10 luglio, 2009

Kythira.

Giunti fummo, alla fine, dopo 12 ore 12 di traversata e un'alba mozzafiato, dacchè partiti siamo alle 4 di notte, che la discoteca di Milòs era ancora in pienissima attività. In questo posto non c'è niente. Il nulla del nulla del nulla. Ma qui dobbiamo stare, primo perchè domani ci sarà un mare da paura, e secondo perchè domani un altro figliolo muoverà da qui verso l'amata patria, e pure verso l'Amata, la sua, non l'altra, com'è ovvio che sia. Insomma, il nulla. Se per nulla si intende una spiaggia finissima, case meravigliose proprio sopra di essa, abbandonate perlopiù, un baretto con una doccia e tre cabine, quelle dei bagni Nunzia di Varigotti nel 1960, credo, ma sono nata tre anni dopo, ben perciò lo posso solo immaginare. E poi c'è il relitto, una petroliera schiantatasi qui non si sa bene quando e come, che hanno lasciato lì ad imperitura memoria, inquietante per dirla giusta. Umani pochissimi, una decina, ma questo posto fra lo spettrale e l'affascinante è di una bellezza che non so dire. E adesso, scusatemi tanto, vado di fretta: mi devo apparecchiare per bene per andare a buttare il sacchetto della spazzatura, che ho avuto cura di scegliere azzurro cielo. E mentre a bordo l'equipaggio si sciala con scacchi, letture ed animatissime discussioni di calcio mercato, mi passerò un velo di gloss e mi accomoderò per bene, un vestitino scollato e un golfinetto discreto per questo vento caldo, in attesa dell'arrivo del traghetto da Atene, unica, vera attrazione della serata. Meraviglioso.

09 luglio, 2009

Amore, in greco.

Giorni di qualche piccola preoccupazione, fra l'equipaggio sperso nel greco mar. Oggi, finalmente, allarmi rientrati tutti insieme. La meccanica del vascello, i telefoni che hanno ripreso a funzionare, interrotti solo e soltanto da un'incuria di un figliolo, echessaramai, che ha rischiato grosso, grossissimo, dacchè il Capitano è stato trattenuto dall'abbandonarlo proprio qui, a Milòs, sull'isola di Afrodite. Rincuoro e rassicuro la folta schiera di chi segue tale Straordinaria Avventura, e che lo fa col cuore, così come io col cuore la scrivo e la racconto, e anche la vivo, che bella storia, fortunata sì, mi avete detto, la sono, lo siamo, e raccogliamo questi momenti come sassolini, li mettiamo in un vaso e li teniamo lì, felici anche di condividerli, spezzarli a metà come si fa con i panini nei picnic, con le merende fra fratelli, con le fette di torta, è troppa, ne vuoi un pò? con le gomme Brooklyn quando ne avanza una sola, quelle a confetti no, non si può fare, ci proverò. Sono giorni di una lentezza meravigliosa, mai provata prima, non così. Si imparano cose, se ne scoprono altre, anche di se stessi, una specie di viaggio mica solo al di fuori, anche al di dentro, un pò. Si raccoglie quel che servirà per i giorni che verranno, si fa il pieno di questo biancoeblù, di questo origano venduto a mazzi dall'omino con la carriola, si fa il pieno anche di amore, perchè no, a carezzare teste e dare baci e stringere, e a salutare, anche, il Figliolo che riede dal Suo Biondo Amore, perchè la sua strada è quella lì. L'Amore, quello vero, muove le onde e il vento, e passa veloce sugli scogli e sulle spiagge e racconta le storie meravigliose di questa terra misteriosa e bellissima, di oracoli e déi, Itaca e ciclòpi, Apollo e Zeus. Io leggo ogni cosa, entro nelle chiese in punta di piedi per non far rumore, e ringrazio e penso a quanto belli sono questi giorni perfetti di una semplicità devastante, e mi piace da morire questo bizzarro equipaggio e questa vacanza che ho vinto dopo un inverno complicato che ho quasi dimenticato, e se mai tornerà sarò pronta, perchè avrò avuto questo mare e questa sabbia impertinente, e questo origano, anche, e questo Amore, che non so come si dice in greco ma so che è tutte queste cose messe insieme.

08 luglio, 2009

Sifnòs.

Isolatisssssssimi.

Molto più che isolati nell'isola fra le isole, proprio qui, dove Perseo arrivò con la testa di Medusa e traformò la lussureggiante Sifnòs in pietra e sassi. Molto più che fuori dal mondo, emmenomale che almeno la connessione ce l'abbiamo, alla fine.Qualche piccolo disguido è occorso a questo scellerato equipaggio. I telefoni, che hanno smesso di funzionare in blocchi da 6, un problema alle batterie, il cambio dell'olio, il navigatore satellitare che fa le bizze. Un bel momento. Nessuno si perde d'animo quaggiù, il Capitano ha in mano la situazione, nonostante un vago sentore di quel mal di schiena che, t'ho detto tutto, si presenta proprio quando meno te l'aspetti e quando proprio non è il caso. Ora fermi qua siamo fino a che tutto non riprenderà a funzionare per bene. Intanto, ormeggiati sotto a questa chiesetta candida, a pochi metri da una spiaggina dove si sta in quattro penserò a come imbastire un pranzo leggero, un'insalata fresca e croccante che ci rifocillerà. I soccorsi ancora non li chiamiamo, e nel caso, che facciano con calma. Tempo ce n'è.

06 luglio, 2009

Il bacio.

Paparazzati al largo di Ermoupolis. Si erano conosciuti qualche giorno fa, nel porto di Santorini, si erano frequentati per qualche ora, scorrazzando sù e giù per il pontile e guardandosi languidamente dalle rispettive postazioni, lui, tale Snoopy, abbaiando, lei, la nostra Tiffany, a frignare, capricciosa, a guaire e a fargli gli occhi dolci. Oggi,si sono incontrati di nuovo, verso l'ora di pranzo, al largo di una candida spiaggia, più o meno deserta. Lo abbiamo ospitato per un pò, poi, temendo il peggio, lo abbiamo riconsegnato ai suoi legittimi proprietari. Un'altra storia d'amore in famiglia. Ma come, non ne avevo già abbastanza di quelle dei miei figli?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...