E no che non sono i biscotti, che non vengono mai, che è meglio comprarli, gli abbracci, a me i biscotti vengono male, non so. Sono gli abbracci quelli veri, quelli che adesso si mandano anche per telefono, ciaounabbraccio. Sono gli abbracci che passano dalle braccia, appunto, che partono dal cuore e ti fanno stringere chi hai davanti, dondolandola un pochino, coraggio che ce la farai, Mi Aiuterai? Certo che ti aiuterò, sarò qui vicina, mi dispiace di vederti così, Amica Delle Provette e di tante cose insieme, mi dispiace di sapere che sei così, perchè so bene come sei, come stai, che cosa provi. Gli abbracci scaldano, ti fanno bene, ti proteggono per un secondo, quando ti abbracciano socchiudi gli occhi e non guardi da nessuna parte, perciò per un secondo ti sembra di essere invisibile come i bambini che si nascondono dietro al tovagliolo e fanno cucù. E quando abbracci forse guardi nel vuoto, ci hai mai pensato, si possono fare due cose insieme ma abbracciare no, guardi un punto che non c'è, se ti chiedessero che cosa vedi diresti, niente, non vedo niente perchè non guardo niente, abbraccio e basta. E le cose che si dicono negli abbracci, le parole che non sente nessuno, quelle che si sciolgono nei maglioni e nelle sciarpe, sono parole segrete e soffocate, parole che si sentono appena ma che rimangono lì, così appiccicate, per giorni e giorni ancora. Abbraccio, questa amica del cuore che ha il cuore spaccato, la abbraccio perchè è triste, e ha bisogno di noi qui, in questa chiesa con l'organo silenzioso e l'odore di incenso. Noi, le tue amiche, siamo qui su queste sedie, un pò più dietro di te, che se ti volti ci vedi, con le parole soffocate che si dicono dentro agli abbracci e con gli abbracci più stretti, silenziosi e fermi, quelli che di parole non ne hanno nemmeno bisogno.
19 ottobre, 2008
16 ottobre, 2008
Il restyling.
Ma sì, che ogni tanto ci vuole, c'è da rinnovarsi, cambiare un pochino. Non troppo, quel tanto che basta per respirare cose nuove e lasciare tutto come sta. Si può cominciare un pò dove si vuole, se da noi stessi propri medesimi o se da ciò che circonda noi stessi propri medesimi. Noi qui, si è cominciato da lì, è già l'incipit di questo scritto la dice lunga sul come sarà. Si è cominciato a rinnovare un pò casa, si sposta questo da sù a giù, mentre ciò che era sù lo si mette giù. Poi si cambia colore a questo qui, poi si crea un angolo intimo e accogliente un pò più in là. Le tende non so, quel quadro lì mi ha stufato lì dov'è, non si potrebbe mettere là? Si prova, si studia, ci si consulta, persino il talamo nuziale verrà cambiato, che indecisi siam su un letto serissimo e uno con la faccia di Diabolik e Eva Kant, non so proprio se riesco a spiegarmi per bene. Dopo aver approntato le modifiche alla casa ecco che ci si appresta alle modifiche personali. Non si cambierà colore, non si sposteranno le cose da sù a giù, non si creerà un angolo accogliente (!) ma ci si limiterà, con eleganza, a un taglio di capelli un pò diverso, sempre lunghissimi ma con qualche modifica, un massaggio rilassante, magari, un fard illuminante, al rossetto abbiamo già pensato, insomma, qualcosa che faccia subito novità. Il restyling personale è quanto di più consigliato e consigliabile possa esserci mai. Fa bene al cuore e allo spirito, all'anima e all'intelletto. Non ci trasformerà, ma almeno ci darà un pò di brio, una scossa leggera, una spintarella verso il meglio, verso un semplice benessere, una lieve sensazione di serenità. E se poi non assomigliamo per niente ad Eva Kant, beh, fa niente, dai. Gli uomini, si sa, preferiscono le brune.
15 ottobre, 2008
Leggera.
Soffia e svolazza, trova un soldino, trova la strada in un lungo cammino, certo è difficile ma prova, coraggio, siamo in ottobre, mica di maggio. Gioca a sorridere, a farti un caffè, gioca a lasciare tutto com'è, salta la corda, fai quel che puoi, c'è qui una torta, una fetta la vuoi? Scaccia i pensieri al di là del giardino, butta le lacrime dentro al cestino, una risata ci vuole, lo sai, lo dici sempre e non lo fai mai. Certo che passa, è un attimo in fondo, passa col dito sul tuo mappamondo e trova un posto lontano che sai, socchiudi gli occhi e ti ci troverai. Calma, fanciulla, l'autunno è così, un giorno di no e un giorno di sì, se soffi più forte la nebbia andrà via, prova, fifona, vedrai che magia. Soffia svolazza e ricordati che, in fondo ciascuno fa tutto per sè, e tieni il tuo cuore un pò sciocco com'è, siamo in ottobre, ecco perchè.
13 ottobre, 2008
L'acchiappo.
Me ne è venuta voglia, diciamo. Di una cosa non troppo impegnativa, ove non si debba contare (già, come farò?), ove non si debba usare troppo il cervello già troppo impegnato per altri lidi, ove si sappia dove si comincia e non si conosca ancora il traguardo. Che cosa apparirà? come la Settimana Enigmistica, quella da colorare gli spazi coi puntini, ero una vera campionessa, da piccola, solo che premevo troppo con la biro e alla fine il foglio era tutto rovinato. Ma insomma, voilà il frutto domenicale, che va bene c'era il sole e qualche chiacchiera di fuori, coi Regi Vicini sul muretto, ma di allontanarsi troppo da casa non se ne aveva voglia, una specie di paura leggera, ma come, ancora? di già? La domenica in questa casa sa di questo, si è tutti qui, il Laureato senza Brunetta, il Giurisprudente senza Biondina, il Liceale pensieroso e la PrinciSorriso. Per quanto si può si sta tutti insieme, l'arrosto e le chiacchiere, la merenda, film demenziali e qualche libro, si sta insieme, insomma, che da domani tutti si esploderà verso la nuova settimana, le cose proprie, le scuole, le faccende, le questioni. Certo, non ci siamo fatti mancare una bella discussione a tavola, per fortuna senza lanci di suppellettili, e già che c'eravamo, un dito squarciato e sanguinolento, che ha implicato un viavai dalle scale, disinfettante, garze, cerotto, ghiaccio, mancava il bisturi e magari un càmice e potevano scambiarci per ER. In tutto ciò, la domenica è passata con accesa pigrizia e questa invenzione viola a piccoli petali, la coperta della nonna, quella dei pionieri, che finirà quando anche il viola sarà finito, che non ha misure e non ha schema, e che va avanti così, un petalo dopo l'altro, senza contare e senza immaginare, che mi è presa così, una domenica normale o quasi, che di uscire non ne avevo voglia e che avevo diffusa e leggera un'ansia morbida e persino famigliare, una paura discreta che fa ormai parte di me.
10 ottobre, 2008
Il gomitolo.
E' un autunno un pò così. Tiepido e gentile, spietato per certi versi, noioso a tratti e troppo complicato in altri. Noi quassù, nella casa in collina, ci si arrabatta, ci si prova a districare, a nuotare fuori, qualche volta si urla, si lanciano sedie di design contro qualche figliolo, si cerca di fronteggiare alla meno peggio, ci si prepara a che cosa non si sa, e si vive, tranquilli è una parola inadeguata, ma insomma. L'espressione la vita scorre non mi appartiene per niente. Qui la vita non scorre affatto, altro che fiume tranquillo, qui è tutto un susseguirsi di burrasche e buriane e maremoti e inondazioni, no che non scorre placida, forma cascate e onde anomale e tempeste perfette. Perciò ci si deve trovare, come ho avuto modo di dire in molte occasioni, un modo per salvarsi un pochino. Un gomitolo è la salvezza. Non mi estraneo, ma ci vado vicina. Mi si può parlare, rispondo anche, tranne quando devo contare e allora tutti che rispettano, come in una sorta di tempio, un silenzio un pò forzato, La Mamma Sta Contando, e invece magari, penso a tutt'altro. E' una piccolissima rivincita, un minuscolo inganno per dire, dai, lasciatemi stare per un pò, ho rassettato e fatto il pane e il sugo e la spesa, ho steso e raccolto e piegato e diviso, andata sù e giù dalla city un paio di volte, foderato libri e sentito poesie, lagnanze e discussioni, gestito lamentele e firmato verifiche e giustifiche e permessi e sistemato due armadi e trasportato piumoni e trapunte e riordinato, era ora, bikini e parei con un sospiro di mestizia. Adesso, basta. Ho un gomitolo qui, qualcosa ci farò, la tv mi annoia e non ho testa e concentrazione per leggere nulla, al momento. E' un filo sottile che mi porta dove voglio, basta che scelga, se al mare, da Tiffany o sul set di un bel film, non so mai bene se sono io a seguirlo o se è lui, il filo, che segue me. Ed è così bello inventare qualcosa, sia fuori che dentro, mi invento un viaggio a Parigi mentre faccio una mantella per la PrinciCheSuona, un giro da Harrod's e vien fuori una cuffietta, un capitolo del mio libro ed ecco due scarpine. A tutto il resto, penserò tra un pò. E poi, ci sono piccoli regali come questo, a farmi stare così bene. Tutto nasce da un gomitolo, da passione e inventiva,amore e fantasia. C'è tanto da fare e lo farò, ma adesso, lasciatemi qui col mio gomitolo, coi mie pensieri e le mie storie inventate, lasciatemi contare che se sbaglio devo disfare e disfare proprio non mi va.
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