26 aprile, 2010

E poi, stasera.

Davvero?
Sì, non racconto bugie.
E che succede?
Nulla, leggono una pagina della Fragole.
E lo chiami nulla?
Ma no, dicevo per dire.
E cosa leggeranno?
Sorpresa.
Allora mi sintonizzo.
Ecco, fai bene, sarà bello sentir leggere una cosa che ho scritto, e mica da uno qualsiasi.
E da chi?
Non lo so.
Informatissima, vedo.
So che è un doppiatore RAI.
Ah.
Già.
E a che ora?
Mezzanotte, o giù di lì.
E se dormo?
E se dormi, sulle Fragole, domani.
Ah, ecco.
Eh già.
Ma sai dire solo Eh Già?
No, dicevo per dire.

Carciofi e rose.

Tutto così. Carciofi e rose, ortaggi e fiori, mi sembra il minimo. C'è un sole stanco e profumo di buono che entra dalla finestra spalancata. Il giusto disordine del lunedì mattina, pensieri buttati lì, come la felpa sulla poltrona, pensieri che dici, No, Scusate, Stamattina Non Ne Ho Voglia di Voi, eppure no, arrivano e si installano lì, si accomodano per bene e guai a schiodarli, a grattarli via, come si fa con le goccioline di vernice dai jeans,  a pitturar le scatole per Cuore di Maglia ci si inzàcchera piuttosto, non sono male i jeans a pallini violetti, personalissimi, direi. E' una mattina in cui potrebbe succedere la qualunque anche se tu non hai voglia che succeda un bel niente, e te ne stai lì indecisa e rimbambita, e ti dici, ma che andasse tutto al diavolo, e ti metti a innaffiare i fiorini viola del davanzale, a sentire la radio, a stirare la tenda del salone, quella con la scritta, ad iniziare cinquanta lavori e non terminarne nessuno, è ancora così presto, tempo ce n'è. E' un lunedì in cui accadranno cose, se ne compiranno altre, magari no ma va bene uguale, sarò io a dar la piega giusta a una giornata come questa, che non piove finalmente, che i fiori e il prato e le cose belle, e altre meno, ma chemmimporta, carciofi e rose nel vaso della cucina, sacro e profano, ortaggi e fiori, le spine le han le rose,  e i carciofi invece no. Ma dai, ma guarda, non ci avevo pensato.

23 aprile, 2010

Erba strappata.

Ma che razza di mattina è mai questa. Voglia zero, è la primavera, si dice, la stessa che ti fa sternutire per i pollini, ma da quando sono allergica, mah! E' la primavera che ti fa dormire e dormire e ti rende un pò imbambolata, disconnessa, confusionaria più del solito, scollegata, ecco, in palla come il prezioso Telefono Che Fa Pure La Sfoglia e che all'improvviso ha deciso di non più funzionare, ennò, bello mio, così non si fa. La mattina inizia così, va bene, è la fine di una settimana non proprio leggerissima, a nulla servono le vitamine e tutti quegli intrugli di cui mi faccio ogni mattina. Ho mille cose da fare, come tutti, del resto, non voglio mica una statua in giardino, eppure, stamattina, niente, zero, meno di zero. Coraggio, dico fra me, alla fine poi lo sai, la voglia ti viene eccome, spontanea o no, alla fine ognuno fa le cose che deve senza star lì a lamentarsi e a frignare e a  dire, Sì Ma Io, e poi tutto diventa bello ordinato e tu, stanca ma felice, sei soddisfatta di quel che hai fatto. Non proprio. Non è che funzioni esattamente così. Stamattina è una di quelle mattine in cui mi siederei nel prato umidiccio, e starei lì, a leggere e a fare niente, a giocare coi fili d'erba, strapparne qualcuno, o sfogliare margherite, a farne dei mazzolini inutili, la margheritine stanno bene solo nei prati, se le cogli, fine, diventano mollicce e insignificanti, e poi la fatica a trovare un bicchierino abbastanza piccolo che le contenga, io le lego col filo, così stanno insieme, ma ne devi cogliere una quantità, poche non hanno senso, magari ci metti insieme delle violette, così romantiche  e qualche fiorellino giallo, così viene un bel mazzolino senza tante pretese, dura poco, questo sì, e allora, tanto vale lasciarle nel pratino e camminarci sopra, tanto, ti sembra solo di schiacciarle e loro no, invece, se ripassi dopo cinque minuti sono ancora lì, baldanzosissime, come se niente fosse successo. Non so se stamattina sono più viola o margherita. Erba strappata. Ecco, questo.

22 aprile, 2010

L'esplosione.

Ovvero, la meraviglia. Ci si sente così bene, così in pace col mondo, con l'universo nella sua infinita completezza, in comunione assoluta con la Terra. Vabbè, non esageriamo. Stamattina il ciliegio del pratino, lassù, nella casa in collina, ha dato il meglio di sè, alle sette non ancora, che è un modo tutto lombardo di dire che ore sono, che non sono le sette in punto e nemmeno le sette meno cinque, Sono Le Sette, Non Ancora, e già questa deliziosa approssimazione ti rende beata, che bisogno c'è di sapere l'ora esatta, il giovedì si respira già una bella aria di quasi fine settimana, al diavolo le precisioni e le ore spaccate, qui si improvvisa, altro che storie, hai visto di fuori? è tutto un fiore colorato, tutto una tinta pastello, tutto un lilla, un viola acceso, un rosso e giallo, la bellezza allo stato puro. Alla voce Cose Da Fare un centinaio di righe, ma noi che c'importa. Abbiamo pantaloncini leggeri e guardiamo con occhio goloso i sandali lassù, nell'ultimo ripiano dell'armadio. Abbiamo fogli e appunti e schemi, e raccomandate e liste della spesa, ma chi ci smuove, alla fine. Si lavora con calma e delizia, dal terrazzo frescolino di questa fine d'aprile, si ha avuto tempo di riflettere molto, la vita semplice di cose uniche, impagabili e perfette, i fiori, i profumi, i colori che scacciano via il grigio dell'inverno, i pensieri impossibili e vergognosi a formularsi, tanto ti fan star male, quel male che senti come un chiodo, ogni tanto, e che respiri a fondo per farlo andare via. Si impacchetta con l'inverno e il freddo e il ghiaccio e la nebbia e la nube, perfino, e si spedisce lontano, senza mittente, che non sia mai che torni indietro. Ora, noi qui, si ha bisogno di erba fresca e tenerezze, di tulipani e bei pensieri, di lillà quasi sbocciato e di finestre spalancate, sorrisi sinceri e nessun magone,  petali rosa al posto dei chiodi.

20 aprile, 2010

L'uomo del trattore.

Ora. Ben so che le mie Amiche Vicine della Collina, Amiche del Villaggio, intendo, avranno già ben drizzato le antenne. Riedevo poco fa da un giro mattutino con gli animali di casa, giusto per togliermi dalla domestiche faccende inframmezzate da una serie di lavori per Cuore di Maglia,e prepara pacchi, e avvolgi pacchi e cose così. La collina al mattino è desertissima, di solito, e al massimo incontri qualche coniglio selvatico, o qualche fagiano se ti va bene. Ma stamattina, proprio deserta non era. Mentre percorrevo baldanzosa lo sterrato, e osservavo le rive erbose, i tulipani piantati chissà da chi, le erbe che un tempo conoscevo tutte, avendo fatto un erbario alle scuole medie, ecco che un rumore di trattore mi scuote. Chiamo a me le bestiole, e mi accosto, per far passare il diabolico mezzo. Un oooohhhh di sorpresa viene trattenuto a fatica. Al posto del solito omino sugli ottanta, con cappello consunto e fazzolettone al collo, ossantapace, e questo qui, da dove sbuca? Alla guida dell'agricolo mezzo un Gran Pezzo di Figliolo, in età papabilissima, si intenda bene, dacchè si hanno otto anni di franchigia, in più e in meno, che si sappia e che si prenda nota. Camicia celeste, jeans sdrucito, abbronzatura discreta, grazioso, si dice, belloccio, insomma, uno che proprio non ti aspetti di trovare in tarda mattinata che ti ara il campo dietro casa. Son soddisfazioni. Un pò meno soddisfacente invece, il constatare che la scrivente non fosse proprio apparecchiata da gara: leggings grigi, non proprio pulitissimi, canottierina nera stinta,  felpa larga e con la cerniera rotta. E senza un filo di trucco, una passata di gloss, un bel niente del tutto. Traggggedia. Ma come darmi torto, alla fine, alzi la mano chi porta a spasso i cani col tubino nero e il giro di perle. E il rossetto da giungla. Ora, ben so che le mie Amiche Villane, intese come Vicine, s'inventeranno di tutto per ripercorrere il mio sentiero, alla ricerca del Bell'Agricolo: nonne che pascoleranno i nipoti sù e giù per la vigna, mamme di Fanciulle Liceali che organizzeranno pic nic e gite d'istruzione, Mogli e Madri irreprensibili che si fingeranno studiose di cerchi nel grano e ivi si recheranno in ogni ora della mattina. Del Bell'Agricolo null'altro so. Quel che so è che, da oggi stesso, i cani verranno pascolati dalle sei alle sette volte, da me personalmente. Insisto. Dovrò soltanto rivedere l'abbigliamento, un tailleurino Chanel e un bel trucco bonne mine faranno al caso mio. O è meglio un look da mondina stile Riso Amaro? Rifletterò. Resta ancora da eludere la sorveglianza del mio Sposo e dei figlioli, ma anche a quello  penserò dopo. E adesso, mi scusi tanto signora cara, ma devo recarmi in tutta fretta giù per il sentiero, ho sentito dire che è atterrata un'astronave e voglio vedere di persona, sa com'è. Sì, ho il tubino nero, i tacchi e le perle, e allora, è proibito, forse?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...