carità. Anche se gli ho confessato che, dovessi , a caso, trovarlo a fare joggin' sulle colline del Monferrato, mi dispiace tanto, ma faccio sù baracca e burattini e vado via con lui, anche se è in tuta e scarmigliato e io non ho con me neppure lo spazzolino. Che vuole farci, signora cara, ognuno c'ha le sue debolezze e io, modestia a parte, c'ho questa. Da sempre, sa? Da quando giovincella in vacanza in Costa con le amiche, ci appostavamo per spiare le feste a bordo della sua barca, elaborando scuse e millantando parentele illustri per farci invitare a bordo. Non è mai successo, sob. E quella volta che eravamo insieme alla stessa trasmissione televisiva? E l'anno scorso, gomito a gomito nella stessa pizzeria ? Veramente era 10 tavoli più in là, cosa importa. Ah, signora, signora, che avventura. Comunque, oggi, vada a vedere che bel regalo mi ha fatto, il mio Guido, massì, come fa a conoscerlo, già, lei guarda solo le telenovele e le repliche di Dallas su Sky. E' proprio lui, Guido Barilla, il mio fidanzato segreto. Vabbè, dire che è quello dei fusilli è riduttivo, andiamo. Comunque, dicevo, oggi, vada a comprare un sacchetto di biscotti. Lui, il Guido, ha disegnato personalmente il packaging (il sacchetto, orsù), e ci ha messo una serie di schemini a punto croce da perderci la testa. E poi in incognito, si sa, per non far ingelosire la moglie, mi ha anche mandato una mail con il link dove posso trovare tante cose deliziose per Natale. Guardi qui se dico bugie. L'ha fatto per me, è un messaggio sublinguale, l'ho capito subito, io. Ma, vede, la nostra è una storia difficile e contrastata, abbiamo 9 figli in due, sa com'è, e poi la distanza, il lavoro, lavora un sacco, sa? ma come si dice, alla fine l'amore trionfa. Come dice? Mio marito? Beh, mio marito non lo sa, è ovvio, e, ehm, veramente neppure il Guido. Ma come si dice, signora mia, mai come in questo periodo dell'anno vale il detto Basta Il Pensiero. E io. sempre modestia a parte, lo bastai.

13 settembre, 2006

Uno spargizucchero per Afef.

Fa parte di quella categoria di oggetti, deliziosi e totalmente inutili, con cui sono usa riempire il carrello e/o la scomodissima borsa gialla, ogniqualvolta mi reco all’Ikea, sia essa ubicata a Genova, Milano o Torino. Pur gravitando senza abitarvi nella città più brutta d’Europa, mi trovo ad essere nel bel mezzo del triangolo industriale, equidistante dal mare, da Montenapoleone e dal Museo Egizio. Il che ha i suoi bei vantaggi. Lo spargizucchero è uno strano oggettino. Non averlo nel cassetto della propria cucina ti fa sentire troppo tagliata fuori. Si individuerà il luogo dove reperirlo anche soltanto a sentire il rumore di ferraglia che il suo impiego produce. Già, perché ogni umano che si avvicini al bancone dove Esso fa bella mostra di sé, si ritiene autorizzato, pur non acquistandolo, a provarne di nascosto l’effetto che fa. Sarà quel suo clang clang che manda in visibilio, ma vien da dire Mai Più Senza. Per imbiancare il prossimo pandoro, per ornare la torta Paradiso che senza zucchero a velo, signora mia, ma mi vuole dire che torta Paradiso è?, per dare agli umili dolcetti di corn flakes un tocco di eleganza, lo spargizucchero si deve comprare, e non se ne parli più. Gira però una voce insistente. Si dice che Afef, nel silenzio della sua cucina e di nascosto dai domestici, stia preparando una tonnellata di dolcetti per risollevare l’umor nero del suo illustre Sposo che oggi ha avuto una giornataccia e che ha lavorato fino a tardi, povero diavolo di un Tronchetti. Ma, pare, utilizzando per lo zucchero a velo la obsoleta tecnica del colino appena scosso da un cucchiaio di legno. Quasi quasi gli mando uno spargizucchero nuovo di zecca. Ma prima, le telefono. Dal fisso, s’intende

29 giugno, 2006

Il piccolo Principe.



E così, eccoci qua. In giorni in cui il popolo gossipparo nulla si fa sfuggire della saga del suo illustre, blasonato, cifrato, sabaudo, reale paparino, eccoci qua a spendere due paroline su di Lui. Il principino. Tanto per dirne una, è belloccio. Un pò CiccioBello, ma belloccio, dai. Forse perchè ha 7 cognomi ed è principe Diqua e Duca Dilà, però, come dire, fa la sua figura. Del tipo, se mio figlio mi dicesse, "Studio filosofia con il Fili, oggi pomeriggio", diciamo che mi passerei almeno il lucidalabbra per portare loro la merenda in camera. E forse, chi sa, permetterei anche mia figlia di fare loro una visitina, e lì per lì, recitargli una poesiola. Dopotutto, è sempre un principe, no? Dovere di ospitalità. Ma, alla luce dei fatti, considero che forse il Nostro Principe, che, non scordiamolo, è figlio del Nostro Re e di quel donnino di Marina Tutankamon Doria, non ha la minimerrima (!) idea di cosa sia la filosofia, e quindi sono felice che il 7 del mio figliolo liceale venga da qualche pomeriggio insieme al suo compagno Francesco, delizioso ed educatissimo fanciullo, ma molto più plebeo. E fin qui, ci siamo. Ma, una domanda mi ottenebra. Sarà per caso la maledizione delle felpa? Avevo giust'appunto notato, tempo fa, il lancio di una linea di felpe riportanti lo stemma di casa Savoia. Marca Hydrogen. Ohibò. A parte che non avevo ben chiaro il target. Chi poteva ricavarne gusto ad andare in giro travestito da Palio di Siena? In effetti l'illustre stemma gentilizio è piuttosto, come dire, impegnativo. Ma soprattutto. Chi era quel tale che aveva affidato il rilancio della sua Azienda ad una linea di felpe, tra l'altro molto carine, molto care e molto contraffatte? Così, non dormendoci la notte, mi sono detta. Continuate, figlioli miei a studiare per benino, se anche avete un debito, e pazienza, chessaramai. Ma che mai, mai, mai, vi venga in mente di lanciare una linea di felpe. Esse portano rovina e sfacelo, per non dire una sfiga, ma una sfiga, signora mia! Una maledizione. Che sia colpa di Tutankamon?

09 giugno, 2006

Laifisnau.


Ma quanto ci avrà messo la Creatura, ad impararlo? L’accento certo non è dei migliori, ma col suo faccino borgataro, belloccio ma a bocca chiusa, e la parlata country, Francesco Totti riesce persino ad essere simpatico. Ormai in televisione vuoi per i Mondiali, vuoi per gli spot, lo si vede ogni 5 minuti. Mi ha intenerito giorni fa quando alla radio ho sentito che il desiderio segreto del Nostro sarebbe quello di passeggiare in Via del Corso, senza essere assaltato dai tifosi e dai fotografi. Si ode il coro, Sì, Ma Ha Cinque Fantastiliardi In Banca, ohi, ma come siete venali, orsù! Insomma, un desiderio legittimo. Beh, in fondo ad esaudirlo non ci vorrebbe molto. Basterebbe avere una mogliettina meno appariscente, con una french manicure un po’ più discreta (Ilary, tesoro, ma lo sia che la french così ce l’hanno solo le domatrici oramai?), un bimbetto con un nome più consono, che so, Fabio Massimo, o Caligola, ma Cristian, accidenti, e senza nemmeno la h, per cortesia. Potrebbero rifarsi e la prossima pupina chiamarla Flaminia, o Appia Antica, anche Casilina male non sarebbe. E infine, Lui, forse, dovrebbe azzeccare un congiuntivo ogni tanto, dovrebbe essere meno presente nelle barzellette e fare meno cucchiai. Qui si fermano le mie nozioni calcistiche. E non si può neppure pretendere un inglese fluently da chi ha idee confuse anche sulle sua lingua madre. Vabbè. Però Francesco Totti mi sta così simpatico che magari qualche lezioncina di inglese, grammatica e fonetica, gliela darei io. Dopotutto, sono stata al Trinity College di Oxford, mica alla Scuola Radio Elettra. E sarei onesta con Lui, non gli chiederei autografi e applicherei una tariffa moderata per il Pupone, facciamo 50 euro. “ Ahò, sò cento sacchi!!!!”

Lapo 2, il ritorno.


E’ tornato. Non già a Portofino come qualche settimana fa, ma proprio lì, al lavoro, in ufficio, al Consiglio di Amministrazione, insomma, al suo posto. Lo hanno trovato in forma, bello non lo è e quindi si dice che è un tipo, arrivato con la sua Alfa 156 Sport Wagon, con un bel completino azzurro cielo, e una splendida cravatta tricot. Mi ha fatto felice. Tanto per cominciare, le cravatte all’uncinetto le facevo alle medie nell’ora di applicazioni tecniche e quindi mi sono già portata avanti. E poi perché, in assoluto, ha una bella macchina. Bella scoperta, ma com’è che fa la sua mamma di cognome, Agnelli, per caso? E cosa fanno gli Agnelli, formaggio? Vabbè, eravamo rimasti alla macchina. Mi piace e molto. Sono una donna anomala, che è già una bella dichiarazione, nel senso che le automobili mi piacciono. Non proprio come agli uomini ma quasi, e che ci posso fare, sarà mica peccato, no? E se adesso, in questo periodo di Suv, probabilmente, dovendo scegliere una nuova automobile, sceglierei proprio quella del Lapo. Magari di un bel rosso lacca, che so, un Pirate di Chanel lo vedrei bene, ma si è mai visto qualcuno che si reca ad acquistare un’automobile con una boccettina di smalto? In controtendenza, italianissima, non di moda, non riconoscibile. Grazie Lapo di questa grande idea sul mio prossimo acquisto. Felice che tu sia tornato, il tuo completo celeste spiccava e di molto su tutta quella grisaglia. Ti ho già palesato la mia stima, mi diverte quel tuo modo di fare, giullare fra le mummie, l'occhio spiritato anche in tempi non sospetti, il basettone, l'aria trasognata. Si sbaglia tutti, tesoro, chi un po’ di più, chi un po’ di meno. La cosa importante è non ricascarci, me lo prometti? Ah, una precisazione. Sul fatto che gli Agnelli non facciano il formaggio, beh, ho sottomano un indirizzo: Caseificio Agnelli, Località San Pasquale, Palau, Sassari. E t’ho detto tutto.

26 aprile, 2006

Il curriculum, mandalo a me.


No, anche lui. Dopo Mentana, anche lui se ne va da Mediaset. Ben vi sta, mi vien da dire, ve lo siete meritati. Mi dispiace. Sposini mi piaceva. Cioè, mi piace. Perchè ha sempre le gambe incrociate e le braccia conserte, da professore un pò scazzato, si può dire?.Che dice le notizie più atroci con innata classe e segue i servizi sul monitor come se fosse il filmino di nozze del cugino Mario. E un ghigno beffardissimo, e una faccia simpatica e signorile, austera e un pò da vicino di casa che preghi ogni sera che gli manchi un limone per la bresaola. Oppure che so, da incontrare al parco mentre porti a spasso il cane, è un labrador anche il suo, ma che carino e via così. Che roba. Sembra che sia disoccupato, alla data. E che mandi i curriculum a destra e manca. Ebbene, mi propongo. Non so bene che tipo di lavoro, ma ci posso pensare. Diciamo una mezzoretta. Potrebbe fare i temi ai miei figlioli, provare le tabelline all'Infanta, accompagnarmi a fare la spesa. Forse, il mio sposo proprio contentissimo non sarebbe, ma vuoi mettere, il figurone all'Esselunga?

25 aprile, 2006

Il Lapo cattivo.


Eccolo, il Lapo. Avvistato questo week end a Portofino, in lino stropicciato ed immancabile basettone da rockstar. Intendiamoci, Lapo mi sta simpatico. Non lo trovo nè bello nè affascinante, non è il tipo mio, direbbe mio marito, ma mi è simpatico. Mi è dispiaciuto dell'incidente occorsogli, e che tanto ci si abbia ricamato sopra, con particolari che il buon gusto e la buona educazione forse avrebbero dovuto far tacere, ma si sa, l'Italia è un paese di santi, poeti e di gossippari e allora via ai dettagli, era in guepière, c'era questo e c'era quello. Il rampollo Agnelli sembra, in questo week end, che abbia una buona cera. Accompagnato da due amiche, femmine di razza bianca, ha fatto un giretto a Portofino. Prima uscita pubblica italiana, mi sa, dato che tutti ma proprio tutti hanno notato che, alle Olimpiadi nella sua città proprio non si era fatto vedere nemmeno per sbaglio. La Famiglia, forse, ha pensato bene che non era cosa. Dopotutto era (l'imperfetto è d'obbligo, purtroppo) l'Uomo Immagine del Gruppo Fiat. Che poi abbia fatto uno scivolone, annusato troppo, frequentato personcine che forse l'illustre Zio e neppure l'imbalsamato Fratello condividerebbero, beh, questa è storia nota. Ma un appello vorrei fare al piccolo Lapo. Torna. Torna, guarito, coi tuoi cravattoni da una piazza e mezza e le tue basette con l'extension, la camicia fuori dai pantaloni e quella tua aria gigiona, i congiuntivi a casaccio e quel sorriso sornione da sette in condotta. Torna, fatti una fidanzata come si conviene, daranno i numerini come alla posta per questo incarico vacante, fatica certo non farai. E torna a produrre, Lapo Elkann. Senza di te, non si sa proprio che felpa comprare, la prossima estate. E va bene così, senza parole.

24 aprile, 2006

Ubi maior.

Scampato pericolo. Le Fragole, eccole, di nuovo. Giusto in tempo per un assaggio discreto di gossip. Ho sentito alla radio che Mick Jagger e George W. Bush siano in lite furibonda per una robina da nulla. Una camera d'albergo. E non già alla pensione Miramare ma all'Imperial Hotel di Vienna. La notizia mi ha interessato lievemente. Innanzitutto perchè a Vienna ci sarò tra un mese, o giù di lì. E poi perchè trovo il Jagger, diciamo, non malvagio. Si dice che la Direzione dell'Albergone Mille Stelle SuperLusso Top Class sia puttosto in imbarazzo, avendo ricevuto quasi in contemporanea le due richieste. Non vorrei quindi essere il Direttore dell'Imperial. O forse sì. Pur non considerando un'aquila l'attuale Presidente degli Stati Uniti d'America, che trovo, brevemente, un pò troppo cow boy, non volendo nemmeno per un secondo entrare nel merito dell'assurda guerra in Iraq, io, la stanza la darei a lui. Al Presidente. Una bella lettera di scuse educatissime e un pò affettate al leader dei Rolling Stones, che peraltro trovo affascinante e istrionico, nonostante non sia propriamente un fanciullino. Anzi, forse proprio per questo. E, se proprio insiste, potrei sempre ospitarlo a casa mia. Male non sarebbe.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...