23 marzo, 2011

La iena.


Oggi sono io. La iena, incazzata come raramente mi capita, due o tre volte l'anno, non di più. Le ragioni, a farle valere, si fa una fatica, ma una fatica che non immagini, se poi vai avanti a mail e non ti puoi parlare e chiarire e spiegare e sentire il tono di quelle parole, ma come, sono di sicuro dalla parte della ragione, ho ragione, ho ragionissima, e devo pure sentirmi le morali e le lezioni di buona educazione? Giornatina niente male, lassù nella Casa in Collina, che tutti mi girano al largo, non si sa mai, non vorrei che se la prendesse pure con me, sai com'è. Incazzata, sì, e delusa, anche e amareggiata, che tutto insieme fa una mistura esplosiva che fa spavento, mi arrabbio, sì, da morire sì, e devo trovare un modo per calmarmi, proverò a stirare, una di quelle malefiche tende di lino, che le prendi da un verso e scivolano dall'altro, e stiri e stiri ed è sempre stropicciata, magari no, quella no, se no mi àltero, meglio i fazzoletti, che sono tanti e quadrati e bianchi e tutti uguali, che non devo star lì tanto a ravanarci, che i fazzoletti sono la prima cosa che impari a stirare e se non sai stirare nemmeno un fazzoletto allora ma che donna sarai mai, incazzata, incazzatissima, ma quante parolacce, accidenti ma non c'è mica il sinonimo per questa parola, no  che non c'è, mi farò un caffelatte d'orzo se no, dormo dopodomani, andrò a fare un giro in collina, che ne so, mi devo calmare, davvero, se no urlo con qualcuno di questa casa che, creatura, non c'entra un bel niente, e allora e perciò, vada per lo stiro, o lavare i vetri, qualunque cosa mi faccia sbollire l'ira che ho, due o tre volte l'anno, non di più, e meno male, di più non lo sopporterei.

22 marzo, 2011

L'anello di Cielo.


Sono bastati due giorni e già ce ne siamo innamorati. Di lei ci piace proprio tutto. Il fatto che già ci siano i fiorellini gialli e tutte quelle viole che appaiono all'improvviso sul sentiero, eppure ieri nemmeno c'erano, chi le ha portate fin qua, chi le ha spinte da sotto le foglie secche, chi le ha fatte così viola? E poi, l'armadio che cambia faccia, al diavolo i maglioni-oni, le calze beh, quelle le abbiamo mandate al diavolo da un pezzo, al super diavolo piumini e piumoni e sciarpe e berretti col ponpon e guanti e ombrelli e cose. A noi, la primavera ci fa quest'effetto qua. Si tolgono le tende, per esempio, e si guarda con compiacenza l'effetto che fa la casa un pò spoglia, e quegli orrendi, sporchissimi vetri, ma chi te lo fa fare a pulire i vetri d'inverno, i vetri si lavano solo in primavera, con le pulizie di Pasqua, lo sanno tutti. La sera non è ancora cominciata lassù, nella Casa in Collina, e pochi sono i suoi abitanti, non proprio ai minimi storici ma quasi, e tutto questo non è che sia poi così allegro, ma poi, vuoi mettere la meraviglia di quando siamo di nuovo tutti, è ancora più bello, che si parla tutti insieme, che uno dice una cosa e tutti gli altri gli esatti contrari, perchè nelle discussioni qui non c'è mica un solo contrario, ma almeno 6. Bella stuoia, si dice. La cena sarà frugale e anche piuttosto sul tardi, qui si cincischia a più non posso, è tutto in ordine e tutto a postissimo, il Regio Ragù ha borbottato con grazia, educato e rispettoso, fino a un quarto d'ora fa e ora riposa beato nel fuoco più piccolo. Nulla ci vieta di fare un un discreto giro di shop on line senza comprare ma solo a guardare, che guardare e non comprare è una cosa da imparare, vediamo un pò cosa ci piace, cosa non si può perdere assolutamente, quale frivolezza estrema non può mancare nel nostro armadio di primavera, quale sandalino, quale ballerina, quale vestitino a pois, quale smalto da comprare con  cognizione di causa, giammai a muzzo. A noi la primavera ci piace un sacco, il cielo di fuori è così blu zaffiro che mi farei un anello, ecco cosa mi manca, un anello di cielo, dovrò dirlo al mio Amico degli Gioielli, magari gli faccio un disegno, un anello di cielo, più blu del blu, chissà se ne fanno, di anelli così.

21 marzo, 2011

Che fretta c'era...

Stamattina sono sul nostalgico, che fretta c'era, maledetta primavera, bonjour, ci sono i fiori, il sole e il venticello, mi dò un tono perchè la settimana è iniziata all'alba, la mia sveglia ha fatto gong alle 5 in punto, dacchè la Princi partiva in gita scolastica, va bene che poi ho ridormito ma col gatto sulla pancia non è che poi uno dorma così bene e non avevo cuore di spostarlo, burlone di un Phil, gatto transgender, lui è tutto coccole e agguati ai pettirossi e banchetti a base di topolini sul terrazzo. Gatto è, è una legge della natura, la catena alimentare, insomma, cose così. Farnetico e mi accingo a infilarmi in quella che sarà la mia giornata di oggi, niente male a un primo velocissimo esame, dentro e fuori da uffici vari e cose  cose, frullata, esagitata, shakerata, centrifugata come in lavatrice, e già che ricordo pure un paio di lavatrici e un paio d'ore di stiraggio male non farebbero, ma fuori è sole delicato, è aria fresca e sottile, è erba nuova, è azzurro cielo che nemmeno mi ricordavo com'era, e allora, male non sarà farsi centrifugare in una giornata così bella, e poi chi l'ha detto che dev'essere strong, schiaccio il tasto Centrifuga Breve, Ciclo Cashmere, se centrifuga dev'essere che lo sia con grande stile, delicato il giusto, senza troppi sbatti, appena appena.

Bonjour a questa primavera, a chi l'aspettava da un pò, fuori, dentro e tutt'intorno, a chi ha trovato le viole nel prato, a chi va in giro senza calze, a chi sta già meglio, a chi è felice e non si chiede come mai.

19 marzo, 2011

Diversamente Birch.

Il colore è proprio quello adorato, la meraviglia delle meraviglia, il 505. La lana è un'alpaca prezioserrima, morbiderrima e bellerrima. Lo schema è il Birch. Le mie compagne di scuola, di viaggio e di avventura ne hanno già fatti una dozzina. E se la bulleggiano, come dicono i miei figli, soprattutto l'Amica delle Perle che dice di averne già fatti due da giovedì scorso, e pure Afef, che sostiene di averne un armadio pieno. E io? Già, e io? Io sono al primo. E anche all'ultimo, missà. Non che sia difficile, no, ci vuole solo tanta attenzione, tanto sentimento, tanta precisa precisione che in questo momento io non ho. Ma lo faccio uguale e come pare a me. Perchè voglio fortissimamente voglio qualcosa di questo colore, che starà un amore coi miei sandali. Oca Che Non Sei Altro, disse la voce fuori campo, Lo Sai Che Dovresti Elevarti, Parlare di Cose più Serie e non di immani Ca@@ate Come Fai di Solito, lo Sai , Sì? No che non lo so. Oggi va così. Oggi non faccio nulla di quello che invece dovrei fare, ivi compreso eseguire in maniera precisa lo schema del Birch che tanto non mi verrà mai e poi mai, perchè ho la testa altrove, e fuori si è alzato il vento, e mi piace questa cosa perchè porterà via le nuvole e potrà vedersi la bella luna di stasera. Io il Birch lo faccio come mi pare, ci faccio una fila di buchi dove mi va, poi vado diritta, e poi ci faccio una altro ricamino, poi altri buchi e poi di nuovo diritta. Il mio non è un Birch di pura razza, è un Birch meticcio, diciamo che è un incrocio, Diversamente Birch, il nome gli va benissimo. 

Aspetto la luna.

Aspetto la luna di stasera, quella grande, quella che dicono sarà uno spettacolo meraviglioso, col naso per aria, io la luna la amo davvero, da sempre, come tanti, mi sa. Aspetto la luna. A cancellare i gionri che vivo e che non mi piacciono, a colorare quelli belli che ho, e che sono di più, che sono tanti e che mi fanno sentire così in pace, migliore, anche più alta e più bella, e più perfetta, che il Cielo solo sa quanto perfetta io non sia, ma chi lo è, alla fine, ma è bello sentircisi qualche volta. Come stamattina, il mio Amico dei Mattoni mi ha promesso che mi darà una mano per un progetto e io, mentre gli raccontavo di come e di cosa, davvero mi sentivo perfetta e un pò felice, e tranquilla, non so, una specie di insieme di sensazioni che non distingui, ma sono vive e reali solo se tutte insieme, come a dire, ecco, stai così, ferma così che non ti può succedere niente. Aspetto la luna, ad ascoltare le cose che ho da dire, serie e stupidissime, quelle che ho da scrivere, da fare, da cucire insieme a farne un mantello prezioso. Aspetto la luna, la luna di stasera e il suo faccione di luce, la guarderò dalla collina, uscirò al buio che buio non sarà, e poi il buio non è così brutto, è fascino e mistero, mi piace, ogni tanto. Io aspetto. Affiderò a questa luna una scatola d'argento, dentro i miei sogni, la ricetta dei biscotti, un nastrino, un bottone e la mia allegria di oggi, allegra tanto da sembrare un pò scema, il sole non c'è, ma chi se ne importa, c'è del bello da queste parti, c'è del buono e del semplice, sottile euforia, una torta nel forno e stasera la luna.

18 marzo, 2011

Non c'è ragione.

Chissà che giorno è. E' venerdì, ma ha tutta l'aria di un lunedì, del giorno dopo, chissà. Bene è un'altra cosa, è un'altra condizione, è un'altra sensazione, un  altro effetto. Bene sarebbe se ci fosse il sole, fuori e dentro, se ti sentissi come sei di solito, nella maggioranza dei giorni, intendo, non in quelli che sei sul fondo, che non galleggi e ti lasci andare giù, un pò pesta. Pesta la sono uguale, come se mi avessero menato, preso a schiaffi e a calci e a spintoni, eppure non c'è ragione, nessuno mi ha picchiato, eppure. I miei pensieri sono tutti lì, li giro e li rigiro con un forcone, come fanno i contadini con la paglia, li rastrello,ne faccio piccoli mucchi e poi, ci corro dentro per sparpagliarli di nuovo. E' un giorno insipido, non sa nè di me, nè di te, nè di cane che scappa, dicono dalle mie parti, mi lascio guidare dagli eventi e dalle cose, che mi piaccia o no, che ne abbia voglia o no. Nessun programma di nulla, nemmeno per il fine settimana, forse ma sì chissà, qualcosa si farà ma  in questo momento l'unica cosa che mi riesce bene è non pensare, non faccio fatica, mi concentro su altre cose, da sistemare ne ho una tonnellata, penso che era da molto che non avevo una discussione accesa con qualcuno cui voglio bene, e che lo so che le mie idee restano quelle e le sue anche, questo non cambia le cose, mi è spiaciuto il modo, non mi sono riconosciuta e ho perso il controllo e sono qui a domandarmi perchè, credevo di essere più distaccata e diplomatica e ho dato il peggio di me, e che cretinata è mai discutere di queste cose che non è la sede, il momento, e che forse avremmo dovuto guardarci da fuori e dire Ma Cosa Stiamo Facendo e Dicendo ma chi lo sa, m'è presa secca, c'è presa secca a tutt'e due, e ci sono milioni di cose che ci uniscono e una sola che ci divide, dobbiamo proprio parlare di quella? e allora ma basta alla fine. Che giorno piatto è questo qua, riprendo il forcone e rigiro i pensieri, che si secchino un pò, che asciughino un pò, perchè ad essere inversa, inconcludente, acida e noiosa, oggi proprio non c'è ragione. 

17 marzo, 2011

Bellafesta.

Si potrà dormire fino a tardi, andar per musei, fare un giro in centro col naso per aria a guardare le bandiere alle finestre, mettere le Superga tricolore, preparare spaghetti al pesto, al burro e al pomodoro e metterli nel piatto tutti insieme. Basterà pensare a qual che siamo, che siamo stati, quel che vorremo e vorremmo essere. Non piove più, è un bel giorno per far festa, alla nostra storia, alla nostra cultura, a noi . Nonostante tutto.



15 marzo, 2011

Dei cinque spruzzi.



L'approfondimento si impone, cara la mia Marzipan, ben perciò eccoti accontentata. Se mi si chiedono frivolezze, di certo non me lo faccio dire due volte. Niente di meglio c'è di una buona dose di cretinate, frivolitudini spicciole, cose di poco conto, per chiuder fuori per un pò le cose brutte della vita. Approfondisco perciò con grande, grandissimo piacere il dossier che chiameremo in codice Dei Cinque Spruzzi, e vi rimando qui per l'antefatto.
Orbene.
Il mio profumo storico, di sempre, nei secoli dei secoli è questo qua. Lo so che tanto nessuno avrebbe sofferto d'insonnia a non saperlo, ma intanto ho accontentato Marzipan, e fin qui va bene.
Lo uso da più di dieci anni, lo adoro come si adorano i profumi che ti fanno stare bene, sentire a posto, perfetta. Ha note di vaniglia e di fiori, sa di acqua fresca, di ambra e di gardenia. E', in assoluto, quello che amo di più, quello a me più vicino, che mi somiglia di più, più mio. Difficile da reperire, non impossibile.

Il mio secondo amore è questo qua, è l'amore dell'estate, o meglio da maggio a ottobre, sa di pompelmo, ovvio,  e vaniglia, mirtillo e bergamotto. E sa di estate, della mia. Di questo, cinque spruzzi forse nemmeno bastano, è un aroma che si ama da subito o si detesta. 


E infine, il terzo amore, il più recente, incontrato per caso circa due anni fa, durante una vacanza. Gelsomino, cocco e fiori di tiarè, estivissimo ma mi piace anche d'inverno, col freddo, sa di vento e anche di spiaggia, di pulito, non so come dire.
Ecco qua, Marzi, ora sai.
Però, adesso tocca a te, a voi.
Raccontate alle Fragole di che profumo siete. Ma che bel gioco sarà. Frivolissimo, e che te lo dico affare. Grazie, Marzi.

Un regalo.


...perchè fuori è buio
ha piovuto tutto il giorno
ci sono immagini dalla tv che fanno paura
e i giorni anche
e il mondo a volte 
e allora si canta piano
a labbra strette
e chissà come
mi sarà mai venuta in mente

Inutile star lì.

Non mi parte la mattina, se non scrivo almeno un pò, inutile star lì. Inutile star lì è un'espressione tipicamente lombarda, che vuol dire e non vuol dire, che significa, lascia stare ma anche stai perdendo tempo, ma anche cerca di ragionare, ma anche vedi di prendere coscienza delle cose. Ma inutile star lì, è di certo la più bella, la mia preferita, preferitissima. Vediamo cosa posso dire in una mattina del genere, appena prima di tuffarmi in una serie di conti, sissignori, oggi faccio dei conti, ho una bella matita con la gomma in cima, la mia bella calcolatrice viola che non uso mai e un bel foglio a quadretti. E' un lavoro che devo fare per Cuore di Maglia, per un progetto che prende forma ogni giorno di più e che sarà una specie di sorpresa. Ma io, a questi conti qui, ci penso da ieri. In realtà sono soltanto somme, il +, come si chiama alle elementari, ma io che bestia sono con i numeri, c'ho già l'ansia, inutile star lì. Ma farò il mio compito per bene, se sbaglierò cancellerò, ho la gommina apposta e sono bell'e organizzata. A parte ciò, si attendono con ansia i giorni dolci della primavera, tamburellando con impazienza, sbirciando l'armadio, ho letto da qualche parte che l'arrivo della bella stagione coincide con la constatazione dell'inadeguatezza del proprio guardaroba, ma noi non ci si fa prendere da tali frivolezze. Ancora non è il momento di affrontare una simile questione, e se ci si prova si abbia almeno la compiacenza di guardar fuori, prima di fare come quella tale che sabato sera è uscita a cena col sandalino color tortora e senza calze mentre pioveva a secchiate, e appena fuori si è detta Ma Piove! Torno a Cambiarmi Le Scarpe e invece no perchè erano già in ritardo e non si fanno aspettare gli amici. Oggi è il martedì più piovoso del mondo, si può scegliere se fare smorfie di disgusto, farsi un caffè o cazzeggiare, oggi si può dire, nei negozi on line e fare una lunghissima wish list delle cose che ci piacciono o ci piaceranno, ivi compreso uno smalto turchese, un anello massiccio, un pantalone a pois. La vita prende la piega che le vuoi dare, un pò come quando stiri le camicie, e ti è concesso il mirabile lusso di scegliere cosa pensi di fare e da che parte vuoi stare, e se lo dice Ligabue ci credo, e poi alla fine è tutta questione di filosofie personali, piccolissimi accorgimenti, banali sotterfugi per far dire di un giorno così Ma Che Bella Giornata, orecchini con le rose, cinque spruzzi di profumo, dopo i conti un volo in città per una chiacchiera discreta, e stavolta niente sandali, che piove e piove, beh ma con le calze, magari, scellerata sono, inutile star lì.

14 marzo, 2011

Dopo gli alberi il cielo.

 Buongiorno, sì. Che è cominciato non benissimo e poi d'un tratto è virato verso il bello, vuoi vedere che ho imparato davvero, anni e anni di esercizio mi hanno fatto arrivare fino qui, a sentirmi una sogliola appena apro gli occhi e faccio il sound check, Come Sto Oggi? e poi pian piano cambiare, prospettiva, angolazione, inquadratura. Uno schifo, vien da dire se guardi fuori e io fuori ci guardo subito, non ho bisogno di aprire le finestre, i miei occhi sono le finestre per vedere il mondo, non ho filtri o drappi o tende o persiane, quel che vedo da subito sono gli alberi e dopo gli alberi il cielo e in quei secondi tra il gong e scendere dal letto mi chiedo come sto, e in un secondo cerco di ricordare cosa ho sognato e cosa devo fare e dai rumori che sento indovinare chi è già sveglio, lo scrosciare della doccia, qualcuno che parla piano di sotto e il silenzio di sopra, dormono ancora di sopra, ma quanti sono, e allora faccio un calcolo veloce ma è troppa fatica la mattina appena apri gli occhi non è che hai proprio voglia di far di conto. No che non è stata una gran domenica, ho ricamato, compulsiva e ossessiva, se ne è accorto anche il mio Sposo Illustrissimo, Ma Cos'Hai, cos'avevo non so, ero in disordine, non ero in asse, non ero in bolla, è così che si dice quando sei storta, dura poco però e meno male, i giorni storti mi rendono insopportabile, odiosa, noiosa. Farò di questo lunedì un antidoto per il veleno, una specie di vaccino, ho tali e tante cose da fare che non avrò nemmeno il tempo di formulare un pensiero, di quelli molli, intendo, di quelli fangosi che ti impantànano come nelle sabbie mobili, di tutti i Se Poi e di tutti i Ma Allora, che ne ho fin qui di pensieri che mi intralciano, stringhe slacciate mentre corri, scalini nella discesa, macchie di prato nella neve, che scendi tranquilla e gli sci ti si piantano e se va bene traballi e se va male cadi e neve gelata dovunque, negli occhiali, nel collo, che fastidio la neve che ti entra addosso, ci sono sensazioni che sai a memoria e e ci pensi ti sembra di sentirle. Farò di questo lunedì un bel lunedì lucente, i pensieri di quando ho aperto gli occhi li ho già quasi dimenticati, sotterrati sotto un cumulo di neve gelata, nel fango del pratino, domattina farò lo stesso e se mi verranno li scaccerò, mi concentrerò per bene su quel che vedo, troverò il modo, e ce la farò, anni e anni di esercizio, passando dal comodino al davanzale, dal davanzale ai vetri, dietro ai vetri gli alberi e dopo gli alberi, il cielo.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...