12 febbraio, 2013

Cronaca di una neve annunciata.

L'hanno chiamata Big Snow.
Ci si aspettava una metrata, roba da sprofondare fino al ginocchio, giorni e giorni chiusi in casa, quassù siamo sempre gli ultimi ad avere la strada libera e meno male.
Ci si aspettava tutto il bianco del mondo, la bellezza perfetta del bianco totale, quello che ti mette in pace col mondo intero.
e' solo l'inverno, bellezza.
Quello dei maglioni spessi, del naso rosso, degli occhiali appannati. L'inverno del gelo, quello vero, quello che viene ogni anno e che ogni anno fa finta di stupirci, di farci un'improvvisata, nessuno mi aspettava ed eccomi qui, non fare il furbo, ti aspettavamo eccome, non sei capace a far le sorprese.
Così Big Snow è arrivata e se ne è andata, tanto rumore per nulla, come accade quasi sempre, ho già detto mille volte che la neve mi piace, mi mette allegria, e pace, che non è vero che una è il contrario dell'altra, una pacifica allegria, oppure un'allegra pace, ecco, una cosa del genere.

Sono stati due giorni bianchi di neve allegra, di metà dei figlioli a casa, di pane ai cereali, di stiraggi nemmeno tanto forzati, di bei pensieri.

Di neve ne è venuta un sacco ma ne avrei voluta di più.
Mi auguro dei bianchi giorni anche senza neve, ho un biglietto aereo che sonnecchia beato sul muretto dell'ingresso, una guida, la piantina di una metropolitana.

Ogni tanto, piccolissime fughe come questa fanno di tre giorni normali, tre giorni molto, molto speciali, soprattutto se li desideri da tanto e in un posto che ami.

La neve andrà via, ci sarà un bel sole lucido e un freddo pungente.
Forse, la sorpresa dell'inverno è questa qui.




07 febbraio, 2013

Le cose quadrate.

Stirare non è pratica affascinante, questo si sa.
Ma qualche volta, aiuta.
Una specie di esercizio di meditazione zen, una specie di yoga, gesti ripetuti e sempre uguali, un sapiente gioco di spruzzini, appretti e tasto del vapore fissato su High.
Le cose quadrate fanno il resto.
Le cose quadrate sono quelle che stiri quando non c'hai sbatti, quando devi stirare ma non hai voglia di impegnarti, e allora scegli con cura le tovaglie, le lenzuola, i fazzoletti, gli asciugapiatti e vai di ferro, senza troppo pensare a qual che fai, tanto, a stirar cose quadrate mica ci vuole mestiere, solo pazienza e metodo.
Nel frattempo, puoi fare ciò che vuoi, Buttare un occhio a una replica di Masterchef, per esempio, che a Cracco, si sa, una stiratina gliela darebbero in molte, con o senza appretto, non fa differenza. Le cose quadrate ti danno la possibilità di avere il massimo risultato con il minimo impegno, mentre puoi pensare a centomila cose insieme ma anche a nessuna, non importerà se il lenzuolo immacolato avrà una piegolina, non è una tragedia. I pensieri che vengono stirando le cose quadrate sono quadrati anch'essi, semplici, gradevoli, quasi  piacevoli, in verità. I pensieri quadrati sono quelli che pensi volentieri, quelli che ti fanno perfino un pò sorridere, non vista, mentre sei all'undicesimo tovagliolo e il dodicesimo chissà che fine ha fatto, ma come, non erano solo i calzini a sparire? I pensieri quadrati sono quelli che si appianano anche solo a pensarli, non sono grane, non sono guai, non sono dolori o malinconie. Sono piuttosto cose belle che farai o ti piacerebbe fare, un piccolo viaggio, quel fine settimana, e quella volta che, sono quelle piccolissime frivolezze che non fanno male a nessuno, che smalto andrà questa primavera, che colore farò il prossimo maglione e a quale figlio, che giro in collina farò domani, se non c'è il gelo più gelo. I pensieri quadrati fanno bene al cuore, di solito arrivano dopo giorni di pensieri triangolari, trapezoidali e ottagonali, di quelli che non sai da che parte prendere, di quelli che ti pesano sull'anima come scogli appuntiti, come sassolini fastidiosi, come la scheggia che hai preso mettendo la legna nel camino. Auguro a tutti una giornata di pensieri quadrati e morbidi, lineari e graditi, semplici da stirare, piegare e mettere via, come i fazzoletti coi pnguini, come gli strofinacci con le frasi, come le lenzuola col glicine. E se nei pensieri quadrati rientrano anche pensieri torbidi su Cracco, mentre sfiletta magistralmente un salmone, beh, non è un problema. Che male si fa, alla fine? 


04 febbraio, 2013

RosaPensieri.

Le albe rosa esistono.
Spuntano piano da dietro le montagne, stamattina si vedono così bene, c'è un sole sfacciato che ti mette di un'allegria timida, sommessa, di quelle che nemmeno osi confessare. Un'allegria sorridente, non sguaiata, appena appena. Le albe rosa passano sopra a tutto, sorvolano l'asfalto della tangenziale, travalicano i fili dell'altra tensione, giocano con le scie candide degli aerei, lasciate lì quando, un'ora fa, mezz'ora, chi può dirlo. Il rosa del cielo si fonde con il verde verdissimo delle colline intorno alla mia casa, quelle che si vedono dalla finestra e quelle che si vedono invece solo dal parto grande più dietro. Le albe rosa tingono di rosa anche i pensieri, i più nascosti e quelli invece più immediati. I RosaPensieri sanno di pasta di zucchero, la stessa che mani sapienti hanno lavorato  per fare una quantità di biscotti senza senso, di una bellezza che va altre il fiorellino e il cuoricino. Si vede che non sono mani qualsiasi, che dietro le mani ci sono pensieri e affetto e vicinanza e condivisione, che persone speciali incontro qualche volta, persone che ti chiedi come hai fatto a restarne senza, prima. I sorrisi delle donne sono la cosa che dà più forza in assoluto, sono il motore del mondo, sono sorrisi che hanno dietro storie pesanti e questioni e cose, per questo sono più belli e più lucidi. I sorrisi delle donne, la loro voglia di fare insieme dei progetti, star sveglie fino a tardi ad impastare la frolla, per finire una scarpina, per provare ancora una volta quei dannati ferri circolari, sono le cose che in questi ultimi anni mi hanno dato forza e idee, energia ed entusiasmo, forse una vera e propria felicità.

Le albe rosa colorano i RosaPensieri, aiutano le GentiStrane a non buttarsi a terra, a non pensarci troppo, a dire, Andrà Meglio.

Tutti i miei pensieri di oggi sono alle persone che ho incontrato, Regine dei Biscotti che han fatto di questi due giorni un'occasione unica per stare insieme, le cose belle e semplici che prendono valore ogni giorno che passa, i loro abbracci stretti, le storie che mi hanno raccontato, quei magoni un pò nascosti ma nemmeno tanto, le loro vite intrecciate ad altre vite, anche alla mia. 

L'alba rosa di stamattina era tutta per loro, forse non lo sapevano, o forse sì, le albe rosa fanno fatica a stare dentro un pacco, ma idealmente stamattina ognuna di loro ne riceverà un pezzetto, ne cattureranno la sfumatura e  ne faranno una pasta di zucchero di un rosa perfetto, ci ricopriranno hanno i biscotti fatti a cuore che hanno già nel forno e le loro case sapranno di vaniglia e di buono. Proprio come loro.

30 gennaio, 2013

Asfalto che scricchiola.

Sono i giorni della merla, bella scoperta che faccio un freddo di quelli tenaci, che ti avvolgi in cose e cose e hai sempre freddo, le mani soprattutto, nonostante i guantini della tua Amica Afef, che tanto non legge, lo so, quella è distrattissima e su una rama, dicono da queste parti, o forse fa finta, non so. Fa un freddo di quelli che ti entra nel cervello, che ti congela anche le idee, le cose belle, le cose da fare che stamattina erano una saccata, la fila alla posta, meno male che Trichomonas non c'era, lo so, non è un bel soprannome per una impiegata della posta, ma insomma è talmente fastidiosa e odiosa e con aria da scienziata, che gliela manderei una Direttrice della Posta, di quelle GRAZiose che piacciono a me, che sono sempre carine e misurate e sono certa che non ti guardano come se avessero appena isolato il bacillo del vaiolo, per dire.
Comunque. 
Stamattina scricchiolava l'asfalto sotto alle ruote nella discesa della collina, e sotto alla scarpe, sul corso. E' il gelo di questi giorni, ci ha provato il sole ad uscire ma il gelo no, non gliel'ha data vinta, così il sole se ne è andato o forse c'è da qualche parte, solo che non si vede, il sole è timido, non è mica prepotente.
L'asfalto scricchiola, ha gelato tanto questa notte, è una cosa che mi affascina, il gelo rende immobile, non come la neve, il gelo non è così divertente.
A camminare, sembra di avere un tappeto di vetri o di diamanti, a seconda.
Vetri, come le cose del mondo, le menate infinite, passi in un cerchio di fuoco come al circo e dici ok, ma poi un altro, un altro e un altro ancora, ma che circo è mai questo se mai una volta volo sul trapezio, solo cerchi di fuoco mi fate saltare?
Diamanti, come i messaggi dei miei figli, come gli sguardi dell'Illustre Sposo che mi spiano, come le cose nuove che farò, le idee, i progetti, gli schemi francesi che ho trovato nella cassetta della posta stamattina, il portacandela che ho fatto con la buccia di mezza arancia, l'ho visto su Pinterest, ho immaginato che il profumo di arancia e chiodi di garofano potesse essere un antidoto, un disinfettante contro le malinconie e le pesantezze, forse aiuta anche ad affrontare un asfalto che scricchiola, se di vetri o diamanti non importa, anche i vetri alla fine luccicano come i diamanti.

28 gennaio, 2013

Piuttosto, la neve.

Nessuno se l'aspettava questa mattina.
Sono stata la prima a vederla, sono la prima a guardar fuori appena apro gli occhi, io non chiudo le persiane, mi fa tristezza, mi sento troppo al buio, non mi piace. E poi, mi piace non perdere di vista cosa succede fuori, il mio pino personale che conosco a memoria, le gazze che lo abitano, i rami che tempo fa gli hanno tagliato lo hanno fatto più bello. Nevica una neve sottilissima, di quelle che se va avanti così, a sera ce ne sarà un metro. Quello che voglio, infatti. Che vorrei. La neve sottile è quella che si ferma di più, non fa clamore, arriva silenziosa e fa finta di niente e poi giù, a tonnellate discrete, incessanti, educate. 
La mia neve di stamattina mi piace.
Come mi piace la neve in genere, e la nebbia e il bianco e le cose pure, non so spiegare, le cose lisce, le cose pure. Ci si organizzerà una giornata di cose da fare, che sono una quantità, con un a specie di pace ritrovata, una serenità spicciola, piccolissime gioie una in fila all'altra, non pretenziose, non strabilianti, ma non per questo meno preziose. Ci si è dati una regola, una sorta di elenco delle priorità, cosa è bello e cosa no, e si è fatto fatica a trovare qualcosa di veramente importante che non andasse bene. Il resto, incasellato al suo posto, sul ripiano dei Chissenefrega. Una libreria virtuale dove infilare le questioni, le invidie sotterranee di cosa poi, le cattiverie aggratis, le parole pesanti. E i pensieri. Quei pensieri corrosivi che si hanno ogni tanto, pensieri acidi che bucano la pietra, figuriamoci l'anima, sottile com'è. Di questi, se ne è fatto un barattolo, si è chiuso ermetico girando più volte il coperchio, è un barattolo grande, quello delle pesche sciroppate che ci hanno regalato a Natale, ho tolto l'etichetta e l'ho conservato, sapevo a cosa sarebbe servito. L'ho riempito di tutte le cose che mi fanno male e l'ho messo in alto, nel ripiano più sù, quello che ci vuole la scaletta per arrivarci o anche la sedia e poi in punta di piedi.  E spinto in fondo, più in fondo, che nemmeno si veda. Operazione completata, Mi sento più tranquilla, ora, e mi accingo così, bella leggera, ad iniziare una settimana semplice, con calma e organizzazione, si farà tutto, si riuscirà in tutto. E non so se questa sottile euforia, questa cosa che sembra allegria, quella che ti fa cantare piano, distratta che nemmeno te ne accorgi, se questo ben sentirsi sia il risultato di un lavoro duro fatto su di sè, di chi sia il merito, se dei baci dei miei figli sulla porta, se sia il pino, il barattolo nascosto,  il cielo bianco o piuttosto, la neve.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...