23 ottobre, 2011

Sarà l'autunno.



Ma sì che scrivo. Scrivo ma non qui. Chissà dove poi. Scrivo anche con la penna, certo, ho comprato un'altra stilografica usa e getta, che scrive blù ma profumato, ma non profumato di qualcosa, profumato di inchiostro, eccerto, di cosa se no, e mi piace così tanto scrivere a mano, ogni tanto. Mah, sarà l'autunno. Che fa essere così, a tratti frivole a tratti pensierose, a tratti con la voglia di un bel libro, a tratti di sfogliare i fashion blog, di aver voglia di tacchi scintillanti e un attimo dopo di una sneaker leopardata, per dire. La domenica è trascorsa con grande sciallo, con la tranquillità che è solita della domenica, appunto, ci sono non uno ma due scialli già iniziati, uno con un filato così prezioso che quasi mi vien male a lavorarla, se sbaglio è un casino, sto concentratissima, non chiacchiero, butto ogni tanto uno sguardo alla tv ma non seguo il film, seguo il pattern con un'attenzione che non mi riconosco, ma questo filato mi piace così tanto che non posso, semplicemente non posso disfare e sciuparlo, per niente al mondo. Sarà che sono letargica, non ho voglia di andare in giro la domenica, siamo tutti qui, è così bella la domenica in questa casa, che perfino sistemare la lavanderia con la Ginnasiale diventa un bel momento di chiacchiere, e di vicinanza, con lei che sembra ogni giorno sempre più me, perfino ieri mi hanno detto Si Vede Proprio Che è Sua Figlia e lei sorride di quel sorriso che scioglie, me, suo padre, e anche qualcun altro, mi sa. L'autunno porta con sè una serie di piccolissimi riti, di voglie che vengono solo d'autunno, ma certo, mica ti viene voglia delle coperta sul divano in piena estate. O magari del camino, che è ancora presto, non fa ancora così freddo. Domenica d'autunno, c'era un pò di sole, l'ho sentito sul terrazzo quando ho controllato che lenzuola si fossero asciugate, avevo voglia anche di castagne, non sono buone quest'anno, mi ha detto il contadino, se non piove nemmeno i funghi ci saranno. A me non importa granchè. Mi bastano le persone che ho qui adesso, i miei gomitoli, le mie cose più piccole, del fatto che piova o no non me ne importa un bel niente, ho un libro nuovo da iniziare, lo farò stasera, magari, andrò a letto presto perchè mi piace leggere prima di dormire, ci sono anche le stelle, nessuna nuvola, ma non mi dispiacerebbe mica, in fondo,  se piovesse anche le castagne diventerebbero buone, e spostando un mucchietto di foglie secche si potrebbero trovare centinaia di funghi profumati, così anche il contadino sarebbe contento.

18 ottobre, 2011

Imparo dal silenzio.



E'  il silenzio ad insegnarti. Non cose fondamentali, certo che no, ma interessanti, ecco, cose che ti serviranno, cose cui non avevi pensato mai.  C'è silenzio stamattina, c'è stato fino a poco fa, niente musica, nessuno con me, nessuno chiuso nella sua stanza, le persone di questa casa fanno rumore anche quando non ci sono, si fanno sentire anche quando sono lontane, perfino il gatto ogni tanto ci vuol fare un giro dentro, alle loro stanze vuote, un passaggio sul letto disfatto, un sonnellino sulla maglia lasciata lì, che tanto è da lavare. Mi dispiace che inizi la settimana, in questa casa rimaniamo in pochi, pochissimi, e non mi piace. C'è troppa calma, troppo ordine, non già di cose, ma non c'è fermento, non c'è confusione, due figlioli sono la metà di 4 e sono già grandi, la Ginnasiale studierà da un'amica, il Liceale Innamoratissimo arriverà più tardi. Il silenzio mi insegna a pensare. Che scoperta, uno pensa tutto il giorno, sempre, se ci pensi bene è così difficile non pensare a niente, A Cosa Pensi? A Niente, non è vero, è una bugia, pensare a niente non si può. Il silenzio di questa casa, stamattina, mi ha fatto pensare, a cose belle e a cose meno belle, mi ha fatto render conto di, ricredere su, realizzare che. Mi sono data della scema e un secondo dopo mi sono fatta un complimento, non è vero che sei scema, meno male, ogni tanto mi ci vuole qualcuno che me lo dica. Nel silenzio si riflette di più, le cose hanno la loro giusta luce, il loro suono che senti solo così. Nel silenzio di questa mattina ho pulito con attenzione gli schizzi di zucca sul mobile della cucina, quelli che ieri sera non avevo visto, perchè è esploso il minipimer dentro alla pentola e così, zucca dovunque. Nel silenzio di questa mattina  ho pensato che sì, forse dovrei cambiare le tende della cucina, ma non è che sian tendine a vetro ed è più facile a dirsi che a farsi. Nel silenzio di questa mattina ho pensato che in fondo sono abbastanza contenta che faccia freddo e ho decretato che sì, che la gente faccia un pò quello che vuole, pensi quel che vuole, si comporti come vuole, la gente va lasciata nel suo orticello a guardare i ravanelli, la cicoria e la zucca, stramaledettissima zucca. Intorno a me voglio persone e non gente, voglio, sì, voglio facce sincere e non frasi di circostanza, persone vere e non la gente, e la differenza, ma guarda un pò, si impara solo dal silenzio.

15 ottobre, 2011

Socks Time.



Ossì, a me MI prende secca. O meglio, a noi CI prende secca. Nel senso che si va a periodi. C'è stata l'era delle sciarpe, eravamo ancora titubanti sul da farsi, e andavamo lisce, tutte dritte, con le sciarpe una non sbaglia mai. Poi è venuta l'era dei colli, dei neckwarmer perchè così si chiamano, e allora giù di circolari, ho regalato a tutte un kit di ferri e qualcuna ha storto un pò il naso, Non Mi Ci Abituerò Mai, ma poi alla fine si è innamorata, come succede spesso in queste cose. Poi sono arrivati gli scialli, Cristiana ed Emma ci hanno messo del loro, abbiamo pure scritto un libro, e allora giù di nomi incomprensibili, Revontuli, Forest Canopy, Sono al Terzo Saroyan, Sono Indecisa Tra Un Mormor e un Azzu, Ma con la Kauni o con la Manos? e chi ci sente parlare ci prende un pò per matte, si capisce, sembriamo un pò invasate, è vero. Solo, che siamo diventate proprio brave e disquisiamo in tutta scioltezza di short rows e del tristemente famoso Magic Loop come se dessimo la ricetta della frittata, per dire. Pochi giorni fa, la rivelazione. E' stata Afef l'antesignana, nel senso che è stata lei a farle per prima, ad acquistare prima di tutte degli strani circolari ad uncino, e che dice essere una vera meraviglia. Noi, o almeno la scrivente, a far le calze nemmeno ci avevo mai pensato, o forse sì, quattro o cinque anni fa una spedizione era partita da qui verso Milano, Biancaneve, l'Amica delle Provette ed io, sabato si và in Triennale a imparare a far le calze, il delirio, ci siamo divertite un sacco, e tutto abbiamo fatto tranne che imparare, abbiamo pure incrociato Lapo, pensa un pò. Ma adesso, a vedere questo schema, a tutte c'è punta vaghezza di farle, per le figliole, per noi medesime, da regalare a Natale. Sono le calze del week end, quelle che metti la notte quando hai uno spiffero di freddo, quelle che ci cammini per casa e dici con orgoglio Le Ho Fatte Io, e sono così carine a vedersi, forse ci faranno imprecare a farle, ma non è importante. Inizia così, in questo week end, il primo passo verso una nuova frontiera del knitting, forse non è proprio la risposta commerciale a Calzedonia, ma noi si scelgono con cura i filati più adatti, i colori che ci piacciono di più e si parte. Giovedì prossimo, al knit cafè, ciascuna porterà il suo manufatto. Io arriverò in ritardo. Passo prima da Calzedonia.
Thanks to: The Purl Bee

14 ottobre, 2011

Nè di Venere.



Adoro il venerdì, si sa da sempre, non sono nemmeno tanto originale, il venerdì piace a tutti, è il giorno prima del giorno prima della festa, della domenica, che poi alla fine non si farà un bel niente, di solito noi non si fa niente o quasi la domenica, ma è proprio questo il bello dalla vicenda, il niente. Venerdì fa rima con faccioquellochemipare, ma a guardare bene non è che possa fare quel che mi pare, in realtà, perchè la casa è dissestata da un disordine lieve, imperante e strisciante, una cosa lì, un'altra laggiù, ma è la somma che fa il totale e allora un paio di scarpe lì, una maglia là, una pentola che non ha trovato posto in lavastoviglie, una lavatrice da stendere fanno un casino disordine importante e allora mi ci metto. Certo, mi piacerebbe far altro, non dico di no, c'è un venticellino sottile che ti fa venir voglia di andare sù per collina a vedere se finalmente le foglie hanno cambiato colore e se sono ancora come a luglio, e poi mi piacerebbe anche chiudere gli occhi e trovarmi che so, seduta al sole in un bar su una piazza, a leggere, magari, o a fare people watchin' e inventarci storie sopra, lo faccio spesso e l'Illustrissimo ride di gusto e mi dice Ma Come Ti Vengono, come mi vengono non lo so, so che mi diverte tanto, è più di un pettegolezzo, la gente che passa non l'hai mai vista e non la vedrai mai più e dice tutto in quei 3 secondi che ti passa davanti, gli indizi sono pochissimi e io invento loro una vita e una situazione, tanto, non avrò mai la controprova e il gioco finisce lì. Non sarà per niente un venerdì di cazzeggio, invece, nessuna storia da inventare sulle vite degli sconosciuti, mi sa che dovrò mettere i piumoni a tutti i letti, sistemare una volta  per tutte il mio comodino, che nemmeno si vede più, il comodino, da tanta roba che ci sta sopra, letture serali abbandonate di malagrazia, occhiali, catename vario, prezioso e non, cose sparse. Oppure, sistemare l'armadio delle scarpe, solo che io ci metto ore, perchè le provo tutte prima di metterle via, ma dimmi tu se non sei scema, si disse da sola. Stamattina, mi dedico a questa casa, comincio con lo svuotare i cestini della carta e poi li porterò al bidone della carta che sta in fondo alla strada, e poi non resisterò al richiamo di questo venticello e farò un giro, e alla fine non avrò combinato granchè e sarà già ora di pranzo, meglio di no, comincio a spalancare tutte le finestre, il vento mi terrà compagnia mentre litigo coi piumoni, i cestini della carta mi sa che li svuoto per ultimi.

12 ottobre, 2011

L'estate regalata.



Colori insoliti per questo autunno caldissimo, ancora fiori, e sole e vestiti leggeri, e bicicletta e sandali e si sta bene, nessuno che conosca ha ancora detto Voglio l'Autunno, sì, forse io, le castagne, la polenta, le coperte sul divano per guardare la tv, i vetri appannati. No, non oggi, che farà così caldo da qual che ho letto, non oggi che sembrerà un'altra belle giornata di vacanza e invece il cielo solo sa quante cose ci sono da fare. Ieri mi sarei comprata un mazzo di astri colorati, ma come, si dovrebbero comprare le bacche e il pungitopo, forse è ancora troppo presto, ma è metà ottobre e se non fosse per decenza andrei ancora in giro coi pantaloni coi coralli e le conchiglie. La mattina lassù nella Casa in Collina è iniziata bene, a ranghi ridotti si ragiona forse meglio, non so, ho solo due figlioli da gestire, al momento e nemmeno si fan più tanto gestire, nel senso, spesso non sono nemmeno a pranzo, me ne accorgo dai carrelli della mia spesa che finalmente assumono dimensioni normali, e, meraviglia, qualche volta riesco anche a passare dalla casa veloce, pensa il lusso. E' il sole a farmi bene, è il sole a scaldare le cose che ho e i miei pensieri, sta passando un aereo e il suo rumore spesso mi ci faceva pensare, dove vorrei essere adesso, dove vorrei andare, correre in aeroporto e scegliere un biglietto per il primo imbarco disponibile, così, col naso per aria davanti al cartellone prima che giri nel delirio di numeri e simboli e lettere, mi ha sempre affascinato quando cambia il cartellone delle partenze negli aeroporti, sto lì a guardarlo come una scema, e mi piace anche il rumore,  lo swishhhhh! continuo che fa,  è il sole che mi fa bene, che mi fa bella, che mi fa ciarliera e canterina già al mattino presto, no, nessun aereo mai, nessun biglietto mai, in nessun posto al mondo mai vorrei essere oggi se non qui.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...