01 ottobre, 2014

Ottobre, ciao.

Mi piaci.
Perchè sei il mio mese, perchè un pò mi somigli, non sei estate, non sei inverno, non sai nemmeno tu che cosa sei.
Sei nebbia e pioggerellina, e sole, sole ancora caldino, tramonti e albe che fan restare lì, così, a guardarle per minuti e minuti, non è che durino tanto, le albe e i tramonti, non è che puoi star lì a guardarli per ore, si sa.
Sei foglie secche e colori da perdersi, rossi, arancioni e gialli forti, il giallo non mi piace, ma tu lo mischi ai bordeaux e ai verdi scuri come nessuno.

Portami cose belle, ottobre che sei qui.
Portami sorrisi e abbracci, e cestini di cose graziose,
Portami le sere intorno al tavolo della cucina, a ridere come una scema coi miei figli, come solo loro, come solo con loro.

Portami la mia vita di sempre, i miei momenti perfetti, le mie abitudini piccolissime, da fare col cuore leggero, non con il respiro che non so dove trovare, non con gli occhi pesti e l'ansia sottile che diventa macigno.

Portami un rossetto, uno smalto fighissimo, il mio profumo dell'autunno che sa di isole lontane, portami cose stupide, una canzone da cantare portando la Princi a scuola, che lei le sa tutte, come me alla sua età, e niente la mondo mi somiglia più di lei, che è forza e dolcezza in un mix sapiente di occhi verdi, perle, piercing e sorrisi che incantano il mondo.

Portami nuovi libri, nuovi posti dove perdersi, trovare riparo quando vuoi essere altrove, Parigi, Marrakesh, Dublino, portami via per finta per qualche ora, fammi stare al Flore, contrattare teiere nel souk, chiacchierare  in un pub, così, solo per un pò.

Portami un maglione pesante, le lenzuola del corredo di mia madre, portami un quaderno a quadretti, una scatola di vitamine, un film nuovo da vedere, la forza che mi serve e che ho, ma che a volte perdo e cerco dovunque, sotto il letto, nell'armadio e che non trovo, eppure c'era, era qui, non la trovo, qualche volta no.

Portami le foglie secche del viale, portami i colori che sai, la nebbia che amo la mattina presto, portami colazioni tranquille e telefonate lunghissime, e aeroporti, lato arrivi, e valigie da fare e da disfare, portami la me di sempre, che chiudo gli occhi e tutto è come prima.

Non è troppo, se pieghi bene ci sta tutto.

E domani, non scordare la torta.





29 settembre, 2014

Piovigginando, sale.

Non si è fatta aspettare.
E' arrivata, di già.
Eppure, sono stati giorni di sole bello, con le foglie d'oro per terra, intorno alle panchine del Lingotto o lì vicino, sole chiaro che ti faceva dire che sì, forse era ancora un pochino estate, non certo luglio ma insomma, così.

La nebbia, alla fine, arriva sempre. 
A ridosso del mio compleanno, per questo mi piace sempre, anche se quest'anno è un compleanno un pò strano, ma sempre compleanno è.

Mi piace la nebbia perchè è mistero e meraviglia e sopra, attorno, dietro e in fondo puoi immaginarci quello che vuoi, farti dei viaggioni, come dicono i miei figli, inventare cose che vere non lo saranno mai, ma alla fine a chi importa, se anche solo a pensarle ti fanno stare bene.

Mi piace la nebbia perchè nasconde le cose che non vorrei vedere, qualche cattiveria, qualche delusione, e invece avvolge e fa più belle cose semplicissime, quelle che mi piacerà tenere vicino, che non smarrirò, che terrò sul comodino insieme all'acqua, alla sveglia ferma, ai libri, ai sogni spiegazzati, ai pensieri del mattino presto quando guardo fuori e non so mai se girarmi e ridormire o se stare lì a guardare la nebbia, il soffice che entrerebbe dalla finestra se solo avessi cuore di aprire, se solo avessi cuore di alzarmi da qui che fa già freddo e ci vuole forse una coperta leggera.

Di solito verso metà mattina il sole vince sulla nebbia, e il cielo che è rimasto nascosto fino ad ora, salta fuori in tutta la sua maestosa azzurrità.

Serviranno forza e vitamine, respiri lunghi e scrollate di spalle, di magoni non ne ho più voglia, ho mille cose da fare e col magone non si va lontano, si cerca ogni occasione per stare bene anche solo un pò, le foglie accartocciate che fanno quel bel rumore quando ci corri sopra, la luna di ieri sera che era una ciglia rosa su un foglio nero, sarà il mio compleanno per giorni e giorni, un pò qui e un pò lontano da qui, che bello sarà arrivare.

Intanto, aspetto il sole, che alla fine arriva, lo so, tra poco più di mezz'ora, minuto più, minuto meno, e piovigginando salirà, ma è nebbia secca questa qui e non pioviggina nemmeno, sale  e basta.
L'avrà vinta il sole.

e poi, la nebbia è un pò innamorata del sole, lo sanno tutti.
Per questo gli lascia fare sempre quello che vuole.









16 settembre, 2014

Piove cielo.








Piove sì.
Piove una pioggia d'autunno, di già, ma come, che c'abbiamo ancora la voglia di mare e i sandali flat in corridoio, questa casa è in ordinissimo, qualche volta mi verrebbe voglia di metterla a posto alla perfezione, ma sarebbe ancora più strana di quanto non la sia in realtà, e allora lascio volutamente qualcosa in giro, così, per non perdere l'abitudine.

Piove un sacco. Questa notte mi ha svegliato un delirio di vento e goccioloni sui vetri, che bel rumore la pioggia sulle finestre, quante volte l'ho già detto, che noiosa sarò mai.
Non lo dirò più, giuro.

Pioveva così forte che ho pensato Cade Il Cielo, non era temporale, quello lo conosco bene, era proprio solo pioggia fortissima e per questo rara, in una stagione così mite e lenta come questa, in fondo, l'estate non è stata che un lunghissimo autunno, mi pare.

Piove cielo.
Lo raccolgo e lo tengo lì.
Nelle tazze che mi regalano le mie amiche per darmi il buongiorno già di prima mattina e non farmi sentire tanto sola, lo raccolgo nei barattoli vuoti del caffè, così belli e lucidi che è un peccato mortale buttarli via.

Raccolgo il cielo e lo conservo, per quando mi sembrerà di non avere cielo da guardare, di non aver più pioggia da ascoltare.
Non sarà vero, non sarà vero mai.

Ci saranno sempre cose bellissime, forse nascoste e difficili da scovare, ma ci saranno sempre per me belle gocce sui vetri e profumo di foglie bagnate e colori rossissimi  e viola come quelli della vigna ieri verso sera. E cielo, cielo sopra, cielo da guardare, cielo da disegnare, cielo da raccontare.

Nessuno ha mai saputo come si fa a raccogliere il cielo che viene giù.
Io sì.
E questo fa di me la più sciocca fra le donne, la più visionaria, la più scentrata.
Però, mi fa bene.
Mi viene bene.
E allora, va bene.







12 settembre, 2014

Un regalo.



Domani.
Domani vado al mare.
A Camogli.
A Camogli troverò, tra gli altri
e anche...
...insieme a 
.. e anche a
... per non parlare di


Mi faccio un regalo.
Su Twitter e Instagram i momenti più belli.

Festival della Comunicazione a Camogli.
 I dettagli, il programma e gli ospiti qui.

"Un festival dedicato alla comunicazione e agli aspetti culturali e mediatici nell'epoca di smartphone e tablet, per imparare e saperne un pò di più sui messaggi e sugli stimoli che quotidianamente riceviamo e inviamo e che formano le nostre opinioni , contribuendo a farci diventare ciò che siamo".

Mi piace.
Perciò, mi reco.
E sarà una lezione, un regalo, una festa.

Il mare di Camogli farà il resto.

09 settembre, 2014

E' la luce della luna.

Esco poco la sera. Compreso quando è festa, verrebbe da dire.

Esco poco, sì.
Se per uscire si intendono cene e feste, ecco non esco.
Se per uscire si intende uscire dalla porta, beh sì, esco di sera. 
Anche di notte, il sabato sera.
I miei vicini di casa, quelli nottambuli, mi hanno vista  spesso uscire di casa a notte fonda, in ogni stagione, mezza in pigiama. Nessuno di loro ha pensato mai, La B. è Impazzita, ma solo che recuperassi questo o quel figliolo. Hanno sempre avuto ragione.

Sono gli ultimi giorni prima della scuola. Ben perciò, si concedono alla Principessa del Piercing uscite serali infrasettimanali, Il che comporta il recupero intorno alla mezzanotte, mai più tardi.

E' un giro che non mi pesa, anzi, mi piace.  Pochi chilometri mi separano dalle luci della città, ed è un tragitto che potrei fare ad occhi chiusi.  In macchina, soprattutto di sera, puoi cercare di pensare pensieri belli, mentre scendi fra i campi e la strada ti sembra più lucida e le cose diverse, forse perfino migliori. Solo qualcuna.

Ieri sera, una luna perfetta illuminava la mia strada verso casa.
E' una luce soffice, di quelle che ti fanno dire che tutto andrà bene e che sarà tutto bello sempre, e che anche le cose che adesso non lo sono, lo diventeranno, non può non essere così.

Sono giorni costellati di piccolissime solitudini, di improvvise, sciocche mancanze, di momenti in cui vorresti essere da un'altra parte. Ma non si sta lì ad ascoltarle troppo.

Si va avanti con metodo, sentirsi soli non è propriamente una grande sensazione ma si è imparato a  cancellarla in fretta, un Figliolo che ti fa ridere fino alle lacrime, un'Amica, anche spostando mobili e cambiando assetto alle stanze, dove la rivoluzione che si crea non dà tempo di star lì troppo a riflettere sul senso del cosmo.

La strada verso casa fa pensare e pensare, è una stagione quieta e meravigliosa, a guardarla bene, sono piccoli giorni preziosi, non è vacanza ma non c'è scuola, e nella mia vita scandita da sempre da sìScuola noScuola, questo ha la sua bella fetta di importanza.

Qualche volta la strada sembra non essere quella di sempre, e certamente non la è.
perciò, stàmpati bene in mente le curve, i dossi, quell'albero laggiù e i cespugli a ridosso dei campi.
La potrai fare sempre ad occhi chiusi.

Se c'è la luna, ancora meglio.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...