15 agosto, 2006

Fragole di Ferragosto.


Sfido chiunque. Ma che razza di festa sia, mi sa che nessuno lo comprende per bene. Sagra dell'Ombrellone, della Tetta Rifatta, dell Tutto Compreso, del Gavettone, della Spiaggia fino al Mattino. Festa Nazionale del Muscolo Tatuato, dell'Infradito, delle Code in Autostrada, della Lite per Un Parcheggio. Inutile, comunque. Effimera e un pò demodè. Senza significato alcuno e senza grandi contenuti. Da inserire nell'Augusto Elenco, insieme a Carnevale, Capodanno, Festa della Donna e affini. Da eliminare, assolutamente.

13 agosto, 2006

Via col vento.


No che non è la California. Coste sarde, un giorno di metà agosto, 35 nodi di maestrale. E t'ho detto tutto. La meraviglia? Molto, molto di più.

12 agosto, 2006

Controcorrente.


Sono arrivati. Il popolo dei ferragostani, l'esercito Materassino & Bandana, o, a scelta, Bragone e Tatuaggio. Il delirio. A litigare per il parcheggio, per chi è prima dal panettiere, ad assaltare bancarelle e negozi. Guardarsene bene. Scegliere con cura l'ora in cui effettuare gli spostamenti, sia per il fornaio, sia per l'acquisto di quotidiani e affini. Con precisione chirurgica, si saprà quando è ora di raggiungere o lasciare la spiaggia, e quale spiaggia, ovvio. Intorno alle 15, quando il pargolo è bello rosolato e il genitore non ne può più della quindicesima partita a racchettoni, che già ha preso un'insolazione e comincia a sentire un certo qual appetito, e forse, anche un pò di nostalgia per il suo ufficio del centro, dove almeno non deve gestire la suocera, e poi, tutto 'sto vento lo ha già un pò rimbambito. Si riederà alle proprie case intorno alle ore 20, che il popolo degli alberghi è già rientrato pronto per la doccia e la cena fissata alle ore 19, non un minuto di più, con le signore bell'e apparecchiate, un velo di fondotinta che ancora il sole non l'hanno preso per bene, il sandalino comprato all'uopo, il pantalone candido che tira appena un pò sul sedere e una borsettina da sera, che andrebbe bene per la Scala ma che alle bancarelle di Palau, diciamolo forte, non è granchè. Si sceglierà, per il pomeriggio con 30 nodi di maestrale, una stradina non proprio frequentatissima, anzi, sconosciuta al Popolo di Ferragosto, sorpassati soltanto dal Fiorino delle Poste Italiane e dal camion del fruttivendolo. E, lontani dalla Costa, non si cederà al richiamo briatoriano, che pure ogni tanto qualcuna giusta la dice pure lui, niente Gucci e niente Prada, niente clamore, rumore, clacson e cafonaggine. Si sceglie la strada giusta, quella del normale, del semplice e un pò desueto. Una spiaggiona col vento forte, 3 kite e nient'altro, a vedere le orme che lascia il vento sulla sabbia e la schiuma delle onde sugli scogli di Capo Testa. Troppa natura e troppa semplicità. Non starò diventando TROPPO snob? Domani, chiamo Briatore.

10 agosto, 2006

La luna d'oro.

Bellissima e maestosa, un po’ inquietante, a guardarla bene, così bella eppure così’ invisa agli astronomi, troppo luminosa, dicono, rovinerà la festa della stelle cadenti. La luna inganna, a guardarla fa pensare che tutto va bene, così placida e tranquilla e il Libano, l’indulto, Condoleeza e tutto il resto sembrano appartenere ad una galassia che non è questa. La luna è falsa, in fondo da vicino non è che una distesa di sabbia e di sassi, e di terra e di polvere. La luna tace, sui segreti degli amanti, guardala tu che la vedo anch’io, guardala e pensami, guardala e sorridi. La luna finge, di essere buona e accondiscendente, di esaudire desideri e sogni, ma è così stufa di farsi guardare, di sentire poesie e canzoni su di lei, e luna di qua e luna di là. Nonostante questo, io l’adoro. Per quel suo essere sopra a tutto, per dire, sono qua e ci sono da sempre e per sempre, e guardo da quassù le vostre cose, le vostre vite. Sorveglio, illumino, guardo e sto zitta. Non giudico. L’adoro per il colore che ha d’estate, per la sorpresa che mi fa quando d’inverno spunta dalla nebbia, per i giochi che fa col sole, vai via prima tu, no tu. L’adoro perché è sciocca, perché è finta e meravigliosa, perché crede di essere, perché si dà un sacco di arie, perché fa tanto la splendida ma basta una nuvolina da niente e sparisce, in un secondo, si vela e non c’è più. Quella di stasera sarà speciale. Guardarla sarà un regalo, una notte di pace assoluta, di festa, anche. Non so dove sarò. Magari sulla spiaggia, coi figli intimoriti e affascinati da tanta semplice e intatta bellezza. Sarà incredibile, lo so. Avrà l’abito da sera e quella sua aria snob. Avrà qualche nuvola intorno, e qualche stellina che le passerà vicino, con la sua scia lucente. Mi piacerà, lo so. Mi stupirà, lo so. Mi sorriderà. Lo so.

Succede.

Di sbattere la testa, intendo. Di essere attratti in modo irresistibile da una vetrata tirata a lucido, vedendo il mare al di là, e di volare, volare per raggiungerla e dirsi che sì, in fondo non è neppure tanto lontana e ci si mette poco, un paio di minuti, magari. E invece, si và a sbattere. E' quello che è successo all'uccellino in questione. Stranamente, non sono riuscita a dargli un nome. Dopo l'incidente, è andato ad appollaiarsi sulle tende, impaurito, un pò rimbecillito in realtà, senza più il senso dell'orientamento, senza sapere da dove venisse e dove fosse diretto. Succede, certo. Non solo ai pennuti. Succede che magari ti senti un pò stranita, e non sai davvero come possa essere successo, ma la testata l'hai presa anche tu, improvvisa e fortissima, e non sai bene da che parte cominciare per trovare la strada, per tirarsi fuori da lì. Considerando che, appollaiarsi sul bastone della tenda risulta manovra piuttosto complicata ad un umano, ancorchè circense, non resta che trovare una soluzione alternativa. Servirà, alla bisogna, una giornata di mare assoluto, estremo, fino alle 21 ora locale, appena in tempo per vedere le prime stelle di San Lorenzo. E magari, fare qualche piccolo progetto. primo fra tutti, un corso di trapezio senza rete, di equilibrismo, funambolismo, perchè no. Potrebbe servire.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...