13 novembre, 2007

Script.


Coraggio, coraggio, non è per sfiducia, le mani nel sacco, mi serve un idraulico. Non basta sognare, nemmeno scappare, ci voglion risposte, segnali, un caffè. Passavo per caso, non è che mi piacciano, ma in fondo le cose arrivan così. Vorrei un regalo, o farlo , magari, le scuse non servono e suona il citofono, un attimo, forse, un istante svelato, mi inciampo, mi alzo, alla fine, chi è? Facciamo un riassunto, e poi com' è andata, giocava d'astuzia, sapevi perchè. E porta pazienza, c'è un ragno in cucina, un topo nell'angolo, un gatto e un bignè. Ma tu quando torni, mi faccia il piacere, son quasi le due, no, sono le tre. Montagne di carta, quaderni a quadretti, coraggio, non senti? sembrava anche a me. Cantare fa bene, si illumina il cuore, si stira per ore, sappiamo com'è. Si gioca d'azzardo, si sente l'autunno, la torta è bruciata, perchè sempre a me. Ma in fondo, bellezza, è il gesto che conta, corrida, signori, spettacolo, olè.

Ode alla Nutella.

Di Lei è stato detto tutto o quasi. Quarant'anni più o meno e non li dimostra, fece la sua comparsa nelle dispense delle italiche mamme, che la spalmavano sul pane per le merende dei loro adorati, italici figli . Vituperata, in qualche caso, additata come responsabile di ciccia, brufoli, acetoni e tosse asinina, forse anche del morbillo, simbolo di un pasto frugale e sbrigativo e nemmeno tanto sano, una mamma vera fa la marmellata con le sue manine d'oro, mica questa roba industriale qua. Ma Lei, Lei non si è mai scomposta. E' passata indenne attraverso le critiche e le chiacchiere radical chic, scalando con morbida e cremosa semplicità le gerarchie della famiglia. Non solo i bambini, ora, ma ogni membro della famiglia ne è dipendente. Vate. Adoratore. Idolatrata, occupa il posto d'onore nella dispensa, in pratici barattoli da mezzo chilo, con l'inconfondibile vasetto panciuto: i fedelissimi ancora conservano il barattolone da tre chilogrammi tre nella versione del 2000. Ci tengo le penne. Aprirla è un rito pagano, si annusa, prima, e poi si affonda con beatitudine il cucchiaino nel piccolo universo marroncino, un minuscolo lago di meraviglia, c'è qualcosa più inebriante di così? E' affascinante e sa di esserlo. Ma da buona piemontese, non si espone nè si scompone. Resta lì. Unico alimento che si gusta previo schiocco di lingua su palato, che vi tira sù in giorni di encefalogramma piatto o quasi, che vi testè passare un'incazzatura di quelle stellari, Lei non vi abbandonerà. Sarà lì, a portata di cucchiaino, alla bisogna. Certo, un pò invadente lo è. E si fa fatica a mandarla via, come un'ospite non più gradito, ma che vi ha fatto stare tanto bene. E allora, giù, di giri di corsa e di sedute di palestra e massaggi e finocchi al vapore e tristerrimo pollo ai ferri. Madama Nutella è fatta così. Ma buona com'è, si può fargliene una colpa?

10 novembre, 2007

Quel cuore.


Ci pensavo da giorni. Da quando ho fissato la visita con un luminare del settore, credo. Ho preso informazioni, chiesto e richiesto. Forse, nemmeno Barnard mi sarebbe sembrato abbastanza preparato. Non è mai una cosa gradevole portare i figli dal medico. In verità, pochissime volte li ho portati, a parte quando uno di loro ( già, chi era?) si ricoprì di misteriose bolle rossastre o quando hanno dovuto cucire qua e là un taglio sul mento o in fronte, o ingessare qualcosa. Ma stavolta, la richiesta era esplicita: urgeva al Liceale una visita cardiologica, un soffio al cuore che andava approfondito, sa com'è. No, non lo so. So che non è una frattura o una sbucciatura: è il cuore, il suo, per la precisione, e non è che basterebbe, nel caso, uno sciroppino o dell'acqua ossigenata. Mi sono fatta coraggio, riesco ad essere così fredda in certe situazioni, in verità era davvero solo uno scrupolo del medico sportivo, il Liceale è un vero atleta, lungo lungo e magro magro, un fuscellino che è cresciuto di undici centimetri in poco meno di tre mesi, e, giuro, non l'ho mica innaffiato. Non è divertente andare dal medico, non sono divertente io, a me stessa, quando mi immagino cose così tragiche che non ho nemmeno il coraggio di dire a voce alta. Così, andiamo. Se Vuole, Signora, Può Guardare nel Monitor Il Cuore di Suo Figlio. Come. Quel cuore, dottore, lo conosco a memoria. C'è un pò di me lì dentro e di suo padre, anche. L'ho preparato io, come una torta semplice, farina uova e zucchero. Amore, tanto, tanto, tanto che forse avrei dovuto pesarlo meglio, nella bilancia della cucina, sarà troppo? Ci ho messo tutto l'impegno e tutta la poesia del mondo, ho messo il grido di sorpresa, se chiudo gli occhi, ancora mi vedo con la camicia verde e i capelli lunghissimi, quando ho gurdato il test. Ero in cucina, appoggiata, mi sono lasciata scivolare lungo il muro, e un pò ridevo e un pò piangevo, e avevo il Maturando, anni 3, che mi guardava curioso, Arriva un Fratellino, o Una Sorellina, Lo Sai? ma lui aveva un Plasmon in mano, non che gliene fregasse granchè. L'ho conosciuto presto, quel cuore, sa? Ho sentito quel tump! tump! tump! dell'ecografo, quel cavallo al galoppo, quell'istante in cui una donna si sente scrigno prezioso, che ancora nessuno lo sa, sono poche settimane e la pancia non si vede nemmeno, ma tu, furbissima, nascondi un brillante da mille carati, e guardi di sbieco lo schermo e hai quel gel sulla pancia e ti senti improvvisamente così bella e diversa e innamorata e paurosa un pochino, ma ami già così tanto quella macchia, una specie di fagiolo, che è lì, insieme a te e hai già per lui tutti i sogni del mondo, lo aspettavi e lo aspetterai, sapevi che sarebbe arrivato, eccoti qui. Lo conosco, quel cuore. E' quello, fra quelli dei miei figli, che mi attira di più, non so come spiegare, è romantico e pratico, sognatore e preciso, e un cuore dolcissimo in una scorza di porcellana, una piuma leggera in un riccio di castagna. Quel cuore sta bene, mi dice il medico. E io tiro un respiro di sollievo, forse un pò lo sapevo già, ma sono rasserenata da questa conferma. Ma sapevo. Quel cuore, dottore, e un pezzo del mio, se guarda bene, c'è una stellina piccola proprio qui, nel ventricolo. Ce l'ho messa io. Perchè sono la sua mamma, e quel cuore è stato così vicino al mio per così tanti giorni e tante notti, ha respirato, camminato, cantato e dormito com me, e la stellina è il regalo che gli ho messo perchè se ne ricordasse sempre. Anche quando batterà lontano dal mio. Ma anche allora, lo sentirò.

09 novembre, 2007

Pronte?


  1. Carta, penna e calamaio. E ferri, mi sembra chiarissimo. Ho perso il conto, se è il quarto o il quinto Knit Cafè. ma questo, creature celesti, ha qualcosa di spettacolare. C'è una specie di sponsor, uno Special Guest, un ospite di tutto rispetto, che si chiama Filatura di Crosa, mica zucchine bollite! Perciò, annotatevi giorno e ora, cancellate ogni appuntamento e trovatevi lì, senza nessuna scusa. Se anche non siete brave, se anche non siete e basta, se non avete mai visto un gomitolo di lana da vicino, venite lo stesso. Un Knit Cafè non si può perdere, per nulla al mondo. Figuriamoci questo.
    Mercoledì 14 novembre
    dalle 16 alla 19
    A Casa di Josephine
    Via Parma 10 - Alessandria
  2. Bene. Là saremo.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...