Oh, è raccapricciante lo so. Da me, poi. Una lode al ferro da stiro, l'oggetto forse più odiato dalle casalinghe più o meno disperate, dalle costrette alla vita domestica, dalle italiche massaie, dagli angeli del focolare sù e giù per lo Stivale. Ebbene, raccapriccio o no, io credo che in questi giorni, Lui, debba essere in qualche modo rivalutato, sdoganato, ecco. E vado ad illustrare la mia diabolica quanto inusuale teoria all'uopo concepita. Non ne ho fatto mistero, mi sto occupando medesimamente e personalmente della faccende domestiche, del riordino e del rassetto della mia umile magione. Direi che mi piace, almeno per ora. Mio marito nicchia, sostiene che, tra qualche giorno, sbatterò con forza piatti e stoviglie, e, scavalcando un mucchio di biancheria che attende di essere introdotta con leggiadria e mestiere in lavatrice ove troverebbe degna lavatura, mi avvierò alla porta e non mi vedranno per le ssuccessive 8-10 ore. Ma mi sa che ha torto. Per ora. Oggi, riflettevo sulle sorti umane. Stirando, per l'appunto. E' un lavoro non faticoso. Non implica alcuno sforzo, se non il chinarsi a prendere le cose dal cesto e la leggera pressione sul tastino del vapore. Permette di sciogliere come trecce scomposte i pensieri più arditi e complicati, li concilia, non so come dire. Sei lì, sul collo di una camicia e la tua mente vaga, lontana o vicina non è mica importante, basta lasciarla andare. meglio se con una musica di sottofondo, o un film in bianco e nero, quelli che se anche non li guardi non fa niente, basterà alzare gli occhi ogni tanto e il senso della pellicola non svanirà. Ogni capo, un pensiero a sè stante: gli strofinacci e le lenzuola piane chiamano i pensieri semplici e piacevoli. Le camicie e quelle dannate lenzuola con gli angoli, che lasci e prendi e lasci e prendi, e giri e comunque ben stirati non sono mai, portano invece pensieri contorti, un pò bislacchi, da cacciare subito via o comunque non dar loro troppo peso. Occorre poi un attento studio sugli orpelli da usare. Appretto o acqua profumata, urge una sessione nella corsia dei detersivi per farsi una vera cultura in merito, prendendo appunti, acquistando l'intera gamma di quello Al Profumo Di Vento del Nord, di Primavera Giapponese o di Serata Nella Steppa. Una vera e propria Vestale dell'Asse. Da Stiro, ovvio. Come si dice, necessità fa virtù? Ecco, appunto.
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17 gennaio, 2007
Ode al ferro da stiro.
Oh, è raccapricciante lo so. Da me, poi. Una lode al ferro da stiro, l'oggetto forse più odiato dalle casalinghe più o meno disperate, dalle costrette alla vita domestica, dalle italiche massaie, dagli angeli del focolare sù e giù per lo Stivale. Ebbene, raccapriccio o no, io credo che in questi giorni, Lui, debba essere in qualche modo rivalutato, sdoganato, ecco. E vado ad illustrare la mia diabolica quanto inusuale teoria all'uopo concepita. Non ne ho fatto mistero, mi sto occupando medesimamente e personalmente della faccende domestiche, del riordino e del rassetto della mia umile magione. Direi che mi piace, almeno per ora. Mio marito nicchia, sostiene che, tra qualche giorno, sbatterò con forza piatti e stoviglie, e, scavalcando un mucchio di biancheria che attende di essere introdotta con leggiadria e mestiere in lavatrice ove troverebbe degna lavatura, mi avvierò alla porta e non mi vedranno per le ssuccessive 8-10 ore. Ma mi sa che ha torto. Per ora. Oggi, riflettevo sulle sorti umane. Stirando, per l'appunto. E' un lavoro non faticoso. Non implica alcuno sforzo, se non il chinarsi a prendere le cose dal cesto e la leggera pressione sul tastino del vapore. Permette di sciogliere come trecce scomposte i pensieri più arditi e complicati, li concilia, non so come dire. Sei lì, sul collo di una camicia e la tua mente vaga, lontana o vicina non è mica importante, basta lasciarla andare. meglio se con una musica di sottofondo, o un film in bianco e nero, quelli che se anche non li guardi non fa niente, basterà alzare gli occhi ogni tanto e il senso della pellicola non svanirà. Ogni capo, un pensiero a sè stante: gli strofinacci e le lenzuola piane chiamano i pensieri semplici e piacevoli. Le camicie e quelle dannate lenzuola con gli angoli, che lasci e prendi e lasci e prendi, e giri e comunque ben stirati non sono mai, portano invece pensieri contorti, un pò bislacchi, da cacciare subito via o comunque non dar loro troppo peso. Occorre poi un attento studio sugli orpelli da usare. Appretto o acqua profumata, urge una sessione nella corsia dei detersivi per farsi una vera cultura in merito, prendendo appunti, acquistando l'intera gamma di quello Al Profumo Di Vento del Nord, di Primavera Giapponese o di Serata Nella Steppa. Una vera e propria Vestale dell'Asse. Da Stiro, ovvio. Come si dice, necessità fa virtù? Ecco, appunto.
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