22 aprile, 2007

Si deve.


Si deve. Si deve passare qualche giorno in silenzio, con la testa ferma, in standby, più o meno. Si deve avere tempo di fare un pò di ordine nei pensieri, spolverare qua e là, piegare per bene le cose che ci sono in giro, lavare i vetri, magari, ma i vetri, in testa, ma mi vuoi dire dove diavolo sono? Sono stati giorni strani. C'è stata la tristezza e l'incapacità di spiegare a un ragazzo di diciassette anni, come un suo coetaneo può morire in moto, una sera di aprile, sbattendo la testa sul selciato. C'è stato il lavoro, le cose, le questioni di tutti i giorni che ti portano via tempo e mente e cuore, anche, quello sempre, ce lo metti in ogni cosa che fai, sia scaldare il latte che parlare ai tuoi figli. Giorni scoloriti. Giorni indaffarati. Giorni e basta. Ma qualche volta serve davvero dirsi, ok, ho girato come una trottola, ho fatto tutto e il contrario di tutto, disfatto, qualche volta, bisticciato, baciato, discusso, consolato, comprato, apparecchiato, creato e gestito. Adesso, ferma così. C'è una nuova settimana lucida che aspetta dietro la porta di ingresso, ci sono giorni nuovi e nuove mattine e nuove sere e nuovo tutto. Si riparte, un pò meglio, magari. Forse, si deve cercare di fare un pò meno cose contemporaneamente, attiva va bene, ma bionica non è proprio possibile. Fuori, una bella mattina. I fiori, il cucù, la salvia ad asciugare e il lillà. Dentro, un pò di confusione. E dentro-dentro, anche. Ma si inizierà, con calma, si farà una cosa alla volta senza farsi prendere dall'ansia, dalla fretta, dal tutto e subito. Si può. Si deve.

19 aprile, 2007

Porcellane, chiacchiere e knit.

La location è splendida davvero. Un tripudio di piatti e tazzine, posate e copriletti e tovaglie e bicchieri e tappeti e fermaporte e teiere. Molto country, provenzale, retrò, a roselline, fiori e cuoricini, da perderci la testa. Ci siamo trovate solo in 4, chi andava e veniva, chi sbirciava, a curiosare, senza il coraggio di entrare, come spesso accade. In realtà, siamo state tutte così frullate in questi giorni, le vacanze, i rientri, i figlioli e le udienze, e le cose, che ad organizzare questo simil Knit Cafè abbiamo fatto un pò di confusione. Dove e a che ora e quando e se, ma allora si fa, no non si fa, o forse sì, ma alla fine ci siamo accordate tra di noi, chi voleva, veniva, e anche se fino all'ultimo nessuno era sicura di esserci, alla fine ce l'abbiamo fatta. Anche Flavia, alla fine, ha spinto la sua bici fino a noi. In poche, ma efficienti.


Siamo anche riuscite ad insegnare ad Eugenia, garbata e perfetta padrona di casa, i misteri del punto diritto. Così, tra un thè freddo, una maglia rasata, una chiacchiera e una confessione, ci siamo regalate due ore di scialo, così, per gioco, un regalo di Pasqua arrivato in ritardo. Una delizia. Certo, c'era anche un'infiltrata con il punto croce, ma noi, signora mia, mica ci formalizziamo, sa? E perdoniamola, questa magica Patti!

Da rifare appena si può, appena si vuole, appena ce ne torna la voglia. E, in assoluto, un giro da Blanc. A mani vuote, da lì, non si esce di sicuro.


Blanc - Alessandria
Via San Giovanni Bosco, 14
tel.0131 251213

17 aprile, 2007

L'amore che guarda.


Di alzarsi non ne avevano voglia. Ci credo, hanno assaggiato l'estate, la spiaggia e le onde e il vento, e adesso, di libri e compiti e di esami, anche, proprio non ne vorrebbero sentir parlare più. Li sveglio a baci, e poi con la musica, e loro lì, a coprirsi col lenzuolo, la testa sotto il cuscino, a masticare assonnati Ancora Cinque Minuti. E quando, miracolo, li vedo scendere dalle scale, pinti e tratti, non tanto pronti per un giorno nuovo, li guardo. Li guardo perchè al mattino hanno una luce chiara e indifesa, l'espressione imbronciata e dolcissima di chi ha ancora il sogno della notte appiccicato, lo sguardo implorante a dire Non Ne Ho Voglia. Escono, uno per volta, e io lì, incantata a guardarli. A vedere che, forse, sì, si dovrebbe tagliare un pò quei riccioli, ma gli danno un'aria così mascalzona e affascinante, e poi, l'altro ha la maglia stropicciata, ma era in ritardo, suo padre già fuori ad aspettarli, che la Princi ha preso 2 cerchietti al volo, deciderà in macchina quale mettere, per oggi. Li guardo e sorrido. Un sorriso dalla finestra, che loro non possono vedere, un sorriso che li accompagni per oggi, un sorriso che è pieno di fai attenzione e non metterti nei guai, un sorriso che li vorrebbe scaldare e proteggere e scortare e sollevare e coprire e difendere. Il sorriso del cuore. Perchè è il cuore a sorridere, se è l'amore che guarda.

16 aprile, 2007

Troppo polline.

Forse, oggi, mi ritrovavo particolarmente sensibile, o magari, nessuno mi aveva avvisato che proprio oggi ricorreva la Sagra delle Banalità. Ne ho sentite una decina, una dopo l'altra, sciorinate dal panettiere, o carpite al volo sul marciapiede, ci sono volte che non vuoi ascoltare ma che è proprio impossibile non farlo. E mai, mai , mai che ti capiti di sentire qualcosa che abbia un minimo di senso. Immani cazzate, e mi si perdoni l'inglese. Quelle di stamattina andavano dalla descrizione minuziosa di una calda notte, dove calda si intende che proprio il piumone non lo sopportavo, e allora mi scoprivo e mio marito che aveva freddo si copriva, e insomma, una notte che proprio, guardi, non la auguro a nessuno. E questo dal panettiere. Io, esterrefatta. In quale contorto animo si può mai annidare cotanta superbia da credere che possa interessare ad un piccolo capannello di persone perlopiù di fretta, l'inverecondo modo in cui ci si termoregola, nel segreto e nell'intimità del proprio nuziale talamo? Mistero. Ma il massimo l'ho raggiunto qualche minuto più tardi, in attesa alla Posta. Come Stai? Ah, non bene, di corsa, sempre e poi...c'è troppo polline. Troppo polline?!? Ma de che? Dove sta il polline, che ancora non si sono visti girare quei bei batuffoloni dei pioppi, e che siamo appena alla metà di aprile? E poi, perchè troppo? C'è forse un pollinometro, da qualche parte, è stato inventato da anni e nessuno mi ha avvisato? E va bene, cercherò di non più ascoltare le chiacchiere insulse che si acchiappano di qua e di là. Forse, meglio che giri davvero con l'iPod nelle orecchie. O che mi dedichi con mestizia a tutte le cose che devo fare, ahimè, la mia casa è un set cinematografico dove si è appena girata una scena delle Crociate, diciamo, dopo la battaglia. Ovunque, cose. E devo dire che non so, il fuso orario dalla Sardegna questa volta mi ha un pò storneggiato, faccio fatica a concentrarmi e sono svogliata e inconcludente. Ma che le devo dire, signora mia. Avrò fatto indigestione. Di polline, mi sembra chiaro.

Arrivata io, arrivati loro.

Mannò, che non me li ha mandati la Regina! Si va bene, li ho comprati nel Regno Unito, ma la Regina, povera donna, ha il suo bel daffare a corte, lo sa? E non che si metta a lucidare i pavimenti o a lavare i vetri, ma c'ha tanti pensieri, quel suo figliolo con la sua equina moglie, e poi, ora ci si mette pure il William, a sfidanzarsi dalla sua Kate! Son momenti bui per tutti, signora cara, chi per un verso, chi per un altro. Ma questi ferri li ho comprati su Ebay due settimane fa, e mi sono arrivati , nel lor bel pacchettino di cartone, con tutti i loro begli elastichini intorno, per non farli perdere, Qualcuno nel viaggio si è rotto, ma ce ne sono un paio di bambù che non avevo mai visto prima, che sono il vero masterpiece della collezione. Mi affascina sapere a chi saranno appartenuti, la quantità di lavori che hanno prodotto, insieme a fili colorati e mani sapienti. Costo dell'operazione: 13 sterline, compresa la spedizione. Un vero affare, signora cara. Chissà, però, se la Regina fa la maglia. Un pomeriggio a Buckingham Palace dev'essere di una noia, ma di una noia...

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...