15 marzo, 2012

Si capisce.

Si capisce eccome. Da piccolissime cose, quei piccolissimi particolari che fanno di un giorno qualunque un giorno speciale, di un momento senza scosse in un momento se non beato, almeno calmo, come il mare calmo che adoro, quello vellutato che non si muove quasi, che a passarci sopra ti sembra di rovinarlo un pò, come sul pavimento appena lavato, hai voglia a urlare E' Bagnato! ci passano sopra in mille e ci lasciano le impronte che non è mica tanto bello se ci pensi, non solo perchè ci devi ripassare e lavare il pavimento non è il massimo, anche se nella mia cucina, da qualche giorno c'è la sindone di un piatto di pasta volato sul soffitto e piombato per terra, sissignori, a Villa Villacolle ogni tanto si hanno gli scleri e per non frantumare il piatto sulla testa di uno o dell'altro figliolo, a rotazione, ecco che il piatto volavolavola, insomma, bei momenti. Si capisce che è primavera perchè si iniziano a compare i fiori. Nulla di ricercato, si fa la fila alla cassa e nei secchi bianchi dell'Esselunga è tutto un fiorire di tulipani e roselline, il tavolo della mia cucina è più bello se ci sono i fiori freschi, e mi piace averli lì. Quelli che ho comprato ieri non sono fiori recisi ma una bella pianta di calle viola, io non sono brava con le piante ma mi ci voglio impegnare, qualche settimana fa è stata la volta di Brigida, una pianta di orchidee fucsia che resiste e resiste, con la quale chiacchiero ogni mattina mentre le spruzzo l'acqua con lo spruzzino, così mi han detto, e mentre le racconto meraviglie, e le dico che è proprio in buona compagnia con tutti quei piccoli cactus e quella pianta strana che ho portato dalla Sicilia avvolta nel tovagliolino e che è bella rigogliosa e sta benissimo a guardar fuori dalla mia finestra. Ieri ho comprato Domitilla, che è un pò più spocchiosa di Brigida, nel senso che ho letto bene il bigliettino e non vuole tanta acqua, forse nemmeno con lo spruzzino, ma oggi chiederò all'Amica delle Perle, che ne sa, e anche a Fosca, che loro due c'hanno una foresta di orchidee e se la tirano un sacco e mi hanno fatto divieto di toccare le piante di Cuore di Maglia, che guai mai se le annaffio troppo o, peggio, me ne dimentico. In tutto ciò, stamattina ho letto un tema di mia figlia. Si intitolava Un Cassetto Che Non Apro Mai. Quanta bellezza, quanto spessore, quanta meravigliosa innocenza. Certo, non mi serve un tema per sapere il cuore bello della mia figliola, ma leggerlo lì è stato come guardarlo, il suo cuore, tenerlo in mano per un pò e sentirne il profumo. Una mattina come tante, dei fiori nuovi cui badare, la fotocopia di un tema da conservare e  fuori, il sole. Tutto regolare, almeno fino al prossimo piatto che volerà. Molto American Beauty, mi hanno detto. E allora, ok.

12 marzo, 2012

Spot.

Considerando che due dei miei figli si chiamano proprio così, direi che è una bella coincidenza.
Ma che la mia Amica Biancaneve mi abbia pensato quando l'ha vista e mi abbia telefonato per dirmelo, no, non è una coincidenza per niente. 
E' molto, molto di più.
Grazie Biancaneve, precisa, preziosa, perfetta.

Frecciarossa e macarons.

Alla fine, rieccoci qua. Ci si è presa una piccola, piccolissima vacanza, si è preparata una valigia veloce, non era del tutto vacanza, e nemmeno lavoro, ma si sono messe insieme tante cose, viste tante persone, qualcuna mancata, qualcuna incontrata  per la prima volta, qualcun'altra rivista con gioia, a salutarsi un pò ballando come si faceva a scuola, perchè quando sei in giro con le tue Amiche Maiuscole, diciamocela tutta, un pò in gita ti ci senti davvero, libera, come dire, rilassata, anche se si è camminato un sacco e preso autobus e taxi e fatto foto e visto monumenti e negozi, e perfino un giro al Quirinale, e tutte quelle cose che fanno i turisti e lavorato anche un pochino, emozionatissima ma nemmeno tanto in uno studio televisivo, che roba però. Ogni vacanza che si rispetti inizia già dal viaggio, abbiamo invaso la carrozza del Milano Roma del venerdì mattina con i nostri sacchettini a fiorellini tutti uguali, tirato fuori ogni bendiddio dalle borse colorate, gomitoli e smalti e rossetti per darci un tono, e chiacchierato, chiacchierato e riso, e programmato e organizzato, noi parliamo forte, non so, il sottovoce non ci appartiene, siamo caciarone e casinare, che a salutare la Mirella al binario sul treno per Firenze abbiamo avuto addosso le occhiatacce di molti, ma a noi niente ci fa, alla fine. Abbiamo fatto le turiste e anche un pò le donne serie, abbiamo giocato alle signore in un locale magnifico al Colosseo, i piattini di ceramica e il thè fumante Marriage  Fréres, macarons delicatissimi e chiacchiere, perfino Marzipan mi ha raggiunto per un saluto, che sorpresa. Abbiamo avuto tre giorni splendidi, un venticello fresco e un cielo lucido, abbiamo conquistato Santi e Santi ha conquistato noi, ma questo lo sapevamo già e allora non vale. Ci siamo ritrovate insieme, noi, come qualche volta ci succede, mariti e figliolanze a casa, noi e basta, in fila per due, a scambiarci le collane e le spazzole e i vestiti, a ridere come sceme, a zonzo per una Roma sempre così speciale. Ora, lavatrici e stiraggi incombono su ciascuna di noi,   è una piccola tassa da pagare per essere state così bene, il canone per la beatitudine noi lo si paga sempre alla scadenza, da oggi in poi si farà un lunghissssssssimo bonifico per saldare tutto. Restano i biglietti della metro stropicciati nelle tasche, la conferma che insieme si sta proprio sempre così bene, e che il Frecciarossa Milano Roma mai ha avuto passeggeri più coreografici di noi. Me pare er minimo.

05 marzo, 2012

Come salvarsi la vita.

Le donne lo sanno. Hanno il mistero, il verbo, il talismano giusto per tirarsi sempre fuori. Per farcela sempre. Per dirsi sempre, Ok, Sto Bene. Ok,  Passerà. Ok, è Passata. Le donne lo fanno, sanno la formula da ripetersi fra sè e sè, sanno il sentimento, sanno e basta. Le donne che ho vicino si accontentano, nel senso più nobile del termine, se accontentarsi vuol dire esser felici con poco. Una cartina di Roma in tasca e due giorni da spendere, pagando in anticipo, organizzando le figliolanze e la famiglia tutta. Sanno, che a una mattina da delirio può seguire un pomeriggio di chiacchiere e di beato niente, qualche volta di urla, Ma Come, Pensi Davvero Che?  Sanno che se si rompe la macchina del pane appena prima di iniziare la cottura, si può sempre tirar fuori l'impasto e farne dei panini piccoli da cuocere nel forno. Sanno che una macchia di candeggina sui pantaloni non è nulla se poi ci si cuce sopra una perlina colorata. Sanno che se fuori piove e dentro casa metti la musica a palla, in fondo se guardi bene non piove nemmeno così tanto.  Sanno trovare il sentiero, sanno bearsi di una matassa di preziosa lana e vanno in sollùcchero per dei ferri strani, mai usati prima, arrivati in una busta fradicia da un postino più fradicio della busta. Le donne che conosco e so, da mia madre in là, hanno provato tristezza per la morte di un cantante, ne hanno cantato le canzoni a memoria e sottovoce e col magone tutto il fine settimana, non la fanno tanto lunga per della menate da niente, hanno dribblato le urla della domenica sera e hanno cominciato in sordina questa piovosa settimana. Ho dei panini piccoli avanzati nel forno, ho dei ferri cubici che proverò subito, la cartina di Roma non ce l'ho ma so che la mia Amica me la presterà. E che le urla, stavolta le mie, l'altra mia Amica nemmeno se le ricorda. E sulla macchia di candeggina ci ho messo una perlina viola.

03 marzo, 2012

Mezzo Limone.

Ci sono lucidità peggiori dei peggiori accecamenti. E' una di quelle frasi che uno legge una sola volta nella vita e per la vita se la ricorda. Ci ho messo un pò a capirla, ma alla fine ok. La mia lucidità di ieri, è stata la pulizia del frigorifero. Ora. Non è che pulire il frigorifero sia in sè e per sè un'impresa difficile. In un frigorifero normale, forse no. Ma considerata la densità degli abitanti di questa casa, se tanto mi dà tanto, so che non verrò tacciata di fighismo se dico, con una certa cognizione di causa, che il frigorifero anzi, i frigoriferi della mia cucina hanno più o meno le dimensioni di una cabina telefonica, dove si stava schiacciate in due col sacchettino dei gettoni per telefonare all'amato di turno, anni 15 più o meno, anno 1978 d.c.Ieri, come dicevo, ho dato una rassettata al frigorifero. Esso conosce stagioni alterne. In condizioni normali e/o in vista di cene e feste è strapieno di cartocci e barattoli e incarti e contenitori e buste di prosciutto e uova e sacchetti di insalata e verdure scelte, formaggi ben disposti, buste di mozzarelle e vasetti di yogurt tutti in bell'ordine. Vengono i giorni in cui le derrate vengono velocemente consumate e non sostituite, considerato il fatto che l'Addetta Spesa in questa casa sono io e io soltanto, e che se io per puro caso non mi reco all'Esselunga, credo che i miei famigliari possano andare avanti settimane a crackers e maionese. Ci sono giorni in cui il mio frigorifero dà uno spettacolo di sè veramente triste alla vista, non già il tripudio di colori che è solitamente. Ma c'è una cosa che non manca mai. Il Mezzo Limone. La questione va esaminata. Ieri ho rinvenuto nel mio frigorifero una quantità invereconda di Mezzi Limoni, sparsi un pò dovunque, nella celletta delle uova, accanto al sedano, nella cassetta delle arance, perfino camuffato dentro uno scodellino della ricotta riciclato. In tutto 6. E non è vero affatto che 6 mezzi limoni facciano 3 limoni. Non uno che combaciasse con l'altro, giuro. Resta da capire: a) che fine abbiano fatto gli altri mezzi limoni. b) perchemmai uno debba tagliare in due un limone e dimenticarsi dell'altra metà. c) nel momento in cui serva mezzo limone perchè non utilizzare un mezzo già esistente invece di crearne un altro. So che gran parte della colpa è mia, e, a parte qualche thè nel pomeriggio e qualche dopocena particolarmente pesante, sono io a mettere limoni sul pesce, a grattuggiarne la scorza nella torta e via così. Ci sono lucidità peggiori dei peggiori accecamenti. Avrei preferito vivere nell'ignoranza e non giungere alla conclusione di essere una creatrice di Mezzi Limoni. 
Ma sapendo che 6 mezzi limoni non fanno 3 limoni interi, beh, una certezza ce l'ho. E son soddisfazioni.

01 marzo, 2012

Marzo ne sa.

 
Ne sa, e ne sa tante. Perchè la luce di mattina è già diversa, ed è diverso svegliarsi con le luce chiara, è in quei cinque secondi che decidi come sarà il giorno che viene e se fuori vedi chiaro e sole e azzurro, il più è già fatto. Marzo ne sa, perchè ti permette di uscire finalmente leggerina, le calze ormai sono da tempo arrotolate alla rinfusa nel cassetto che si chiude male, pieno di cose com'è, io non riesco a tenere in ordine il cassetto delle calze, io non riesco a tenere in ordine nessun cassetto, io non riesco a tenere in ordine un bel niente, ecco, questa è la verità. Marzo arriva col suo carico di cose belle e luminose, si pensa già ai fiori da piantare quest'anno, se comprare altre rose, stamattina si guardava critici il pratino, provato dall'inverno, la siepe disordinata e i rami spezzati e lo si è immaginato già fiorito, già a posto, l'erba nuova, le gemme, magari già i fiori, le ortensie ancora verdi  e le erbe aromatiche piantate di fresco.Succederà presto, si farà colazione in terrazza qualche domenica, si parlerà pianissimo perchè le finestre dei figlioli sono proprio sopra le nostre teste, magari si avrà un quotidiano, che fa proprio domenica mattina perchè di solito i giornali si leggono on line ogni mattina, ma è molto più bello sfogliarli, in pigiama, nel sole. Marzo ne sa, si riprenderà a correre agli argini, con calma, la mattina presto, ci si incontrerà sul corso e ci si fermerà in qualche bar, il caffè delle 11 riprende ad essere un rito cui non si rinuncia, sancisce con precisione l'arrivo dei giorni tiepidi, di quelle piccole cose che ti fanno sentire bene, che lasciano i sentimenti più semplici scivolar fuori da strati di sciarpe e scialli, col freddo si fa fatica anche a parlare, si cammina svelto per scaldarsi un pò, e basta un pò di sole a farti rallentare, fermarsi un attimo a guardare una vetrina, a chiacchierare dieci minuti a un tavolino, a fare le cose che ti mettono in pace. Marzo racconta storie lievi e leggere, di fiori e di segreti, di giardini addormentati che si rianimano con le sue carezze tiepide, di vestitini colorati e di smalti accesi, perfino anelli impossibili comprati per pochi euro che si danno arie da gioielli della corona. Sorridersi allo specchio, scendere le scale saltellando e cantando piano è buona norma per iniziare in armonia un bel giorno nuovo. Succede sempre così, se è un giorno di marzo.

28 febbraio, 2012

La Strada del Mare.

La Strada del Mare non è lontano da casa. Forse perchè è il mare, a non essere lontano da me. Il Mare Vicino, che non è il Mare dell'Isola, ma è quello che appare così, dietro una curva, improvvisamente il mare.
Non la conosco abbastanza questa città, ma la amo senza saperla, indovinandola,  senza impararne i nomi delle vie,  non so, mi affascina come mi affascinano tutte le città che hanno un porto, dove si stende ai balconi, dove apri la finestra ed eccolo lì, tutto quel blù, le barche, il profumo, il vento, la salsedine, dove i fiori arrivano molto prima che da me, dove quando da me c'è la nebbia qui c'è un sole che spacca, dove mi meraviglio ogni volta delle case belle che ha, della storia che ha, degli orti arrampicati, gli alberi di mimosa, i numeri rossi, le palme.

Ecco, io Genova non la so, ma ieri la strada del mare ieri mi ha portato fin qui, me e il mio passo di pianura.
Nel corso della vita si incontrano mille persone, di più? di meno? non saprei.
Ma quelle che incontro alla fine della Strada del Mare, quelle che la Strada del Mare porta fino a me, chi lo sa, le amo da subito, di un bene speciale.

La Strada del Mare porta al Basilico, al sorriso che ti aspettavi, alla scoperta che le persone raramente sono diverse da come te le immaginavi.
Grazie Anna, per quel tuo abbraccio di ieri.




27 febbraio, 2012

Voglia d'azzurro.

Beh, si fa presto a dire azzurro. Non mi ha mai fatto impazzire, l'azzurro, ad essere sincera. Non che non mi piacesse, ma se dovessi trovare qualcosa nel mio armadio di azzurro farei fatica. Però, ho sempre comprato ghiaccioli all'anice, quelli che nel frigo dei bar sono sempre al fondo della scatola, quelli che il barista deve ravanare per ore (do you know ravanare?) e ti guarda di sbieco, Ma Come, Non Andava Bene Menta o Fragola?
A pensarci bene, stamattina ho guardato fuori e mi è venuta voglia d'azzurro, una maglia, un vestitino leggero, di una parete, perfino, di scarpe, beh di quelle ne ho voglia sempre, di mare, anche di quello. 
E che strano, mi son detta, da quand'è che ti pace l'azzurro. 
Poi, ho capito.
Azzurro non è un colore, è una condizione, uno stato d'animo, un modo di essere. Come Stai? Azzurra, Grazie. Forse non si dice, anzi, non si dice di sicuro, ma è un bel dire. Azzurro è la calma e la pace, il mare quando è azzurro è uno spettacolo che dà una carezza all'anima, e non è vero che il mare è sempre azzurro, qualche volta è verde e qualche volta è viola e nero e anche grigio. Azzurro è il cuore quando si sente a posto, quando se ne sta bello sciallo e non batte troppo veloce, e non sembra che si fermi da un momento all'altro, e non rimane lì, imbambolato sotto al maglione, ma quasi balla e ti fa compagnia, non come quelle volte che cammini e vorresti trovare un cestino per buttarcelo, il tuo cuore.
Azzurra è la mattina di oggi, di quelle mattine che ci faresti la firma, sembra tutto in ordine e pulito, la neve sporca si è quasi sciolta tutta, è uno spettacolo irriverente, a vederla a piccoli mucchi dove ancora il sole non è arrivato, quasi ci si dimentica di tutto quel candore e di quel soffice e di quel bel paesaggio che c'era.
Azzurra, sì, mi piace pensare che sarà una giornata azzurra, semplice, forse farò una torta, non ho coloranti azzurri ma fa niente, magari vado a comprarli, però c'ho questi, e vanno bene uguale, un pò d'azzurro c'è lo stesso.
Che sia per tutti un bell'azzurro cielo, un bell'azzurro mare, un bell'azzurro vento, che il vento non ha colore ma glielo si può dare a piacer nostro, che si abbia da oggi una scatola di pastelli speciali, per fare azzurre le cose nere e grigie, che ce ne sono state tante, è stato un inverno lungo e faticoso per tutti, ma l'album è finito, ne abbiamo iniziato un altro stamattina, a quadretti, per fare meglio i disegni e per colorare bene, senza uscire dai bordi, con la punta appena fatta, azzurro, ovvio.
A chi mi chiede come sto, oggi risponderò Azzurra, Grazie. La primavera duemiladodici comincia così.

23 febbraio, 2012

Certe volte.

Certe volte ho paura. Certe altre volte invece no. Certe volte mi sento così forte che potrei scaricare un camion di mattoni e poi andare a ballare, e poi. Certe volte mi sento così scema che il camion di mattoni sembra che me lo abbiano rovesciato addosso, e poi non contenti mi siano passati sopra col camion medesimo e che poi abbiano lanciato dal finestrino l'ultimo mattone rimasto e proprio quel mattone me lo prendo sulla testa. Non saprei dire in quale giorno sono oggi, se capra o fata, se stella o sasso, se seta o fango. Quel che so è che son confusa, ma và? , che non trovo il capo di questo gomitolo, e che è tutto lì, arruffato e aggrovigliato in un angolo, in attesa che lo si dipani per bene e che se ne facciano tanti gomitolini piccini, di quelli con la forma bella, a farli tondi son capaci tutti, ma nemmeno questo è vero, a fare i gomitoli ci vuole mestiere, ci vuole sapienza. Io sapienza non ce n'ho, mestiere men che meno, forse a far gomitoli di lana quello sì, ma a dipanare le mille cose della mia vita, che non è che sia una vita speciale che di gomitoli da smazzarsi ce ne abbiamo tutti, non è vero signora cara?, le genti tutti c'hanno le proprie, l'ho sentito una volta alla posta. Farò mia questa filosofia spicciola, qualche volta mi sorprendo a sentire i discorsi degli altri, ti annoi a morte se no, sei lì con le tue cose in mano alla posta, il tuo numerino e ascoltare le genti è il minimo che si possa fare. Deciderò man mano che modalità dare a questo giorno, che di per sè sembra un giorno perfetto,stamattina al Bar del Ciliegio una combriccola di pettirossi si era data appuntamento per la colazione, ed è una giornata senza troppe incombenze invero, la figliolanza è sparsa e nemmeno riederà per pranzo, quest'oggi un solo figliolo al desco, che farà il figlio unico, un vero lusso da queste parti e lo Sposo che, miracolo, sarà presente anch'esso medesimo stesso. E poi, non è forse giovedì quest'oggi e si sa da sempre che il giovedì non ci sono per nessuno al mondo e che con me non ci sono per nessuno al mondo le mie Amiche del Cuore in tutti i sensi e allora e perciò questa volta è una volta è speciale perchè vengono da Torino Cristiana e anche Rosy e allora, quale occasione migliore per fare una cosa bella, non sono stati giorni semplici per Biancaneve, e allora dai, dai che le si fa una festicciola, è già tutto organizzato, l'Amica delle Perle ha provveduto già, quella delle Provette lo saprà ora, con rapida mossa sfilerà il camice e arriverà puntualissima, Afef, beh, Afef lo saprà all'ultimo, come al solito. A far gomitoli ci vuol sapienza e mestiere. A cambiare il corso di una giornata, lo stesso. So per certo che nessuno, oggi, mi tirerà mattoni sulla testa. Son soddisfazioni.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...