17 maggio, 2011

Biglie.


Mai Vista Una Bambina Che Gioca A Biglie. Il rimprovero non era per me, ma per mia madre. Ed era mia nonna a farlo. Le rimproverava il fatto di lasciarmi giocare in spiaggia con quell'orda di maschi. E anche mio fratello non voleva che giocassi con loro, Sei l'Unica Femmina. Ma io, a fare le formine, le minestre di sabbia coi pentolini veri, a lavare le bambole nel secchiello mi annoiavo a morte. Così, il compromesso. Ero quella della pista. Nel senso che ero io a decidere dove, di solito a ridosso del muretto. E come, le montagnole, i ponticelli, i legnetti del ghiacciolo a determinare l'arrivo della gara. E poi, mi facevo tirare dal mio amico Stefano, quello che ora sta a New York ed è un artista, le piste delle biglie, da che mondo è mondo, si fanno col sedere. Non sono mai stata brava a giocare a biglie, uscivo sempre al primo giro, e poi volevo usare quelle di vetro, quelle che vendeva Marina nei sacchetti a reticella verdi. Invece, i puristi usavano quelle di plastica, mezze colorate e mezze no, con dentro i faccioni dei corridori. Io le odiavo. A parte che si spaccavano sempre a metà, e non si riaggiustavano, dovevi buttarle, e poi le facce lì dentro mi inquietavano, Durante la gara, io sedevo di lato alla pista, eliminata fin da subito, e ci guardavo dentro. Alle biglie di vetro, intendo. E ci vedevo quel che pareva a me. Colori e colori e forme strane e paesaggi, hai mai provato a guardare il mare attraverso una biglia? O gli ombrelloni colorati della spiaggia libera di Varigotti? C'è un mondo a parte che non sai, un universo che non crederesti esistere davvero, lo puoi fare come vuoi, con le cose che vuoi, e tutto il resto, tutto quello che hai intorno sparisce per un pò, e tu hai negli occhi solo colore, solo riflessi meravigliosi ed unici, e se giri la biglia davanti agli occhi, i riflessi si muovono e si mescolano e ti regalano altri riflessi diversi, da perdersi, una biglia sola ti dà tutti i colori del mondo, se ce li sai trovare. Mai Vista Una Bambina Che Gioca Con Le Biglie. Infatti, mica ci giocavo. 
Ci sono giorni in cui vorrei andare in giro con due biglie davanti agli occhi, e guardarci il mondo attraverso, e far finta di niente. 

14 maggio, 2011

Qui sotto.

Lievita una focaccia.
O meglio, la pasta per la focaccia.
Che ancora non si sa se sarà una focaccia intera o una moltitudine di focaccine.
Da farci le palline, appiattirle e poi farci i buchini con le dita.
Che ancora non si sa se saranno basiche o al rosmarino.
Sono i dubbi di un bel sabato affollato, ma calmo, direi. Nessun impegno che non sia gradevole, il tempo fuori è quel che è, ma è un bel tempo anche se sa di acqua imminente e ci piace questa cosa qui.
Dovrò solo aver cura di ritirare le magliette dal Perseguitato Stendino e chiudere l'ombrellone color Particuliére che ha assunto l'incarico di Guardiano del Terrazzo.
Se vuol piovere che piova.
In grazia di Dio, noi si sta apposto come pendoli. Così si dice.

13 maggio, 2011

Blogger in palla.

Due giorni senza Blogger. Due giorni senza poter scrivere. Due giorni di manutenzione del sito che mi permette di fare le Fragole, insomma. Bel guaio se non c'è. Il sole è andato via, ma c'è quella bella aria di festa, di cose da fare, di bei momenti da passare. Non ci si spiega questo mood, ansia e felicità e attesa e stanchezza ed euforia ed entusiasmo, possono essere un mix miracoloso e strabiliante oppure avere effetti tremebondi. C'è da scegliere. Si presenta un week end di lavoro, di organizzazione quasi maniacale di un evento che si attende e prepara da mesi, ormai. I figlioli sono tutti ai loro posti, il fine settimana va così, si passa da un massimo di 9 a un minimo di 2, anche se forse è il contrario, ma chemmimportammè, quel che voglio dire si capisce uguale. Qui son sere che non dovrebbero mai finire, che non dovrebbero concludersi mai, perchè che venga buio e che si vada a dormire è uno spreco vero, tante sono le cose da fare e le lune da guardare nel giardino, e le chiacchiere da fare, e le cose da preparare. Qui son sere che fa caldo e che un pò estate sembra già, son sere da far tardi, son sere che anche cucinare vien fatica, insalata e frittata va bene per tutti? si urla dalle scale e allora scendono tutti in massa, ognuno si fa quel che gli pare, è la cucina di casa mia a maggio, non importa se non c'è il sole, anche il cielo ha un bel colore questa sera, c'è un'aria sottile che sembra un respiro, calmo, seducente, si andranno a mangiar ciliegie direttamente dalla pianta sul Prato Grandissimo, appena dietro la vigna, si cenerà tardi, sperando segretamente che questa sera resti ancora per un pò, e quando se ne andrà via come tutte le altre, almeno che quella che arrivi duri un pò di più, le sere che finiscono mettono malinconia, rimani ancora, sera, non importa se verrà buio, fermati un pò di più, stavolta, è così bello, dai, stai ancora, ancora un pò. 

11 maggio, 2011

Rose su rose.



Il cucù stamattina non la smette di chiacchierare, e nulla ci sarebbe di male in fondo, fa il suo mestiere, cosa vuoi mai che faccia un uccello chiamato cuculo, se non fare cucù? Sì, ma a tutto c'è un limite e una decenza, è dalle cinque che la mena, si può dire? sì, non è mica una parolaccia, uno che la mena vuol dire uno che scoccia, che continua a fare la stessa cosa e dà fastidio, riesco a spiegarmi. Personalmente non ho proprio nulla contro il cucù e nemmeno contro le civette e i gufi, ma stamattina avevo sonno e tutto 'sto canto ossessivo, cucù-cucù-cucù mi ha lievemene alterato.Lievemente solo. Bonjour, si disse quando anche il primo figliolo scese le scale. Bonjour, disse alla Princi che camminava ad occhi semichiusi. Bonjour, disse all'Illustre Sposo già sul pezzo da un bel pò, forse il pennuto malefico che ha svegliato me, ha svegliato anche lui, chissà. Fatto sta ed è che è una bella mattina di maggio, che si vede bene che è maggio per una serie di bei motivi che ognuno può trovare nel suo quotidiano. I sandali, i fiocchi dei pioppi nel viale in città, le biciclette, la fine della scuola tra un mesetto o poco più. Al mare non si ha ancora tempo di pensare, o forse sì, qualche volta di sfuggita, ma ancora troppe sono le cose da sistemare, figliolanza e lauree, esami,  impegni del Regio Sposo, progetti della scrivente che non è che siano proprio cose da nulla, insomma, alla fine tutto andrà a posto magicamente come ogni volta, come se qualcuno all'improvviso spargesse una polverina misteriosa e luccicante, voilà, tutto quadra. Nel frattempo, proprio perchè di maggio si tratta, io mi porto avanti con le rose. Le mie rose danno il meglio di loro stesse medesime se colte al massimo della fioritura, e sistemate con grazia nei vasi della Nutella conservati durante tutto l'inverno. Se riciclar si deve, che lo si faccia con buon gusto e la forma del vaso della Nutella, un pò schiacciato e oblungo, è proprio quel che ci vuole. In una mattina dove si è deciso di fare unicamente cose gradevoli,  almeno finchè si può, un'occhiata all'aiuola armata di forbice per cogliere  qualche rosa freschissima, è gran cosa. Chi giura di avermi visto guardare in sù con aria sibillina, a scorgere tra il fogliame il becco del cucù, si metta l'anima in pace. Ho una pessima mira, il cucù è salvo. Almeno per oggi.

09 maggio, 2011

E' stato il vento.

Ma certo, non può essere stato che lui. A spezzare i rami degli alberi, a portare in giro le foglie nuove, a scuotere e scuotere il ciliegio e a sparpagliarne tutti i fiori. A svegliarmi alle 3, il vento di notte è affascinante e misterioso, non sai mai cosa ti porterà, se una giornata lucidissima o strati di nuvole indaco e grigio chiaro, appena appena, il viale stamattina era un quadro da copiare, le foglie degli alberi davano la loro parte di sotto, quella più chiara, come succede di solito quando sta per venire un temporale,e il cielo è violetto, sì e le foglie a tratti sembrano bianche ma non pioverà di sicuro. Confusa, stamattina, ma sul pezzo, come si dice. Si è sempre un pò titubanti il lunedì mattina, si aspetta sempre un segnale prima di scatenare l'inferno che si ha da scatenare, le millemila cose che si hanno da fare e da organizzare e forse un velo d'ansia ci prende pure a pensare che fra due settimane saremo qui e si fa il check di tutto quel che resta da fare che non è molto, ma insomma. Il vento s'è calmato un pochino, gioca a nascondino e nessuno lo trova mai, salvo poi all'improvviso saltar fuori in una raffica precisa, che ti sorprende e ti meraviglia, ma come, non era passato? Il vento sulla terra è così diverso dal vento sul mare, ma entrambi hanno lo stesso fascino e la stessa magia, da dove viene,e dove andrà, chi avrà sfiorato prima di sfiorare me, che lenzuola avrà asciugato prima delle mie, quali petali e di quali alberi avrà raccolto per farsene una collana colorata. Confusa sì, sul pezzo sì, ma sempre un pò sulle nuvole, le stesse che ha portato il vento e che il vento porterà via, le stesse che mi fanno guardare in sù e dire Che Bel Colore, io, donna vanesia che si sveglia col vento, che immagina i suoi viaggi e che mi trova ogni volta così affascinata e così contenta che ci sia e che sibili sotto le finestre e che muova persino l'erba piccola del pratino e rovesci le cose stese ad asciugare. Impertinente lui, vanesia io, non può essere che colpa sua, certo che sì.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...